Messaggi e commenti per Massimo Gramellini - pagina 30
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Frasi di Massimo Gramellini
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Biografieonline non ha contatti diretti con Massimo Gramellini. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Massimo Gramellini.
Mercoledì 24 marzo 2021 08:02:45
Ma il resto della scuola come verrà recuperato?
Si chiama Didattica a distanza perché sostituisce (ma sarebbe più indicato il verbo “surroga”) la Didattica in presenza. Ma la scuola non è solo didattica in senso stretto.
E tutto il resto, allora che fine ha fatto? E quando lo recupereremo?
Personalmente ricordo come anno più bello della mia vita quello della maturità. Il più bello per i rapporti che si stabilirono con gli insegnanti ed i compagni di scuola. Se immagino la mia vita senza quell’anno mi sento molto più povero.
Non voglio annoiare con ricordi biografici che non hanno ovviamente lo stesso valore per tutti, ma questo è il punto: la scuola non è un luogo chiuso dove si entra per essere riempiti di nozioni. E’ innanzitutto un grande spazio di relazione dentro al quale si percorre un cammino educativo, in compagnia degli insegnanti (che danno la direzione) e dei compagni (che danno l’energia per camminare). E la meta non è mai un punto preciso ma l’essere preparati per un nuovo cammino, da soli, nella vita da adulti. E’ un avviamento alla vita, costituito dall’accrescimento culturale, dall’acquisizione di competenze professionali e “trasversali”, dalla maturazione psichica - relazionale - civica. Specie in questi tempi in cui la famiglia ha visto indebolirsi il proprio ruolo di agenzia educativa.
Così, quando ho sentito il prof. Draghi parlare di prolungamento delle lezioni in classe durante l’estate, istintivamente ho pensato: ma non sarebbe meglio organizzare per questi ragazzi una settimana di campeggio in montagna ed un’altra al mare?
Risultati utili? Provo a farne un elenco.
- 1) Avremmo velocemente recuperato il ritardo, psicologico ed educativo, dello stare insieme, accumulato in questo anno e mezzo.
- 2) Passeggiando nei boschi o sul bagnasciuga, “tra” e “con” i ragazzi, gli insegnanti avrebbero potuto sperimentare una metodologia didattica veramente “nuova e rivoluzionaria”: camminando open air si apprende di più (Aristotele e i peripatetici ci avranno pure testimoniato qualcosa, o no?).
- 3) Sarebbe stata un’irripetibile opportunità per fare educazione ambientale (e civica) live.
- 4) Tutti i nostri bambini e ragazzi avrebbero avuto occasione di fare una vacanza fuori dalle mura di casa (quanti sono quelli che, nella loro vita, non hanno mai fatto una vera vacanza? Tanti).
- 5) Si sarebbe potuto recuperare la “didattica” relativa ad una fondamentale attività di apprendimento: le gite di più giorni. Sono ormai due anni che non si fanno “visite culturali” o “soggiorni per attività laboratoriali” di scienze motorie. Ricordo alle superiori qualcuno che, nonostante i pessimi rendimenti scolastici, continuava a frequentare la scuola (saltuariamente in verità) solo per venire alle gite, a rimorchiare. E qualcun altro che ancora oggi benedice (o maledice, secondo le giornate) una gita a Venezia di 4 giorni perché fu in quell’occasione che scoccò la scintilla con l’attuale moglie nonché madre dei suoi tre figli. Oppure, semplicemente, l’importanza di stare qualche giorno fuori casa, senza mamma e papà.
- 6) Avremmo evitato la collisione con il fatidico anticiclone africano di inizio estate che dentro i muri della nostra vetusta (non solo di età ma di concezione e di manutenzione) edilizia scolastica ci toglie l’ossigeno più dell’essere positivi al coronavirus.
- 7) I ragazzi (e gli insegnanti) avrebbero potuto “scaricare” lo stress di questi mesi e ricaricarsi, tornando in piena forma a settembre (come le squadre di calcio che vanno in ritiro).
- 8) Ed infine avremmo pure dato un rilevante sostegno a quel disastrato settore economico che è oggi il turismo in Italia.
Ovviamente, come dice Verdone, “stavo a scherzà! ”.
Però mi sembra che il ministro Bianchi stia pensando seriamente a qualcosa di simile: “attività di laboratorio e di socializzazione per ricostituire quel tessuto di relazioni tra studenti e con i docenti che in questo lungo anno è mancato”. Se è così, bene.
Sono un particolare tipo di docente: educatore nei Convitti.
In questi mesi ho avuto la possibilità di osservare, da un’ampia visuale, bambini, ragazzi, adolescenti, dai 6 ai 19 anni. Li ho visti mangiare, giocare e conversare nel parco, studiare. I meno rispettosi delle regole anticovid? I più grandi, quelli che hanno alle spalle 17 o 18 anni di vita “normale”.
I bambini della prima classe della primaria, invece, sono commoventi: in fila per uno ed a distanza di un metro escono silenziosi dall’aula per andare a mensa, ordinatamente si misurano la temperatura corporea (nonostante i produttori dei termoscanner non abbiano pensato alla loro altezza) e si igienizzano le mani, si tolgono la mascherina solo per lo stretto tempo necessario a mangiare o bere (in rigoroso silenzio, come impone qualche circolare), escono a giocare nel nostro grande parco senza correre e senza urlare. Una mutazione genetica? Positiva o negativa? Mah… Abbiamo elaborato la categoria dei “nativi digitali”, dovremo probabilmente inventarci quella degli “alfabetizzati virali”. Disciplinati e pronti al loro dovere (a noi italiani, tutto sommato, non è che ci faccia male). Ma un po’ tristi. Molto simili ai bambini cinesi che l’anno scorso abbiamo visto in tv ritornare a scuola, con formalità e ossequio. Ma loro perlomeno erano sempre sorridenti: fa tutto parte della loro tradizione.
Son un educatore nei Convitti. E, tanto per evocare un’atmosfera da Blude Runner, ho visto altre “cose indicibili”. Per esempio: una coppia di quattordicenni, nascosti in un angolo, limonare con tutta la mascherina. Chissà che sapore hanno i baci, i primi baci, mediati da due pezzi di stoffa?
Oppure sentirmi dire, da un altro quattordicenne che sino ad allora aveva brillato più per indisciplina che per acutezza di ragionamento: ”prof, ma non è che andiamo un’altra volta in didattica a distanza? A casa sto sempre davanti al computer e simili, per studio o per gioco. Quando vengo a scuola ed in semiconvitto mi devo sorbire i rimproveri suoi e degli altri insegnanti ma almeno mi diverto e mi sento vivo. E’ come quella della DaD la vera vita che ci aspetta? ” No, caro amico, non è quella la vera vita. Ma non so cosa vi aspetta.
La pandemia ha sconvolto le nostre esistenze. Vite da anziani, da adulti, da giovani, da bambini. Ma è soprattutto a quest’ultime due fasce d’età che dobbiamo rivolgere prioritariamente la nostra attenzione. Reimpostare il nostro sistema di istruzione e, probabilmente, anche l’organizzazione sociale in generale. Finalmente, aggiungo. La pandemia ci ha arrecato tanti guasti ma ci ha offerto anche una grossa opportunità: ripensare il futuro in modo più sostenibile e quindi migliore. Per tutti ma innanzitutto per i nostri figli.
Antonello Bianchi – Fiuggi (FR)
61 anni, educatore, coordinatore del Semiconvitto nazionale “Regina Margherita” di Anagni (FR). Un passato di militanza politica.
Martedì 23 marzo 2021 17:32:50
Il gioco dell'assurdo
Buongiorno,
Sono una insegnante che ha concluso il rapporto lavorativo il 31 agosto 2018, andando in pensione. Secondo la normativa del mio settore avrei diritto al TFR-TRS passati 27 mesi dopo il termine del rapporto lavorativo. Vorrei raccontare quanto accadutomi così da poter essere utile ai posteri.
A contrario delle mie colleghe io non ricevendo alcuna nota di ricezione, nonostante l'arco di tempo previsto fosse passato ampiamente. Preoccupata, non vedendomi riconosciuto un diritto che ogni lavoratore dipendente dovrebbe vedersi riconosciuto, mi sono attivata chiedendo informazioni e con enormi difficoltà sono entrata nei meandri della burocrazia INPS.
Dopo 31 mesi, 4 mail inviate all'INPS, un appuntamento telefonico, un appuntamento in presenza, una dichiarazione di far intervenire un mio legale, sono riuscita ad avere una garanzia scritta che la mia pratica sarebbe stata presa in carico. Il ritardo nella pratica è stato giustificato dalla pandemia in corso e dalle mansioni convertite in smart working: Ciò tuttavia non spiega come mai le mie colleghe, andate in pensione lo stesso giorno, hanno ricevuto il TFR nei termini previsti dalla legge. Mi sono chiesta dunque, se la scusa della pandemia valesse per tutti.
La mia non vuole essere un'accusa alla pubblica amministrazione tutto... al contrario: le persone che nella pubblica amministrazione lavorano con responsabilità e coscienza sono la maggioranza. Non voglio generalizzare un mio giudizio negativo, ad un intero settore. Sono state fatte tante norme e leggi, ogni nuovo Ministro della pubblica amministrazione ha speso parole, senza tradurle in fatti. La mia vicenda è un esempio di quanto sia complicato far valere i propri diritti di lavoratore, in particolar modo quando il tuo datore di lavoro è lo Stato Stesso. Nel settore pubblico, a differenza del privato, gli errori non hanno conseguenze e spesso chi subisce le ingiustizie deve porre rimedio alle incompetenze. Non è stato inserito un principio che fa da spartiacque tra chi lavora con responsabilità e chi commette errori per incompetenza e indolenza screditando così tutto il settore, che è l'asse portante di uno Stato Moderno. Spero che la riforma della pubblica amministrazione, continuamente sollecitata dall' Europa, venga fatta evidenziando la trasparenza e la competenza e la responsabilità personale.
basti solo pensare che nel mio settore, la scuola pubblica, dopo 60 mesi, se il TFR non viene erogato, decade ogni diritto a riceverlo, a prescindere dal fatto che gli errori siano stati commessi da chi deve prendere in carico la pratica.
Il gioco dell'assurdo, lo raccontava Kafka in una sua opera.
Sozzi Elena
Martedì 23 marzo 2021 11:24:29
Riflessioni sulla DAD
Buonasera signor Gramellini. Mi chiamo Mariangela Franceschini e sono una maestra di scuola elementare, La seguo sempre il sabato sera, soprattutto adesso che siamo tutti in casa. La sua trasmissione per me è al tempo stesso stimolante e istruttiva. Il sabato è un appuntamento fisso in famiglia. Già, ho la fortuna di essere in famiglia avendo un marito e due figli di 20 e 17 anni. Anche loro sono a casa, ma non sono "depressi", come spesso sento dire riguardo ai figli costretti in casa. Se posso trovare qualcosa di "buono" in questa pandemia è proprio avere avuto la possibilità di stare di più con i miei figli, con la mia famiglia. Questi tempi più distesi fanno bene ai rapporti umani e consolidano gli affetti più cari.
Le affido queste mie riflessioni se non è per lei un disturbo.
Da molto tempo ascolto, leggo e subisco tante chiacchiere sui social, sui giornali, ovunque.
Si sente parlare di “didattica a distanza”: tutti sono in grado di dare giudizi, consigli, infangare il lavoro altrui e calunniare gli insegnanti.
Dopo un anno avverto la frustrazione e non riesco più a tacere.
Insegno da ventisette anni nella scuola elementare italiana con grande impegno e dedizione, ma soprattutto con tanta passione dato che è questo il lavoro che volevo fare da grande.
Noi insegnanti abbiamo un ruolo importantissimo:
formare menti libere, critiche.
È una responsabilità che sentiamo profondamente, infatti ci prepariamo, ci formiamo, ci auto-formiamo sempre, dando MAI niente per scontato.
L'arrivo del Covid però ha messo a dura prova la nostra professionalità. Tutto quello che oramai era per noi semplice, facile, grazie all’esperienza acquisita, è diventato complesso e inaccessibile.
Come sempre ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo affrontato il problema. Le scuole hanno messo in campo i migliori formatori, hanno acquistato piattaforme sicure ed efficaci. Tutto questo però non sarebbe stato sufficiente senza un impegno da parte nostra e senza che ognuno di noi avesse avuto voglia di mettersi in gioco sul serio.
Fare Didattica a distanza significa preparare lezioni molto diverse da quelle che facevamo in presenza.
Occorre calibrare bene i contenuti, i tempi, le singole parole studiare tutto nei minimi particolari. Ciò comporta stare ore ed ore a pianificare una lezione che poi dovrà durare cinquanta minuti, niente deve andare storto.
Io credo che ogni insegnante abbia dovuto rimodulare il proprio modo di insegnare e so per certo che tutti hanno dato il massimo.
Sentir dire dai “non addetti ai lavori” che la DAD non serve a nulla mi fa male perché calpesta il nostro lavoro, i nostri sforzi, la nostra passione.
È certo che la DAD non è come la didattica in presenza altrimenti si potrebbe continuare anche dopo l’emergenza con questa modalità!
Gli insegnanti però cercano di tenere “in vita” l’interesse dei bambini, la socialità, la felicità, la motivazione, le conoscenze acquisite fino ad ora.
Quindi penso che sia opportuno che a parlare di DAD o di argomenti attinenti, siano solo gli insegnanti, come è giusto che di malattie parlino solo i medici, di progettazione di case gli ingegneri e così via.
Oggi tutti si sentono “mancati” insegnanti. Eppure personalmente per accedere a questa professione ho impiegato tanti anni ed ho intrapreso un percorso serio e faticoso. L’esperienza poi è ciò che ti permette di assaporare a pieno questo mestiere. Ogni giorno mi sento fortunata a fare questo lavoro perché i bambini ti fanno rimanere ingenui e puliti come loro.
Anche durante la DAD a volte con i miei alunni riusciamo a ritagliarci momenti di scherzo, confidenze, affetto, perché per loro sei sempre TE, la loro maestra, ti vogliono bene, ti rispettano, ti ascoltano e vogliono essere ascoltati.
Il problema dello SCHERMO è nostro, dei grandi!
Concludo dicendo che comprendo pienamente il grande disagio delle famiglie, ci mancherebbe, ma occorre che ci sia più rispetto per il lavoro altrui e che si comprenda che in questo momento le cose più importanti sono la salute e le vite umane, tutto il resto si può risolvere in qualche modo.
Mariangela Franceschini
Lunedì 22 marzo 2021 16:20:09
Inadeguatezza strategia anti covid-19
Egr. Dr. Massimo Gramellini OGGETTO: Inadeguatezza strategia anti covid-19
Siamo ormai così assuefatti al potere delle multinazionali che nessun giornalista o media, ha lanciato una protesta sul come si è affrontata la pandemia.
Sembra che circa duecento aziende farmaceutiche si siano attivate per la realizzazione di un vaccino, è un enorme insensato spreco di energie. Per un problema che coinvolge l’intera umanità sarebbe stato auspicabile, anche se utopistico, un azione concertata, magari sotto l’egida delle Nazioni Unite, che in diversi ma non dispersivi centri, con diverse strategie, riunissero forzatamente gli esperti delle discipline interessate, anche se dipendenti da aziende private.
L’efficacia di questa metodologia concentrata è dimostrata dai progressi ottenuti in breve tempo, per la realizzazione della bomba atomica. Dal 2 dicembre del 1942, in cui l’equipe del Prof Enrico Fermi realizzo la prima pila atomica all’agosto del 1945, con immensi investimenti finanziari, la creazione di Los Alamos dove riunire tutti gli scienziati e una direzione tecnica e militare, fu raggiunto l’obiettivo e una tale mole di scoperte fisiche che alcuni esperti affermano che se non ci fosse stato l’urgenza derivante dalla guerra, sarebbero state ottenute solo 15 anni dopo.
Che tale metodo sarebbe stato attuabile anche in occidente, forse non sotto l’improbabile gestione dell’ONU, è documentato dall’operato Russo e Cinese.
Nonostante ciò abbiamo perseverato negli errori, i sopramenzionati farmaci cinesi e russi sono stati perfezionati rispettivamente a novembre 2020 e dicembre 2020, le occidentali multinazionali, poco dopo ma noi per rispettare i loro interessi li abbiamo aspettati.
Inoltre enorme è l’inadeguatezza della strategia mondiale, anche se nei paesi più ricchi riusciremo a vaccinare in tempo utile gran parte della popolazione, può accadere che negli stati più poveri e carenti di strutture sanitarie adeguate, si sviluppi una variante del virus completamente insensibile alle terapie attuali e quindi saremmo di nuovo sottoposti ad un epidemia di ritorno, con gran soddisfazione delle imprese che ci forniranno nuovi prodotti.
Quindi quello che sarebbe opportuno è una programmazione, senza scopi di lucro, che produca delle dosi per l’intera popolazione mondiale e in tempi ristretti per ottenere la copertura di gregge; ciò avrebbe un costo molto elevato ma quanto abbiamo perso in un anno intero di blocco dell’economia, per non contare che non sono monetizzabili, tutti i morti disgraziatamente avuti.
Non ultimo mi sembra che, per trasparenza, si dovrebbero conoscere il prezzo dei vari medicinali usati.
Cordiali saluti
Innamorati Antonio
Innamorati Antonio
Via ------- 115
06132 Perugia
Email: -------
Cell 335-------
Lunedì 22 marzo 2021 15:32:53
SSN Servizio Sanitario Nazionale
Gentile dott. Gramellini,
Per ovvie ragioni di spazio non mi dilungo sui complimenti per la trasmissione da Lei condotta, libri scritti e rubrica sul giornale dove scrive.
Arrivo alla questione che vorrei portare alla Sua attenzione, sperando che almeno Lei possa fare da "cassa di risonanza" e porre all'attenzione di chi di dovere (Speranza, Figliuolo, Draghi).
Mi chiamo Alfonso e vivo a Milano ormai da 21 anni felicemente sposato e padre di tre ragazzi. Da circa 5 anni mi hanno raggiunto dalla Calabria i miei genitori (88 anni papà e 78 mamma). Loro non sono residenti qui a Milano e hanno il medico di famiglia a Catanzaro.
Ebbene loro (ma questa problematica riguarda tantissimi altri anziani in Lombardia, Piemonte, Veneto e altre regioni) non possono vaccinarsi. Dovrebbero tornare giù da soli, nella loro regione di residenza la Calabria per farsi vaccinare (e perché mai se sono venuti appositamente su per essere assistiti anche dal loro figlio e nipoti) o dovrebbero chiedere il medico di famiglia qui a Milano avendo disdetto il medico di Catanzaro (e quindi tornando giù... te lo vedi mio papà a 88 anni con la stampella a tornare a Cz da solo?).
Ma SSN come anche definito dalla legge istitutiva e per il quale noi tutti paghiamo le tasse non significa SISTEMA SANITARIO NAZIONALE? ?
Ebbene allo stato attuale i miei genitori e altri migliaia di anziani non potranno, con le regole attuali vaccinarsi. Potresti essere così cortese da portare all'attenzione di questo problema le autorità preposte... nessuno che ne parli... lo trovo qualcosa d'incredibile e inaccettabile.
Con la speranza che almeno tu possa fare qualcosa, ti ringrazio in anticipo se potrai fare qualcosa.
Ciao Alfonso Merante
Lunedì 22 marzo 2021 11:12:50
Ministri come allenatori di calcio
Buongiorno sig. Gramellini,
mi voglio sfogare.
Non riesco a capire se i "ministri" sono come gli allenatori di calcio: non danno risultato e si cambiano ma tutti hanno un tornaconto.
Polemicamente non vedo ministri nemmeno ora, ma mitomani e fanatici. Non ha senso riempire i libri di storia con questo periodo, i ragazzi, quando andavano a SCUOLA, riuscivano a malapena a raggiungere l'inizio della seconda guerra mondiale (ho 4 figli e mi riferisco al loro percorso). Poi, mettere i nomi di questi improvvisati nei libri di storia sarebbe un insulto alle vere figure storiche.
La SCUOLA: non cerchiamo di convincerci che fare il videogioco delle lezioni sia il futuro: serve solo alle compagnie telefoniche ed informatiche non agli studenti e, voglio sperare, nemmeno agli insegnanti. Personalmente, in casa, ho una figlia al quinto anno delle superiori, che ha frequentato in presenza forse per 20 giorni. Non riesce a concentrarsi come ha sempre fatto, è delusa. Ha sempre avuto un ottimo percorso scolastico, e lo ha ancora, si impegna come se fosse in presenza ma, a volte, mi accorgo che piange in silenzio davanti ad uno schermo asettico. Ho sempre lavorato ma da 8 anni sono casalinga per scelta, per stare con i figli mentre stavano crescendo. I bambini piccoli richiedono fatica fisica, quando crescono bisogna esserci, in silenzio, in disparte ma esserci. Soprattutto adesso bisogna essere lì con loro, con gli adolescenti. Non sono una fanatica della parità di diritti sul lavoro. Penso che se una donna sceglie di avere figli diventa prima di tutto una mamma. Il resto può attendere. Quello che conta è il rispetto e che le donne non perdano la loro dignità.
Tornando alla SCUOLA: non basta "garantire" l'esame di maturità in presenza. Dopo Pasqua tutti gli studenti a SCUOLA in presenza. Perché punirli ancora? I genitori possono andare a lavoro, magari in ambienti di 100 e più persone (anche mio marito) ma i figli a SCUOLA no... E sono ancora polemica: in un anno NON conosco nessuno che abbia avuto questa infezione. Mi rifiuto di chiamarlo per nome. Sono stanca anche io di uscire solo per la spesa. Rispetto dal primo giorno le regole (anzi, da sempre, per abitudine personale, esclusa la mascherina ho sempre adottato misure igieniche specie quando i miei figli erano piccoli) ma NON HO PAURA.
Lunedì 22 marzo 2021 00:35:37
Corona fabrizio
Finalmente una persona che ha capito realmente chi è fabrizio corona e cosa sta cercando di fare.
Con una piccola puntura fa uscire del sangue per realizzare la farsa.
Sia i magistrati che noi da casa non siamo stupidi.
Ha sbagliato che paghi, noi tutti siamo tenuti a rispettare la legge e le regole.
Signor Gramellini grazie a nome di tutti gli italiani onesti.
Continui a difenderci.
Domenica 21 marzo 2021 14:19:56
Riflessioni
Gentilissimo scrittore MASSIMO GRAMELLINI, sono un’appassionata lettrice dei suoi libri e ascolto con grande interesse la sua trasmissione, che trovo ricca di buoni spunti sui quali riflettere.
In questo gravoso periodo di pandemia è interessante l’intervento della dottoressa Viola, che nella sua ultima trasmissione, però, si è sbilanciata nell’affermare che le persone che si vaccineranno, potranno togliere la mascherina, andare in viaggio, al ristorante, al cinema, al museo...
Il mio umile pensiero è corso subito ad una parola: “DISCRIMINAZIONE “. Certo, chi non vuole vaccinarsi dovrà quindi portare la mascherina, non potrà andare in viaggio, al cinema, a teatro...
Non so perchè, ma tutto ciò mi fa pensare ad un altro triste periodo storico, quando essere ebrei significava non poter fare, non poter andare, quindi non poter essere!
Mi chiedo anche come mai nella sua trasmissione non inviti un ospite in grado di spiegare anche il pensiero di chi non vuole vaccinarsi.
Perciò il suo programma non delinea una certa libertà di pensiero, ma è guidato da un pensiero che uniformi tutti verso un solo obiettivo, una sola strada.
Ciò mi ha delusa, ma continuerò a seguire il suo programma, cercando sempre di più di valutare attentamente ciò che viene espresso, mantenendomi libera nel mio pensare, volere e sentire.
Augurandole buon lavoro, invio cordiali saluti.
Domenica 21 marzo 2021 10:57:10
Incremento pensioni d invalidita'
Buonasera
siamo un gruppo di invalidi proveniente da diverse parti d italia con serie e gravi problematiche
di salute, ed economiche, che hanno presentato una petizione. vogliamo chiedere di essere ascoltati ed invitati al fine di vedere trasformata in legge la petizione presentata in senato il 17 dicembre scorso e che è stata assegnata con il numero 726 all'xi commissione del senato, petizione per un reddito dignitoso a tutti gli invalidi ed alle persone in grave difficoltà. in un periodo pandemico così difficile
nessuno ha parlato di noi, abbandonati a noi stessi
con il grave disagio di non poter fare tutti i controlli e le cure per le restrizioni e i severi controlli dovuti al covid. e molti di noi hanno contratto il virus con infinite difficoltà e aggravamenti.
siamo persone fragili ed è impossibile vivere con 287 € al mese
non bastano neanche per le medicine e totalmente insufficienti per le cure. lo stato non può abbandonarci
speriamo fortemente nella vostra attenzione affinche ci possiate dare voce
grazie nell attesa di una vostra gentile risposta vi auguriamo buon lavoro
gruppo invalidi " uguali sempre "
Cani intorno a un osso. Noi fragili e il vaccino