Ultimi commenti alle biografie - pagina 154

Mercoledì 8 giugno 2022 11:03:55 Per: Gianrico Carofiglio

Alla t. v si sente tutti i giorni. parlare i politici, giornalisti, imprenditori, uomini di cultura, militari, tutti concordi nel condannare la russia perche a invaso l, ucraina. Ma questi signori (per modo di dire) benpensanti lo sanno che la russia non ha mai invaso l, italia mentre l, italia a suo tempo ha invaso la russia causando morte e distruzione. Pertanto prima di parlare riflettano, e poi si taglino la lingua, loro non hanno il diritto di criticare.

Da: Santo

Martedì 7 giugno 2022 23:46:39 Per: Mario Draghi

Egregio Presidente Draghi,
In poche settimane tutte le banche hanno eliminato la possibilità di fare mutui Consap e chi come me e il mio compagno aveva fatto leva su tali agevolazioni (essendo pienamente in diritto) ora si trova in seria difficoltà essendoci già impegnati con l'acquirente con un compromesso e non potendo più contare su tali agevolazioni! Le poche banche che offrono mutui Consap lo fanno a tasso variabile come se coloro che fanno richiesta di mutui agevolati possano subire le oscillazione delle rate! Come lo stato tutela noi giovani in tal senso? C'è la legge ma non c'è l'applicabilitá. Spero si possa provvedere ad una soluzione celere. Porgo i miei più cordiali saluti.

Da: Rossella D.

Martedì 7 giugno 2022 21:41:41 Per: Marco Travaglio

Grande Marco Travaglio come te sono rimasti in pochi

Franco Scarsi

Da: Franco

Martedì 7 giugno 2022 21:32:13 Per: Alessandro Sallusti

Buonasera
le democrazie occidentali sono state conquistate da grandi uomini di cui il nostro Sallusti sicuramente non ne fa parte, a pensare che lo pagano pure, non ci posso credere

Da: Franco

Martedì 7 giugno 2022 21:11:57 Per: Piergiorgio Odifreddi

Caro signor Odifredi.

Seguo da molto tempo tutte le sue apparizioni pubbliche e dibattiti, che sono davvero molto interessanti e molto istruttivi. Tra l'altro, sono molto colpito dalla semplicità delle sue presentazioni, che rende comprensibili le sue opinioni a tutti, anche a persone che non sono scienziati nel senso letterale della parola. Ho notato che lei s'impegna indiscriminatamente in discussioni con persone che sono dal punto di vista filosofico opposto, e che il suo ego non è suscitato nemmeno dalle affermazioni o argomenti senza senso di interlocutori superlaici. Sopratutto, questo suo tratto caratteriale è lodevole a partire dal fatto che lei non e solo un matematico ma anche un logico per vocazione.

Per tutte queste ragioni, sopra menzionate, mi sono permesso anche io d'avviare un piccolo dibattito con lei, o, più appropriatamente, chiedere la sua opinione sulla mia posizione in alcune tesi della sua discussione.

Inizierei con un argomento che mi ha incuriosito molto seguendo la sua presentazione del libro "La democrazia non esiste" in cui lei ha elaborato, in modo molto analitico, questo fenomeno sociale, usando numerose citazioni e fatti storici. La sua conclusione finale, come la vedo io, afferma che la democrazia, derivata dalla sua definizione di base e in una forma attiva, non esiste. Questa è una conclusione che, attraverso la sua argomentazione, è valida ed è supportata da una moltitudine di esempi sia dalla storia che dal presente. Tuttavia, ciò che viene imposto all'osservatore, sullo sfondo della sua discussione, è la sensazione che qui si tratti di una sorta di comploto, opure una cospirazione degli individui verso il resto della comunità. Qualcosa, quindi, che, come nei film polizieschi, può essere rivelato, condannato, sanzionato e cambiato. Io sono dell'opinione che questo sia un fenomeno definito dalla selezione naturale o, meglio dire, dai principi dell'evoluzione e quindi non possa essere trattato come un fenomeno deviante e un male sociale.

Ad un certo punto del suo dibattito, Lei ha inserito una batutta ironica nel senso, "che la maggior parte delle persone, ad eccezione dei presenti nella sala, sono stupide". In un'altra occasione, mentre parafrasava il grande Umberto Eco, Lei era ancora più ruvido nell'assegnare i nominativi. Penso che la citazione fosse: "Il 90 % della gente sono dei coglioni". Entrambe le qualifiche, più o meno, corrispondono ai valori calcolati nella distribuzione dell'intelligenza umana, specialmente quella di Umberto Eco, perché sulla curva gaussiana il valore della mediocrita si muove esatamente attorno a quel numero. Ciò dimostra, almeno a me mi sembra cosi, che anche Lei sia implicite d'accordo con la mia posizione anche se non la nomina esplicitamente come un fenomeno naturale. In altre parole, la maggior parte dei membri del nostro genere, per le cause naturali, e limitata di prendere decisioni politiche giuste da soli e dipendono fortemente dai "leader". Per questo motivo si sottomettono spontaneamente al comportamento della mandria.

Trovo più accettabile e utile per l'intera comunità umana ritrarre le cose come sono davero, anche se tale cognizione, per alcuni membri, possa essere molto spiacevole.. Sopratutto gli scienziati dovrebbero essere molto più coinvoti in questa attivita, perché il loro impegno innescerebbe più rapidamente i cambiamenti culturali che potrebbero, in definitiva, aumentare il livelo di giustizia nella società. Ed è proprio la politica giusta, cioè quella a beneficio della maggioranza e non solo degli individui, che dovrebbe essere la portata massima della società. Cosi, almeno io, capisco la sua posizione nel dibattito.

Naturalmente, questa conclusione può anche essere considerata esclusivamente come un semplice desiderio, che proviene dalle emozioni quali, naturalmente, sentiamo tutti noi humani. Non si può nemmeno presumere che questo sia davvero uno degli obiettivi dell'evoluzione o che sia completamente diverso. Ciò sarebbe possibile concludere solo se noi fossimo in grado di osservare creazioni biologiche simili come la nostra in alcuni altri mondi, se tali, ovviamente, esistono. Ritornerò più tardi, nel prossimo dibattito, a questo argomento. Per ora rimango con questo sul nostro essere sociale.

Devo qui aggiungere che l'idea menzionata di dispersione del pensiero scientifico non è mia ed è per questo che citerebbe qui il biologo evoluzionista Richard Dawkins quando descrive cosi detto gene culturale "memo" ("mem" in originale) nel suo libro The Selfish Gene:

“Se uno scienziato sente qualche buona idea o legge qualcosa al riguardo, lo trasmetterà ai suoi colleghi e studenti. Lo menzionerà nei suoi articoli e lezioni. Se l'idea viene accettata, possiamo dire che si è diffusa, diffondendosi da un cervello all'altro... Quando pianti un memo fertile nella mia coscienza, infetti letteralmente il mio cervello trasformandolo in un trasportatore dei memi. «

La domanda è: come si questo, quindi, possa applicare al cambiamento di paradigma umana nell'attivita politica?

Nello stesso capitolo del suo libro, Dawkins conclude che, oltre al gene biologico, che ha il compito di riprodurre la vita e viggilare la sua sopravvivenza su costanti cambiamenti ambientali, c'è anche il suddetto gene culturale: "memo". Questo, uguale come quel primo, tra altro ha il compito di trasmettere informazioni al scopo di sopravvivenza e quale, dopo di tutto, è molto più efficiente perché è in grado di trasmettere queste informazioni più velocemente del gene biologico. In altre parole, il memo è molto più efficace dei geni perché può rispondere più rapidamente ai potenziali pericoli. Oggi stiamo assistendo al fatto che la nostra specie ha una tale conoscenza tecnologica e potenziale con cui è in grado di cambiare in modo significativo la qualità della vita.

Lo sviluppo del memo, simile a quello del gene biologico, non è uniforme e identico in tutto il nostro pianeta. Proverò a mostrarlo con l'esempio di diverse pratiche politiche nelle due culture dominanti che si scontrano proprio nelle aree in cui viviamo: quella asiatica ed europea. L'asiatica, nella maggior parte dei casi, è despote e speso soggettata a regimi autocratici. L'europea, in particolare quella dei paesi nordici, è in gran parte basata alla parità di diritti di ciascun membro della comunità. Quale delle due culture nominate è attualmente migliore e più accettabile lo dimostrano sopratutto le tendenze migratorie attuali, quali generalmente tendono dal'est al'ovest, e non viceverso.

La creazione di questa cultura europea, che ci piace ancora chiamare "occidentale", non è avvenuta dall'oggi al domani, ma era un processo in corso già dalla Magna Carta e gli ci vollero molti secoli per ottenere la sua attuale forma e la vera scomparsa del dispotismo dal suolo europeo. Oggi, tuttavia, è molto stabile e continua a diffondersi in tutto il mondo come una forma più accettabile di quella autocratica e probabilmente diventerà dominante.

Questo esempio dimostra abbastanza bene la descrizone di Dawkins del trasferimento dei memi e dei effetti derivanti. Da esso si può vedere come la natura sceglie le migliori circostanze per la sopravvivenza usando e adattando i processi culturali nominati. In questo modo viene raggiunto ciò che noi umani ci piace chiamare giustizia (o coscienza del grupo), che io, però, preferirei considerarla e chiamarla "una fase evolutiva della comunità sociale" perché, in sostanza, il compito fondamentale di tutti gli esseri viventi è la riproduzione e il continuo della vita (specie), e non la costruzione dei palazzi iperdimensionati per gli individui abili e furbi. Come si puo raggiungere un tale, relativamente alto grado di giustizia si riflette molto bene nell'esempio della società svedese in cui questi processi hanno portato a un consenso nazionale sull'uguale valore e importanza di tutti i membri della comunità. Esso e implementato nella loro generalmente accettata nozione sociale "lagom" (abbastanza, soddisfacente, trad. aut.) ed è parte integrante dei memi di tutti gli svedesi, indipendentemente dallo stato sociale o potenza capitale.

Intorno allo compito fondamentale della vita, qualle e riproduirsi ed evoluirsi, è relativamente facile concordare le posizioni. Tuttavia, quando proviamo a rispondere alle domande su quale sia il suo obiettivo e lo scopo finale entriamo nel regno della filosofia che, fin dall'inizio, affronta due domande fondamentali: essere e cognizione. (Ciò che chiamiamo in gergo digitale: hardware e software.)

Ora colgo l'occasione per aprire un seguente argomento che si basa sul dibattito che lei ha avuto con Vito Mancus, quale è stato condotto sotto il titolo: "La ragione e il senso della vita".

Anche se mi sono gia stufato delle permanente e infinite discussioni della religione e del suo significato, tanto che li considero anche come una grande perdita di tempo, ho seguito il suo dibattito con Vito Mancus con grande interesse, soprattutto grazie alle sue argomentazioni bravuroze. Infine, dopo aver ascoltato tutta la discussione, ho rafforzato la mia convinzione che in ogni tentativo di pronunciare una risposta a queste domande si sta spontaneamente cadendo nella trappola impostata dall'approccio antropologico sempre presente, quando tutto è subordinato all'uomo, ai suoi valori e alle sue percezioni, per lo più limitate. Durante la discussione, Lei ha questo persin confermato, cito:

- „Cosa ci puo dire la religione sul senso delle cose? Ci puo dire: che le domande di senso sono domande superstiziose. Sono domande che l'uomo si pone, sono domande di valori. E l'uomo e la misura di tutti i valori. Ma di valori humani, naturalmente. Perche, i valori non ci sono nel Universo. Nel Universo ci sono i fatti! “

Io aggiungerei a questo che l'uomo, oltre che tenta di costruire l'Universo "a la propria immagine" (mi scusi questa citazione biblica, ma qui sta proprio bene), ha anche il problema della relativa breve durata del suo essere biologico. Perche, in relazione alle calcolate approssimazioni dell'età del nostro Universo, gli 80 anni di esistenza dell'uomo sono davvero dei miseri bricioli, e lui (l'uomo), durante questo breve periodo, vorrebbe comunque scoprire e conoscere tutti i suoi fatti. E quando, alla fine, si rende conto che ciò non è possibile di solito finisce nel misticismo.

Ovviamente, qui parliamo sempre di dimensioni relative. Perché, ad esempio, nel nostro ambiente ci sono esseri che vivono molto meno dell'uomo, eppure riescono a portare a termine il loro compito evolutivo - la riproduzione. Ad esempio, Ephemeroptera (fiore d'acqua) vive solo 24 ore, il che significa che l'uomo vive circa 30.000 delle sue vite. Immaginiamo ora come penserebbe e ragionerebbe l'attuale uomo-scienziato se gli potrebbe capitare di vivere 30.000 anni! ? Soprattutto quando assistiamo allo sviluppo attuale della tecnologia (quello che Dawkins chiama memo) che in soli cento anni è riuscita a cambiare completamente i precedenti paradigmi del mondo scientifico.

Un altro grande handicap che fin ora ha sempre limitato l'uomo in una migliore conoscenza dell'Universo sono i propri sensi, funzionalmente limitati a la sopravivenza nell'ambiente dal nostro minuscolo pianeta. Inoltre, anche loro si sono indeboliti nel tempo tanto che, in senso biologico, l'uomo è diventato l'essere vivente più debole sulla terra, perché non ha velocità, senso dell'olfatto, vista o forza fisica di altre specie. Tuttavia, durante questo periodo ha sviluppato la conoscenza, e con essa la tecnologia, che gli ha portato la superiorità assoluta su tutti gli altri e lo ha reso la specie dominante.

Grazie all'attuale fase di sviluppo tecnologico, quale rapresenta un aiuto molto efficace ai suoi sensi primari, l'uomo può guardare in profondità nello spazio che prima non era in grado di fare. E qui parliamo di meno di cento anni fa. In questo relativamente breve periodo lui si rese conto che ci sono miliardi di altre galassie lassù con innumerevoli stelle di tutte le dimensioni ed età. Questa conoscenza gli diede l'opportunità di osservare e stabilire con precisione la dinamica della formazione, durata e spensione di queste brillanti strutture, ma anche l'intero cosmo visibile. La comunità scientifica non aveva idea di questa conoscenza prima del questo punto perché, ovviamente, ha formulato le sue interpretazioni e conclusioni sulla base di ciò che poteva osservare e calcolare alora. E questo, poi si è mostrato, per lo più era sbagliato. Possiamo alora presumere che il grande Gelileo Galilei, se avesse posseduto la tecnologia odierna al momento della sua esistenza, piuttosto che il misero telescopio manifatturato in casa, avrebbe potuto trarre le stesse conclusioni degli astronomi di oggi? Ne sono convinto ancora meglio perché, da genio evidente, aveva una grande intuizione.

In seguito, con questo detto finora, chercherei di concludere con la mia posizione su questa eterna questione filosofica riguardante la ragione e il senso della vita. Naturalmente, non mi viene neanche in mente di dare visioni mie. Qui farò solo una ipotesi su come le cose potrebbero svilupparsi.

Vorrei iniziare con una piccola digressione, cioè, un errore storico ben noto a tutti, ed è quello della Terra come un disco piatto situato al centro dell'Universo. Questa in seguito, ovviamente, si è rivelata una visione completamente sbagliata, ma non dimentichiamoci che proveniva da un mondo erudito che si basava principalmente sui suoi sensi di percezione sopratutto biologici.

Introducendo metodi scientifici e tecnologie in costante progresso, oggi, non solo abbiamo superato tutti i pregiudizi precedenti ma siamo riusciti a determinare con precisione l'origine, l'età e la composizione chimica delle stelle. Attualmente stiamo lavorando alla scoperta di esopianeti con possibili condizioni per la vita organica, la cui esistenza, per ora, possiamo solo supporre. Ciò non significa che, data l'odierna velocità di sviluppo tecnologico, non saremo presto in grado di rilevare e osservare direttamente questi processi. (Il termine "presto" qui anche deve essere preso relativamente, prendendo in considerazione le dinamiche dell'Universo e non dell nostro essere transitorio.) Sono del parere che solo allora potreremo argomentare il senso della vita perché, in tal caso, analogamente all quello provenuto dell'osservazione delle stelle, saremo in grado di vedere il suo passato e il futuro, come anche confrontarne con la nostra posizione in tale momento. Fino a questo punto, a quando non saremo in grado di confrontare la vita sul nostro pianeta con qualcun altra, qualsiasi dibattito filosofico sulle ragioni e il senso della vita ha potenzialmente una possibilità di finire, metaforicamente detto, su un paradigma del tipo: "La Terra è piatta. "

Infine, vorrei aggiungere alla mia discussione una citazione dal libro “Origins“ di due astrofisici Neil deGrasse Tyson e Donald Goldschmith:

"Mezzo millennio fa, iniziò ad emergere una nuova comprensione della natura. Questa visione, che oggi chiamiamo scienza, è nata da una combinazione di nuove tecnologie e dalle scoperte che gli hanno reso possibili. La diffusione dei libri stampati in Europa, con contemporaneo miglioramento del trasporto terrestre e marittimo, ha consentito alle persone di comunicare in modo più rapido ed efficiente, in modo che pottevano scoprire ciò che gli altri hanno avuto da dire e reagire molto più velocemente rispetto al passato. Nel corso dei secoli XVI e XVII, ciò portò ad uno scambio di idee molto più vivace, un nuovo modo di acquisire conoscenze, basato sul principio che i modi migliori per comprendere l'Universo si basano su un'osservazione attenta e su sforzi successivi per scoprire principi più ampi e fondamentali che forniscono spiegazioni per i risultati di queste osservazioni. "

Aldo Dobrovac
Pola, Croazia

P. S.
Per favore scusatemi per qualche errore grammaticale o frase goffa perché l'italiano non è la mia lingua madre né l'ho studiato.

Da: Aldo Dobrovac

Martedì 7 giugno 2022 21:01:53 Per: Giuseppe Conte

Egr. Presidente, al solo scopo di far riflettere le persone che dimenticano facilmente la storia della politica del nostro Paese è utile ricordare che nel giugno dl 1976 nell'intervista concessa al dr. Pansa, Berlinguer ebbe a dire che si sentiva più protetto sotto l'ombrello della Nato spiegando anche i motivi di quella sua affermazione. Gli attuali rappresentanti politici che hanno voluto ricordare pro domo sua quella dichiarazione per onestà intellettuale avrebbero dovuto aggiungere che quella dichiarazione inaspettata dimostrava la sua libertà di pensiero nel valutare il bene dl proprio Paese e delle persone. E pensare che in quel periodo i partiti politici italiani aderivano
esplicitamente o tacitamene all'accordo della conventio ad excludendum finalizzato all'esclusione di una determinata parte di rappresentanti politici da certe forme di alleanza, partecipazione o collaborazione. Presidente, le elaborazioni teoriche, i comportamenti giornalieri sono gli stessi quando una minoranza dal potere economico finanziario smisurato vuole pensare principalmente a difendere i propri interessi e privilegi assumendo, a volte, un aspetto retoricamente comprensivo e caritatevole, Purtroppo, non hanno conosciuto altri insegnamenti. Ragion in più per creare e propalare una buona e sana politica. Presidente, continua a palare con la gente, perché ogni persona può trasmetterti le sue verità intrise di affanni, sofferenze, soprusi e tante tante discriminazioni. Un popolo meno stretto nella morsa dei bisogni può insistere meglio e più forte per sostenere la volontà di una vera, giusta e lunga pace. Saverio

Da: Saverio

Lunedì 6 giugno 2022 20:18:46 Per: Gianrico Carofiglio

Egregio dott. Gianrico Carofiglio buona sera. Vedo con piacere il Suo programma televisivo intitolato "DILEMMI". Sono però molto infastidito dalle stramberie del regista che si diverte a far girare l'inquadratura del Suo viso e/ delle immagini che inquadra attraverso un vetro disposto verticalmente in quello studio televisivo, o comunque attraverso qualcosa che interrompe e distorce l'immagine. Mi chiedo se può far smettere questo sgradevole modo di inquadrare a tale regista.
In caso contrario dovrò rinunciare a vedere detto programma.
La saluto cordialmente, dott. Paolo Rosa

Da: Paolo Rosa

Lunedì 6 giugno 2022 18:20:53 Per: Flavio Insinna

FINALMENTE !!! da questa sera daremo il benvenuto al bravo, simpatico e molto professionale MARCO LIORNI. Sono oltretutto molto contenta nell'apprendere che resterà a farci compagnia fino alla fine di ottobre, perfetto ! Di Insinna non mi mancherà sicuramente nulla, (io poi sono settimane che seguo solo la parte finale della ghigliottina, anche se quei cinque minuti mi costano una gran fatica nel sopportare quella valanga di parole inutili e insensate) ; spero inoltre che per l'anno prossimo si provveda a cambiare presentatore e svecchiare almeno in parte il programma. Auguro serene vacanze a tutti e una buona visione di "reazione a catena".

Da: Daria

Lunedì 6 giugno 2022 11:24:23 Per: Massimo Giletti

Dott. Giletti spero che stia bene. Magari esco dal coro dei no ma al sottoscritto della trasmissione da Mosca di ieri sera non tutto è dispiaciuto. Mi è piaciuto il tentativo, da Lei più volte ripetuto, di cercare un dialogo, forse ingenuamente mi scusi, con chi rappresenta l'establishment di Putin. Ok, bene, Purtroppo dall'altra parte è stata dimostrata la più totale sordità unita ad arroganza e maleducazione.
E' palese che la parola democrazia, e quindi libertà dell'informazione, non fa parte del vocabolario conosciuto da chi rappresenta il potere
in Russia. E' altrettanto evidente un'enorme spaccatura fra il nostro modo di pensare e quello delle persone di cui stiamo parlando. Spero che ciò riguardi solo loro, ovvero il potere, e in minima parte il popolo russo. Perchè se così non fosse, allora c'è veramente da preoccuparsi.

Da: Riccardo

Lunedì 6 giugno 2022 11:12:34 Per: Bianca Berlinguer

Gli occidentali si arrogano il diritto di difendere anche con l'uso delle armi i propri principi, se cosi' è perché gli altri non possono fare altrettanto. Oppure pensano che solo i suoi sono quelli giusti pertanto deveno essere accettati da tutti.

Da: Francesco