Ultimi commenti alle biografie - pagina 2494
Domenica 28 giugno 2020 15:54:56
Per: Kenneth Branagh
Buongiorno Kenneth Branagh, sono il proprietario e il gestore del sito archeologico Su Tempiesu, fonte sacra nuragica del XIII-IX sec A. C a Orune (Sardegna, Italia). Le coordinate geografiche di questo sito compaiono nel suo film, per la precisone in una pagina del diario segreto del padre di Artemis.
Vorrei sapere come mai avete scelto le coordinate del sito archelogico sardo e se questo diario esiste veramente e se appartiene a qualche suo collaboratore. É solo una suggestiva coincidenza?
O questa fonte sacra é stata scelta proprio apposta dai suoi sceneggiatori?
La storia della fonte sacra ha qualche legame con la trama del film? La ringrazio se mi da questi chiarimenti.
Se per caso dovesse venire in Sardegna vorremmo averlo come ospite nel nostro sito archeologico.
Grazie
Luciano Goddi.
Via ------- 20- 07100 Sassari
Cell. 339-------
Da: Luciano Goddi
Domenica 28 giugno 2020 15:48:49
Per: Lorella Cuccarini
Brava lorella. Tutta la nostra solidarietà. Francesco e Rosanna.
Da: Francesco
Domenica 28 giugno 2020 15:41:40
Per: Mara Venier
Oggi 28 giugno 2020 è stato toccato il fondo del ridicolo. Un salottino squallido e veramente poco edificante fra tre vecchie comari. Con poco rispetto verso chi purtroppo ci ha lasciato. Inguardabile il ptedone sul panchetto!!! La Venier non è un’eroina, è un’esibizionista di cattivo gusto e dalla lacrima a comando.
Da: Roberto Panconesi
Domenica 28 giugno 2020 15:36:41
Per: Vittorio Feltri
Oggetto: La tragedia in Valsassina (SO). La disperazione dei padri
Egregio e stimato Direttore,
Faccio riferimento alla tragica notizia, di cui in questi giorni hanno dato ampio risalto i media, del suicidio di quel papà che in Valsassina (SO) ha ucciso i suoi due figli e si è tolto la vita. Immediatamente sottoposto a un’autentica gogna mediatica trasversale. Ricordando altri casi, anche del recente passato, mi sembra che il tema sia meritevole di approfondimento.
Per quale motivo, peraltro, sarebbe dato chiedersi, quando analoghi gesti sono compiuti da donne, la notizia non suscita altrettanto clamore, risalto, eco e condanna pubblica senza appello, sia sui mass che sui social media… Come mai? Perché questa differenza di reazioni e trattamento?
Credo che sia giusto e opportuno che qualcuno solleciti le coscienze dell’opinione pubblica ad osservare-analizzare simili tragedie familiari con maggiore obiettività e anche da un diverso punto di vista.
Non conosco né è mio obiettivo soffermarmi sui dettagli della specifica situazione familiare e personale del padre dell’episodio in Valsassina. Né intendo giustificare il gesto, dal quale prendo chiaramente le distanze.
Più in generale, prendendo semplicemente spunto dalla notizia, mi propongo di stimolare un approfondimento di analisi e un ragionamento di carattere più ampio.
A mio parere, la domanda di base da porsi è: per quale motivo da una separazione coniugale possono discendere avvenimenti così drammatici?
Per quale motivo, in particolare, ci si dovrebbe anche domandare, un genitore che si separa potrebbe arrivare a compiere gesti disperati verso se stesso o verso i suoi stessi figli? Eppure, con riferimento al caso da cui si prende spunto, al momento non risulta che quell’uomo avesse fama di essere un folle, anzi. Era considerato un uomo normale, una persona per bene, e soprattutto molto affezionato ai suoi due figli maschi. Un uomo come tanti, quindi.
Forse perché, come tanti padri, in caso di separazione, ne avrebbe potuto avere la vita rovinata e non ha saputo reggere alla frustrazione e al dolore? E perché ciò avviene?
Chiunque conosca le vicende anche giudiziarie che seguono a una separazione conflittuale, può almeno intuire o comprendere, almeno in parte, i motivi di un gesto tanto estremo. Intuire o capire i motivi non significa giustificare giuridicamente o moralmente il gesto, sia chiaro, ma significa sforzarsi di comprenderne i risvolti emotivi ed umani. Ciò dovrebbe portare quantomeno a non infierire, come è avvenuto, sulla memoria di un morto, con insulti e improperi di ogni genere. “ Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato”. (Luca 6, 37). Ma, d’altra parte, chi conosce ormai più, nella nostra società atea e materialista, gli insegnamenti classici?
Dalle donne obiettività di giudizio su certe questioni sembra inutile attendersela, perché sono ben ferme nel difendere a denti stretti i privilegi che il sistema giudiziario attribuisce loro nelle separazioni, quasi come una sorta di compensazione per le violenze e le discriminazioni che le donne subiscono su altri fronti.
Però dovrebbero riflettere, soprattutto gli uomini, prima di “giudicare”, perché la vita è una ruota, e anche loro un giorno potrebbero dover affrontare la tragedia di quell’uomo che così velocemente hanno condannato senza esitazione a bruciare perennemente nell’inferno dei dannati.
Tengano perciò anche conto che le vicende giudiziarie, che quell’uomo potrebbe aver intuito, lo avrebbero potuto portare ad essere letteralmente cacciato dalla propria casa ed essere improvvisamente allontanato dai figli. Forse qualcuno, che ha vissuto tale calvario, ha riferito a quell’uomo che nessun giudice avrebbe valutato quale dei due genitori fosse più “idoneo” per il collocamento dei figli (perché i figli stanno con la madre “a meno che non si arrampichi sui muri in udienza” è il noto motto dei magistrati delle sezioni Famiglia dei Tribunali): nell’ipotesi più fortunata, le condizioni di “visita” stabilite dal Tribunale avrebbero consentito al padre di vedere i figli in media una volta alla settimana. Negli atti della separazione, la moglie e il relativo avvocato, per assicurare egoisticamente il collocamento dei figli presso la madre per il maggior tempo possibile, avrebbero potuto, come molto spesso avviene, offenderlo, diffamarlo, calunniarlo (secondo il clichè del padre disinteressato, assente, violento verso moglie e figli). E forse qualcuno ha riferito a quell’uomo che nessun giudice sarebbe mai entrato nel merito di quelle accuse (anche in ragione dell’abuso dell’ipotesi di non punibilità ex art. 598 c. p.), che però sarebbero rimaste lì, come un macigno, ad opprimere ulteriormente la sua mente e il suo cuore affranto. E poi magari i suoi figli, condizionati anche semplicemente dal detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore”, per non parlare delle possibili manipolazioni da parte della madre, avrebbero potuto allontanarsi anche emotivamente da lui, magari rifiutando del tutto di incontrarlo (cfr. “Alienazione Genitoriale”), aggiungendo dolore al dolore.
Solo che non tutti gli uomini posseggono le enormi risorse di calma e razionalità necessarie a resistere a un dolore così immenso. Qualcuno potrebbe cedere alla disperazione, e preferire l’oblio. Per sé, normalmente, ma a quanto pare talvolta anche per i figli, forse anche solo per proteggere li stessi a loro volta dal dolore che deriverebbe dalla scomparsa dell’amato genitore.
Anche queste sono le conseguenze di quella subdola riforma sociale pseudo-progressista, iniziata ormai molti anni or sono, di lotta senza quartiere alla figura paterna (intesa prima di tutto, come Padre supremo, quindi negazione di esistenza di un Dio padre) associata – impropriamente – anche alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Sarebbe forse il caso che politici e magistrati, ma anche avvocati, psicologi, sociologi e gli stessi giornalisti, si interrogassero, prima o poi, degli effetti anche tragici che possono seguire alle prassi di affidamento seguite nelle separazioni coniugali. Prassi che sono normalmente improntate a una forte discriminazione di genere (del tutto sfavorevole ai padri). Checchè ne possano dire femministe e femministi, che ovviamente con indignazione si ribelleranno ferocemente a queste mie considerazioni. A dimostrazione, però, che l’emotività può offuscare la ragione (cvd).
Lo so, la mia lettera attirerà biasimo anche su di me. Ma non importa, ho avuto la forza di sopportare ben altro e ho l’onestà morale per esprimere senza paura il mio punto di vista. Anche se potrebbe non essere politically correct.
Distinti saluti
Fabio Ledda
giornalista pubblicista, Ordine giornalisti Lombardia
Da: Fabio Ledda
Domenica 28 giugno 2020 15:18:44
Per: Mara Venier
Che bella questa intervista con Romina e Loretta, mi piace ascoltarvi. Voi mi ricordate me bambina ed io vi amavo tanto. Sono felice che posso ancora ascoltare i vostri racconti. Un programma condotto da voi sarebbe un ottima idea. Vi immagino madrine per le New entry. Avete tanta da offrire. Con affetto un bacione a tutte. Mara, sei davvero una bella persona.
Da: Vittoria Fucito
Domenica 28 giugno 2020 15:03:48
Per: Lucia Annunziata
Sono delusi dallo spazio che lei anche oggi concede a Matteo Salvini, ascoltandolo sorridente, senza essere capace di fare obiezioni. Non basta lo spazio che già gli concedono altri colleghi?
Da: Eugenio Gobbi
Domenica 28 giugno 2020 15:02:15
Per: Vittorio Feltri
Buongiorno dott. Feltri,
solo per manifestarLe il pieno apprezzamento per la Sua coerenza e per la Sua schietta visione delle italiche cose.
Un sincero in bocca al lupo per la Sua Atalanta.
Un napoletano che non si è mai sentito offeso da chi dice il vero.
Da: Sossio Capasso
Domenica 28 giugno 2020 14:40:41
Per: Giuseppe Conte
Vi fa comodo a tutti voi politici che maneggiamo tutti i giorni i soldi che più sporchi di così non c'è altro, ma a noi anziani è vietato giicare a carte al bar e in piscina con le nostre carte e con tutte e precauzioni del caso. Ci avete tolto un pezzo di vita!!! Quante incongruenze!!!
Da: Maria
Domenica 28 giugno 2020 14:19:50
Per: Matteo Salvini
Carissimo Matteo... sono preoccupata!
A forza di fare lo scemo, temooo... ci stai diventando irreversibilmente!!!
Dai una svolta alla tua vita... cerca un'attività stimolante l'autocritica e l'analisi obbiettiva della realtà!
In bocca al lupo e abbi cura di te.
P. T.
Da: Paola Temperani
Lucia Annunziata
Giornalista e conduttrice tv
Da: Rita Sanginisi