Ultimi commenti alle biografie - pagina 2765
Mercoledì 6 maggio 2020 16:07:37
Per: Maria De Filippi
Buongiorno
Vorrei solo che questo messaggio arrivo a Giovanna
L' alchimista non lo comprendo, perché parlando e guardando nei occhi si comprende molto e lui non vuole e si nasconde dietro la maschera perché ?
Bello o brutto di aspetto deve parlare il cuori e lo sguardo
Giovanna l'uomo della tua vita lo ha già
Ricorda che ciò che lui asserisce è vero
anche io in questo momento sono nelle sue identiche condizioni e non è assolutamente facile curare chi ci interessa,
Ma lui torna, discute e forse ti provoca, ma è sempre lì.
Tu ne sei innamorata e allora lasciati andare e torna indietro nel tempo come se il virus non fosse esistito
PS
Parlo come un padre che ha una figlia di circa i tuoi anni
Da: Luigi Osimani
Mercoledì 6 maggio 2020 15:43:22
Per: Maria De Filippi
Penso che Sami non e interessato, Giovanna merita una persona che sia interessata alla sua anima un abbraccio a Giovanna
Da: Ilaria
Mercoledì 6 maggio 2020 15:17:10
Per: Maurizio Landini
Buon giorno, sono un rsa della filcams Cgil di roma. Volevo dirle che sono stato licenziato dalla mia azienda Dussmann, che opera nelle pulizie, all'interno dell'inps Roma/Lazio. Perché ho dato consigli per la sanificazione, mandando direttamente email a inps. Questa cosa non è piaciuta alla ditta che mi ha licenziato. Stiamo provando con la filcams a farmi reintegrare, ma non ci riusciamo. Vorrei un suo intervento per mettere in risalto il mio problema. Se vuole si può mettere in contatto con la filcams di Roma. Grazie
Da: Febbi Marzio
Mercoledì 6 maggio 2020 15:11:54
Per: Gianluigi Paragone
Ciao, guarda che le mail che vengono inviate a businarolo vengono automaticamente rifiutate.
Da: Angelo Cheller
Mercoledì 6 maggio 2020 15:07:47
Per: Maurizio Landini
Buon giorno, sono un delegato della filcams Cgil. Sono stato licenziato dalla mia azienda Dussmann, perché ho scritto direttamente all'ente committente (inps), dando consigli riguardo la sanificazione nell'ambiente di lavoro. Questo all'azienda non è piaciuto, dicendo che da parte mia c'è stata volontà denicratoria e mi ha licenziato. Vorrei un suo intervento per farmi reintegrare, stiamo provando con la filcams ma non ci stiamo riuscendo. Grazie
Da: Marzio Febbi
Mercoledì 6 maggio 2020 14:50:45
Per: Giovanni Floris
Mi piace l: ex presidente del consiglio Letta con il suo out-out agli ITALIANI ! Guarda un po' I parlamentari fanno ricorso contro i tagli ai loro emolumenti... Sembra che siano loro i poveri che non riescano ad arrivare a fine mese. Proporrei: tutti i parlamentari nuovi, vecchi, in pensione freschi e lontani, tutti i generali, ufficiali, colonnelli di tutte le forze dell'ordine, tutti gli alti dirigenti pubblici e privati nuovi, vecchi, in pensione e non a iniziare da Mastropasqua, e tutti gli alti funzionari cedano i loro interi stipendi per un anno ; vedrete che troviamo i soldi per i piccoli imprenditori, artigiani... Ed ecco la liquidità... Poi pretendere soldi dall'Europa che ci ha spolpato e ci vuole vedere al lastrico... Lei Germania scaltra, furba ci deruba con quello spread creato per creare danno lei che le sono stati abbonati debiti di guerra e della caduta del muro di Berlino per ricostruire lei che vuole sottometterci, lei che sta facendo politica per il suo stato a danno degli altri. Nessuno le urla statalista populista... lei può uscire dall' Europa e dall'euro sarebbe la soluzione Per la scuola confidiamo riprenda dal punto in cui si è fermata la didattica il 21 febbraio 2020. Inizi da settembre a dicembre per recuperare quanto è mancato. Problema distanziamento si utilizzino le aule laboratorio per tenere in classe gli alunni distanziati. Per un anno si faranno laboratori dove c'è disponibilità di spazi. Diversamente per un anno si farà didattica essenziale visto che in questi anni si è persa la qualità. Problema mensa (esistono già i doppi turni) per un anno si potrebbe fare a meno e le ditte, le imprese modifichino orari ai genitori... Tante task-force ??? Creano disorientamento...
Da: Rosà
Mercoledì 6 maggio 2020 14:37:40
Per: Ilaria Capua
Buon giorno, mi scuso del disturbo, avrei un fascicolo da inviarle, sul paziente Zero della zona rossa,
gradirei un suo parere sulla probabilità su come tutto è cominciato.
vorrei allegarlo ma non posso, non sono in cerca di pubblicità, ma solo conoscere la fondatezza delle mie riflessioni.
i problemi sono seri e quindi è possibile che a nessuno interessi più su come possa essere iniziato. si è trattata di una ricerca su tanti articoli, tra questi compare anche un suo commento e sarebbe per me un privilegio, non da poco, che Lei potessi dedicargli un attimo di attenzione, contiene anche un collegamento su come il contagio dalla zona rossa possa essere arrivato a Vò Euganeo.
le chiedo, con enorme rispetto, di darmi la possibilità di allegarlo.
le chiedo ancora scusa per essermi permesso di farle pervenire questa mail, ma il suo cognome, mi ricorda tanto la famosissima ed antichissima cittadina di epoca romana, Capua, distante pochi Km. dal mio comune di nascita, Carinola prov. Caserta, non distante da un altra cittadina di epoca romana, Sessa Aurunca, dove ho avuto il privilegio di studiare, con pochi risultati mio malgrado.
voglia gradire i miei più calorosi saluti, fare complimenti non servono perchè la sua preparazione ed esperienza parla da sola, auguri per la sua carriera che sia ricca di soddisfazione per il bene del'umanità.
Da: Antonio Donatiello
Mercoledì 6 maggio 2020 14:31:13
Per: Enrico Mentana
Egr. Direttore Enrico Mentana, finalmente, dopo molti tentativi fatti in questi giorni riesco scriverLe. Mi riferisco alla lettera da Lei letta in diretta, se non sbaglio il 23 di Aprile, di un nonno ospite di una RSA ai nipoti e, della risposta, il giorno dopo, di Elisa Direttrice di una RSA di Torino. Rispetto alla lettera del nonno divago un po', in merito "all'unica persona... riesco a intravedere un po' di luce dai sui occhi... ". Questa frase mi ha riportato ai miei 19anni, quando mi sono recata con il mio fidanzato nel collegio cui ho passato la mia infanzia e tutta l'adolescenza. Volevo informare l'unica suora che sentivo vicina, aveva gli occhi azzurri che mi trasmettevano affetto, poiché in un collegio molto ordinato mancava solo un abbraccio, l'amore per una bimba rimasta senza i genitori. Lei mi accolse con un sorriso e, fiera del suo impegno mi accompagnò nel mio ex reparto per salutare le bimbe che erano lì accolte. A tutt'oggi non riesco cancellare dalla mia mente gli occhi sgranati, vuoti, disperati di quelle bimbe e, mi sono rivista, "mio Dio anch'io ero così". Si, perché ogni estraneo che entrava in collegio speravo mi scegliesse come figlia, mi allontanasse da quella prigione dorata che per molti anni mi aveva fatto desiderare il suicidio. La morte non era brutta, non era peggio della prigione. Occhi azzurri, pieni di dolcezza, non riuscivano comunque lenire il senso di abbandono e di prigionia cui mi sentivo costretta e, solo il matrimonio (la maggiore età era a 21anni) mi liberava da quelle minacciose catene. Ora quel collegio è diventata una Casa di Riposo, cara Enrica, non è, un termine desueto, esse esistono ancora. Molte volte ci rifletto quei luoghi. ove accoglievano i bimbi/e rimasti senza uno o entrambi i genitori, ora accolgono magari gli stessi bimbi/e diventate vecchie, Terribile, finire così. Ho invitato i miei compagni pensionati di leggere quella lettera e, farla diventare il punto di riferimento per tutte le nostre azioni. Essa racchiude Il MONDO DELLE RSA E DELLE CASE DI RIPOSO, le modalità di assistenza "prima" e durante la malattia dovuta al coronavirus. La persona all'interno di queste strutture, diventa un numero, il personale perde la capacità di ascolto, tutto è dettato da un'organizzazione lavorativa scandita da tempi che, nulla hanno di umano (l'alzata dal letto, l'igiene personale, la somministrazione del cibo, alcune attività in comune e, nulla più...) La persona perde la sua dignità personale che viene umiliata, non ha desideri, la privacy è un eufemismo e la conferma è la necessità di scrivere di nascosto una lettera ai nipoti. Questo e avvenuto grazie ad una operatrice che ha saputo andare oltre i compiti affidati dall'organizzazione lavorativa. Questa lettera racchiude tutto il modo cui noi viviamo oggi e, vediamo come. Partirei dai ricordi dell'infanzia dalle lotte e dai sacrifici del padre per farsi valere, per dare un'istruzione al figlio, il ruolo della scuola, l'affetto e il sostegno della madre. Il riconoscimento del suo ruolo nella società grazie anche alla sua laurea e il coronamento finale di avere una bella famiglia. Una moglie adorabile sempre al suo fianco, dei figli che si sono affermati e hanno una buona posizione e dei nipoti meravigliosi. Tutto questo mondo crolla con la morte della moglie, la perdita del suo ruolo nella società, "Anomia", ancora più eclatante quando entra nella RSA. Egli dice ai nipoti "io ho scelto di andare nella RSA, scelta che non rifarei" è stato solo l'orgoglio che mi ha indotto a non lasciare un brutto ricordo di me dovuto a perdite delle mie autonomie cioè di un uomo inerme. Una brevissima analisi, chiaramente la sua non è stata una scelta di vita ma, indotta dall'ambiente famigliare di convivenza con la figlia " mi manca... come stai nonno?, gli abbracci e baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel finto dolore per spostare l'attenzione... " e ancora " Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla... non cerco giustizia terrena... uccide l'assenza del più minimo rispetto per l'altro. Emerge chiaramente lo spirito dell'avvocato che, per fortuna non chiede giustizia terrena perché, formula già la sua condanna che si eserciterà... da lassù. Mi chiedo perché quest'esigenza di informare la figlia solo, in momento di morte della barba ecc. ?. Significa che la figlia andava a far visita al padre solo in giorni fissi e mai visite improvvisate, mai si è accorta della rabbia si, perché c'è tanto rancore, e delusione e impotenza che ha accumulato nel tempo. Tutto questo sfocia in quello che sta vivendo nel non poter comunicare in fine vita con i suoi affetti, si sente abbandonato da tutti. Mi chiedo è stato mai guardato negli occhi quando, certamente avrà affermato alla figlia che stava bene mai, una persona a lui cara ha letto e percepito il suo disagio e immenso dolore per una vita diventata un' inutile sofferenza, solo degna di non esistere più. Parole terribili a tutta la società, a se stesso poiché ha introiettato quello che questa modernità ci trasmette, infatti non vuole che i nipoti lo ricordino come un uomo debole che ha ancora dei diritti. In primis il diritto di essere accudito come persona con una sua dignità e con tante cose da dire o fare anche se in modo diverso. La perdita di un ruolo solo perché non si è più giovani e aitanti è chiara, i vecchi sono un peso e vanno relegati, messi ai margini, non riconosciuti. Queste sono le accuse del nostro nonno avvocato: 1) se stesso perché non si è ribellato non ha fatto valere i suoi diritti di padre, nonno e uomo; 2) una struttura che non lascia spazi che i famosi PAI (piani individualizzati) servono solo ad omologarti e farti accettare o subire in silenzio le regole dell'istituzione. In queste accuse rivolte verso il personale e molte, troppe volte situazione di criticità sono finite come scoop nei media che, passata la pubblicità mai c'è stata una vera ricerca dei motivi che portano ad atteggiamenti, non condivisibili di mancata assistenza ai vecchi. Tutto finisce, si è trovato il colpevole, non si indaga sulle radici del come e perché succede questo non sembra, importante. Nemmeno il nonno avvocato indaga, fa emergere solo la conseguenza che questo modello organizzativo ha sulle persone, sui nostri vecchi, diventa più facile scaricare sul personale di assistenza; 3) la società che non riconosce il ruolo dei vecchi che, tanto hanno dato e li espelle relegandoli, prigionieri in una struttura. Da decenni di una politica passata dal "noi" all' "io", alle belle e giovani donne al termine "rottamazione", fino al pensare di non far votare i vecchi, togliere implicitamente il "diritto di cittadinanza" Da destra a una pseudo sinistra si è voluto contrapporre le generazioni con quale risultato? Oggi siamo tornati a dire "Uniti si vince" contro un nemico invisibile sconosciuto ma che, ha saputo far emergere tutte le nostre fragilità e, forse a capire che la salute è un bene primario che va difeso. Mia cara Elisa, concordo con molte delle cose scritte, sui bisogni delle famiglie, sulle retribuzioni inadeguate del personale di assistenza, sulle mancanza di un numero adeguato di personale per svolgere il compito affidato ma, manca un'analisi sulla vera situazione cui sono costretti a vivere i vecchi nelle RSA. l'ALTRA SERA EGR. DIRETTORE, LEI MERITEVOLE DI FAR VEDERE COME VIENE FATTA L'ASSISTENZA ALL'INTERNO DI UNA RSA A DETTA ECCELLENTE, MI HA DATO UN PUGNO ALLO STOMACO. Mi sentivo male guardando quelle scene: quel modo di invitare tutte le ospiti per entrare nel soggiorno, ove si faceva un'ora di intrattenimento, quel mettere la bavaglia a tutte per l'ora del pranzo ecc. Si voleva dare un'immagine buona del servizio reso a quelle Persone ma, per me è stato ancora una volta una sconfitta=prigione d'oro. Quando Elisa parla di ospizi e case di riposo=a termini desueti; bene saranno termini desueti ma, quello che ho visto è un ospizio ma, non Casa di Riposo che è un'altra cosa. La mia generazione, forse, non ha saputo trasmettere le lotte fatte per la chiusura dei manicomi, degli ospizi e la creazione delle Case di Riposo con la maiuscola, esse dovevano diventare il luogo "Casa", dove non erano ricoverate per un mese o quindici giorni come in un Ospedale ma, per anni della loro esistenza. Ecco che il Reparto doveva diventare la loro casa, la cucina aperta per poter farsi un caffè o un dolce, la partecipazione alle attività degli operatori passava anche attraverso l'aiuto nel riordinare la loro stanza, nel riordinare con loro la biancheria, nel rimettere in ordine il soggiorno. Le attività culturali e di animazione fatte sui bisogni e richieste degli Ospiti, attraverso il gioco, il lavoro a maglia o cucito, la lettura e commento di notizie giornalistiche, la pittura, l'ascolto del loro vissuto fatto sempre con chi desiderava questo, ecc.. Ecco che, il nonno avvocato poteva rendere partecipi altri ospiti raccontando le sue vittorie nelle aule giudiziarie. Ciò parte da una conoscenza della Persona che si accoglie, dal "prendersi cura" che, ha un significato diverso del "curare", antepone un soggetto attivo del Piano individualizzato di Assistenza ad uno generalizzato. Prendersi cura significa "non sostituirsi alla Persona" ma, far emergere le capacità residuali, accompagnare, aiutare. La cura alla persona deve tenere conto della sua individualità attraverso l'igiene partecipata e, la soddisfazione di avere capelli e barba curati secondo il proprio desiderio cioè l'immagine che si ha di se stessi. L'attività culturale e ricreativa è anche poter uscire dall'Istituto, andare in un bar o, anche in un ristorante, poter d'estate andare in un Albergo attrezzato e fare alcuni giorni di vacanza in mezzo agli "ALTRI", al mondo normale. Significa anche, accompagnarlo per una visita nella casa o nel Paese o Città dove ha vissuto.
Tutto questo è stato fatto partendo dagli anni 1990 e, poi, tutto si è piano, piano dimenticato sostituendo, il "prendersi cura" con il "curare" le Case di Riposo con le RSA è, pur vero che le Persone accolte hanno sempre minor autonomie ma, si è passati a una medicalizzazione infinita. I vecchi sono stati allontanati da ogni attività di Reparto, la cura delle loro cose, fatta assieme non c'è più, di conseguenza non hanno più nessuna privacy, il comodino, l'armadio, la borsa è alla mercé di tutti e si è creata una frattura tra il Personale di Assistenza e l'Ospite. Oggi nelle RSA, sono "OGGETTI DI CURA", lo dimostra anche il servizio da Lei fatto Direttore: la bavaglia sempre uguale messa a tutti indiscriminatamente, messa e non lasciata decidere dall'ospite; l'attività di animazione con la chiamata " venite tutte bene omologate tutte uguali" Ecco che mi si stringe il cuore, che tristezza e, se la Direttrice Elisa va fiera di questo non può capire la rabbia del "nonno" che dice "Chiudiamo queste prigioni dorate che alimentano il bisogno di affetto e tolgono la dignità", e dico io poiché non, ti riconoscono come Persona con le tue ancora aspirazioni, sei solo un numero che va trattato in modo uguale. Quelle immagini della RSA MI HANNO FATTO PENSARE CHE, SIAMO FIERI DI MOSTRARLE PERCHE', SIAMO CONVINTI CHE "NOI FACCIAMO IL LORO BENE", peccato che loro non ci abbiano detto che cosa desiderano e qual'è il loro bene. Molte sono le cose che vorrei dire sulle RSA una per tutte: la formazione degli Operatori durava 2 anni, oggi, gli operatori con contratto Pubblico degli Enti Locali vengono sostituiti e affiancati da quelli delle Cooperative con formazione diversificata (2, 3, 6, ecc mesi) poco retribuiti. Molti servizi sono stati esternalizzati per cui è parcellizzata anche l'attività dei Reparti, il personale è sempre più ridotto rispetto alle nuove esigenze e bisogni degli ospiti accolti. L'Infermiere Professionale assieme, alle altre figure professionali riabilitative ha un riconoscimento retributivo inferiore a quello della Sanitaria. La conseguenza è che c'è un ricambio continuo di questo compresi gli OSS e, vediamo spesso che i nostri giovani laureati vanno all'estero perché maggiormente riconosciuti sia a livello professionale che retributivo. Avrei tante cose da dire poiché ho visto e partecipato attivamente da subito come OSS, e poi come Capo Reparto sia in una Casa di Riposo, sia in Ospedale Psichiatrico, sia in una RSA PSICO-GERIATRICA. Mi sento dalla parte del "nonno" anche, e sono convinta che è stato più facile prendersela con il Personale che, affrontare il sistema di cui anche lui ne ha fatto parte ed è stato responsabile, come tutti noi che, abbiamo lasciato che queste residenze diventino luogo di "MORTE SOCIALE". Escludo dal tutti noi, Lei Direttore perché non cerca il giornalismo facile, la notizia sensazionale ma cerca di affrontare quello che è un problema sociale e culturale, Volente o non i giornalisti contribuiscono a formare le coscienze. Grazie Aida Brusaporco.
Da: Brusaporco Aida
Mercoledì 6 maggio 2020 14:24:32
Per: Lella Costa
Carissima Lella,
sono una tua più o meno coetanea, in piena attività (che non posso sospendere perché mantengo 3 persone, due delle quali sono miei figli, bravissimi lavoratori, ma miei dipendenti!). Ho ascoltato la tua performance ad EPCC e non posso che condividere tutto quanto da te affermato. Grazie per aver testimoniato tanto efficacemente quanto io stessa penso da tempo.
Se mi permetti, ti abbraccio. Grazia
Da: Grazia G.
Diego Della Valle
Imprenditore italiano
Da: Katy Pierantozzi