Claude-Adrien Helvétius
Biografia
Claude-Adrien Helvétius nasce il 26 gennaio del 1715 a Parigi, in una famiglia di origini svizzere (Helvétius è la latinizzazione del cognome Schweitzer). Figlio del medico della moglie del re di Francia Luigi XV, studia presso il collegio gesuita Louis-Le-Grand, ma ben presto decide di dedicarsi completamente alla letteratura e alla poesia.
Approfittando di una raccomandazione della regina, nel 1738 viene nominato esattore delle imposte per conto del re, e in virtù di tale incarico beneficia di un reddito molto consistente. Nel frattempo ha la possibilità di frequentare molti intellettuali illuministi, sebbene essi siano aspramente critici nei confronti del regime assoluto della monarchia.
A Cirey, nel salotto di Madame Émilie du Châtelet, Helvétius diventa amico di Voltaire; in seguito si dichiarerà suo discepolo, avendo in comune con lui il desiderio di contrastare il pregiudizio conservatore e lo scetticismo religioso.
Rimasto ciambellano della regina, all'inizio degli anni Cinquanta abbandona l'impegno di appaltatore delle imposte e si sposa con Anne-Catherine de Ligneville, una ragazza proveniente da una famiglia nobile ma in crisi finanziaria. Successivamente acquista due tenute agricole, anche perché intenzionato a lasciare la vita di corte: così si divide tra la sua casa di Parigi, in rue Sainte-Anne, e la sua dimora di Chateau de Voré.
Divenuto amico di Marmontel, di Rousseau, di Chastellux e di Fontenelle, Claude-Adrien Helvétius prende parte alle discussioni che hanno luogo nel salotto di d'Holbach e ottiene l'amicizia di George Louis Buffon.
In occasione della controversia tra intellettuali diventata celebre come "Querelle des Bouffons", si aggrega agli enciclopedisti che si schierano a favore dell'opera buffa italiana, ritenuta più gradevole dal punto di vista musicale rispetto all'opera francese.
Dopo aver provato a istituire manifatture di tessitura di calze e merletti con esiti poco soddisfacenti, si dedica alla lavorazione dei suoi terreni, cercando di sostenere i braccianti senza lavoro. Anche lo sfruttamento dei minerali ferrosi e del legname avviato nella zona dell'Orne non garantisce i risultati auspicati.
L'illusione è un effetto necessario delle passioni, la cui forza si misura quasi sempre dal grado di cecità in cui ci gettano.
Sul fronte editoriale, invece, nell'estate del 1758 Helvétius dà alle stampe "De l'esprit" (Dello spirito), la sua opera più importante, caratterizzata da contenuti sensisti e materialisti, ma criticata per questo motivo dagli ambienti accademici della Sorbona, dai giansenisti e dai gesuiti.
Condannato sia dal parlamento di Parigi che dall'arcivescovo della Capitale, il filosofo e scrittore è costretto a scappare in Prussia, dove rimane per un po' di tempo.
In seguito è obbligato a ritrattare il proprio pensiero. Ma è solo grazie all'intervento del duca di Choiseul e di madame de Pompadour che riesce a non perdere le sue proprietà.
Per difendere le proprie opinioni, Helvétius scrive l'opera "Dell'uomo" (De l'homme), che tuttavia sarà pubblicata postuma solo nel 1773: il filosofo parigino, infatti, muore a Versailles il 26 dicembre del 1771, all'età di 56 anni.
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