James Fenimore Cooper
Biografia • Storie di orgoglio repubblicano
James Fenimore Cooper è lo scrittore statunitense celebre per il romanzo "L'ultimo dei Mohicani". James Fenimore Cooper nasce il 15 settembre del 1789 in New Jersey, a Burlington, figlio di Elizabeth e di William. Con la famiglia si trasferisce, quando ha solo un anno, nello stato di New York, alla frontiera del lago Otsego, dove il padre - giudice e membro del Congresso degli Stati Uniti - occupa territori ancora disabitati fondando un insediamento e dando vita a quella che diventerà Cooperstown.
James va a scuola ad Albany prima e a New Haven poi; quindi, tra il 1803 e il 1805 frequenta il College Yale. Viene, però, espulso dal college per avere rubato del cibo e per condotta pericolosa, dopo avere fatto saltare in aria la porta della stanza di un compagno.
L'esperienza nell'esercito
Pochi anni dopo il futuro romanziere entra a far parte della Marina degli Stati Uniti: divenuto luogotenente dopo avere effettuato due viaggi su un vascello mercantile, il 18 maggio del 2010 si sposa a Mamaroneck con Susan Augusta de Lancey, appartenente a una delle famiglie più conosciute del posto, e l'anno dopo si dimette dall'incarico.
La scrittura
Si trasferisce, quindi, nella Contea di Westchester, dove si dedica alla scrittura: il suo primo libro, intitolato "Precauzione", è un romanzo di vecchia scuola concluso nel 1820; a esso fanno seguito "La spia", uscito nel 1821 e forte di un ottimo successo di pubblico, e "I pionieri", uscito nel 1823 e primo della serie di Calza-di-Cuoio (Leatherstocking Tales).
L'ultimo dei Mohicani
Tra il 1824 e il 1825 James Fenimore Cooper scrive una coraggiosa e appassionante storia di mare con "Il pilota" e un'opera meno riuscita come "Lionel Lincoln"; si rifà, però, nel 1826 con quello che ancora oggi viene considerato il suo capolavoro, cioè "L'ultimo dei Mohicani".
Nello stesso periodo viaggia in Europa: a Parigi pubblica "La prateria" e "Il corsaro rosso" (ritenuto dai critici il peggiore libro della sua intera produzione). Negli anni seguenti dà vita a "The Wept of Wish-ton-Wish", "Le opinioni di un viaggiatore scapolo" e "La strega del mare".
In difesa degli Stati Uniti d'America
Nel 1830, poi, scrive una serie di lettere a un giornale parigino, il "National", nelle quali difende gli Stati Uniti contro alcune accuse provenienti dalla "Revue Britannique": è questo l'inizio di una lunga teoria di scontri con la carta stampata, dove di volta in volta difende sé stesso o la propria patria.
È proprio il suo spirito repubblicano ad animare i suoi tre racconti successivi: nel 1831 vedono la luce "I Bravo" (ambientato in una Venezia governata da una oligarchia rozza che si cela dietro la repubblica serenissima), cui seguono nel 1832 "Gli Heidenmauer" e nel 1833 "Il carnefice: ovvero l'abbate di Vigneron": benché "I Bravo" siano stroncati dalla critica letteraria, tutte e tre le opere ottengono un buon successo di pubblico.
Il ritorno in patria e la critica al paese
Tornato negli Stati Uniti nel 1833, Cooper pubblica una "Lettera ai miei Compatrioti", dove fornisce la propria versione sulle vicende in cui è stato coinvolto e critica i suoi connazionali: un attacco che viene ribadito nel 1835 in "I Monikin" e in "Democratico Americano".
Poco dopo, James Fenimore Cooper si dedica alla rievocazione dei propri viaggi europei e delle proprie esperienze al di là dell'oceano: in "Inghilterra", tre volumi pubblicati nel 1837, e in "Costretto al ritorno" e "Come ho trovato la mia patria", usciti l'anno successivo, spiccano soprattutto la vanagloria e l'alta opinione che l'autore ha di sé stesso.
È anche per questo motivo che il distacco tra lo scrittore e il pubblico va progressivamente crescendo: Cooper deve fare i conti con numerose citazioni per oltraggio e subire gli attacchi del Partito Whig. Riesce, comunque, a vincere tutte le cause in cui è coinvolto, così che ha la possibilità di tornare al proprio lavoro di scrittore, forte dell'orgoglio che lo contraddistingue: nel 1839 esce "Storia della Marina degli Stati Uniti", mentre del 1840 sono "L'esploratore" (che prosegue la saga di Calza-di-Cuoio) e "Mercedes di Castiglia".
Tra il 1841 e il 1844, invece, è la volta di "Il cacciatore di cervi", "I due ammiragli", "Ali ed Ali", "Wyandotte, storia di un fazzoletto da tasca", "Ned Myers" e "Le avventure di Miles Wallingford".
Gli ultimi anni
Negli ultimi anni della sua vita James Fenimore Cooper tralascia parzialmente le opere di fantasia per dedicarsi alla controversia, arte in cui si contraddistingue: lo si nota, per esempio, nei due "Manoscritti di poche pagine". Dopo aver realizzato "Vite dei celebri ufficiali navali americani" e "Il cratere, ovvero la cima del vulcano", nel 1848 scrive una rivisitazione del "Pirata Rosso", "Jack Tier", e "Il buco nella quercia".
Nel 1849 pubblica "Il leone dei mari", mentre l'anno successivo dà vita a "Le vie dell'ora". È questa la sua ultima creazione: James Fenimore Cooper muore di idropisia il 14 settembre del 1851 a Cooperstown, un giorno prima di compiere 62 anni.
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