Matteo Ricci
Biografia • Rapporti dall'Oriente
Matematico, cartografo, sinologo e importante figura religiosa del XVI secolo, Matteo Ricci nasce a Macerata il 6 ottobre del 1552. Studia per tre anni giurisprudenza a Roma, ma le sue inclinazioni lo portano presto ad entrare nella Compagnia di Gesù guidata dai gesuiti. Rivela sin da subito una vasta gamma di interessi che vanno dall'astronomia alla matematica, dalla geografia alla cosmologia, e studia sotto la guida del famoso scienziato tedesco Cristoforo Clavio (Christoph Clavius), responsabile dell'innovazione del calendario gregoriano.
Il suo desiderio di dedicarsi ad attività missionarie lo induce a partire per Goa, base portoghese da cui partono le navi dirette in India e in Cina. Viene ordinato sacerdote in India, a Kochi, dove celebra la prima messa nel 1580 e dopo due anni parte per la Cina. Sbarca così a Macao, nel sud della Cina, dove comincia a studiare il cinese, convinto che un missionario può avere più successo tramite la conoscenza diretta del popolo da convertire. Nel primo periodo gira persino vestito da bonzo.
Insieme al suo confratello, Michele Ruggieri, ottiene il permesso di vivere nei pressi di Canton, a Shao-ch'ng, dove resta per sei anni dal 1583 al 1589. Qui diventa anche amico di un importante studioso confuciano che riesce ad affascinare mostrandogli alcuni esempi del progresso tecnologico raggiunto dagli occidentali, tra cui un orologio e un mappamondo.
La sua opera di cristianizzazione inizia proprio grazie al contatto con i letterati e i mandarini del posto. Matteo Ricci fa stampare in questo periodo anche un piccolo catechismo in cinese. La sua permanenza però non è facile: insieme al suo confratello viene persino trascinato in tribunale a causa dell'opera di alcuni giovani letterati che gli aizzano contro la popolazione. I due vengono così espulsi e sono costretti a ritornare a Macao, ma qui riottengono presto il permesso di rientrare in Cina.
Tenta intanto l'avvicinamento verso città più grandi ed importanti come Nanchino e Pechino, aiutato anche dalle sue operazioni intellettuali come la pubblicazione di un dizionario portoghese-cinese e la parafrasi latina del testo confuciano "Quattro libri". Grazie a questi importanti studi e lavori Matteo Ricci viene considerato il primo sinologo della storia. I suoi tentativi missionari sono improntati al concetto di inculturazione: egli è cioè convinto che ogni missionario per definirsi tale debba acquisire la cultura del popolo presso il quale opera. Ecco perché già dal 1594 decide di abbandonare l'abito da bonzo per prendere quello del letterato con tanto di nome cinese. Sceglie per sé il nome Li Ma Tou che ricorda per assonanza il suo vero nome. L'unica differenza è che al posto della prima sillaba del suo cognome "Ri" vi è "Li" data l'assenza della R nell'alfabeto cinese.
Riesce ad entrare a Pechino una prima volta nel 1598, ma a causa della guerra cino-giapponese per il possesso della Corea gli stranieri non sono ben visti. Così, nonostante il viaggio verso Pechino abbia significato sette mesi di avventuroso percorso, Matteo decide di ritornarvi in tempi più propizi. Una nuova occasione si presenta nel 1601, ma non appena mette piede a corte il potente eunuco Ma Tang lo fa prigioniero.
Dopo sei mesi di prigionia, Matteo Ricci si salva grazie all'intercessione dei suoi amici mandarini, e riesce anche ad entrare a corte, non ricevuto però dall'Imperatore. Durante la sua permanenza a Pechino ottiene il permesso per celebrare la messa in pubblico e inizia anche la costruzione della prima chiesa cattolica nella capitale dell'impero.
Nel 1609 fonda la Confraternita della Madre di Dio e dà inizio ai lavori, ma non riesce a vedere la chiesa completata. Muore infatti l'11 maggio del 1610 a 58 anni.
Matteo Ricci è il primo europeo ad essere sepolto in territorio cinese: il suo corpo riposa infatti nel giardino Hal a Pechino. A lui si devono una serie di scritti tra cui "I commentari" e "Le lettere" che possono essere considerate come le prime descrizioni geograficamente compiute della Cina apparse in Occidente. Durante la sua opera di missionario converte circa tremila cinesi, anche se in Europa e in Italia viene accusato da alcuni suoi confratelli di non aver contribuito alla diffusione del vero cristianesimo, ma di una dottrina nata dall'unione del cristianesimo con il confucianesimo.
Come è stato dimostrato, tuttavia l'accusa risulta falsa, ed è nata forse dall'atteggiamento di grande rispetto di Matteo Ricci per la cultura del popolo presso il quale ha operato. I cinesi hanno ricambiato apprezzando a loro volta, non solo i suoi sforzi apostolici, ma anche i suoi tanti trattati per diffondere le conquiste scientifiche europee tra cui il "Trattato dei quattro elementi" (1599-1600) e il "Trattato sulle costellazioni" (1601).
Aforismi di Matteo Ricci
Foto e immagini di Matteo Ricci
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