Gilbert Keith Chesterton
Biografia • Ponderate polemiche
Gilbert Keith Chesterton nasce a Londra il 29 maggio 1874; la sua è una agiata famiglia di confessione anglicana. Il padre Edward Chesterton è un originale agente immobiliare che lavora in società con il fratello; la madre Marie-Louise Grosjean, è figlia di un predicatore laico calvinista svizzero e di una donna scozzese: sarà proprio la nonna materna a far conoscere al nipotino Gilbert il magico mondo delle fiabe, a cui il futuro scrittore rimarrà molto legato.
Chesterton manifesta fin da giovane un forte spirito d'indipendenza: studente alla Slade School of Art, dapprima si fa conoscere come critico d'arte e come critico letterario, poi inizia a scrivere articoli polemici nei quali, con uno stile brillante e pieno di humour, attacca tutto ciò che stima essere un errore dei tempi moderni.
A vent'anni, complici l'insuccesso universitario, l'allontanamento dai rapporti di amicizia del periodo scolastico e l'insorgere di tante domande sulla vita, viene colpito da una grave forma di depressione e da una crisi di scetticismo nei confronti della fede, tanto da avvicinarsi allo spiritismo.
Superata questa grave crisi, anche con l'aiuto delle letture - in particolare del Libro di Giobbe - avviene in lui una vera e propria rinascita.
Nel 1895 Chesterton inizia a lavorare per l'editore londinese Redway e per T. Fisher Unwin. Molti suoi lavori vengono pubblicati in diversi giornali.
Nel 1900 scrive la sua prima raccolta di poesie, "The Wild Knight", a cui seguiranno articoli di critica letteraria sullo Speaker e sul Daily News. Nel 1901 si unisce in matrimonio con Frances Blogg. Nel 1909 si trasferisce con la moglie a Beaconsfield dove vivrà fino alla morte.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale Chesterton fonda con lo scrittore Hilaire Belloc la "Lega distributista", con lo scopo di aiutare lo sviluppo della piccola proprietà e della piccola industria mediante la divisione e la ridistribuzione delle grandi proprietà latifondiste. Chesterton e Belloc furono molto amici, tanto che George Bernard Shaw avrebbe coniato il termine "Chesterbelloc" per indicare il loro sodalizio letterario e di amicizia.
Nel 1922 Chesterton si converte al cattolicesimo - atto conclusivo di una lenta crisi religiosa, iniziata quindici anni prima - grazie all'amicizia di padre John O'Connor (il sacerdote irlandese che gli ispirerà il personaggio di Padre Brown) e di Hilaire Belloc. Viene battezzato da padre Vincent McNabb, frate domenicano, anche lui fervente distributista ed irlandese come padre O'Connor.
Nel 1934, dopo aver ricevuto diverse lauree honoris causa dalle università di Edimburgo, Dublino e di Notre Dame, gli viene conferito il titolo di cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno.
Nella sua attività di scrittore Chesterton oppone al razionalismo e all'esaltazione delle scienze il buon senso e la fede, e oppone all'aridità della civiltà industriale e capitalista l'ideale sociale del medioevo. Queste convinzioni lo portano a condannare la posizione dell'Inghilterra in occasione della guerra dei Boeri e a opporsi all'imperialismo di Kipling, ma anche a schierarsi violentemente nel 1914 contro la Germania luterana.
Il gran numero di opere da lui scritte affrontano vari generi, dai romanzi ai racconti, dalle poesie alle biografie (tra cui una su Charles Dickens), fino alle opere teatrali.
Amante del paradosso e della polemica, della ricca produzione di Chesterton fanno parte opere polemiche come: "Eretici" (1905), "Ortodossia" (1908), "Che cosa va male nel mondo" (1910); un opera di stampo storico e volumtamente tendenziosa sono "I crimini dell'Inghilterra" (1915); tra i saggi di ispirazione cattolica ricordiamo "San Francesco d'Assisi" (1923), "L'uomo che chiamiamo il Cristo" (1927), "San Tommaso d'Aquino" (1933).
I suoi romanzi testimoniano invece un'immaginazione vivace, paradossale e talora stravagante: "Il Napoleone di Notting Hill" (1904), "L'uomo che fu giovedì" (1908), "Le avventure di un uomo" vivo (1912). Celebre è la ricca serie di racconti polizieschi che hanno per protagonista padre Brown.
Alto circa centonovanta centimentri per oltre centotrenta chilogrammi, Chesterton in trent'anni di attività ha scritto quasi cento libri e un numero difficilmente calcolabile di articoli, partecipando a numerose dispute con altri grandi letterati, tra i quali H. G. Wells e George Bernard Shaw.
Amò molto l'Italia, dove si è recato più volte; qui trovò presto un pubblico affezionato, grazie anche alle prime traduzioni delle sue opere come "Le avventure di un uomo vivo" e la serie di Padre Brown. A lanciarlo in Italia fu il giornalista e critico Emilio Cecchi, che pubblicò alcuni articoli di Chesterton nella rivista "La Ronda", traducendolo e intervistandolo. Alcuni articoli dell'inglese furono anche pubblicati su "Il Frontespizio", e fu recensito da Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. In uno dei suoi viaggi in Italia Chesterton ebbe anche modo di intervistare Benito Mussolini.
Tra le varie influenze che l'opera di Chesterton ha avuto ricordiamo come "L'Uomo Eterno" contribuì alla conversione di Clive Staples Lewis al cristianesimo; "Il Napoleone di Notting Hill" ispirò Michael Collins a condurre gli irlandesi alla vittoria contro il dominio inglese; un suo saggio apparso sull'Illustrated London News ispirò Mohandas Gandhi a guidare il movimento che avrebbe messo fine al dominio coloniale britannico in India.
Jorge Luis Borges ebbe modo di dire su Chesterton: "La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessuno scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton".
Gilbert Keith Chesterton muore il 14 giugno 1936. Dopo il funerale, svoltosi nella cattedrale di Westminster e fu officiato da monsignor Ronald Knox - anch'egli convertito al cattolicesimo e scrittore di gialli - la salma di Chesterton è stata sepolta nel cimitero cattolico di Beaconsfield, dove ancora oggi riposa.
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