Antonio Salandra

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Biografia Alle soglie della guerra

Antonio Salandra nasce a Troia, nel foggiano, il 13 agosto 1853 da un'agiata famiglia di proprietari terrieri. Nel 1872 si laurea in giurisprudenza a Napoli e, dopo alcuni anni di libera docenza nello stesso ateneo e poi in quello romano, nel 1885 ottiene, a Roma, la cattedra di Scienza dell'amministrazione. Qui conosce ed entra in rapporti con Giorgio Sidney Sonnino, il quale lo introduce alla politica.

Nel 1886 viene eletto deputato nella Destra storica e diviene ferreo oppositore di Agostino Depretis e del suo trasformismo. Fra gli anni 1891 e 1910 ricopre ruoli di governo prima con Di Rudinì, poi con Crispi, quindi con Pelloux e infine con Sonnino.

Negli anni del governo Giolitti passa da convinto sostenitore del Presidente del Consiglio a suo oppositore - non condividendone affatto, tra l'altro, la politica di neutralità riguardo a quello che sarà il primo conflitto mondiale - fino a succedergli nel 1914.

Da Primo Ministro, Antonio Salandra opta - ma solo per convenienza e non certamente per convinzione - per il non interventismo, nella speranza di ottenere dall'Austria la restituzione dei territori soggiogati della Venezia Tridentina e della Venezia Giulia; rivelatasi vana tale aspirazione, però, avvia segrete trattative con Francia, Regno Unito e Russia e, il 26 aprile 1915, sottoscrive il Patto di Londra in base al quale i nuovi alleati riconoscono all'Italia, in cambio della sua entrata in guerra ed a vittoria ottenuta, il diritto di occupare la Dalmazia ed alcuni territori in Africa, patto che, peraltro, gli Alleati non rispetteranno.

Il 23 maggio dichiara l'entrata in guerra contro gli austro-ungarici ma l'interventismo, da lui - e da Sonnino - sostenuto tenacemente fino al punto da attuarlo anche contro la volontà del Parlamento, si infrange sul muro dei primi successi austriaci in Trentino ed egli, nei primi mesi del 1916, si dimette.

Conclusa la guerra, il 18 gennaio 1919 prende parte alla Conferenza della Pace, a Parigi, nella quale gli Stati vincitori ridisegnano la carta geografica dell'Europa, ed il 28 aprile sottoscrive il Patto della Società delle Nazioni, una prima e in parte malriuscita anticipazione dell'attuale Patto Atlantico.

Nel 1922 Salandra sostiene l'avvento del Fascismo, nel quale individua il naturale erede del Risorgimento, anche se qualche tempo dopo, nel 1925, si allontana dalla politica per dedicarsi ai suoi studi e riprendere l'attività di scrittore. Sono di questi anni "La neutralità italiana: 1914" e "L'intervento: 1915", pubblicate rispettivamente nel 1928 e nel 1930. Fra le opere pubblicate in precedenza si ricordano: "La politica nazionale e il Partito Liberale" nel 1912; "Politica e legislazione" nel 1915; "I discorsi della guerra" nel 1922; "Liberalismo e fascismo" del 1924.

Nel 1928 viene eletto senatore. Tre anni dopo, il 9 dicembre 1931, Antonio Salandra si spegne in Roma, all'età di 78 anni.

Uomo di specchiata moralità e di onestà intransigente, Antonio Salandra è stato intellettuale, giurista ed economista di grande spessore. La più insigne Accademia italiana, quella dei Lincei, lo volle annoverare fra i suoi soci nazionali. Con il "Codice della giustizia amministrativa", del 1893, fa assurgere la stessa alla dignità di branca del diritto pubblico.

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