Giuliano Urbani
Biografia • Ancorarsi al centro
Giuliano Urbani, ex-ministro per i beni culturali, è nato a Perugia il 9 giugno 1937. Si è laureato in Scienze politiche molto presto, pubblicando il suo primo saggio a soli 29 anni.
In seguito, oltre a continuare lo studio della materia a livello universitario e accademico, ha approfondito la pubblicistica in lingua straniera e ha intrapreso una notevole carriera come commentatore ed editorialista sui principali quotidiani italiani.
Fra le sue collaborazioni ricordiamo quelle con il "Corriere della Sera", "La Stampa" o "Il Sole 24 Ore", oltre che con "Il Giornale" e "Il Messaggero" (senza dimenticare il settimanale "Il Mondo").
Dal 1976 al 1988 fa parte del centro di studi della Confindustria.
Già in quegli anni presiede e collabora attivamente a numerosi istituti di studio. Ottiene la cattedra di Scienza della politica alla Bocconi di Milano, ateneo presso il quale ha ricoperto anche l'incarico di vicepresidente del laboratorio per la comunicazione economica e finanziaria.
Allievo di Giovanni Spadolini e amico di Noberto Bobbio, diventa direttore scientifico del Centro Luigi Einaudi di Torino.
Giuliano Urbani è uno fra gli artefici principali della nascita di Forza Italia, partito sorto praticamente dal nulla e che in breve tempo ha conquistato un vasto seguito. In particolare, sua è la responsabilità del programma istituzionale del movimento fondato e voluto da Silvio Berlusconi.
Fin da subito Urbani delinea e suggerisce sul piano strategico un assetto che mantenga il movimento saldamente ancorato al centro.
Nelle liste della "sua creatura" viene eletto deputato per la prima volta nel marzo del 1994, nonché rieletto nelle liste proporzionali due anni dopo, insieme al sòdale di partito Giulio Tremonti. Con l'amico elabora un disegno di riforma del sistema elettorale con legge proporzionale sul modello di quello già esistente in Germania e che prevede uno sbarramento al 5 per cento.
Inoltre, memori della fresca esperienza subita nella legislazione precedente, dove l'alleato della Lega Nord Umberto Bossi aveva provocato la caduta del governo con conseguente ascesa al potere delle sinistre (il cosiddetto "ribaltone"), introducono delle norme "ad hoc" proprio per prevenire il ripetersi di eventi analoghi.
Nel primo governo Berlusconi, Urbani svolge la carica di ministro per la Funzione pubblica e gli affari regionali.
Nelle politiche del 2001 viene eletto nel maggioritario in Lombardia, nel collegio di Vimercate. L'11 giugno Silvio Berlusconi gli affida per la seconda volta un incarico di governo nominandolo ministro dei Beni culturali.
La sua candidatura ha suscitato commenti positivi e trasversali in alcuni esponenti della cultura italiana, da Norberto Bobbio a Giorgio Albertazzi, fino all'irrequieto critico Vittorio Sgarbi.
Dal 19 maggio 2004 è stato al centro di polemiche che hanno suscitato un evidente insurrezione del popolo di Internet, e non solo. La causa è stata l'approvazione del tanto discusso Decreto che porta il suo nome. Il controverso Decreto ha come obiettivo quello di contrastare la pirateria online e la riproduzione non autorizzata di film e musica; prevede multe salatissime (oltre 15.000 euro) e la pena fino 4 anni di reclusione.
Proprio su questo ambito, che riguarda sia i file scaricati da Internet e le copie di cd per uso personale, si è aperta in Parlamento la battaglia dell'opposizione: "Il decreto contro la pirateria informatica è un decreto sbagliato nel metodo e nel merito - ha detto il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana - perchè prevede il carcere per chi scarica un file mp3 o un film dalla rete, un bollino che di fatto bloccherebbe Internet in Italia e una tassa sui cd, masterizzatori e software che soffocherà il nostro mercato dell'ICT".
Urbani si è quindi convinto, impegnandosi a presentare con un articolo apposito le necessarie correzioni al provvedimento: la norma che nasce con un rigore totale per la "piccola pirateria" individuale su Internet, dovrebbe inserire nel prossimo futuro lo "scopo di lucro" come discrimine e confine tra i casi "tollerati" e la grande industria del falso.
Nell'attesa che venisse fatta maggior chiarezza sui dettagli delle correzioni, il popolo di Internet si è fatto sentire a suo modo con un Google Bombing, un'iniziativa satirica tanto bizzarra quanto geniale nel metodo, di cui questa stessa biografia è stata oggetto.
Per saperne di più vi rimandiamo a questo articolo:
In seguito alla sconfitta del centrodestra alle elezioni regionali dell'aprile 2005 ed al successivo aggiustamento del governo Berlusconi, Giuliano Urbani viene sostituito al Ministero dei Beni Culturali da Rocco Buttiglione. Nel maggio 2005 Urbani viene nominato consigliere del consiglio di amministrazione della RAI.
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Biografieonline non ha contatti diretti con Giuliano Urbani. Tuttavia pubblicando il messaggio come commento al testo biografico, c'è la possibilità che giunga a destinazione, magari riportato da qualche persona dello staff di Giuliano Urbani.
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