Johann Gottlieb Fichte

Johann Gottlieb Fichte

Johann Gottlieb Fichte

Biografia La scienza, la dottrina, le idee

Johann Gottlieb Fichte nasce a Rammenau, in Sassonia (Germania), il 19 maggio 1762. Nasce da genitori contadini, molto poveri, tanto che durante l'infanzia è costretto a lavorare come guardiano d'oche per aiutare la famiglia. Grazie al sostegno del barone von Miltitz, Fichte riesce a iniziare i suoi studi. Pare che il barone sia rimasto stupefatto nell'udire il ragazzo ripetere a memoria un sermone - che il nobile non aveva potuto udire - e comprendendo le grandi potenzialità che aveva il giovane avrebbe deciso di aiutarlo.

Dopo aver frequentato il ginnasio, Fichte nel 1780 si iscrive alla facoltà di teologia di Jena proseguendo poi gli studi a Lipsia. In questi anni gli aiuti del barone si fanno sempre più radi: Fichte attraversa un periodo durissimo che, per non cadere nella miseria, lo costringe a lavorare come precettore. In seguito si trasferisce a Zurigo dove conosce Johanna Rahn, la quale diverrà poi sua moglie.

Nel 1790 Fichte legge la "Critica della ragion pura" di Kant, costretto dal fatto che uno studente gli aveva chiesto aiuto per approfondire lo studio di Kant. Per Fichte quest'opera diviene una vera e propria rivelazione: a proposito di questa scoperta e dell'arricchimento interiore che gli provoca avrà modo di affermare di sentirsi "uno degli uomini più felici del mondo".

Dopo aver scritto un'opera intitolata "Saggio di una critica di ogni rivelazione", in cui Fichte espone abilmente i principi della dottrina kantiana, si reca a Konigsberg per farla leggere a Kant stesso. Quando un editore nel 1792 pubblicherà il lavoro, per intercessione di Kant, non viene stampato il nome dell'autore: questo farà sì che lo scritto sia scambiato per un lavoro dello stesso Kant. Quest'ultimo rivelerà solo in seguito la vera identità dell'autore e Fichte diverrà subito celebre.

Chiamato dall'Università di Jena, Fichte diviene professore nel 1794. Intanto nel 1791 a Danzica Ficthe stava stendendo una difesa degli editti del governo prussiano che limitavano la libertà di stampa e introducevano la censura: nel mentre gli furono però negati i permessi per la pubblicazione del "Saggio di una critica di ogni rivelazione". L'indignazione per questa censura fa mutare la posizione di Fichte di fronte agli editti sulla riduzione della libertà di stampa, tanto che nel 1793 pubblica - anonimamente - la "Rivendicazione della libertà di pensiero".

Fichte insegna a Jena fino al 1798, quando in seguito alla difesa di un suo allievo che sosteneva l'ateismo compatibile con la moralità, viene estromesso dall'insegnamento: dopo le sue dimissioni la cattedra verrà presa da un giovanissimo Friedrich Schelling, che di Fichte era stato prima studente e poi - grazie all'intercessione di Goethe - coadiutore.

Durante il suo soggiorno a Jena, Johann Gottlieb Fichte scrive la maggior parte delle opere più importanti che espongono il suo pensiero; tra queste: "Fondamenti della intera dottrina della scienza" (1794), "Discorsi sulla missione del dotto" (1794), "Fondamenti del diritto naturale" (1796), "Sistema della dottrina morale" (1798).

Questo filosofo tedesco, continuatore del pensiero di Kant, è considerato l'iniziatore dell'idealismo tedesco. Il pensiero di Fichte elimina la necessità per il soggetto della cosa in sé (noumeno), di cui parlava Kant: in questo modo la conoscenza non è più del fenomeno, ma diventa una creazione del soggetto conoscente. È così che si pone l'idealismo: la realtà è un prodotto del soggetto pensante, in contrapposizione al realismo (gli oggetti esistono indipendentemente dal soggetto percepente).

Trasferitosi a Berlino, Fichte si mantiene per un certo periodo dando lezioni private e vivendo nell'indigenza. Frequenta diversi intellettuali romantici, tra i quali Schlegel, Schleiermacher e Tieck. Nel 1805 torna all'insegnamento universitario quando gli viene offerta una cattedra all'università di Erlangen. Nel 1806 Fichte si trova a Konigsberg quando Napoleone invade la città: torna a Berlino e scrive i "Discorsi alla nazione tedesca" (1807-1808), in cui cerca di risvegliare l'anima del popolo tedesco contro la dominazione napoleonica, affermando il primato del popolo tedesco. Questa pubblicazione rinnova la sua celebrità, favorendo anche la sua nomina da parte del Re a professore ordinario della neonata Università di Berlino, dove nel 1810 verrà eletto rettore.

Johann Gottlieb Fichte muore a Berlino il 27 gennaio 1814 dopo avere contratto il colera dalla moglie, infermiera volontaria negli ospedali militari.

Circa il pensiero di Fichte, Hegel avrà modo di dire: "Alla filosofia fichtiana spetta il profondo merito di aver fatto avvertire che le determinazioni del pensiero son da dimostrare nella loro necessità; che sono essenzialmente da dedurre".

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