Luigi Albertini
Biografia • Colonna del Corriere
Luigi Albertini nasce ad Ancona il 19 ottobre 1871. Giovane studente in giurisprudenza, prima a Bologna e poi a Torino - dove conosce e frequenta Luigi Einaudi, Saverio Nitti, Luigi Roux - manifesta già un forte interesse per le scienze sociali ed economiche ed una passione per il giornalismo. Quest'ultima lo porta, nel 1896, dopo una breve permanenza a Londra, al "Corriere della Sera", chiamato dal proprietario Torelli Viollier - l'altro socio comproprietario è l'imprenditore Crespi - che inventa per lui il ruolo di "segretario di redazione", ed egli non tarda a farsi apprezzare.
All'inizio del 1900 è nominato direttore amministrativo e, dopo la morte di Torelli Viollier, avvenuta il 26 aprile, la proprietà gli affida il prestigioso ruolo di direttore responsabile e, implicitamente, quello di direttore politico, in precedenza detenuto dal socio deceduto.
Luigi Albertini imprime al giornale una chiara impronta liberal-conservatrice divenendo un feroce oppositore di Giovanni Giolitti, al quale addebita la responsabilità di una classe politica eticamente biasimevole ed uno scarsissimo interesse per le regioni del Mezzogiorno.
Con la società "Luigi Albertini e C." rileva una quota della proprietà della testata, in un momento di forte crisi di vendite e, entro pochi anni, raddoppia le copie e supera di molto il concorrente storico "Il Secolo". Nasce nel 1899 la gloriosa "Domenica del Corriere". Conserva la guida del "Corriere" per venti anni, trasformandolo in una delle testate più prestigiose d'Europa.
Nominato senatore nel 1914 prende posizione a sostegno dell'intervento bellico, avviando una campagna in tal senso anche dalle pagine del suo giornale. In seguito a nuovi impegni legati alla carica politica nel 1921 affida il giornale al fratello Alberto.
Inizialmente favorevole al Fascismo ne prende subito dopo, e fermamente, le distanze, tanto da essere indotto, in seguito alle pressioni ed intimidazioni sempre più frequenti del regime, ad abbandonare ogni attività e ritirarsi a vita privata, conservando però, per ancora quattro anni, la carica di senatore.
Approfittando della sua condizione di debolezza i Crespi riescono ad acquisire le sue quote di proprietà, estromettendolo del tutto dal giornale.
Negli anni che seguono Albertini si dedica, con ottimi risultati, all'agricoltura, e comincia ad affidare alla penna la sua ventennale esperienza politica. Compone due imponenti opere, entrambe pubblicate dopo la morte: "Le origini della guerra del 1914", in tre volumi, e "Venti anni di vita politica, 1898-1918", in cinque volumi.
Luigi Albertini si spegne all'età di 70 anni, a Roma, il 29 dicembre 1941. Fra le altre opere di Luigi Albertini si ricorda "La questione delle 8 ore di lavoro", del 1894. Altre raccolte di scritti, discorsi e lettere sono uscite postume.
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