Ultimi commenti alle biografie - pagina 1677

Lunedì 18 gennaio 2021 16:59:33 Per: Milena Gabanelli

Gli smartphone stanno distruggendo il pianeta
L'energia che serve per produrli è enorme: forse dobbiamo smettere di cambiare telefonino ogni due anni.
Di Andrea Signorelli
11/05/2018

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Saranno anche una meraviglia tecnologica, ma nel mondo si utilizzano gli smartphone come se fossero un dispositivo usa e getta. In media, infatti, cambiamo il nostro telefonino una volta ogni due anni; un’abitudine che ha una conseguenza imprevista: stiamo distruggendo l’ambiente. È la tesi sostenuta da una ricerca condotta alla McMaster University (ripresa da FastCompany), secondo la quale la produzione di un nuovo smartphone – e in particolare l’estrazione dei rari materiali che si trovano al suo interno – richiede lo stesso consumo di energia di dieci anni di utilizzo.
Da questo punto di vista, poco importa che la crescita delle vendite di smartphone stia calando (nel mondo ce ne sono già due miliardi e mezzo): un po’ perché, come detto, li cambiamo comunque troppo spesso; un po’ perché le aziende producono dispositivi sempre più grandi e più potenti, la cui impronta ecologica continua quindi ad aumentare. Stando ai dati diffusi da Apple, per esempio, un iPhone 7 Plus causa il 10% di emissioni di CO2 in più rispetto a un iPhone 6S; che a sua volta causa il 57% di emissioni in più rispetto al vecchio 4S. I vari programmi per il riciclo degli smartphone, da questo punto di vista, servono a ben poco: meno dell’1% dei dispositivi attualmente in circolazione è riciclato.
Non c’è nessun cloud, solo giganteschi edifici stracolmi di server
Per avere un’idea di quanto la situazione ambientale stia peggiorando a causa dei dispositivi tecnologici, basti pensare che solo nel 2007 tutto il settore ICT (information and communication technology) causava circa l’1% delle emissioni di gas serra globali; una percentuale che oggi è già triplicata e che potrebbe raggiungere il 14% entro il 2040 (circa la metà dell’impronta ecologica dell’intera industria dei trasporti). La colpa, ovviamente, non è solo degli smartphone: i computer, i tablet, gli smartwatch e tutti gli altri dispositivi hanno le loro responsabilità; ma il vero nemico da sconfiggere sono i server e i data center (che entro il 2020 rappresenteranno il 45% delle emissioni del settore ICT).
Nonostante siano stati etichettati con il rasserenante nome di “cloud”, è importante ricordare che, nella realtà, non c’è nessuna nuvola; bensì giganteschi edifici, stracolmi di server, che richiedono enormi quantità di energia per salvare le foto scattate con l’iPhone, i documenti archiviati su Dropbox, i file che conserviamo su Drive (ma anche per processare le nostre richieste a Google o le nostre attività su Facebook).

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Nel mondo, oggi, ci sono 8, 6 milioni di data center; alcuni dei quali occupano superfici da centinaia di migliaia di metri quadrati (consumando energia anche per tenere tutti i server sempre al fresco). Non va sottovalutato neanche l'impatto ambientale causato dal successo delle criptovalute: il “mining” dei bitcoin, per esempio, richiede la stessa energia necessaria a soddisfare il fabbisogno di una nazione come l’Irlanda (a breve raggiungerà i 42 terawatt/ora).
L’emergere della IoT potrebbe aumentare in maniera drammatica le emissioni di gas serra
Se non bastasse, la situazione è destinata a peggiorare con l’avvento, imminente, della internet of things: decine di miliardi di dispositivi connessi tra di loro e che inviano costantemente informazioni ai server che devono elaborarli. “Stiamo già assistendo alla diffusione di una miriade di dispositivi connessi; dai wearables fino agli oggetti domestici, e persino macchine, camion e aeroplani”, si legge nello studio. “Se questo trend dovesse continuare, possiamo solo immaginare quale sarà il carico aggiuntivo che questi dispositivi imporranno alle infrastrutture dei data center, senza contare il consumo energetico necessario alla loro produzione. L’emergere della IoT potrebbe aumentare in maniera drammatica le emissioni di gas serra”.
Che cosa si può fare allora? Per quanto riguarda le grandi aziende tecnologiche, è fondamentale che si convertano il prima possibile, e interamente, alle energie rinnovabili (come già hanno iniziato a fare). Come consumatori, invece, possiamo iniziare ad acquistare uno smartphone nuovo ogni tre anni invece che ogni due (o magari limitarci a sostituire la batteria).
ll telefono cellulare è ormai diventato per tutti uno strumento indispensabile o a cui non si riesce a rinunciare. La diffusione di tali apparecchi ha raggiunto livelli incredibili coinvolgendo persone di tutte le età (sempre più frequentemente anche i bambini), in tutto il mondo. Come tutte le innovazioni ha creato una divisione che oppone coloro che ne sono (più o meno) entusiasti utilizzatori a chi invece li ritiene dannosi per la salute a causa delle emissioni elettromagnetiche che generano. Per definire l''abbondante presenza nell''atmosfera di onde elettromagnetiche è stato coniato il termine elettrosmog, a sottolineare come lo si ritenga un vero e proprio inquinamento ambientale. Anni di studi non sono ancora riusciti a stabilire con certezza se i telefoni portatili siano alla base di alcune forma tumorali e quindi rappresentino in concreto un pericolo sia per chi li utilizza sia per tutti coloro che vivono immersi nelle emissioni elettromagnetiche. E'' invece certo che siano una delle maggiori fonti di inquinamento nel senso "classico" del termine. I materiali con cui ogni apparecchio viene costruito contengono sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute. Partendo dall''esterno troviamo materie plastiche che se smaltite in inceneritori possono produrre diossina, poi ci sono i composti utilizzati per costruire i display a cristalli liquidi, metalli pesanti come il piombo che viene impiegato nella realizzazione dei circuiti stampati, bromuro che serve da isolante, berillio che trova impiego nella realizzazione dei contatti ed infine cadmio largamente presente nelle batterie soprattutto di apparecchi meno recenti. Tutte queste sostanze chimiche possono provocare serissimi danni al fisico come malattie del sistema immunitario, malattie endocrine e neuronali, problemi all''apparato respiratorio e al fegato, possono inquinare il terreno e le falde idriche o disperdersi nell''atmosfera. Il problema ed i rischi sono molto seri se tiene presente che ogni anno nel mondo vengono buttati via circa 230 milioni di telefonini, più di 100 milioni solo in Europa. Quasi tutti possiedono più di un cellulare ed il livello di funzioni che ogni apparecchio propone rappresenta una fonte di grande consumo per le batterie che vengono sfruttate e sostituite con frequenza. Inoltre i costi di riparazione, nella maggior parte dei casi superiori al prezzo di acquisto del telefono stesso inducono a disfarsi con facilità dell''apparecchio guasto e comprarne uno nuovo, producendo una quantità enorme di rifiuti. Va anche considerato che la maggior parte dei telefoni dismessi finisce nei paesi come Pakistan, India, Cina ed in molte nazioni africane dove vengono smontati e privati dei componenti riciclabili (come il nichel e il platino), senza rispettare alcuna precauzione per la salute e poi gettati in discariche prive di ogni controllo. Per cercare di controllare in qualche modo l''eliminazione di questi particolari rifiuti molte compagnie telefoniche hanno lanciato campagne di sensibilizzazione con l''obiettivo di raccogliere i cellulari inutilizzabili e smaltirli in sicurezza ed i produttori si sono impegnati a realizzare apparecchi il più possibile riciclabili.
(Giovanni Bosio)
Gli smartphone uccideranno la Terra, silenziosamente
di Emanuele Villa - 24/04/2018 15: 340
Secondo alcuni ricercatori Canadesi, l'impatto ambientale dei dispositivi elettronici sarà sempre più nocivo per il pianeta in cui viviamo. Smartphone sul banco degli imputati: inquina la produzione, vengono sostituiti troppo spesso e smaltiti male
Ogni anno i principali produttori di dispositivi elettronici si affrettano a pubblicare report di sostenibilità ambientale: palazzi alimentati da energie rinnovabili, flotte aziendali ibride/elettriche, modifiche ai processi produttivi, eliminazione di materie prime inquinanti, riduzione dei consumi del prodotto finito, packaging proveniente da materiali riciclati e via dicendo.
Tutto il sistema si riassume nel dato del carbon footprint, che rappresenta la stima delle emissioni di gas serra causate da un prodotto, un servizio o un'organizzazione con tutte le sue attività. Scopriamo così, andando a leggerci il rapporto Apple del 2017, che l'azienda è stata in grado di diminuire il proprio impatto ambientale complessivo portandolo a 27, 5 milioni di tonnellate da 29, 5 milioni dell'anno precedente.

Non occorre essere esperti sull'argomento per realizzare (vedi immagine sopra), che le emissioni di gas serra riguardano per la maggior parte il processo produttivo di un apparecchio, seguite dalla fase di utilizzo e dal trasporto, per terminare con la fase finale del ciclo vitale.
Ogni anno le aziende più grandi si impegnano a rispettare i parametri ambientali imposti dalle leggi, cui sommano un impegno etico a ridurre il più possibile l'impatto dei propri prodotti, inteso come produzione, uso e smaltimento dello stesso.
Se però ha ragione la ricerca dell'Università canadese McMaster pubblicata il mese scorso sul Journal of Cleaner Production, c'è poco da star sereni. Lo studio ha analizzato l'impatto ambientale di tutto il comparto ICT mondiale, ma in particolare quello degli smartphone, in quanto dispositivo tecnologico per eccellenza dell'ultimo decennio. Il fatto che se ne parli con insistenza negli ultimi tempi è indice di numeri in ascesa: nel 2007 il settore IT rappresentava l'1% del carbon footprint mondiale, ma nel 2040 arriverà al 14% andando a fare concorrenza col grande dominatore della scena, i trasporti.

Perchè prendersela con gli smartphone quando ci sono dispositivi ben più inquinanti come i server e i data center? Semplice: ce ne sono molti di più, il loro numero cresce di anno in anno, vengono sostituiti troppo rapidamente e smaltiti male. La ricerca stima infatti che, a livello globale, solo l'1% degli smartphone venga correttamente riciclato; il resto (complici le dimensioni compatte) finisce in qualche cassonetto o anche peggio.

Bisogna "tenerli" di più
Per arginare il problema, la prima soluzione consiste nel tenerli per più tempo prima di sostituirli: stimando un ciclo di vita di 2 anni, la produzione dello smartphone è responsabile di circa il 90% delle emissioni di CO2 causate dell'apparecchio. Entrano in gioco soprattutto l'estrazione di metalli rari, elementi chimici difficili da produrre e via dicendo, veri responsabili di un carbon footprint in costante ascesa: più i telefoni diventano grandi più "costa" produrli in termini ambientali (iPhone 7 Plus produce il 10% di CO2 in più rispetto al 6S), più diventano potenti più richiedono alimentazione e occupano risorse dei server cui sono connessi, aumentando le emissioni a livello esponenziale.
Soluzioni? Ovviamente i produttori devono impegnarsi sempre più a ridurre l'inquinamento legato al proprio processo produttivo e distributivo, cosa che in linea di massima stanno già facendo.

Un recente report di Greenpeace poneva Fairphone e Apple ai primi posti assoluti: della seconda si è già detto (qui il report del 2017), mentre la prima ha raggiunto i vertici della classifica proprio per la sua capacità di realizzare uno smartphone "anti inquinamento" azzerando il fattore dell'obsolescenza programmata e rendendolo facilissimo da riparare. Apple, dal canto suo, ha recentemente fatto entrare in servizio Daisy (vedi video), il robot tuttofare che si occupa dello smaltimento dei vecchi iPhone: ne gestisce 200 all'ora e recupera tutti i materiali e i componenti pregiati tra cui alluminio, oro, argento, tungsteno, rame e molti altri. Bene Dell, HP, Lenovo e Microsoft, leggermente dietro Google e LG, da migliorare Samsung, Amazon e Xiaomi, solo per citare i nomi più altisonanti.
Che poi la soluzione sarebbe anche abbastanza semplice: tenersi il più possibile il proprio smartphone, sostituendolo quando è necessario e affrontando il ciclo finale di vita in modo responsabile e sostenibile. Da questo punto di vista la possibilità di sostituire la batteria era un plus non da poco, ma ultimamente ben pochi dispositivi lo permettono.
I ricercatori hanno scoperto che le tecnologie attorno agli smartphone e ai data center potrebbero essere le più dannose per l’ambiente, in particolare con i telefoni smart che entro il 2020 saranno responsabili della produzione dell’85% del gas serra prodotto dalla categoria di elettronica. Lo rivela uno studio condotto da due professioni dell’Università canadese McMaster.
Smartphone vicino al letto rischio per la salute, colpa delle luci blu
Si apprende che i gas serra prodotti dagli smartphone provengono dal ciclo produttivo, soprattutto dal processo di estrazione dei metalli rari che i produttori sfruttano per realizzare i processori e le schede madri a bordo dei device. Senza contare che la batteria limitata induce gli utenti a cambiare spesso dispositivo, il che inquina ulteriormente l’ambiente. Spiegano i ricercatori che:
Per ogni messaggio di testo, ogni telefonata, ogni video c’è un data center che consuma molta energia e continua ad essere alimentato da elettricità generata dai combustibili fossili. L’industria tecnologica entro il 2040 sarà responsabile del 14% dei gas serra totali.

Sono Margarita Vecchiarelli e ho deciso di inviarvi questi articoli (spero veri) con il fine di sensibilizzare la signorina Greta… e vedere se contestando certe realtà adottate dai giovanissimi riesce a portare in piazza milioni di ragazzi per salvare il pianeta non sapendo fare a meno di cellulari e tablet.
Cordiali saluti

Da: Margarita Vecchiarelli

Lunedì 18 gennaio 2021 16:46:26 Per: Vittorio Feltri

L'indice di mortalita' in italia, A DETTA DEI PSEUDOESPERTI risulterebbe ancora e sempre superiore a quello di SVEZIA e DANIMARCA, dove non si obbligano a ripettare che mascherine, lavaggio mani e gargarismi appropriati al rientro, nonche' debita distanza da terzi. MA ALLORA COSA CI RACCONTANO QUI, DOVE IL PAESE E' PARALIZZATO E DANNEGGIATO DA FOLLIE SUICIDE... ma chi li paga questi nostri sedicenti competenti? pier

Da: Pier

Lunedì 18 gennaio 2021 16:45:06 Per: Corrado Formigli

Buonasera, vorrei fare una considerazione su quello che sta succedendo nel parlamento, no nel nostro parlamento perché non è più degli elettori ma dei signori voltafaccia e di chi deve tenere la poltrona. Banda di irresponsabili, tutti dovrebbero aiutare a superare un momento così difficile maggioranza e opposizione, questi sarebbero veri politici no questa banda di avvoltoi. Alla signora Meloni che si è fissata sulle elezioni, ma si è chiesta cosa ne pensano gli italiani? C'è chi non sa dove prendere i soldi per la spesa, poi un conto è la chiusura in primavera e in estate, ma in inverno chiusi in casa coi riscaldamenti accesi, ma ci pensano che la gente è preoccupata anche su come pagare poi queste bollette? E quella vuole le elezioni, certo lei è gli altri stolti mica hanno problemi su come arrivare a fine mese, sono interessati a mettere le mani su tutti i soldi che forse arriveranno, avvoltoi sulla pelle delle italiani, sono stato eletti per governare, li paghiamo per questo, xsi li paghiamo noi italiani, lo facciano, grazie se le capita lo dica, sono pagati per governare tutti lo facciano

Da: Tiziana Francia

Lunedì 18 gennaio 2021 16:07:38 Per: Gianrico Carofiglio

[Tesi di laurea]

Gentilissimo Dr. Carofiglio,
Sono una studentessa di lettere moderne presso l'Università statale di Milano, sto scrivendo una tesi di linguistica italiana occupandomi del linguaggio narrativo contemporaneo. Tra i romanzi della mia ricerca sono presenti anche "La versione di Fenoglio" e "La misura del tempo". Non addentrandomi dei temi specifici della mia tesi, vorrei chiederle se potesse fornirmi qualche indicazione o esprimere una sua opinione riguardo allo stile e al linguaggio da Lei utilizzati nei due romanzi.
Probabilmente non è questa la sede più opportuna per porre tali domande, ma spero comunque in una Sua risposta.
Grazie e buon lavoro.
Arianna

Da: Arianna Ferioli

Lunedì 18 gennaio 2021 16:02:02 Per: Maria De Filippi

Gentile signora Maria.. le faccio naturalmente i miei complimenti per tutte le sue trasmissioni... ed inoltre esprimo tutta la mia solidarieta a Gemma.. che purtroppo spera di trovare questo benedetto grande amore!!! Speriamo sia piu fortunata la prossima volta!!! Cordiali saluti

Da: Olga Di Gregorio

Lunedì 18 gennaio 2021 15:55:26 Per: Matteo Renzi

Ma non avevi detto che andavi fuori dalle p... dopo il referendum ma dove vuoi arrivare prima o poi ti schianterai contro il muro

Da: Carmela

Lunedì 18 gennaio 2021 15:54:18 Per: Mario Giordano

[Pubblicità indecorosa]

Buongiorno, non riuscendo a comunicare con i responsabili della pubblicità di mediaset sono a chiedere loro di valutare con serietà (premetto che non sono una puritana, ma a tutto c'è un limite), prima di mettere in visione certi spot pubblicitari. mi riferisco a quelli di "nuvenia" che fanno proprio schifo (anche se nella vita avvengono determinati fatti, non è proprio il caso di metterli così in evidenza) e per di più molto spesso negli orari di pranzo. scusate ma confido mediante il vs. tramite di poter raggiungere i responsabili della pubblicità di detto gestore televisivo. grazie

Da: Raffaella

Lunedì 18 gennaio 2021 15:45:09 Per: Giuseppe Conte

Come al solito... parole, parole, parole e niente sostanza. Ancora una volta si è assistiti ad un discorso inconcludente fatto solo per cercare voti dai " responsabili " e basta. Ma nulla è cambiato e nulla cambierà. Io credo che un UOMO con un po' di dignità rassegni le dimissioni e lasci finalmente la parola agli Italiani che ormai sono stanchi di questo governo. Applausi? Ovvio, anche loro pur di mantenere la poltrona farebbero cose turche. CHE TRISTEZZA veder persone cosi. Andiamo al Voto che è meglio. Ripeto: GLI ITALIANI SONO STANCHI NON CE LA FANNO PIU', rivogliono la loro indipendenza e riprendersi quel futuro che questo governo gli ha tolto.

Da: Roby 2

Lunedì 18 gennaio 2021 15:36:05 Per: Flavio Insinna

[Critica]

Caro sig. Insinna, complimenti per la Sua eredità!
Le mando una piccola critica, di poco conto, un "neo" che però mi disturba: Lei conosce sicuramente il DALTONISMO; ne è affetto circa il 10% dei masch (! !) i, me compreso; orbene, questi soggetti hanno difficoltà a distinguere p. es il verde dall' arancione, colori che appaiono nelle domande - risposte fatte ai concorrenti. Sarebbe utile sostituirli, magari metterci un bel blu visibile da tutti.

Da: Raphael Insam

Lunedì 18 gennaio 2021 15:26:09 Per: Matteo Salvini

Buongiorno on Salvini,
Conte ha espletato il Suo compito in parlamento insomma in conclusione l’intervento dei Suoi parlamentari hanno ben fatto capire al paese che nessuno ha intenzione di tornare al voto ma solo tante chiacchiere lette su un foglietto alla mano e ripetute a cantilena monotono. Insomma hanno fatto capire bene che “tengono famiglia e tengono il mutuo “ quindi l’unica incombenza per i futuri giorni sarà quello di trovare soggetti votanti per l’interesse della “ poltrona “ dalle uova d’oro. Speriamo in un avvenire migliore con la consapevolezza che il Paese ha ormai i giorni contati. Alta velocità, aziende da riaprire, scuola all’avanguardia, posti di lavoro certi e una ripartenza dignitosa, rimangono solo una utopia per sognatori.
Speriamo in un cambiamento politico prima che il disastro sia completo!
Saluti

Da: Nadia