Ultimi commenti alle biografie - pagina 2152
Lunedì 5 ottobre 2020 11:58:35
Per: Ferzan Ozpetek
“COME UN RESPIRO” di Ferzan Ozpetec
Una narrazione in compagnia dei fantasmi del passato, facendo continuamente i conti con l’ ASSENZA di chi si ama che diventa a poco a poco un dolore insopportabile. Una visita inaspettata, un vero e proprio turbinio di emozioni, anche se all’inizio reticenti, che turba e mina l’equilibrio di una serena cena tra amici, in cui tutto sembra cadenzato attraverso apparenti certezze e abitudini ormai consolidate. L’empatia particolare di Elsa, una vecchia signora che in un certo senso torna alle proprie radici, riesce ad attirare tutti attraverso il turbamento del suo sguardo, mentre inizia a raccontare la sua storia. La vicenda ruota in realtà sul rapporto intenso e denso di sfaccettature dolorose che lega Elsa a sua sorella Adele, che affonda le sue radici nella loro solitudine e nella mancanza d’amore da parte della loro madre, severa e crudele in alcuni momenti: ”mia madre aveva escluso la gioia dalla sua vita e anche dalla nostra”. L’unica possibilità per loro, “vestite uguali”, ma profondamente diverse, era il darsi conforto e incontrarsi in un luogo segreto per sfuggire all’atmosfera tetra della loro casa. Avevano stretto un patto tra loro, quello di non separarsi mai e volersi bene. Divenute più grandi, avevano iniziato a partecipare a eventi mondani ed avevano fatto la conoscenza di Vittorio, che sconvolgerà per sempre le loro vite. Adele viene travolta dalla passione per quell’uomo che poi sposerà: “il cuore non mi apparteneva più” ed egli si rivela un amante premuroso, ma anche spietato, lei ne ha paura e non riesce a confidarsi con Elsa, perché “ella sarebbe stata capace di scorgere le luci ma anche le ombre del suo sentimento per Vittorio”.
Attraverso le lettere, che Elsa ha scritto a sua sorella Adele, ma che lei ha sempre rimandato indietro senza aprirle, si avverte il profondo travaglio interiore di Elsa, “ingenua sognatrice”, il cui desiderio più grande sarebbe incontrarla un’ultima volta. Lei si sente, come se non fosse stata del tutto presente a se stessa, pian piano sta cominciando una nuova esistenza che la porta a riflettere sui veri valori della vita, lei, che è consapevole del punto di non ritorno a cui può portare l’amore cieco. Tutto il suo passato le era caduto addosso, trasformato in un mucchio di macerie, mentre lei avverte una marea di forti emozioni che preme per uscire. Il suo cuore è pieno di dolore per la nostalgia di sua sorella: ”il tuo silenzio mi ferisce, ma non mi ferma”, il dolore della separazione le strazia l’anima, si rende conto che trovare il vero amore è una fortuna che avviene una sola volta nella vita ma spesso diventa una maledizione. Vittorio aveva tessuto intorno alle due donne una rete di menzogne e cattiverie, rendendole sue prede; Elsa era caduta nel suo sortilegio e accusa sua sorella di non essersi accorta di nulla; ricorda anche i particolari dell’incontro con sua sorella al bar, una trappola organizzata da lui. Elsa vuole dare una svolta alla sua vita, al passato che non smette di tormentarla, e, come ha fatto anni prima, quando sua madre l’aveva schiaffeggiata e lei era fuggita di nascosto da Viterbo e questa fuga l’aveva fatta rinascere, si reca ad Istanbul, una città dall’anima antichissima, ma dallo spirito moderno e decide di sentirsi libera di amare chi vuole e di ricordare senza rancore, perché la verità ha bisogno di tempo per essere svelata.
Dopo la terribile esperienza che vive con Vittorio e che lega e separa indissolubilmente le due sorelle, Elsa decide che “il mio destino sono io” e che non si lascerà più trascinare dagli eventi. Col passare degli anni, ha assunto la “maschera sorridente di una donna frivola”, fingendo che non sia successo nulla, come una strategia di fronte a qualcosa che non si può controllare. Si abbandona all’amore di Ender, che il senso di incertezza aveva reso più interessante e comincia ad acquistare gioielli, per ricoprire di luccichio la sua esistenza completamente buia.
Il racconto di Elsa non rivela tutti i particolari del dolore che ha riempito la sua anima, si guarda intorno e osserva quelle persone sconosciute che vivono ora nel luogo che ha segnato in modo funesto la sua esistenza. Tra gli altri c’è Giovanna, perfezionista in tutto, che vuole sempre mantenere il controllo sulla sua vita e non si accorge che suo marito sta cambiando, non vuole accettare una verità per ora nascosta. Di fronte alle domande incalzanti degli amici e alla riservatezza di Elsa, dichiara che “tutti hanno il diritto di custodire i propri segreti”.
Il turbamento che provano i quattro amici davanti alla morte improvvisa di Elsa, mentre erano intenti ad ascoltarla, quegli occhi vitrei che li fissavano senza più vederli, fa scaturire emozioni improvvise che non si possono più nascondere. Elsa non è morta nella cucina di un’estranea, ma è come se fosse tornata a casa, per lei “l’essenziale era trovarsi lì dove tutto era finito”. Poco tempo dopo giunge Adele, a cui Giovanna aveva telefonato, ma è troppo tardi.
La donna, sconvolta dalla notizia della morte della sorella, che non vedeva da tantissimi anni, rimane in silenzio. Avviene poi una sorta di “atto unico”: Adele comincia a raccontare, come se fosse una sorta di risposta inconsapevole alle parole della sorella, parlava dei suoi sentimenti per Vittorio, era come se ”sentisse gli specchi incrinarsi e i vetri andare in mille pezzi”, si era sentita umiliata, entrambe camminavano su uno strato sottile di ghiaccio che era sul punto di spezzarsi, ma l’affetto che le legava era più forte dell’amore malato per Vittorio. Avviene qualcosa di irreparabile: la sua improvvisa caduta nel vuoto diventa una nota di dolore spezzata, un grido soffocato che diventa una frattura, un punto fermo, da cui poi poter ricominciare, rinunciando ad essere “anime perse”. Il passato ha lasciato nella loro anima cicatrici profonde, ma significative sono le parole di Adele: ”La vita corre come un respiro e ci lascia la nostalgia per ciò che avremmo potuto fare e la consapevolezza di ciò che siamo diventate”.
Ilde Rampino
Da: Ilde Rampino
Lunedì 5 ottobre 2020 11:51:55
Per: Milena Gabanelli
Buongiorno,
Trovo molto opportuna la Sua attenzione per la Cina. Un colosso del genere, capace di influenzare industria, commercio e finanza, con metodi interni da dittatura poliziesca, ci deve preoccupare molto.
Grazie
Carlo Alberto Barbieri
Da: Carlo Alberto Barbieri
Lunedì 5 ottobre 2020 11:45:11
Per: Roberto Speranza
All’att. del Ministro della Salute
Roberto Speranza
Spett. sig. Ministro Speranza,
sono un comunissimo cittadino, senza “nome” né potere, solo uno di quelli che ha dato il voto a chi sta oggi al governo; uno di coloro che come unico potere di azione ha quello di votare e di pagare delle tasse che, fra le altre cose, mantengono la macchina del potere.
E, in quanto rappresentante di una fetta di quel potere, il Ministero della Salute, chiedo a Lei ragguagli in merito a ciò che sento dai notiziari, dalla sua voce, ossia che “l’utilizzo della mascherina è fondamentale, risolutivo”.
Ciò in merito allo studio della prossima proposta di legge o decreto, che è un’ulteriore limitazione della nostra libertà: quella di respirare; ossia, l’uso della mascherina anche per strada.
So che lo propone sulla scia di regioni che hanno già applicato questo criterio e, se questa legge assurda passerà, da cittadino ligio alle regole, non potrò che piegarmi e rispettarla come ho fatto nel corso di questo 2020.
Ma, sempre da cittadino di una cosiddetta democrazia in cui però vengono imposte delle cose che trovo assurde, dittatoriali se mancanti di adeguate spiegazioni con prove a supporto, chiedo: perché?
No, non creda in una mia profonda ignoranza e stupidità: so bene che la proposta riguarda la “nostra salute”.
No, lo chiedo perché, avendo molti amici medici, biologi e virologi che hanno gli speciali accessi internet ai siti delle più grandi università del pianeta, e hanno seguito e seguono l’andamento della pandemia (quando, addirittura, non sono attivamente coinvolti nella ricerca di laboratorio), ma soprattutto seguono la sperimentazione e gli studi sul virus, ciò che sembra proprio accertato da tutti (salvo i vostri “esperti”?) è che il virus NON SI PROPAGA PER VIA AEREA (non confondiamo “aereo” con “aerosol”: cose diverse su cui torno sotto).
Ora, da ciò derivano alcune riflessioni e ovvie domande:
1. I cosiddetti “esperti” vi hanno fornito ampia documentazione, suppongo. Prima di imporre l’assurda regola della mascherina in strada (o altre regole altrettanto assurde) in una democrazia non sarebbe opportuno fornire spiegazioni supportate da ampia e certa documentazione scientifica e non semplici dichiarazioni politiche?
2. Perché vede, Ministro, in caso contrario il governo sembra formato da un’accozzaglia di ignoranti ciechi alle ricerche più avanzate e, ciò che più preoccupa, è che oltre alla cecità l’imposizione di certe regole senza spiegazioni scientifiche dimostrate appare come una mossa dittatoriale volta a gettare fumo negli occhi e scaricarsi la coscienza: cosa che abbiamo già visto in atto in altre nazioni a noi vicine. Dire al cittadino (ossia, disinformarlo) che la mascherina è la panacea o, come lei ha dichiarato alle telecamere: “l’utilizzo della mascherina è fondamentale, risolutivo” non è solo falso, ma molto, molto pericoloso perché dà l’impressione di essere davvero risolutivo e dunque la gente corre il rischio di sentirsi al sicuro con l’inutile mascherina e veicolare il vero contagio che – gli scienziati lo hanno spiegato e dimostrato ampiamente – avviene via liquidi; ergo, le goccioline, contenenti i virus che poi vivono ore o giorni sui vari materiali; il vero contagio dunque avviene per contatto con superfici infette (sull’autobus, un muretto, il denaro, ecc.) e poi nel toccare delle mucose. Chi si sente al sicuro con l’inutile mascherina trascurerà il vero veicolo di contagio. Mossa molto pericolosa quella di dichiarare: “l’utilizzo della mascherina è fondamentale, risolutivo”, perché porterà a migliaia di contagi evitabili.
3. Perché vede, Ministro, credo ci sia molta confusione fra “aereo” (ossia diffusione nell’aria, come molti virus influenzali) e “aerosol”, che NON È AEREO; come lei ben saprà, “aerosol” è il nome tecnico della più piccola particella liquida; sempre liquido, dunque, che rimane in sospensione più a lungo, ma pur sempre sottoposto alla gravità e dunque destinata a cadere al suolo entro pochi minuti. Ora, in ogni caso, la mascherina è utile per ripararsi da tali particelle liquide, ma sarebbe del tutto inutile se il virus fosse davvero aereo (e i casi sarebbero milioni). Tra l’altro, l’aerosol viene soprattutto creato da macchine come i respiratori ospedalieri, ed è difficile per il corpo umano crearlo; le gocce di uno sternuto sono più grosse e pesanti.
Con questa mia le chiedo dunque, prima di imporre dittatorialmente una mascherina del tutto inutile all’aperto e quando non c’è gente (utile, utilissima contro gli schizzi di saliva negli assembramenti, code ecc., se non si mantiene il distanziamento), di voler cortesemente spiegare al pubblico – documentazione alla mano – come si propaga il virus e a cosa servono le mascherine, al di là del ripararci dalle goccioline o dal fornire un alibi ai governi che così possono dire di aver “agito per la salute pubblica”.
Distinti saluti da un cittadino, elettore, contribuente,
Maurizio Damiano
Da: Maurizio Damiano
Lunedì 5 ottobre 2020 11:34:22
Per: Emmanuel Macron
Buongiorno presidente macron le ho scritto più volte sul suo account instagram e non ho ricevuto nemmeno un cenno di risposta sto chiedendo un aiuto per il sig Marcel Nedelec di fatto abbandonato a se stesso da mesi in costa d avorio per una serie di tragiche circostanze più volte ha chiesto aiuto per rientrare in Francia all'ambasciata francese di abdjan ma non ha ricevuto nessun aiuto e tutto questo ha prodotto effetti devastanti sul fisico sullo spirito e anche sull'aspetto economico il sig. nedelec non ha nessuno che si possa occupare della sua casa e del suo lavoro io sono la sua fidanzata e lo ho aiutato come posso ma adesso non riesco più a farlo. Credo che sia vergognoso il modo in cui la Francia stia trattando un suo onesto cittadino la prego di rispondermi grazie
Da: Maria Luisa Caldarola
Lunedì 5 ottobre 2020 11:09:42
Per: Mario Giordano
Fuori dal coro ha per primo denunciato l'assurdo e costosissimo trasferimento di tonnellate di cartacce INPS nei siti più improbabili. Il tema è stato ripreso anche da altre trasmissioni, una critica corretta e opportuna ma non del tutto ben informata. Nessuno ha finora informato sull'inutilità di quelle carte. Crosetto, a Non è l'Arena ci è andato molto vicino, rilevando che ci sono, e non da oggi, strumenti idonei a digitalizzare ogni tipo di documento. Resta da vedere cosa val la pena di acquisire in archivi informatici. Per l'INPS praticamente nulla: dal 1974 sono state abolite le tessere con le famose "marchette" e da allora i contributi sono stati registrati su archivi elettronici. Tra fine anni '80 e inizio anni '90 tutti i contributi rilevabili su tessere o altri documenti cartacei sono stati microfilmati e trasferiti su archivi elettronici: le tessere che per legge dovevano essere custodite per 90 anni non servivano più a nulla se non per rarissimi, straordinari riscontri. Comunque persino chi lavorava appena prima del 1974, magari ancora quattordicenne, è ormai da tempo in pensione. Nessuno nel tempo si è preoccupato di chiedere un aggiornamento della legge che prescriveva 90 anni di custodia di quei documenti personali. Per le altre carte i tempi di invio al macero erano (e sono) molto più contenuti: di norma un massimo di dieci anni. Quando l'INPS funzionava meglio, l'economo della sede passava da tutti i capiufficio indicando il posto dove ammassare i documenti da far ritirare dalla ditta incaricata di portarli al macero. Un'ottima prassi da decenni dimenticata: meglio occupare locali, preferibilmente in costoso affitto, per custodire inutili cartacce. A parte l'irrazionale deposito, penso che anche negli enti assorbiti dall'INPS, le cose in scala più ridotta, funzionassero più o meno allo stesso modo. I dirigenti che guadagnano più del loro presidente avrebbero potuto e dovuto aiutare Tridico ad affrontare con miglior cognizione di causa il problema, L'ineffabile professorone a 5 stelle ha però aumentato il numero di alti dirigenti dopo aver cacciato via tutti quelli di non comprovata fede pentastellata. Per quel che se ne sa, ha curato l'AIDS per prendere il cancro. Al di là di queste maligne (ma non infondate) considerazioni, resta l'inoppugnabile verità per cui la principale attitudine di un bravo manager è quella di scegliersi i collaboratori più capaci e preparati, sapendo che in tutte le organizzazioni ciascuno tende a emergere al proprio livello di incompetenza. Certo se questo succede anche per chi è stato messo in testa al gruppo dal Giggino di turno...
Da: Francesco Signore
Lunedì 5 ottobre 2020 11:04:12
Per: Fabio Fazio
Buongiorno,
Ho visto la trasmissione di ieri. Sempre interessante.
L’unica pecca è la totale mancanza di spazio concesso a Filippa Lagerback. Anche quest’anno!
Ieri sera si è infilata tra le sue parole per riuscire a presentare (?) il disco di Bersani da lei già presentato.
Che senso ha? Non è una bella statuina, bensì una professionista.
Perché si ostina a riempire lo spazio della sua collaboratrice?
La invito a rivedere i momenti delle presentazioni...
Grazie e buon lavoro.
Da: Michaela Menestrina
Lunedì 5 ottobre 2020 10:27:58
Per: Giuseppe Conte
Buongiorno Presidente,
A fronte dei nuovi numeri dei contagi un po' di preoccupazione l abbiamo tutti. Ma c sono delle perplessità e delle considerazioni...
Si parla di evitare se possibile un Nuovo lockdown, si parla di stringere misure preventive, ma invece di controllare che tali misure siano rispettate (dal 25/5 non ho visto né saputo di alcun controllo) nel frattempo si chiudono o si pensa a chiudere la scuola e le attività sportive minori, in cui ragazzi e adolescenti passano ore SANE e lavorano duramente per i propri obiettivi scolastici o agonistici... Prevedendo per loro di nuovo ore infinite soli, a casa, sui cellulari o alla TV... alienati e manipolati dai social... ricordiamo che i contagi non arrivano dai luoghi dove i protocolli ci sono e vengono rispettati altrimenti c e l allontanamento del soggetto (nei contesti suindicati). Ma avvengono tra gruppi riuniti in casa, nelle feste, durante le serate fuori in cui i servizi al tg parlano di migliaia di persone accalcate senza mascherina, nei bus dove nonostante la promessa degli enti locali di rinforzare le corse, non hanno fatto altro che invece aumentare i posti totali permessi, qui a Pisa su un bus 61 tra seduti e in piedi... 61 persone anche con la mascherina portano virus!!! Per fortuna qui lo usano pochi x paura ma in altre città più grandi no..., E vengono da tutte quelle situazioni fuori controllo che il governo ben conosce ma fa finta di ignorare... Insomma cerchiamo di affrontare qs problema grosso, perché il covid questo è, con maggiore occhio al benessere reale, a 360 gradi, dei cittadini, tutti, e non valutando interessi economici, (vedi calcio) lotte di partito, o attività commerciali non indispensabili!!!
Grazie
Da: Eleonora
Lunedì 5 ottobre 2020 10:26:57
Per: Luca Zaia
Gentile Presidente,
volevo chiederLe come è possibile accedere agli aiuti della Regione per le famiglie monoparentali.
Forse con il mio isee dell'anno scorso non rientro nelle categorie, ma il problema grande sorge ora.
Sono una mamma single con un figlio adolescente, in cassa integrazione per la crisi causata dal Covid19, e lo stipendio super ridotto.
Ho sempre provveduto a tutto per la mia piccola famiglia, ma ora tolta la rata del mutuo, le bollette ed il minimo necessario per sopravvivere, non riesco spessissimo nemmeno più a fare la spesa.
Non so davvero più come fare.
Grazie se gentilmente mi risponderà.
Sara
Da: Sara
Lunedì 5 ottobre 2020 10:23:35
Per: Barbara Palombelli
Gentile Barbara, questo è l'ultimo messaggio che Le scrivo. Abbiamo inoltrato istanza al procuratore della Corte Penale Internazionale per verificare quello che sta accadendo in Italia; nel frattempo mi trasferisco in Svizzera dai miei cugini dove si vive NORMALMENTE. Zingaretti ha introdotto nel Lazio l'obbligo di mascherina all'aperto e si è beccato la mia querela per attentato alla salute individuale: ci sono persone con patologie cardiache non diagnosticate che indossando a lungo la mascherina rischiano, senza saperlo, di aggravare la propria situazione. Ora anche Conte minaccia un ulteriore giro di vite a livello nazionale. Eppure... eppure. Cosa ci dicono gli ultimi 3 report dell'ISS? I contagi aumentano, sì, ma decrescono i casi severi e la mortalità del covid si è praticamente azzerata. Da almeno 4 settimane tra i casi registrati solo lo 0, 8% è composto da casi critici! Che vergogna. Chi va in terapia intensiva e per quali patologie? In bocca al lupo, signora Palombelli, a lei e a tutti i suoi ospiti, e a tutti i giornalisti assoldati da questo regime assurdo che prima o poi verrà processato. Saluti.
Giada
Da: Giada Bigetti
Bruno Vespa
Giornalista italiano
Da: Guido Emanuele Galasso