Ultimi commenti alle biografie - pagina 3379

Martedì 24 marzo 2020 10:56:21 Per: Guido Bertolaso

Dottor Bertolaso buongiorno;
non mi prenda per pazzo su quanto Le scriverò: mi presento, sono un Ispettore della Polizia locale di Jesi in pensione.
Ho sofferto per tanto tempo con dei vermi nell'intestino e nessun medicinale li uccideva.
Un giorno un'amico mi ha portato del peperoncino, e mi è venuta l'idea di mangiarlo e tanto sui cibi.
Una settimana, e nel mio stomaco non esistevano più. Chissà se spargerlo in laboratorio sopra il virus se lo uccide? Non costa niente provare. Con tanta stima, Le porgo cordiali saluti. Franco.
P. S. E' tutto vero quello che Le stò dicendo.

Da: Franco

Martedì 24 marzo 2020 10:53:21 Per: Mario Giordano

Buongiorno dott. Giordano, vorrei porre alla sua attenzione il comunicato di Pax Christi dal titolo "Si ferma l’economia civile ma quella incivile continua a lavorare" in merito alla produzione di armamenti bellici, di cui non ne vedo l'utilità se non per esigenze di difesa. Ma in questo momento particolare in cui si sta chiedendo all'intero popolo italiano il sacrificio di rimanere a casa e di stoppare le produzioni non necessarie, ha senso che l'incivile industria delle armi continui la sua produzione? La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che vorrà prestare al messaggio e la saluto cordialmente. Giuseppe Balzano.

Da: Giuseppe Balzano

Martedì 24 marzo 2020 10:51:41 Per: Maurizio Landini

Caro Landini,
leggo oggi nella intervista de la Repubblica che: ''... si deve passare ad inserire le scelte del futuro in un sistema... ''
Sembrano le parole di Bill Gates quando nel 2015 tenne la conferenza sulla epidemia EBOLA e formulò proposte per fronteggiare una futura epidemia preparati. - https://www. youtube. com/watch? v=6Af6b_wyiwI - vale la pena ascoltare con le comode didascalie in italiano.
saluti ruggero morelli

Da: Ruggero Morelli

Martedì 24 marzo 2020 10:26:23 Per: Myrta Merlino

Buongiorno Myrta ho un dubbio e ti chiedo se puoi aiutarmi:
vorrei tornare a donare il sangue e a tal proposito il giorno 21 ho chiesto e ottenuto (tramite conferma della prenotazione tramite mail) di poterlo fare con l'Avis presso un ospedale di un comune diverso da quello in cui risiedo ma che è vicino alla zona in cui a metà aprile comincerò a lavorare e in cui sarò domiciliato. Quando ho prenotato la donazione sia sul sito dell'Avis che sul sito del Ministero della Salute le donazioni di sangue erano indicate come "stato di necessità" per i quali erano consentiti gli spostamenti. Con il nuovo decreto e il relativo nuovo modulo di autocertificazione lo "stato di necessità" non è motivo valido per spostarsi presso un comune diverso. Come devo comportarmi? Grazie

Da: Antonio Coriolano

Martedì 24 marzo 2020 10:24:28 Per: Lilli Gruber

Buon giorno, i dirigenti della sanità regionale che percepiscono mega stpendi, dove sono ora che c'è l'emergenza? C'è bisogno di un consulente esterno, vedi Bertolaso, per organizzare quanto servirebbe? Grazie

Da: Franco Castellani

Martedì 24 marzo 2020 10:20:44 Per: Matteo Salvini

Salve grande capitano sono un artigiano di Palermo artigiano falegname sono in scopetteranno in banca sopravvivevo oggi mi anno completamente distrutto sto chiuso in casa ma sono in condizioni di non poter fare neanche la spesa il governo dice che ci aiuta ma come ? Con la miseria che ci vogliono dare o l’affitto del negozio ora rischio dopo 30anni di affitto che mi manda lo sfratto sono costretto a impiccarmi dentro la mia falegnameria solo così risolvo i miei guai lo stato mi a distrutto e mi spinge al suicidio avranno quel che vogliono tanti saluti sei grande

Da: Giuseppe

Martedì 24 marzo 2020 10:18:31 Per: Massimo Giletti

Giletti sei bravissimo ma evita di invitare quel esaurito è volgare di Sgarbi in argomento come il Corona virus ciao

Da: Carmelo Occhipinti

Martedì 24 marzo 2020 10:16:44 Per: Mario Giordano

Caro Mario buongiorno,
volevo condividere con lei una mia personale riflessione circa il momento che stiamo vivendo, speranzoso che più persone possibile possano leggere il mio pensiero.
Con affetto.

Sono giorni, ormai settimane, che puntualmente, in uno strano e surreale tempismo con il tramonto, sento ripetere in continuazione, con parole vuote, fredde da far rabbrividire, che sono decedute un numero “X” di persone, morte “ anche per coronavirus”, quasi a giustificare quel decesso, a volerci forse convincere che la morte per loro era inevitabile, quasi scontata, a voler inspiegabilmente legittimare l’atto più atroce con cui un essere umano si trova, prima o poi, a dover fare i conti.
Ma è così scontata una morte? E’ così effimero il valore della vita di un essere umano? Può la vita di una donna, di un uomo, passare inosservata, veloce, tra le caselle di una tabella Excel, tra le colonne di un grafico a barre, tra le parole di un uomo che, forse si esausto, annuncia il suo bollettino di guerra quotidiano e, "caronte", traghetta queste anime verso il nulla eterno, accomunandole tutte a statistiche vuote, percentuali matematiche, curve di mortalità, dimenticandosi dell’uomo, della donna, della vita, quella che li accomuna davvero, spezzata all’improvviso, tra i reparti di un ospedale, che non è casa, non è famiglia.
Dentro queste bare, ci sono vite, ci sono nonni e nonne, ci sono padri e madri, ci sono persone, che quotidianamente lottavano come leoni per tenersi aggrappati alla vita, che ogni giorno, con immenso sacrificio e dedizione, cercavano di sopraffare la morte, reggendo l’urto del dolore, prendendolo di petto, quasi a dire che non era il momento, che era ancora tempo di esistere.
In queste bare ci sono vite che urlavano di voler vivere, che avevano imparato a convivere con il dolore, e, strenuamente, cercavano di combattere ogni giorno la battaglia di una guerra che magari li avrebbe visti vinti, magari vincitori.
In queste bare ci sono nonni, che seppur avanti con l’età, avrebbero preferito l’affetto dei propri cari che un letto di terapia intensiva, avrebbero preferito lottare ancora per quella vita, che con immensi sacrifici avevano reso più vita, combattendo ogni giorno per il benessere dei propri figli, dei propri nipoti. Nonni e nonne che resistevano allo “scalfirsi” del proprio tempo, all’amara solitudine che in questi giorni, purtroppo, stavano vivendo.
In queste bare ci sono uomini, donne, amici, conoscenti che hanno cercato di vincere per giorni una malattia invisibile ai loro occhi, senza aver avuto la possibilità di salutare chi avevano sentito solo qualche giorno prima al telefono, visto per l’ultima volta dal vetro di un'ambulanza che, veloce, si allontanava da casa.
In quelle bare ci sono medici, infermieri e tutti coloro che in questi giorni stanno combattendo, con invidiabile coraggio, audace determinazione, rara abnegazione, senza conoscere la stanchezza, la fatica, in una battaglia a tu per tu con la morte, quasi a ricordagli che “non è tempo”, che deve andar via da quelle corsie, che è ancora il momento di lottare, di sperare, di vivere.
In quelle bare ci siamo noi, e il nostro riscoperto amore per il "jogging", le passeggiate e i "pic-nic" a cui non possiamo fare a meno, c’è l’egoismo dei nostri giorni, l’assenza di senso civico e di amore per la vita, che rapida si smaterializza e corre via, in una triste notte di Marzo, sulla provinciale di Bergamo, deserta, nello straziante silenzio di uomini e donne che non ci sono più, genitori e nonni che non potremo più riabbracciare.
No, non sono solo statistiche vuote, percentuali matematiche, curve di mortalità. No, non sono solo "morti anche di Coronavirus”.
Gianmarco Lo Conte (Studente 23 anni, Ariano Irpino)

Da: Gianmarco Lo Conte

Martedì 24 marzo 2020 10:14:53 Per: Luca Zaia

Carissimo sig Zaia, grazie per tutto quello che sta facendo per il Veneto... Io sono di Jesolo... Disperata come tantissimi stagionali... Rispetto... Io sto a casa... Ma più avanti cosa succederà? Noi stagionali se non moriremo di corona virus moriremo di fame... La prego... Ci dia una mano quando può... La stimo è l'ammiro... Abbiamo bisogno di aiuto... Grazie di cuore...

Da: Lara

Martedì 24 marzo 2020 10:12:02 Per: Myrta Merlino

Sono un settantaseienne che da più mattine cerca di andare al Supermercato zonale per
prendere lo stretto necessario per vivere. Le code sono interminabili e non me la sento di
stare in coda per ore, perchè non ce la faccio. Ho provato con le consegne a casa ma
anche questo è difficilissimo.
Ritengo che il Governo, come ha già suggerito FONTANA in Lombardia definisca una
FASCIA ORARIA per noi oltre i 65 anni, in modo che se riusciamo ancora a gestirci si possa
approfittare di questa occasione. ANCHE QUESTO E IMPORTANTE PER LA NS SOPRAVVIVENZA.
GRAZIE

Da: Rosario Romeo