Ultimi commenti alle biografie - pagina 936
Sabato 26 giugno 2021 11:50:37
Per: Mara Venier
[Una sanzione assurda]
Cara Mara... buongiorno... Si potrebbe affrontare nell'ultima puntata l'argomento sull'uso del bonus docente?
È davvero assurdo essere sanzionati pesantemente (è successo a me e ad altri colleghi per lo stesso motivo), considerando quanto percepiamo per aver acquistato uno smartphone con il bonus... il cellulare ci è servito e ci serve per lavorare... lì riceviamo la posta relativa al lavoro... accediamo al registro e alle piattaforme di lavoro... usiamo l'hotspot a scuola quando non c'è connessione e succede... senza il nostro hotspot tanti bambini non avrebbero usufruito delle lezioni a distanza e non avremmo potuto accedere ad internet e al libro digitale per lavorare.
La legge mette in elenco il computer palmare.. ma che differenza c'è con lo smartphone?. .. c'è solo un pregiudizio e basta.
Abbiamo ricevuto una multa del triplo del costo dello smartphone... per me è stata di 840 euro per altri di più dipende dal costo dello smartphone, per quello che percepiamo cifre simili sono stratosferiche... se proprio pensavano che avevamo sbagliato potevano detrarre la cifra dal prossimo bonus senza mandarci la finanza a casa e senza metterci in grosse difficoltà...
Poi invece che darci il. contentino ogni anno perché non rinnovano il contratto fermo e obsoleto ormai da parecchio tempo???
Tutto aumenta e con gran velocità.. noi siamo sempre fermi... e ci multano pure...
Chi sta sulle poltrone... grazie alla gente che l'ha votato guarda le persone dall'alto forte della propria conquistata poltrona e delle cifre enormi che percepisce rispetto a un comune mortale... È una situazione surreale..
Vorrei tanto se ne parlasse... Grazie
Da: Carmela Castronovo
Sabato 26 giugno 2021 11:40:07
Per: Lilli Gruber
Il Diavolo si traveste di luce
Siamo assuefatti da un mangime cerebrale come negli allevamenti intensivi
Così questa finta libertà e forzosa lotta per i diritti sociali e' una porta come una voragine in cui cadere e ci apprendiamo ad attraversare e che ci porterà a una schiavitù delle menti
se non saprà una buona parte della società essere critica senza farsi trasportare solo dagli idealismi e dalle emotività, denigrando la ragionevolezza, se non troveremo di più forte del solo slogan, beh
allora ci troveremo tutti schiavi e quando sarà palesato la trappola
purtroppo saremo come pesci che hanno abboccato
non sono pessimista, ma credo che la storia si ripete
di cosa sto parlando vi domanderete, un po' confuso lo sono altrimenti non starei qui ascriverle
Penso al paese dove vivo, l'Italia
abbiamo bisigno di guardarci in faccia e consapevoli che abbiamo bisogno l uno dell altro
Abbiamo bisogno come non mai di guardare in faccia l avversario più odioso, il nostro nemico, chi ci disgusta consapevoli che senza unire le forze e gli intenti saremo persi in un una realtà troppo grande e potente e pericolosa per il nostro futuro
ci sentiamo unici portatori di verità o indifferenti o portati a odiare falsi o veri nemici del. nostro piccolo mondo quando il vero pericolo lo stiamo foraggiando noi stessi, magari spesso in buona fede
ma chi è il nemico?
Non lo so, ma so che si sta manifestando nella divisione profonda nella società, si sta manifestando nell ambiguità e nell incertezza quotidiana
Una casa va costruita mettendo le fondamenta su un terreno forte,
invece si esalta la liquidità
il lavoro é incerto, le risorse sono incerte, la natura stessa non regge nemmeno essa più allo stress a cui la piniamo, non abbiamo valori e ideali forti comuni che ci stringono nei momenti più incerti l uno all altro
Dott. ssa Gruber, questa ITALIA ha bisogno di un grande obbiettivo dove tutti si sentano chiamati a partecipare, e quando dico tutti, dico tutti e spalla a spalla anche con chi ci fa venire i conati di vomito oggi
Può continuare esserci cmq diversità, anzi é nella natura delle cose, lo dimostra il DDL Zan
Ma come si fa a portare avanti il valore che é comunque contenuto nel contenitore un po' divisorio del DDL Zan
e poi non renderlo a simbolo di tutte le divisioni?
Non so se sono stato capace di esprimere nella sintesi del titolo e se ho toccato una sua corda di riflessione
Almeno ho provato
Anche se non sono un suo simpatizzante sono uno dei milioni di italiani che la segue e che riconosce il lei autorevolezza da ogni parte riconosciuta
Quello che manca però in tutto il panorama dell informazione in Italia è la consapevolezza che divisi così profondamente andremo di nuovo a sbattere forte, forte come poi é stato comunque miracoloso poi riprenderci dopo il ventennio e la guerra
Cordiali Saluti
Massimiliano Gigli
Da: Massimiliano
Sabato 26 giugno 2021 11:28:23
Per: Corrado Augias
Mi chiamo Ilaria Rizzini, e da venticinque anni - di cui gli ultimi venti presso il Liceo classico “Ugo Foscolo” di Pavia - sono docente di Materie letterarie, Latino e Greco. Scrivo quanto segue, però, non come rappresentante di uno specifico indirizzo di studi, quello classico, né come membro di uno specifico corpo, quello docente, ma come persona sinceramente preoccupata per la china da anni imboccata dalla scuola italiana (e quindi dalla società che la esprime e incorpora), e a cui la pandemia sembra avere impresso una forte accelerazione.
Ciò che mi ha spinto a rompere gli indugi (dopo anni di malumori covati nei corridoi e nei gruppi più o meno ristretti di colleghi e amici, di ministro in ministro, di riforma in riforma) sono state le recenti dichiarazioni del Professor Patrizio Bianchi circa la possibilità di mettere a regime l’attuale formula dell’Esame di Stato, che non prevede prove scritte e si incentra sulla discussione di un elaborato prodotto dal candidato e sulla progettazione, da parte sua, di un percorso multidisciplinare a partire da “materiali” che la commissione gli sottopone.
Tale soluzione era stata pensata in una situazione di emergenza - correva il disgraziato anno scolastico 2019/2020, e tutti noi muovevamo i primi, incerti passi nel mondo della didattica a distanza - e presentata proprio come la risposta urgente e temporanea a una situazione imprevista e imprevedibile. Urgente, appunto, e temporanea, come tutto ciò che viene abborracciato per tamponare una falla, in attesa di tempi migliori e di soluzioni più meditate ed efficaci. Mi preme sottolineare che le dichiarazioni del Ministro hanno rappresentato per me la ben nota goccia che fa traboccare un vaso già colmo: voglio dire che, con questa mia, non intendo intraprendere una crociata in difesa dell’Esame di Stato in sé, né delle prove scritte in sé, ma ragionare su ciò che la definitiva abolizione di esse sottenderebbe e implicherebbe nell’ottica più generale della deriva e dello scadimento di qualità del sistema scolastico nazionale.
Il Ministro ha infatti sostenuto che produrre un elaborato in lingua italiana (usare il termine “tema” fa incorrere ormai in peccato mortale, ma mi piace ricordare l’etimo della parola: deverbativo dal greco τιθέναι, “porre”, il sostantivo denota semplicemente un argomento posto all’attenzione di qualcuno chiamato a svilupparlo) sulla base di una traccia tra le varie proposte, e tradurre e commentare un brano dal Greco o dal Latino, o svolgere un elaborato di Matematica, o risolvere un problema di Economia aziendale, o di Estimo, o di Progettazione, o di qualsivoglia disciplina tradizionalmente oggetto della cosiddetta seconda prova… sia qualcosa che a lui ricorda tanto “un esame lotteria”, a fronte della meditata messa a punto di un elaborato il cui argomento viene assegnato al candidato un mese prima della data fissata per la consegna.
Tralascio il fatto che, dato che le tracce per la Prima e la Seconda prova erano stilate da un’apposita Commissione ministeriale, esse stesse avrebbero dovuto essere frutto di meditazione ragionata, e non certo di improvvisazione casuale; spiace quindi apprendere che anni e anni di esami di Stato (ex esami di Maturità, perché, si sa, cambiare le etichette è più semplice che innovare i contenuti, et nomina [non] sunt consequentia rerum) siano stati condotti all’insegna del caso, e non del tentativo di calibrare accurati strumenti di misurazione delle conoscenze, delle capacità e, da ultimo, delle competenze dei candidati.
Tralascio altresì il fatto che, come io stessa ho avuto modo di constatare, da quando esiste l’elaborato “argomentato e meditato”, sia esso di Greco o di Pedagogia, esiste anche un fiorente mercato di elaborati svolti da qualcuno che non è il candidato, ma di cui costui si attribuisce la paternità. Tuttavia, non è questa la sede per polemizzare su simili “quisquilie”. Del resto, nel corso di questo secondo, infelice anno di DaD mi è stato detto più volte che infuriarmi perché gli studenti copiavano durante le verifiche a distanza era stupido e anche un po’ infantile, dato che la pratica della copiatura appartiene fisiologicamente alla scuola e al “gioco delle parti” studente/docente, a maggior ragione in un periodo in cui i ragazzi pativano le conseguenze psicologiche del confinamento e della ridotta socialità. Benché mi sia sforzata, ammetto i miei limiti: ancora adesso non sono riuscita a cogliere il rapporto di causa-effetto tra la depressione indotta dalla pandemia e l’incremento delle copiature; lungi dall’avermi resa più indulgente, tutto ciò mi ha invece permesso di capire che l’Educazione civica, da poco assurta ai fasti di materia curricolare, deve essere anch’essa praticata a livello di pura speculazione, perché richiederne l’applicazione ai comportamenti quotidiani è ormai mera espressione di passatismo: come sempre, l’importante è saperlo.
Ma, appunto, lasciamo perdere questi risvolti di piccolo cabotaggio. Torniamo ai massimi sistemi: il Ministro sostiene che chiedere a uno studente che si accinge a chiudere un quinquennio di scuola superiore e, spesso, a iscriversi a una facoltà universitaria, di esprimere il proprio pensiero in lingua italiana su una traccia da lui scelta, e dimostrare di avere acquisito le competenze base del proprio corso di studi, sia equiparabile a una “lotteria”. Quindi, pensare, e poi esprimere il proprio pensiero sarebbero operazioni affidate al capriccio della sorte, come l’estrazione del biglietto vincente alla pesca dell’oratorio. Quindi, affrontare un problema applicando metodi e strumenti acquisiti, e scegliendo tra essi i più adatti allo scopo, risponderebbe al principio del caso, come risultare il vincitore del primo premio di una riffa di quartiere. Allora io mi chiedo: se tutto è così indegnamente casuale, perché si dovrebbe continuare a sottoporre gli studenti a verifiche scritte e orali di cui ignorino in anticipo i quesiti? Perché dare loro un brano da tradurre a prima vista? Perché non inviare loro il testo di ogni prova in anticipo, in maniera che la “lotteria” si trasformi in “articolazione di un pensiero complesso”, con tutto il tempo per compiere quest’operazione a casa propria? Siffatto modello sarà poi da esportare anche in sede universitaria, dove a tutt’oggi gli esami sono mere “lotterie”, dato che non mi risulta che ai candidati vengano forniti in anticipo i quesiti a cui rispondere e le tracce da sviluppare (o, almeno, che ciò, qualora accada, sia ritenuto lecito).
L’attuale Esame ha poi formalmente abolito le domande: al candidato non si può chiedere nulla; con lui si deve “discutere”; non lo si può “interrogare”: con lui si “interloquisce”. Per evitare di scadere nel nozionismo, il cuore pulsante del colloquio è costituito appunto da un excursus pluridisciplinare che il candidato costruisce estemporaneamente sulla base di “materiali” forniti dalla Commissione. Così egli potrà mostrare davvero quali competenze abbia acquisito nel corso del quinquennio di scuola superiore.
Tralascio il fatto che “estemporaneamente” è una mera ipotesi di lavoro, o, meglio, talvolta solo una pia illusione. Ho potuto personalmente constatare che parecchie commissioni abbinano i suddetti “materiali” ai candidati in anticipo sulla prova, e gli abbinamenti vengono comunicati agli stessi da solerti commissari che vogliono il bene dei loro studenti più di quanto, evidentemente, io e altri come me vogliamo quello dei nostri: del resto, italico more, “fatta la legge trovato l’inganno”, perché sì, la normativa impone che tale procedura venga operata ogni mattina, immediatamente prima che i candidati varchino la soglia dell’aula dove si svolgerà il colloquio, ma spesso ciò non accade (e vale lo stesso discorso a proposito del testo noto di letteratura italiana la cui analisi costituisce la seconda parte del colloquio: ho visto candidati che cominciavano a parlarne prima ancora che il docente proiettasse il passo sulla Lim).
Tralascio altresì il fatto che l’individuazione dei “materiali” è un’operazione dagli esiti davvero “a lotteria”, dato che ho personalmente constatato che ogni commissione interpreta la cosa a modo suo, e davvero “commissione che vai, materiali che trovi” (fotografie di luoghi, di opere d’arte, di personaggi storici, di perfetti sconosciuti, citazioni estrapolate da qualsivoglia contesto, formule matematiche, figure geometriche…).
Ma non posso tralasciare il fatto che, sottoposto al candidato il suddetto materiale, a costui sia richiesto di creare collegamenti pluridisciplinari che, nella migliore delle ipotesi, funzionano per due/tre materie, per poi aggrapparsi all’esile omografia (Resistenza: fenomeno storico, ma anche parte del circuito elettrico…) o alla mera analogia (il simbolo dell’infinito: da Leopardi alla geografia astronomica il passo è breve). Quindi, la capacità di esprimersi e di ragionare, che un elaborato di Italiano o un compito di Matematica non possono sondare, può veramente emergere da labili collegamenti spesso davvero mortificanti (per chi è costretto a produrli, oltre che per chi è tenuto ad ascoltarli) ? Tale procedura, detto per inciso, favorisce i candidati più disinvolti, non necessariamente quelli che hanno studiato di più o con più fatica, e che magari hanno penato per costruirsi da zero un vocabolario o un bagaglio di conoscenze. Quelli che, magari, a casa non hanno libri, che durante la didattica a distanza si sono contesi il computer con i fratelli, o i cui genitori non possono permettersi di far fare loro quelle esperienze che il “curriculum dello studente” può, vivaddio!, valorizzare come si deve.
Vorrei dunque chiedere che tipo di progetto educativo e formativo sia invitata a proporre una scuola il cui esame finale potrebbe permanentemente escludere lo svolgimento di prove scritte, dato che, per citare un vecchio adagio, verba volant, scripta manent, e la forma scritta del pensiero è sì suscettibile di meditazione e di lenta, accurata messa a punto, mentre nessun collegamento improvvisato tra il simbolo dell’infinito e Leopardi varrà mai una scaletta ragionata e pazientemente sviluppata, con attenzione alla sintassi, alla coesione formale, alla coerenza logica e, perché no, all’ortografia. Una scuola che sottopone a verifiche scritte i propri studenti per cinque anni, perché, per esempio, ciò che emerge dalla versione in Italiano di un passo non noto non sarà mai equivalente alla ripetizione mnemonica di una traduzione fatta da altri, ma che rinuncia poi a misurare le competenze faticosamente acquisite proprio in sede di bilancio del percorso concluso. Una scuola che si astiene dall’”interrogare” e “dialoga” con gli studenti, come se fare domande fosse un’operazione vergognosa e reazionaria, e l’acquisizione della conoscenza non fosse un processo faticoso e paziente (e non tra pari) che solo un accertamento rigoroso della stessa può valutare, e che solo uno studio anche di dati e date (quindi, anche mnemonico, oltre che, ovviamente, ragionato) può fornire.
Vorrei anche chiedere che tipo di società sia quella coerente con tale idea di scuola: parliamo volentieri di “merito”, di “competenza”, di “qualità”, di “serietà”, di “valori”, di “diritti”. Ma tra essi figura, appunto, quello a un’istruzione (di qualità), il cui contraltare è il dovere di studiare (per gli allievi), e di verificare seriamente quanto da essi appreso (per i docenti). Per questo credo che la dignità formale dell’Esame – che va sicuramente ripensato, ma non mutilandolo di una sua parte essenziale – sia il riflesso di quella, sostanziale, del progetto formativo che trova in esso il suo coronamento: se giocare al ribasso, con formule semplificatorie, non è mai auspicabile, presentare tale semplificazione come una miglioria e una scelta di qualità può riuscire perfino mortificante per chi nella scuola lavora, ma anche per chi, in generale, alla scuola affida i propri figli, o comunque nella scuola crede, e, a mio modesto parere, dovrebbe esserlo anche per chi frequenta la scuola da discente.
Il Ministro, però, ha dichiarato che dagli studenti sta ottenendo “riscontri positivi” circa l’attuale formula di Esame di Stato: nel rallegrarmene per lui, faccio sommessamente presente che, tuttavia, sarebbe corretto chieder un parere al proposito anche agli insegnanti, essi pure attori della scuola, anche se, evidentemente, trascurabili rispetto ai loro allievi.
Ilaria Rizzini
Pavia
htt p: //ch ng. it/W52 H6 Pp6
Da: Ilaria Rizzini
Sabato 26 giugno 2021 11:07:16
Per: Mario Draghi
Buongiorno,
volevo segnalare che non mi pare giusto che, chi non si è vaccinato, possa togliere la mascherina.
Questo sia perché si dà la possibilità alle varianti di circolare sia perché questi soggetti possono essere positivi asintomatici ed infettare chi si è vaccinato... È stata data loro la possibilità di vaccinarsi e non l'hanno fatto e, con la loro "libertà", già hanno inficiato la nostra di non ammalarci... Ci hanno obnubilato il cervello con le loro teorie... Perfetto, adoro la democrazia! Ora mi pare il caso che si prendano le loro responsabilità e che ci rispettino come noi abbiamo rispettato le loro scelte: "Dei diritti e dei doveri"
Da: Patrizia Fontana
Sabato 26 giugno 2021 10:35:37
Per: Diego Della Valle
[Borgoticino 13 agosto 1944]
Grazie per aver ridato splendore al Colosseo.
Vorrei esprimere un desiderio: Un piccolo paese del Piemonte BORGOTICINO vittima di una strage nazifascista 13 agosto 1944, non è più risorto dopo quel terribile giorno. La piazza dell'eccidio dovrebbe avere nuova vita con una fontana, una ristrotturazione di un edificio destinato a bibblioteca, ma fallito. Ho pensato a Lei Diego Della Valle, mi aiuti, sono la nipote di uno dei 12 rigazzi fucilati quel tragico giorno. La storia la trova in Internet, Abbiamo celebrato il processo a Verona. con ergastolo all'ultimo comandante in vita. Concluso il 17 ottobre 2012. Grazie. cordiali saluti Giovanna Gazzetta Negri 338 -------
Da: Giovanna Gazzetta
Sabato 26 giugno 2021 10:12:22
Per: Giuseppe Conte
La stimo e apprezzo per la Sua intelligenza, pacatezza e professionalità nonché per la Sua innata umiltà. Avrei tanto piacere apprendere da parte Sua il Suo ufficiale distacco dall'ex comico. Grazie
Da: Umberto
Sabato 26 giugno 2021 09:51:19
Per: Enrico Mentana
Gent. mo dott. Mentana,
La variante Delta del coronavirus sta aumentando nel nostro Paese soprattutto a carico di giovani di età inferiore ai 30 anni che probabilmente si frequentano molto di più per l'adozione delle zone bianche e che hanno ricevuto nella stragrande maggioranza solamente la prima vaccinazione con Vaccino mRNA che assolutamente non difende dall'infezione.
La somministrazione prima dell'avvento della variante Delta, contrariamente a quanto previsto dalle prescrizioni che prevedevano per Pfizer 3 settimane e Moderna 4 settimane, è stata posticipata da AIFA a 5 settimane per il primo e non so a quante per il secondo.
Ritengo opportuno, in questo momento, compatibilmente con la disponibilità di vaccini, rispettare la tempistica della seconda dose prevista in origine per questi vaccini per arginare la diffusione della variante Delta.
Saluti.
Michele Sicolo
Da: Michele Sicolo
Venerdì 25 giugno 2021 18:53:29
Per: Lilli Gruber
Leggo un commento del sig. Linari che sciorina complimenti personali e professionali per la sig. ra Gruber, libero di farlo per carità, credo però che conti anche la marea di critiche sulla conduzione del programma, o forse i critici sono davvero tutti idioti, polli, immaturi come lui sostiene ? Probabilmente è legittima opinione di un presuntuoso, o in alternativa, di una vittima del fascino della conduttrice, di un dipendente dell'editore o di un percettore del R. d. C., chissà ? Ma arrivo a quanto volevo commentare sull'ultima presenza del prof. Letta nel programma (20 c. m.), quella dove rimprovera i calciatori che si sottraggono alle recite ipocrite del politicamente corretto. L’impressione è che non ci siano più dubbi su quale sia l’Italia voluta dall’attuale segretario del Partito Democratico: un Paese di italo-africani dove i più fragili tra i primi saranno presto succubi, senza se e senza ma, della prepotenza di molti tra i secondi. Razzismo ? nossignori ! presa d’atto di ciò che sta succedendo nella realtà, quella realtà che purtroppo sfugge (anche) al prof. Letta che ahinoi, nemmeno passa nei quartieri vicini alle stazioni, in quelli degradati, non si informa di quanto quotidianamente riportano le cronache locali, ignora la percentuale di stranieri presenti nelle nostre carceri, etc. etc. E non è affatto necessario esseri fans di destra per rendersene conto !
Da: Un Telespettatore Saltuario
Venerdì 25 giugno 2021 18:53:25
Per: Roberto Baggio
Ciao roby sono di thiene ho 51 anni vorre avvicinarmi al buddismo mi puoi dare una mano in questo senso? Ti ringrazio ciao roby
Da: Giusy
Mara Venier
Attrice e conduttrice tv italiana
Da: Chiara Martorana