Frederick Douglass
Biografia • Colori ed orazioni
La lunga e tristissima vicenda dello schiavismo americano, durata quasi quattro secoli, è costellata di uomini che hanno dedicato la propria vita alla battaglia per la conquista della libertà. Iniziata nei primi del 1500, si è protratta fino al 1863, anno in cui il presidente Lincoln emancipa gli schiavi e, subito dopo, ottiene che la Costituzione americana abolisca formalmente la schiavitù. Fra gli strenui combattenti per la causa abolizionista Frederick Douglass ha avuto un ruolo di primissimo piano, assurgendo a leader del movimento e giungendo ad essere consulente dello stesso presidente Lincoln.
Nato in un misero tugurio nei pressi di Easton, capoluogo della contea di Talbot, in Maryland, il 14 febbraio 1818 (la data è presunta), dopo qualche settimana Frederick Augustus Washington Bailey viene affidato ai nonni. Ad appena sei anni la nonna lo accompagna nelle piantagioni del suo padrone e, senza alcun preavviso, ivi lo abbandona, procurandogli un trauma che lo accompagnerà per tutta a vita.
Due anni dopo è affidato, ovviamente come schiavo, ad un certo Hugh Auld, a Baltimora. Qui entra nelle grazie di Sophia, moglie di Hugh, donna molto religiosa che suole leggere la Bibbia ad alta voce ed il piccolo Frederick l'ascolta affascinato, fino a chiederle di insegnargli a leggere. La donna lo accontenta volentieri e presto si notano i progressi nell'apprendimento del ragazzo, ma quando Sophie racconta con soddisfazione al marito quanto sta accadendo, questi va in collera perché, urla, "istruire gli schiavi vuol dire aprir loro la mente all'idea malsana della libertà".
Ma Hugh non si rende conto che proprio con la sua sfuriata illumina la mente del ragazzo che per la prima volta acquista piena coscienza della condizione di schiavo e della sua profonda ingiustizia. Non potendo più beneficiare delle lezioni di Sophia, Frederick completerà il proprio apprendimento "rubando" nozioni ai ragazzini bianchi ed a chiunque sappia leggere e scrivere. Finalmente, a circa dodici anni, acquista un testo scolastico, "The Orator Colombiana", e comprende quanto formidabile sia la capacità di esprimersi, tanto oralmente quanto per iscritto, per educare le coscienze. Intanto la sua vita scorre in condizioni miserrime.
A quindici anni Hugh, che lo considera alquanto irrequieto, lo cede ad un contadino, Covey, noto "slavebreaker" (una sorta di "domatore" di schiavi) che prende a maltrattarlo e picchiarlo; ma il ragazzo reagisce ed ha il sopravvento sull'uomo che, da quel momento, inizia a trattarlo con un certo rispetto, pur rimanendo egli uno schiavo. Tre anni dopo si ritrova nuovamente a Baltimora, presso gli Auld, ma all'età di venti anni corona il suo sogno riuscendo finalmente, dopo alcuni tentativi falliti negli anni precedenti, a fuggire dalla schiavitù sotto le false spoglie di un marinaio.
Ad incoraggiarlo ed aiutarlo nella fuga c'è Anna Murley, una ragazza nera libera che lo accompagna nell'avventura; undici giorni dopo, il 15 settembre 1838, i due si sposano stabilendosi a New Bedford, in Massachusetts, dove adottano il cognome Douglass.
Qui Frederick inizia a frequentare gli ambienti abolizionisti, partecipando a riunioni e convention e divenendo ammiratore del grande giornalista William Lloyd Garrison, prima attraverso le pagine del suo giornale, il "Liberator", e poi seguendo i suoi discorsi in ogni occasione utile. Invitato a raccontare la sua storia, in una delle tante riunioni alle quali partecipa, diviene un conferenziere ambito, apprezzato dallo stesso Garrison sul suo giornale.
Nel 1841 tiene il suo primo discorso alla Società Antischiavista del Massachusetts, che lo chiama per un ciclo di conferenze della durata di tre anni. Da questo momento inizia a parlare sempre più spesso in pubblico trasformandosi in un grande oratore, uno dei primi fra i neri d'America, e fonda il suo giornale, "La Stella del Nord". Con la pubblicazione della prima autobiografia, nel 1845, la sua notorietà dilaga oltre i confini d'America invadendo l'Europa, dove egli si reca restandovi due anni tra Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Lo scoppio della guerra di secessione americana, dal 1861 al 1865, causata proprio dalla questione degli schiavi, lo vede caldeggiare apertamente l'arruolamento dei neri nell'esercito fino a quando, nel gennaio 1863, Lincoln procede alla promulgazione del Proclama di Emancipazione, accolto con tripudio e grande commozione dal popolo di colore americano.
Nel successivo mese di luglio Douglass ottiene di essere ricevuto dal presidente, alla Casa Bianca, con il quale lamenta la disparità di trattamento riservato ai neri nell'esercito; anche questa volta Lincoln accoglie le sue indicazioni adottando provvedimenti molto severi a tutela della pari dignità dei soldati neri. A quell'incontro ne seguiranno molti altri.
Dopo la morte di Lincoln, Douglass ricopre vari incarichi diplomatici, giungendo fino alla candidatura alla vice-presidenza degli Stati Uniti. L'improvvisa morte di sua moglie Anna, il 4 agosto 1862, lo getta in uno stato di prostrazione che si protrae per circa un anno; quando si riprende Frederick decide di sposarsi nuovamente, ed il 24 gennaio 1884 convola a nozze con Helen Pitts, un'insegnante bianca, ventenne, sua vicina di casa.
Frederick Douglass si spegne improvvisamente a Washington, il 20 febbraio 1895, all'età di 77 anni.
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