Paolina Bonaparte
Biografia • Vivere i doveri
Paolina Bonaparte nasce ad Ajaccio (Francia) il 20 ottobre del 1780. La famiglia ne fa la figlia prediletta a causa della sua bellezza e della sua grazia, evidenti sin da quando è semplicemente una bambina. Paolina, il cui vero nome è in realtà Maria Paola, cresce così viziata e capricciosa, anche se lo stesso Napoleone, nel sottolineare questi difetti, ne nota contemporaneamente la tenacia e la forza nei momenti più difficili.
Paolina nasce in un periodo piuttosto turbolento per l'isola, vessata dalle lotte clandestine tra autonomisti e realisti. Nel 1793 alcuni patrioti corsi appiccano il fuoco alla residenza dei Bonaparte che sono costretti a rifugiarsi a Marsiglia, dove la famiglia arriva grazie all'appoggio di Napoleone.
Il rapporto tra i due è molto stretto al punto che Paolina accetta che il fratello le imponga di interrompere la sua relazione con il deputato della Convenzione Stanilas Fréron, di cui lei si dichiara perdutamente innamorata, anche dopo aver scoperto che l'uomo è già sposato e con tre figli. Napoleone le organizza così il matrimonio con un suo generale: Victor Emanuel Leclerc.
Ella segue il marito in tutti gli spostamenti lavoratovi: da Milano a Parigi, fino a Santo Domingo, dove l'uomo muore di colera nel 1802. Paolina torna a Parigi insieme al figlio avuto nel 1797 dal marito, il piccolo Dermide. È sinceramente dispiaciuta per la morte del marito, ma allo stesso tempo comincia a covare una profonda inquietudine e insofferenza per le limitazioni imposte dalla vedovanza.
Grazie ad un complotto politico, ordito tra gli altri anche dal fratello Giuseppe, sposa il principe Camillo Borghese. Il matrimonio avviene con un rito segreto che fa infuriare Napoleone, in quanto avvenuto prima del termine del normale periodo di vedovanza. Egli, però, approva le nozze e raccomanda alla sorella di essere matura e giudiziosa.
Paolina, siamo nel 1803, segue il marito a Roma. Ma la vita della capitale non la rende felice. Scopre quasi subito che dietro l'apparente sfarzo della nobiltà romana si nasconde un forte perbenismo e uno stile di vita scandito da innumerevoli impegni religiosi. Più volte tenta di ritornare in Francia, chiedendo il permesso al fratello, che glielo nega sempre. Pur dando vita a queste lotte familiari intestine, Paolina tenta di fare il suo dovere e durante l'incoronazione imperiale sostiene bene la sua parte di membro della famiglia Bonaparte.
Dopo l'incoronazione segue il marito nominato governatore dei dipartimenti transalpini e si trasferisce a Torino nel 1808. La città però non le piace, Paolina la trova eccessivamente bigotta. Allo stesso tempo diventa sempre più insofferente nei confronti del legame matrimoniale al punto da partire in maniera definitiva dall'Italia. Da questo momento vivrà fra la sua casa di Neully vicino Parigi e Nizza.
Nonostante abbia dei titoli politici come quello ricevuto nel 1806 di Duchessa di Guastalla, è poco interessata alla vita politica del suo tempo. A differenza delle sue due sorelle che invece entrano a pieno titolo nella vita politica dell'epoca, Paolina ne rimane defilata. Se mai in lei c'è stato un desiderio di imporsi, ha riguardato unicamente questioni femminili e galanti.
Grazie alla statua scolpita da Canova, che la ritrae come una Venere vincitrice, si consolida sempre più la sua fama di donna galante. Contrariamente alla prassi dell'epoca, posa nuda per il grande scultore e a chi le chiede, forse con intento canzonatorio, come sia andata l'esperienza, lei risponde: "tutto bene, l'ambiente era ben riscaldato".
La sua sfrontatezza fa in modo che l'elenco degli uomini che le sono stati a fianco si allunghi sempre più. Tra questi ci sono il conte di Fourbin, il musicista Blangini, l'ufficiale Jules de Canouville e il grandissimo attore francese Talma.
A dispetto della sua fama di frivolezza, Paolina sfodera una enorme forza e caparbietà nello schierarsi accanto al fratello nei momenti di difficoltà: condivide, infatti, con l'amato Napoleone l'esilio sull'isola d'Elba, tenta persino di raggiungerlo a Sant'Elena e lo aiuterà sempre sia da un punto di vista morale che materiale.
Purtroppo la sua situazione peggiora, anche a causa di una salute sempre più cagionevole. Paolina tenta così di riavvicinarsi al marito che inizialmente la rifiuta, ma poi grazie anche alla mediazione dei cardinali Albani e Consalvi, le permette di vivere a Villa Sciarra, ribattezzata villa Paolina.
Intervalla il suo soggiorno romano con periodi di cura in Toscana, ai bagni di Lucca e Pisa, dove l'accompagna l'ultimo dei suoi amanti: il musicista Giovanni Pacini. Nel 1824 supplica nuovamente il marito di concederle il suo aiuto, e Camillo, nonostante sia uscito vincitore da un procedimento di annullamento presso la Sacra Rota, le apre le porte del suo palazzo fiorentino.
Paolina Bonaparte muore pochi mesi dopo a Villa Fabbricotti (Firenza) il 9 giugno del 1825, all'età di 44 anni.
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