Patrice de Mac-Mahon
Biografia • Un grande capitano, un grande cittadino, un uomo giusto
Marie Edmé Patrice Maurice Mac-Mahon, duca di Magenta, nasce a Sully (in Francia) il 13 luglio 1808. Appartenente ad una famiglia cattolica irlandese rifugiatasi in Francia ai tempi degli Stuart, generale e statista, partecipa alla campagna di Algeria, della quale sarà Governatore dal 1858.
Inviato in Crimea nel 1855 vince l'esercito russo a Malakov e conquista Sebastopoli, ricevendone in premio la nomina a maresciallo di Francia e duca di Magenta. Richiamato in Italia, sconfigge gli austriaci nella storica battaglia di Magenta. Gli va male invece nella guerra contro la Prussia dove le sue esitazioni determinano la disfatta di Sedan ed il conseguente crollo dell'impero di Napoleone III.
Poco dopo, su incarico del governo Thiers doma con estrema durezza l'insurrezione della Comune di Parigi. Nel 1873 viene eletto presidente, il secondo della terza Repubblica, destando qualche preoccupazione fuori dalla Francia.
L'annessione dello Stato Pontificio al regno d'Italia, per esempio, avvenuta nel 1870, e che aveva creato tensioni notevoli, indusse l'Italia a temere che qualche potenza straniera si ergesse a paladino della indipendenza territoriale della Chiesa ed ora, in particolare, si guardava con apprensione alla Francia. Il Paese d'oltralpe, infatti, oltre a non condividere il processo di unificazione italiana, aveva nell'Assemblea Nazionale una forte presenza di clericali.
L'ascesa a Capo di Stato del generale Mac-Mahon, monarchico notoriamente vicino ai clericali, rappresenta dunque un serio rischio. Ma il neo-presidente sa bene che un suo sbilanciamento in favore della Chiesa di Roma desterebbe subito l'attenzione della Germania, alleata dell'Italia in questa fase di forte ridimensionamento dell'influenza cattolica negli affari di Stato, per cui, oltre ad optare per la non ingerenza, richiama la nave francese "Orénoque" dal porto di Civitavecchia, ivi stanziata dal 1870 per dare eventuali ospitalità e rifugio al Papa. Ma le apprensioni internazionali si ridestano allorché Mac-Mahon, dopo che i repubblicani, nelle elezioni del 1876, conseguono la maggioranza, scioglie l'Assemblea Nazionale attuando una sorta di colpo di Stato. Ma l'anno seguente i repubblicani riportano una nuova e più marcata affermazione: egli tiene duro ancora qualche mese ma il 28 gennaio 1879 rassegna le proprie dimissioni ritirandosi a vita privata in quel di Montcresson, nella Loira, dove muore il 16 ottobre 1893, all'età di 85 anni.
Patrice Maurice de Mac-Mahon, nonostante la sua forte passionalità che lo faceva apparire imprevedibile e, dunque, inaffidabile, si è rivelato invece un uomo fondamentalmente onesto e legato al suo Paese. Egli scrive nelle sue memorie: "Sono rimasto un soldato e posso coscienziosamente dire che non solo ho servito fedelmente un governo dopo l'altro ma, quando sono caduti, li ho rimpianti tutti con la sola eccezione del mio".
Jules Simon, professore di filosofia alla Sorbona e presidente della Repubblica di parte politica avversa, ebbe a definirlo "un grande capitano, un grande cittadino, un uomo giusto".
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