Ultimi commenti alle biografie - pagina 1127

Martedì 27 aprile 2021 12:01:03 Per: Mario Giordano

Buon giorno dott. Giordano, chiedo se possibile chiarimenti riguardo le vaccinazioni Covid.

Prima cosa: a chi spetta scrivere l'anamnesi della persona che andrà a vaccinarsi?

2- Chi stabilisce il tipo di vaccino che verrà inoculato?

3- Ancora, chi stabilisce se appartieni alla fascia "fragile"?. L'esperienza vissuta da mio marito porta a una sola risposta: " a nessuno".

Non è il medico di famiglia (perchè è stato interpellato e la risposta è stata negativa, non dipende da lui). Secondo Lei dott. Giordano una persona che ha avuto "sostituzione aorta ascendente e valvola aortica, infarto, ipertensione già dall'età di 20 anni, pace-maker, BPCO e C-pab per le apnee notturne" come definisce questo paziente?. Poi, il vaccino che io andrò a fare a Mantova il 7/5, quale sarà? I nostri referti e anamnesi che porteremo, non vengono presi in considerazione. Non c'è il medico che li legga, no. C'è l'operatore che ti inietta il vaccino.

Ieri a Cremona c'era il Pfizer per tutti In altro paese, altra casa farmaceutica. Ma dove stà la tutela della persona, e poi diciamo che abbiamo timore del vaccino ! e come fai a non averlo? Certo è, che gli Italiani sono proprio trattati a pesci in faccia!. Ma un ringraziamento lo devo fare, i volontari visti ieri a Cremona sono da lodare per la premura rivolta ai più deboli, invalidi, per l'organizzazione, la pulizia dei locali messi a disposizione. Emerge nella realtà che stiamo vivendo, che l'Italiano è una persona coscienziosa, sensibile, che ha voglia di lavorare per superare al meglio le grandi o piccole difficoltà della vita. Non tarpateci le ali, e questo lo dico a coloro che non sanno pensare all'Italiano, non sanno aiutarlo l'Italiano, non possono neanche guardarlo negli occhi l'Italiano perchè hanno paura di vedere quello che i nostri occhi dicono, l'unica cosa che fanno è abbassare le loro palpebre e continuare a vedere se procedono i loro interessi personali e di potere.

Grazie per lo spazio che ci riserva, svuotare i propri cuori e dire apertamente quello che ci stà dentro è ancora una opportunità grande e segno di Democrazia. Grazie. Una donna mantovana.

Da: Borsella Ida

Martedì 27 aprile 2021 09:55:12 Per: Massimo Gramellini

Sabato sera 24 aprile.
Dott. Gramellini, il Suo peana sull'aborto senza sofferenze e sensi di colpa mi ha rattristato e colpito per ll fatto in sé e per la pochezza delle argomentazioni portate a sostegno. Ogni diritto è solo presunto se va contro il diritto uguale e contrario di un altro soggetto. Ogni diritto è condizionato da limiti che non lo rendono assoluto, ma deve attuarsi a certe condizioni. Se desidero far valere un mio diritto, devo verificare se corrisponde alle norme esistenti civili, etiche o altro. Anche la legittima difesa è un diritto, ma può essere fatta valere soltanto a certe condizioni e non ci libera necessariamente da sofferenze o sensi di colpa. Salvo affermare che chi stiamo aspettando, e che sarà un bambino da accudire e da amare dopo pochi mesi, possa essere trattato come un grumo qualsiasi o un fastidioso furuncolo. Lei, che è uomo di cultura, ricorderà sicuramente Socrate e Agnes Heller. Affermavano che una persona può definirsi per bene quando, nell'alternativa tra compiere o subire un'ingiustizia (vera o presunta), sceglie la seconda ipotesi. E aspettare un bambino non è un'ingiustizia. Ma qui si aprirebbe un altro capitolo.
Buon lavoro e buona giornata.
Angelo Rudoni.

Da: Angelo Rudoni

Martedì 27 aprile 2021 09:42:13 Per: Massimo Gramellini

Buongiorno Massimo,
sarei lieta se leggesse la lettera che ho inviato all'amministrazione comunale della mia città:

Nichelino, 20 aprile 2021

Caro Sindaco e Spett. le Amministrazione,
vorrei proporre un punto di vista diverso dal solito circa il problema dei trasporti e la conseguente chiusura, totale o parziale, delle scuole superiori (di secondo grado).
Premesso che la prassi applicata finora, con i suoi effetti devastanti sugli adolescenti, discende da un ragionamento assai poco logico ma universalmente convergente verso la deduzione: “il problema è nei trasporti, quindi chiudiamo la scuola”, proporrei semplicemente di cambiare la proposizione conseguente: “il problema è nei trasporti, quindi chiudiamo i trasporti”.
Certo a leggerla così appare assurda o addirittura comica, infatti non è immaginabile chiudere i trasporti in senso generale, ma si può invece pensare di farlo per tutti quegli studenti in buona salute che abitano a poca distanza da scuola.
Perché deve essere così passivo il loro ruolo in questa sciagura mondiale?
Perché non si può chiedere di conquistare il diritto alla scuola andando a piedi o in bicicletta?
Le nostre scuole superiori sono ben distribuite sul territorio e, se si andasse a indagare quali sono le distanze delle abitazioni degli studenti dagli edifici scolastici, si scoprirebbe che almeno il cinquanta per cento abita entro tre chilometri da scuola, l’equivalente di quindici minuti in bicicletta e quaranta a piedi, senza sudare e rispettando i segnali stradali.
Ora la scuola ha riaperto per metà e nelle prossime settimane forse le lezioni in presenza cresceranno un po’, con grandi acrobazie dei dirigenti e personale preposto a ricostruire gli orari in modo da scaglionare gli ingressi, di nuovo per alleggerire i trasporti. Poi chissà cosa ne verrà fuori e quanto durerà. Certo con la metà di giugno la questione verrà accantonata, per ripresentarsi il prossimo ottobre, come è già successo anche se l’estate scorsa appariva impossibile.
L’anno passato sono state acquistate moltissime biciclette grazie al meccanismo dei bonus ma, a guardarsi intorno, pare proprio che siano tutte chiuse nei garage e nelle cantine.
Si è parlato spesso di cogliere in questo difficile periodo le opportunità, molto più del fare di necessità virtù, qualcosa come mettere il seme per trasformazioni irreversibili.
Chissà, forse qualcuno oltre me qualche volta ha immaginato Nichelino come una piccola Ferrara, Padova o chissà... Non c’è bisogno di arrivare in Olanda, abbiamo nel nostro splendido Paese realtà con un territorio pianeggiante, in tutto simile a quello in cui viviamo qui.
Che cosa manca, dunque? Non le piste ciclabili, ma una vera e propria trasformazione nel costume comune. Occorre pensare: “Bicicletta è bello, non importa se mi spettino o mi cola il trucco”. In inverno fa freddo? In quindici minuti non c’è tempo abbastanza per sentirlo, la sensazione è ancora più forte se si sta fermi ad aspettare il bus.
Le strade cittadine sono pericolose? Penseranno il Sindaco e l’Assessore alla viabilità ad individuare percorsi urbani “privilegiati” lungo i quali in certi orari le biciclette abbiano precedenza assoluta. E le auto? Si metteranno in coda o sceglieranno altre vie.
Nichelino non è San Marino, non può scegliere da sola l’apertura delle scuole! Infatti il Sindaco di Nichelino parlerà con quello di Orbassano, Venaria, Rivoli, Collegno… e insieme discuteranno con il Presidente della Regione e i semi della trasformazione si spargeranno per tutto il Piemonte…
I ragazzi si lasceranno convincere? No, saranno loro a convincere noi. Il tema dell’ambiente è un loro cavallo di battaglia, questa è l’occasione per andare oltre le manifestazioni di piazza.
Sto delirando? No, sto sognando, così come ciascuno di noi ha sognato il suo futuro prima di poterlo realizzare…

Un saluto carico di fiducia, Monica Gutina

Da: Monica

Martedì 27 aprile 2021 08:45:39 Per: Massimo Gramellini

Mia mamma, 97 anni, risiede dal 2019 in una RSA di un piccolo comune della provincia di Brescia. Come tutti sappiamo è dall’8 marzo 2020 che queste strutture sono blindate e che gli “ospiti “ non hanno contatti umani.
Il 13 aprile, a me e ai miei fratelli, è stato concesso di incontrarla, singolarmente, per un totale di 20 minuti.
L’incontro avviene all’ingresso di una chiesa: 2metri x 2 di spazio chiuso da una lastra in plexiglas provvista di due manicotti in cellophane spesso. Ho circa 7 minuti, provo la febbre, igienizzo le mani, infilo i guanti e un altro manicotto.
Infilo finalmente il braccio ma non riesco a prenderle la mano perché la sedia a rotelle sulla quale siede la tiene lontana dalla barriera in plexiglas. L’operatrice che l’accompagna cerca di sistemarla leggermente di profilo e così riusciamo a toccarci. Riesco a sentire il calore della sua mano e la sua presa così forte e desiderosa di contatto. Le sue dita mi stringono, mi accarezzano e cercano qualcosa di più ma non ci arrivano. Io ho il pianto negli occhi e nel cuore, un groppo mi chiude la gola; lei un sorriso triste e incredulo ma continua a perlustrare con le sue dita ogni centimetro possibile della mia mano come se dovesse fare scorta di qualcosa di vitale. 7 minuti, il tempo è scaduto. La saluto, mi guarda smarrita; le dico che ora potrà toccare anche i miei fratelli. Il groppo in gola è sempre lì e quando se ne va subentra la rabbia e l’indignazione per ciò che sta accadendo a tutti gli anziani ospiti di queste strutture.
Mi chiedo come è possibile che la loro solitudine, il loro isolamento vengano considerati prevalenti e obbligatori per salvaguardare la loro vita.
E nessuno si pone il problema della qualità di vita che sono costretti a vivere.
Non è altrettanto grave lasciarli dunque all’angoscia dell’abbandono? Non si dovrebbe esercitare, attraverso l’etica delle responsabilità, la pietà, la misericordia e la compassione?
Non scegliere non è immorale?

Da: Catia

Martedì 27 aprile 2021 08:41:01 Per: Amadeus

[Beneficenza]

Buongiorno,
Apprezzo molto il donare le vincite ad associazioni benefiche ma visto che per l autismo e' gia' molto tempo che le destinate vorrei ricordarvi altre associazioni ne hanno bisogno, ad esempio progetto arca per i senza tetto, bambini del terzo mondo e tantissimo lega nazionale per la difesa del cane che opera contro i maltrattamenti e wwf per la tutela della natura cosi a rischio. Ringrazio per l' attenzione e complimenti per il programma, cristina cambielli

Da: Maria Cristina Cambielli

Martedì 27 aprile 2021 00:19:45 Per: Gerry Scotti

Buongiorno, vorrei che questo fosse un messaggio privato e personale. Caro Gerry, sono Ada, sono stata una tua concorrente al Milionario ai tempi del dito più veloce, ma non sono arrivata nemmeno al dito più lento. Leggo per caso di una tua vecchia intervista mentre cercavo la tua biografia per i miei alunni. Dicevi che vorresti rinunciare al tuo vitalizio ma non sai come fare. Sarò breve: dallo a me. Non è uno scherzo o una provocazione, ma non sai quanto sollievo mi darebbero quelle 1200 euro dopo una vita da vedova in cui dovevo cercare di non far sapere quanto eravamo poveri ai miei bambini, la vita da precaria, per poi scoprire che di ruolo lo stipendio è anche meno... Anche il cambio gomme della mia carretta è un collasso e non posso fare studiare i miei figli, uno l'ho letteralmente strappato all'università per farlo lavorare... per non parlare della vita sempre più grama e solitaria perché non posso osare nulla... ecco, questo potresti fare, dare sollievo a qualcuno. Non è una pretesa, ma dire pubblicamente che in pratica ti avanzano 1200 euro, mentre io a 55 anni, dopo essermi data da fare ogni santissimo giorno con costanza e dedizione, mi ritrovo a decidere cosa non mangerò oggi e cosa negherò oggi ai miei figli, m'importa inevitabilmente a questa richiesta.
Con stima
Ada

Da: Ada Marino

Lunedì 26 aprile 2021 21:46:45 Per: Diego Della Valle

Gentile sig. Diego, mi chiamo Sabrina ho 48 anni e sono mamma di due ragazzi.
Spesso mi capita di leggere notizie che la riguardano, notizie di iniziative generose verso chi si trova in difficoltà
Mi perdoni, ma io non riesco a capire come mai io che sono scampata alla morte a Pescara del Tronto nel 2016... dopo aver perso casa, lavoro... pur avendo sostenuto il colloquio per far parte di "TOD'S"... non sono stata presa in considerazione..
Non riesco a non provare delusione per quanto accaduto... ci speravo tantissimo e sarebbe stato un grandissimo sollievo per me.
Mi scusi per li sfogo... ma volevo leo sapesse.
Cordiali saluti.
Sabrina.

Da: Sabrina Cappelli

Lunedì 26 aprile 2021 21:33:55 Per: Vittorio Brumotti

Forse il Tuo è un intento nobile, ma con queste modalità non ottieni nulla se non quello di sputtanare interi quartieri dove vivono anche persone oneste e soprattutto ci dai la controprova che le forze dell'ordine in Italia sono corrotte. Quello che fai Tu dovrebbero farlo loro, pagati da Noi cittadini. Com'è possibile che un ragazzo in bici vede tutte queste cose e i militari NO? Prima di pensare di eliminare i delinquenti dalle strade bisognerebbe eliminare i poliziotti corrotti che fanno il pizzo sulle piazze di spaccio!

Da: Gianni

Lunedì 26 aprile 2021 21:22:28 Per: Benedetta Parodi

Ciao amica mia, mi piacerebbe cucinare con te,
E mi piacerebbe anche conoscerti di persona,
Ti voglio bene. Ciao bellissima
Cordialmente
Greca Marcon
Se vuoi mi puoi rispondere a questo messaggio,
A postato

Da: Greca Marcon

Lunedì 26 aprile 2021 20:42:04 Per: Alberto Angela

Ciao Alberto, seguo con ammirazione tutte le Tue trasmissioni.
Gradirei portare a Tua conoscenza nel nostro piccolo borgo gli affreschi trecenteschi di seguaci giotteschi riscoperti da Don Antonio Guida
Ci sono luoghi che si scoprono per caso, girovagando nei piccoli borghi, gioielli preziosi dalla storia secolare. È il caso della Cappella di Santa Lucia a Massaquano, il più antico casale di Vico Equense in penisola sorrentina, una struttura trecentesca di piccole dimensioni ma dalla grande suggestione. Si ipotizza che ci abbiano lavorato seguaci del grande pittore fiorentino Giotto, che frequentò la corte napoletana dei D’Angiò insieme a tanti altri illustri personaggi passati alla storia per le mirabili opere.

La Cappella è un dono per i turisti e i curiosi restituito alla comunità grazie alla caparbietà di un prete, Don Antonio Guida, che inizia ad occuparsi della Cappella dal 1984 quando questa passò nei beni della Parrocchia di San Giovanni Battista, di cui era parroco, grazie al beneficio della famiglia Cioffo. Fu proprio un loro antenato Bartolomeo De Cioffo che nel 1385 fece costruire la cappella privata a beneficio dei sacerdoti della famiglia e fu ancora un loro discendente nel 1877 a coprirne le meraviglie affrescate secoli addietro. Come spesso accade i venti del rinnovamento non sempre si sposano con una reale comprensione delle opere che vengono modificate, deturpate o distrutte a seconda delle scelte effettuate. Nel caso della cappellina di Massaquano don Gennaro Cioffo decise di coprire le pitture trecentesche con scialbi di calce e sostituire il piccolo altare trapezoidale con uno in marmo più maestoso incassando al suo interno una tela con Santa Lucia.

Da: Giuseppe Guida