Ultimi commenti alle biografie - pagina 2564

Martedì 16 giugno 2020 19:00:57 Per: Gianluigi Paragone

COVID-19, UN AFFARE ASSICURATO
Chi ha detto che la pandemia ancora in corso ha prodotto solo danni? C’è qualche settore dell’economia che dall’epidemia sta traendo grandi vantaggi, generando enormi benefici ai conti economici delle aziende interessate. Non si sta alludendo all’ambito sanitario, come verrebbe spontaneo pensare, ma a qualcosa di meno evidente per il quale viene comunque da chiedersi perché stia passando così tanto sotto silenzio: il settore assicurativo per quanto concerne il cosiddetto “ramo auto”.
Qualche dato concreto da cui partire, tratto dalla relazione ANIA (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) sul mercato assicurativo negli anni 2018 – 2019, ramo RCAUTO. I premi di competenza, ottenuti sottraendo ai premi contabilizzati la variazione della riserva premi e altre voci di saldo, sono stati pari a 13. 240 milioni, in linea con quanto rilevato nel 2017. Il costo dei sinistri di competenza, definito come la somma degli importi pagati e riservati per i sinistri accaduti nel 2018, è stato pari a 10. 620 milioni, in diminuzione dell’1, 4% rispetto a quanto rilevato nel 2017: ciò è coerente con una riduzione (-2, 1%) del numero totale di sinistri (comprensivo della stima del numero dei sinistri tardivi o IBNR) e con un aumento percentuale (+0, 7%) del relativo costo medio. Nel periodo considerato, rispetto a 44 milioni di mezzi assicurati in circolazione, si sono quindi registrati:
premi mensili per 1. 103 milioni di euro;
sinistri mensili pagati per 885 milioni di euro, con un differenziale positivo, quindi, di 218 milioni di euro.
Anno 2020. Come é noto, i vincoli imposti dall’emergenza pandemica hanno creato fra marzo e maggio un calo nella circolazione dei veicoli che é stata calcolata intorno all’80%, con conseguente diminuzione dei rischi stradali in termini di sinistrosità. Questo significa che, mantenendo invariato il numeratore dei premi incassati, il denominatore dei danni rimborsati risulterebbe ridotto dello stesso 80%. Tradotto in cifre, il differenziale tra premi incassati e sinistri rimborsati passerebbe dai 218 milioni sopra indicati agli oltre 900 milioni di avanzi del rapporto premi a sinistri pagati. Ora, vista la drammaticità della situazione nazionale, sarebbe moralmente apprezzabile se il settore assicurativo offrisse un adeguato contributo per il superamento della crisi convogliando buona parte delle enormi plusvalenze di cui sopra, ottenute esclusivamente in virtù di una sciagura a danno dell’intera collettività, la diffusione della Covid-19, rimborsando i clienti automobilisti di quanto in proporzione dovuto e magari soccorrendo le categorie lavorative più direttamente legate all’ambito dell’incidentistica, in particolare quelle impegnate nell’assistenza, riparazione e manutenzione dei veicoli, che stanno conoscendo un momento di fortissimo disagio. E invece, colmo dei colmi, non solo le imprese assicuratrici non lo fanno, ma si schierano in prima fila nel ricorrere sia alla cassa integrazione, sia ai prestiti bancari agevolati con garanzia statale, attingendo dunque alle tasche di noi contribuenti. Possibile che tutto ciò non appaia come uno scandalo assolutamente intollerabile? Così potente, l’ANIA, da riuscire a far tacere sulle proprie malefatte l’intero arco parlamentare e la stragrande maggioranza della stampa nazionale?
Nella speranza di avervi invogliato a occuparvi dell’argomento, vi ringrazio per la pazienza e la cortesia nel leggere quanto qui scritto.
Cordialmente,
Franco Spignesi
Cagliari
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cell. 338-------

Da: Franco Spignesi, Cagliari

Martedì 16 giugno 2020 18:14:46 Per: Mauro Corona

Caro Mauro, per favore mi dici dove abita la persona anziana che ha creato quella miscela di oli essenziali per respirare meglio ? E anche il paese e numero di telefono. Grazie, Lo aveva detto la Bianca Berlinguer, nell'ultima trasmissione di " Carta Bianca ". Cari saluti anna

Da: Anna Dughetti

Martedì 16 giugno 2020 18:09:25 Per: Maurizio Landini

Caro Maurizio! I nostri tre sindacati confederali sono nati anni fa in un clima politico e sindacale molto diverso da quello dell'immediato dopoguerra, che invece aveva richiesto una forte unità dei lavoratori ed un’unica confederazione. Ecco un pizzico di storia, che conosci meglio di me! Prima dell’avvento del fascismo esisteva la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL), fondata a Milano nel lontano 1906. Che poi fu soppressa dal regime fascista, che dette vita alle cosiddette “corporazioni sindacali” che “dovevano contribuire al conseguimento prioritario dell’interesse nazionale”. Così si legge sui documenti istitutivi che seguirono agli “accordi” di Palazzo Vidoni del 1925. Le quali però, in regime di dittatura sostenevano di fatto gli interessi dei padroni. E non poteva essere diversamente.
In seguito, con la vittoria sul nazifascismo ed il ripristino della democrazia, con il Patto di Roma del 1944, i lavoratori italiani ridettero vita al loro sindacato e costituirono la CGIL, Confederazione Generale Italiana del Lavoro, guidata dal grande Giuseppe Di Vittorio. Con il correre degli anni, il clima politico di grande unità e collaborazione antifascista entrò in crisi. E l’unità confederale si ruppe. E nel 1950 dalla CGIL, considerata troppo vicina al PCI, uscì la corrente – diciamo così – vicina alla DC, e nacque la CISL; nello stesso anno uscì anche la corrente – diciamo così – vicina al Partito Socialista, e nacque l’UIL. Fatti che tu conosci meglio di me, ma…
Sappiamo che oggi l’orizzonte politico del nostro Paese è profondamente cambiato. DC, PCI e PSI, per non dire dei socialdemocratici, dei liberali, dei repubblicani, che tutti insieme, ai tempi della “Prima Repubblica”, davano luogo al cosiddetto esarcato, non esistono più. Com’è noto, oggi esistono il PD, la Lega, i Ciquestelle, Forza Italia, i Fratelli d’Italia e un Peppe Conte che, pur non eletto da nessuno e che non ha neanche un suo partito, come si suol dire, “comanda”. Una stranezza tipica dell’Italia di oggi? Senz’altro! E i partiti afferibili alle cosiddette grandi ideologie del secolo scorso non esistono più. Lontani anni luce, come i Guelfi e i Ghibellini! Come i patrioti delle Cinque Giornate di Milano e il feldmaresciallo Radetzky!
Ma oggi rilevo – e lo rilevi anche tu – che lo scenario politico che ha condotto alla rottura dell’unità sindacale è profondamente cambiato! Per cui, mi chiedo: stante la situazione socioeconomica del nostro Paese, a fronte del profondo disagio dei lavoratori e di tanti inoccupati e disoccupati, a fronte di un contesto internazionale assai complesso, non sarebbe opportuno che i tre sindacati ricostituissero la preziosa unità di un tempo? Oppure la cosa è resa difficile perché – come spesso accade in politica ed anche a volte nella politica sindacale – non è facile che tre “poltrone” possano dar luogo ad una sola? In effetti, chi dovrebbe rinunciare alla sua? Tu non credo! E forse neanche Annamaria Furlan e neppore Carmelo Barbagallo.
Eppure, sai meglio di me che mai come oggi, con questo capitalismo sempre più internazionalizzato, aggressivo e subdolo, i lavoratori necessitano di un sindacato forte. E non solo nel nostro Paese! Perché, come dice un vecchio proverbio, è l’unità che fa la forza. Ed una volta c’era pura la testata di un grande partito che ogni mattina ci ricordava la necessità dell’unione continua e attiva di tutti i lavoratori! Il quotidiano “l’Unità”, appunto, fondato nel lontano 1924 da Antonio Gramsci. L’unità! Oggi è solo un ricordo! Ma anche un auspicio!

Da: Maurizio Tiriticco

Martedì 16 giugno 2020 17:59:17 Per: Mario Giordano

EROGAZIONE PRESTAZIONI FSBA COVID-19

Si comunica che a seguito dell'utilizzo delle risorse totali di FSBA, abbiamo provveduto all'erogazione della quasi totalità delle prestazioni relative alla competenza di marzo 2020.

Non appena il Ministero, che ci ha assicurato la massima attenzione e tempestività, ci invierà le ulteriori risorse definite nel Decreto Rilancio, saranno gestiti tempestivamente anche i pagamenti relativi alla competenza di aprile 2020.

FSBA - Fondo di Solidarietà Bilaterale per l'Artigianato

ancora oggi non e arrivato niente
grazie direttore

Da: Antonino Denaro

Martedì 16 giugno 2020 17:36:09 Per: Luca Zaia

Gentile governatore Zaia, io lavoro in una fabbrica di articoli di gomma plastica, queste presse, ovviamente producono molto calore, più la temperatura esterna sta aumentando, quindi quello che le volevo chiedere tra quanto toglieremo le mascherine, passare i prossimi giorni con la temperatura in aumento, sarà molto molto dura, per favore quello che le chiedo se può fare qualcosa per cambiare la situazione, anche perché la mascherina ci sta togliendo l'ossigeno. La ringrazio se potrà fare qualcosa. Buon pomeriggio, attendo una sua risposta. Grazie.

Da: Lorella Gonzato

Martedì 16 giugno 2020 17:26:00 Per: Bruno Vespa

Le ho inviato un messaggio sulle intercettazioni 11/6/2020 assolutamente inappropriato e negativo dato che la legge funziona me ne scuso profondamente per lo stupidissima errore compiuto

Da: Flavio

Martedì 16 giugno 2020 16:57:06 Per: Mario Giordano

Egregio dottor Giordano. In primis La congratulo per il programma. Vorrei fosse così gentile di chiedere al Sig Conte e al Sig Tridico quale Venerdì e di quale anno la Cassa integrazione in deroga sarebbe stata pagata visto che mia figlia aspetta da tre mesi. Potrebbe anche chiedere quando la finiranno di essere emuli di pinocchio? Grazie

Da: Russo Aniello - Meta Di Sorrento

Martedì 16 giugno 2020 16:42:09 Per: Mario Balotelli

Buongiorno, caro, sig. Balotelli, ho un grave problema di salute mio e di mia figlia, potrebbe aiutarmi, non abbiamo nessuno a cui rivolgerci, sappiamo che lei, ha un cuore d'oro e aiuta se può sempre il prossimo, grazie se ci ascolterà.

Da: Antonino Villardita

Martedì 16 giugno 2020 16:31:59 Per: Massimo Gramellini

Il caffè di Massimo mi è indispensabile più’ di quello del mattino, è vitale, mi da’ il buonumore ogni giorno. Lui è sferzante, ironico quanto altri mai e dissacrante quanto basta.
Insomma è il mio giornalista preferito, pur apprezzando tante firme del Corriere
Grazie per quanto ci regala ogni giorno, aiuta a sentirmi meno spaesata in questo mondo pazzo, senza alcuna regola, tranne quella del profitto ad ogni costo.

Da: Rachele

Martedì 16 giugno 2020 16:27:56 Per: Pierluigi Diaco

Ciao Pierluigi, quando posso guardo sempre io e te.
Poco fa, in diretta, intervistando Sgarbi, hai detto a un certo punto, riferendoti a qualcuno (non so chi, scusa ma ero distratta), suo figlio “adottivo“… Perché? Un figlio è un figlio e basta! Se non necessario, come potrebbe essere nel caso in cui se ne racconta la sua storia, perché etichettarlo? Allora quando parliamo di figli biologici per par condicio bisognerebbe specificarlo? E stessa cosa vale anche per i genitori. I genitori sono genitori e basta! I genitori adottivi non sono cosa diversa di quello che sono per i figli i genitori biologici. Mi auguro che tu come tanti altri e soprattutto in TV facciate più attenzione a queste espressioni che possono pesare non poco su chi non è ancora maturo per percepirne le differenze con la dovuta normalità. E approfitto per dirne un'altra, forse anche più grave, ma che preciso non ho mai sentito da te, e mi riferisco a quando si dice, parlando di adozione, la “vera“ madre. Ma perché, allora una madre che adotta non è vera? Pensate a un bambino che ascolta quante domande potrebbe farsi. Se il suo amichetto è stato adottato penserebbe: allora "quella" non è la sua vera madre? E state pur certi, alla prima occasione lo direbbe a quel suo amichetto e a tutti gli altri. Basterebbe dire la donna che lo ha fatto nascere, che lo ha partorito… Attenzione è anche scorretto dire la “madre naturale”. Ma allora chi cresce un figlio nato da un'altra donna è una “madre artificiale”? Insomma, sicuramente l'argomento a me tocca da vicino e la mia sensibilità potrebbe essere più sviluppata. Ma se ci si ferma un attimo a pensarci, si potrebbero evitare alcune spiacevoli conseguenze di chi non ha scelto di essere adottato ma è stato naturalmente e felicemente adottato. Grazie.

Da: Giamile Taiano