Ultimi commenti alle biografie - pagina 2695

Domenica 24 maggio 2020 19:01:11 Per: Corrado Augias

Egr. Sig: Augias, a distanza di un anno (scellerato), mi piacerebbe che Lei leggesse queta mia lettera di pensionamento.. Ci spero. Grazie. Giovanni Luzzi

L ‘ ultima lezione
... ultima scena dell’ultimo atto dell’avventura!
... da collocare a riposo per raggiunti limiti d’età!
E’ proprio così! L’età! Arriva il momento che non si è più capaci di..., ed è giusto
che... ! Non serve far finta! E’ sicuramente un momento che non passa inosservato,
che non scivola via così, per caso! Vuoi o non vuoi, fai un bilancio! Io, che per
quarant’anni ho passato bilanci ai raggi X! Questo bilancio ha una tecnica d’analisi
particolare; non obbedisce alle leggi dell’economia, anche se il dare e l’avere pesano
fortemente, ma i punti salienti costituiscono vita vissuta con emozioni, attenzioni,
obiettivi, illusioni, ragioni, fatiche, gioie, frustrazioni, amore, ecc., ecc., ecc..
Insegnante è il termine che ho sempre prediletto, “in signum”, lasciare il segno!
Straordinario il significato che gli accordavo da studente, ancor di più quando, nel
1979, ho iniziato ad essere insegnante. A ben guardare una parabola che penso, oggi, al suo
punto più basso. Dalle stelle alle stalle? Caro Studente, anche tu non scherzi! Eri
motivato, attento, un po' indisciplinato, se non studiavi sentivi ch’era una tua
mancanza, adesso... invece! Siamo entrambi passati per fasi assai alterne. Dal
mestiere più bello del mondo, creativo, libero, espressivo, propositivo per me; a
quello attuale, per te, di bambinone da accudire ed assecondare! Ricevevi input che
ti facevano crescere ed andare anche in crisi, discutevi con furbizia ed intelligenza sui percorsi da intraprendere, sugli obbiettivi da raggiungere, ti abbandonavi, a volte, ad intemperanze critiche sterili e di principio; tra di noi c’era una tacita e silenziosa lotta nello spingerti in avanti e non farlo a vedere, la didattica applicata
dell’autopropulsione la chiamavo! Cercare insieme gli elementi di faticosa sintesi era
un piacere per entrambi. Tu riuscivi quasi sempre, anche se a volte con fatica, a
metterti in un circolo didattico virtuoso. C’interrogavamo sulla strada che stavamo
percorrendo in funzione di obiettivi tangibili, mai astratti o surreali. Metodo di
studio, qualità dell’apprendimento e relativa utilizzazione, esercizio critico
contrapposto, mai ti davo tregua nel susseguirsi di queste fasi e mai tu ti sottraevi;
certe volte le crisi adolescenziali ti mordevano, ma erano eventi del tutto prevedibili
e tenuti sotto controllo. Gran bell’apprendimento divertente! I tuoi genitori
partecipavano a questo arcaico rito fidandosi di entrambi, anche quando il circolo
tanto virtuoso non era, si affidavano ai tempi ed alle modalità proprie dello studio:
applicazione, esercitazioni, “sedimentazione dei saperi” –si diceva-, per meglio poi
utilizzarli e crescere. Queste erano le regole per competere sul circuito
dell’apprendimento e della crescita. Tu, i tuoi ed io eravamo, negli obiettivi da
raggiungere, una maestosa trinità. Odoravamo tutti di principi verginali:
responsabilità, impegno, tensione, lavoro. Certo, c’erano tra noi anche macchie nere
di pecore selvagge, ma, “l’occhio esperto” li sgamava subito! Andavano a finire
presto nella spazzatura didattica differenziata! La famosa età dell’oro, anche se molti
luccichii erano falsi! Stavamo assai meglio e ce ne lamentavamo! Le lamentele!
Altroché se legittime! Fino agli anni ’90, a costo zero, la Scuola ha fornito il collante
ad uno Stato prima deviato, poi distorto; nella sua candida ingenuità formatrice,
l’Eccellente Scuola è stata l’alter-ego della nostra vera coscienza nazionale.
Formidabili quegl’anni! E poi? Poi..., poi..., poi..., la cultura della resa ha preso,
gradualmente, lentamente, inesorabilmente il sopravvento. Logori siamo arrivati
all’appuntamento con Berlusconi. Qui una rappresentazione tragicomica! Nel buio
della sala è sparito tutto: la cassa, la dignità, il pudore, la ragione, la Cultura! Via tutto! Tra
un tempo e l’altro qualche effimero bagliore di luce. Da quel momento in poi la
catastrofe, non s’è capito più niente, son saltati i fondamentali! Scuola azienda,
scuola impresa, manager didattici, operatori culturali, standard formativi,
regionalizzazione delle strutture –la guerra dei poveri-, concorrenza didattica sleale,
premi di merito –quale? -, “bacini d’utenza”, progettualità didattica alternativa – a
che? -, ve li ricordate? Intanto tu, caro Studente? Ed il mio “In Signum”? E la
Famiglia? Ognuno contro gli altri armato. La teoria, applicata, del caos! Essere
Studente è diventata una pura locuzione nominale; Insegnante un baluardo solitario
ed insignificante nel Deserto dei Tartari che, al primo cenno di scontro si finge subito
morto; i Genitori carichi di astiosa “revanche” se solo si nomina il “pannolino” del
proprio figliolo! Riforme a gò-gò effetto placebo, quando non addirittura
ulteriormente rovinose, anche se con effetto marketing dirompente. E si continua!
Ricordate quando, di notte, una “collega” componente di Governo, tra una lacrima e
l’altra, “sconsolata”, ci ha annunciato che avremmo dovuto restare tutti al lavoro per sette anni in più! Questi nostri sacrifici, son serviti? Caro Studente e caro Collega, vi ricordate quando studiavamo cosa fare per ottimizzare le risorse impiegate finalizzate ad una maggiore resa produttiva? Si discuteva tanto su efficienza ed efficacia! Non era solo teoria economica ma pratica di vita che ognuno di noi ha potuto sperimentare, all’incontrario, sulla propria pelle! Da vent’anni in avanti il ciclo di lezioni sulla programmazione, pianificazione e sul controllo di gestione sono andate sempre deserte! E si vede, eccome se si vede! Molte scuole hanno attivato, su questo, anche i corsi di recupero; ulteriori risorse sprecate! La scuola..., la scuola!
Tutti sempre pronti a correre in suo aiuto negando la prima cosa da fare: contribuire
con ogni mezzo ed in ogni modo a dare dignità a chi ci sta dentro! Tutto questo oggi
è negato! Sento di: perdita d’identità, principio di autorità, assunzione di
responsabilità con sottoscrizione di relativi patti. Si cominci con le cose semplici da
chiamare con il loro nome: primo) la retribuzione del personale della scuola italiana
è attualmente da paesi in via di sviluppo; secondo) conseguentemente, si
rimodulasse tutto (orari, strutture, competenze) in funzione di una Scuola a Pieno
Ritmo Formativo, aperta alle esigenze ed alle opportunità dei suoi studenti e di
tutta la collettività di cui è espressione. La formazione non vista come appannaggio
di un referente adolescenziale ma come una progressione formativa d’intervento su
tutti intesa come metodo di democrazia formativa partecipata da esplicare su tutto
quello che di volta in volta si ritiene utile e necessario per una crescita mirata e
consapevole. Mi rendo conto che in queste poche righe si annida la rivoluzione. La
Scuola deve essere messa in grado di soddisfare al meglio qualsiasi richiesta di
cultura che proviene dall’ambiente a lei circostante, anzi anticiparla ed indirizzarla.
Nuova formazione civica del cittadino, a Scuola; riconversione per un nuovo
collocamento lavorativo, a Scuola; alfabetizzazione digitale, a Scuola; percorsi
formativi mirati alla crescita della famiglia, a Scuola; formazione permanente
degl’insegnanti, a Scuola; cinema e sentimento, a Scuola; e così via. La Scuola ha
tutte le competenze per quest’interventi. Bisogna solo iniziare a metterla al centro
del motore di sviluppo e di crescita in generale con tutto ciò che ne consegue. Non
deleghiamo al politico di turno che non può far questo. La concezione politica
attuale è dissonante con questo tipo di essere Scuola. Bisogna che ognuno di noi,
tutti, a poco a poco acquisiamo consapevolezza di questo percorso mirato e che
ognuno di noi ci metta del suo per rendere fattivo tutto ciò. Cari ragazzi e cari miei
colleghi, non voglio lasciarvi solo le macerie, di questo me ne dolgo assai! Se
vogliamo investire in noi in un Nuovo Cittadino (libero, consapevole, partecipante,
aperto al confronto critico e trasparente), bisogna far in modo di favorire queste
opportunità e la Scuola Pubblica Italiana dovrebbe essere, per natura e
caratteristiche proprie, il veicolo prediletto. Fino a quando Dio mi darà la possibilità,
mi piacerebbe, in questo contesto, mettere a servizio la mia esperienza e sapere che insieme a me ce ne sono tanti. Ringrazio mille volte tutti augurandovi come sempre buon lavoro. Prof. Giovanni Luzzi (-------)

Da: Giovanni

Domenica 24 maggio 2020 18:27:02 Per: Lucia Annunziata

Ho seguito la trasmissione di oggi, 24 Maggio, a proposito dei giovani e della movida.. Sono perplessa: l'aria che tirava era un po' "giovani contro vecchi" " diritto di me giovane... " Non mi è piaciuta, a parte il fatto che ovviamente io sono "vecchia". Diritto del giovane di vivere a suo modo, a prescindere se il suo modo puo' danneggiare me vecchia e altre centinaia di vecchi? E la responsabilità verso la società in cui si vive? Sarebbe, in estremo, giustificare chi si "fa"n o si ubriaca e uccide investendo qualcuno con la macchina... Non so, ma mi sembra una brutta aria...

Da: Bianca Maria Vaccarisi

Domenica 24 maggio 2020 18:16:17 Per: Maurizio Landini

A Maurizio Landini
Ho letto la tua intervista su Repubblica di oggi 24 maggio 2020 e penso di poter dire alcune cose sulla formazione professionale dei lavoratori. Il fatto è che mi stupisce che non sia ancora stato elaborato nulla di diverso da quanto si discuteva negli anni novanta del secolo scorso e cioè di una impostazione che già allora ritenevo ampiamente inadeguata.
Negli anni ottanta ero nella Segreteria Confederale della CGIL Veneto con l’incarico specifico di seguire il mercato del lavoro. Sia prima che dopo il mio incarico in CGIL ho insegnato elettrotecnica e sistemi automatici in un ITIS. Dopo il mio incarico sindacale sono stato docente in molti corsi di formazione per lavoratori in CIGS o nelle stesse aziende in cui erano occupati.

Ti dico subito che sulla base di queste esperienze non condivido le posizioni che hai espresso e riassumo la critica in una domanda: "Formazione professionale per andare a lavorare dove? ".
Tu sai bene che un lavoratore in cassa integrazione ha parzialmente risolto il problema del reddito, ma non sa se alla fine troverà l'azienda dove lavorava e, se anche la trova, non sa come sarà la sua posizione di lavoro. Quale formazione professionale proporre a questi lavoratori?
Uno dei corsi in cui ho fatto il docente era rivolto a degli operai altamente specializzati che lavoravano al montaggio delle piattaforme petrolifere e che cercavano di ritornarvi al più presto. Dopo il primo colloquio mi stato facile capire che loro ne sapevano molto di più di quello che potevo insegnare dal punto di vista professionale. Così ho fatto esporre le loro esperienze cercando di inserirmi con delle nozioni teoriche là dove era possibile. Ho imparato in quel caso e verificato in altri che che una base teorica costruita sulla pratica è il mezzo per trasferire le competenza acquisite in altre situazioni. In altre parole credo che la logica prassi-teoria cioè l’esatto opposto di quello che si tendeva 8e forse si tende ancora) fare, sia l'unica gestibile nella formazione professionale dei lavoratori. Ovviamente è necessario che ci sia nel futuro dei lavoratori in CIGS una destinazione lavorativa almeno in parte definita.
Per la formazione professionale dei giovani senza esperienze di lavoro il discorso è diverso anche se i migliori esempi di formazione professionale per giovani li ho visti nei casi in cui c'era nello stesso territorio un settore industriale o commerciale corrispondente e già sviluppato. In questo caso erano le stesse aziende del settore che fornivano le macchine su cui imparare a lavorare mentre il corso forniva un sostegno teorico articolato.
Ancora diverso è il discorso della formazione permanente che non può essere rivolta a una singola specializzazione, ma all'aggiornamento professionale in modo da sostenere il lavoratore a fronte di eventuali innovazioni.
Qui mi fermo altrimenti invece di un messaggio scrivo un documento di dieci pagine e non mi pare il caso. Spero che siano state chiare le cose che volevo dire, ma che sono solo comunque cenni per un tema i cui contenuti andrebbero profondamente rinnovati.

ciao
Marcello Albanello

Da: Marcello Albanello

Domenica 24 maggio 2020 17:51:35 Per: Lucia Annunziata

Chiedeva a D'Alema di rispondere alle domande ma non riusciva a farne una degna di nota.
Voleva le risposte scoop la sig. ra Annunziata, ma D'Alema è sottile, è furbo.
A un certo punto nella vita bisogna mollare l'osso cara mia.

Da: Luciano Campagna

Domenica 24 maggio 2020 15:57:58 Per: Mara Venier

Cara Mara, Robi che il messaggio che lancia il sindaco di Venezia, abbracciano il gondoliere e facendogli togliere la mascherina sia davvero inquietante. Specie dopo l'intervento della dott. ssa Capua. Specifico ho usato il termine inquietante, ma solo per non usare parole offensive... Ti prego segnala questi atteggiamenti che vanno contro ad ogni buon senso...

Da: Lisetta

Domenica 24 maggio 2020 15:46:54 Per: Mara Venier

Gentilmente, non essendo riuscito a scrivere l'indirizzo mail, passato in trasmissione odierna (24/05/20), al quale inviare la storia di una vita insieme da raccontare, sarei grato se me lo inviate.
Mi farebbe piacere raccontarvi e farvi raccontare della storia d'amore dei miei genitori: lui medico di 90 anni, compiuti ieri 23 maggio 2020, e lei insegnante di 88 anni, sposati da quasi 63 anni e fidanzati per 10 anni.
In pratica 73 anni insieme: una vita
Spero di ricevere vs gradita risposta
Grazie di cuore
Vincenzo Farina

Da: Vincenzo Farina

Domenica 24 maggio 2020 15:18:07 Per: Gianni Morandi

Caro Gianni sono una mamma di 71 anni mio figlio scrive canzoni con parole e musica sue come posso fargli il regalo di farle ascoltare a te che sei un Maestro in fatto di musica

Da: Ornella

Domenica 24 maggio 2020 14:54:21 Per: Lucia Annunziata

Oggi con D’Alema ha perso colpi. È passata dalla formazione del confucianesimo che ha favorito il superamento del Covid A Hong Kong. Va bene farsi le scalette ma provare a sentire cosa dice l’ospite non sarebbe male.
Voto 5-

Da: Paolo Vaglio

Domenica 24 maggio 2020 14:20:36 Per: Mara Venier

Carissima Mara, non so se leggerai mai questo messaggio, ma tenevo a scriverti per chiederti perché c'è una parte di popolazione italiana che è invisibile allo stato e sono gli Italiani costretti a stare lontano dalle persone care perchè contraddistinte da un confine regionale, non è piu sostebibile, da parte di 5000 persone (che fanno parte di un gruppo
Social dove cerchiamo di darci man forte), oltre a famiglie separate, bambini senza entrambi i genitori, ci sono anche relazioni che si stanno seriamente distruggedo a causa di questa situaizone. Abbiamo bisogno di avere voce, l'Italia si è dimenticata di noi, che non siamo diversi da nessuno, non abbiamo scelto di stare lontani tutti questi mesi, io come altri avevamo abitudini quali quelle di vedersi sempre con i nostri cari nonostante le distanze. Vogliamo avere dei permessi per stare con i nostri cari esattamente come tutti! Siamo stanchi di stare a guardarvi "riprendere" e noi a morire dentro.

Mara aiutaci!

Da: Marta

Domenica 24 maggio 2020 13:58:45 Per: Massimo Gramellini

Buongiorno,
Seguo da sempre sia lei che la sig. ra Concita de Gregorio e ho letto con interesse i vostri libri. Ma ieri sera mi avete lasciato basita con il vostro atteggiamento e le vostre osservazioni. La critica a posteriori sulle misure prese per il Covid mi è sembrata superficiale e non appropriata.
Avete sentito come si sono comportati i "giovani responsabili ", di cui avete parlato, questo fine settimana? Mi chiedo cosa sarebbe successo questo periodo se non ci fossero state le misure restrittive del Governo. Hanno esagerato? E menomale! Ma lei pensa davvero che sia un trauma così forte non fare l'ultimo giorno di scuola dove i ragazzi si abraccerebbero tirandosi le uova?
I nostri padri o nonni hanno sopportato maggiori traumi e privazioni durante la guerra.
E poi non credete con i vostri discorsi di alimentare sentimenti negativi contro il Governo a favore di Salvini e della destra?
Sono cosciente che in questo periodo ci siano stati errori, ma altrettanto convinta che con il precedente governo sarebbe stata una ecatombe!
Le critiche si possono fare ma considerando tutte le difficoltà che ci sono state nell'affrontare per primi, dopo la Cina, questo tsunami.
La prego di condividere questo messaggio con la sig. r De Gregorio che stimo ed ammiro.
Grazie

Da: Teodolinda Ramponi