Ultimi commenti alle biografie - pagina 3438

Sabato 21 marzo 2020 13:45:26 Per: Giuseppe Conte

Prima di ogni cosa devo ringraziarla per tutto il lavoro che svolge in questo momento drammatico che sta affrontando L Italia io abito sul Lago di Garda mi piace la sua pacatezza ma vorrei tuttavia porgere una domanda io ho un figlio di 46 anni che è partita IVA rappresentante e lavora esclusivamente con bar e ristorante dunque non prende nulla e chissà ancora per quanto tempo certo lo stiamo aiutando ma siamo due pensionati mi chiedevo perché non prenderà nemmeno un soldo visto che paga Imps e ENASARCO obbligatorio dunque resta fuori di ogni aiuto se mi farà fare una risposta le ne sarò grata Buon lavoro Signore Presidente

Da: Francoise

Sabato 21 marzo 2020 13:42:48 Per: Barbara d'Urso

Ciao, Barbara, confesso che prima non ero uno dei tuoi più appassionati fan, ma mi devo ricredere.
Volevo farti una domanda, come faccio a mandare mio figlio a fare una corsetta, visto che prima era a dieta, con le necessarie precauzioni, essendo minorenne e non credo possa firmare un'autocertificazione?
Grazie e scusami se mi sono permesso

Da: Salvatore Greco

Sabato 21 marzo 2020 13:42:33 Per: Silvio Berlusconi

Signor Silvio Berlusconi lei è un presidente che può capirci no come conte. Stanno mettendo un aiuto a tutti tranne ai venditori ambulanti, a Napoli la maggior parte sono tutti ambulanti e lavorano a nero con dei bambini e tante spese la prego li aiuti lei contiamo su di voi noi siamo vostri elettori grazie e spero che la legge. cordiali saluti

Da: Anna Flora Maddaluno

Sabato 21 marzo 2020 13:38:53 Per: Bruno Vespa

Spero che questa proposta possa arrivare a chi di competenza per ragionarci sopra.
La stessa cosa ho chiesto alla Regione Campania poiché sono campano.

In virtù degli annunci fatti dall'Europa in merito agli aiuti alle imprese post coronavirus, dove si vocifera che Ogni singola impresa, stando alla nuova regolamentazione temporanea, potrà ricevere aiuti fino a 800mila euro: il tetto è stato ulteriormente alzato rispetto ai 500mila annunciati solo tre giorni fa quando l’esecutivo Ue aveva presentato uno schema poi inviato agli Stati per consultazione.
Indubbiamente tutta la riparazione spetta allo stato centrale, ma Alla luce di tutto ciò perché la regione Campania insieme ai tecnici non propone allo stato una sorta di psr calzato sulle varie aziende non agricole, prevedendo una somma fissa a fondo perduto tipo una sorta di primo insediamento del valore di circa 30/50 mila euro ad azienda che dovrebbe far fronte alle eventuali perdite acquisite in questo periodo, e di abbinare a tutto ciò un contributo a fondo perduto per circa 80 % a fondo perduto per rimodernare le attività esistenti per un massimo di 150 mila euro per piccole imprese con esonero contributi per 2 anni. Ciò consente di avere una indennità di indennizzo per la perdita subita nell'immediato dalle aziende con il ristoro di 30/50 mila euro e il contributo a fondo perduto permette di mettere in moto l'economia in quanto per ammodernare si ha bisogno di acquistare attrezzature, opere murarie e tutto il resto con la messa in moto del lavoro. Spero possa essere un ottimo consiglio. Cordiali saluti

Da: Valerio Arnone

Sabato 21 marzo 2020 13:33:55 Per: Mario Giordano

Buon pomeriggio Direttore,
senz'altro Lei ne sarà già informato ma per me è stata l'ennesima delusione. Finalmente dopo settimane di ricerca, oggi ho trovato l'igienizzante (50 ml 4 euro).
Sulla cassa della tabaccheria campeggiava un cartello:"ci scusiamo per il prezzo ma l'iva è stata aumentata dal 10 al 22%. Grazie ROMA"
Questi sono gli aiuti promessi?
Che schifo!!! A questo pensano mentre la gente muore!
Per queste cose sono velocissimi e senziosi.
Faccia conoscere attraverso la sua trasmissione anche questa ennesima vessazione...
Grazie

Da: Paola

Sabato 21 marzo 2020 13:31:33 Per: Bianca Berlinguer

Egr. Bianca Berlinguer
scrivo a lei non sapendo a chi altri rivolgere queste mie brevi considerazioni e il mio, magari inpportuno, suggerimento. Abbia la pazienza di ascoltarmi e, se può, di fare qualcosa dalla sua posizione.
E' passata più di una settimana dal Decreto contenente restrizioni alla vita fin qui svolta dagli italiani e qualche realistica osservazioni si può farla, al di là della retorica ufficiale, pur necessaria, sugli inni e sulla musica dai balconi.
I giornali e i Presidenti di Regione ieri e l'altro ieri hanno lamentato le troppe inandempienze e inottemperanze dei cittadini verso il decreto. Un quotidiano, forse esagerando scriveva di un 42% irrispettoso. Bene, lasciamo stare le cifre, ma certo è che una dose verità la dicono gli uni e le altre.
La mia riflessione in proposito è più o meno questa. L'argomentazione è piuttosto sbrigativa e salta alcuni passaggi, ma non posso farla troppo lunga. Chi non rispetta le regole dettate in questo Decreto sono, in maggior parte, persone di età relativamente più giovane e non solo da questo si può immaginare che proprio i giovani siano i più colpiti nei movimenti e nelle attività. Dal balcone su cui mi affaccio osservo passare giovani, correre giovani, parlare giovani. Nella mia mente, perdoni di nuovo la fretta conclusiva, ha continuato a girare il pensiero di un riaffioramento con una sua forma specifica, quella di questo momento, di un conflitto generazionale. Certo, non è mai stato assente nella storia delle società e perciò in esso non si dovrebbe vedere nulla di nuovo, in alcuni momenti però, è innegabile ed emerge con maggiore evidenza.
Vado avanti. Insieme è possibile notare anche un conflitto comportamentale, che coinvolge e contrappone non solo i giovani. Alcuni, difficile ciò da quantificare e le multe comminate sono una parte piccolissima di una realtà ben più larga e impossibile tutta da controllare, non rinunciano alle proprie abitudini e ai propri comportamenti, anche se sconsigliati dalla legge e dalle autorità sanitarie. Credono di padroneggiare, come sempre, il cerchio delle cose, lontani, come sempre, dal pensare che esso va molto al di là di noi. Perchè?
E vedo la terza frattura, più spigolosa e più perniciosa: un conflitto cognitivo. Molti parlano di gap cognitivo, di deficit cognitivo, che però inevitabilmente, se non è sanato, in questa società di veloce distribuzione della propria opinione, volge per sua natura al conflitto. Ci sono nelle nostra società buone e utili conoscenze, alcune altissime, che però sono patrimonio solo di una ristretta sua parte. Pensi alla distanza tra lei e il virologo che nella sua trasmissione interroga e pensi alla distanza tra il virologo e l'imbianchino, che pure qualcosa sa su come mescolare le vernici e pensi alla distanza tra il virologo e chi non legge quasi nulla. Vivo De Mauro ci aveva spesso bacchettato sulla malefica e proteiforme presenza degli analfabetismi che corrono nelle nostre città e che sono paglia per qualsiasi fuoco di inesattezza, inattendibilità e anche menzogna, ora lo si fa molto meno e di sicuro in questa situazione l'analfabetismo non aiuta. La democrazia non ha vita senza educazione e tanto meno senza istruzione.
Ne aggiungo un altro di conflitto: di spazio/i, che riguarda, sì, ancora i giovani, ma non solo, tocca per fare un altro esempio, anche i possessori dei cani (non pochi, sembra che la cifra si aggiri sugli 8 milioni, il che già di per sè dovrebbe far riflettere, perchè se abbiamo bisogno di 8 milioni di cani, per lo più di compagnia, c'è qualcosa che non torna nel nostro bilancio emotivo). I giovani furono "creati" negli anni '50, prima erano assimilati agli adulti, erano semplicemente giovani adulti, poi divennero solo "i giovani", divennero una questione e la definizione dei loro comportamenti contribuì ancor più a rafforzare e a difondere questi comportamenti. Furono ghettizzati e si ghettizzarono e di seguito arrivò il commercio e il business su di loro, lucrando appunto sui loro comportamenti e favorendone altri, cosicchè si crearono e si cementarono spazi particolari che man mano si sono estesi a favore del commercio su di loro. Che cos'è la cosiddetta movida notturna della nostre città se non il decolato di questo processo? C'è un'economia fiorente su di loro, ma questo so lei lo sa meglio di me. Voglio solo sottolineare che adesso lo spazio comincia a diventare problema, questione.
E insieme allo spazio, inevitabilmente, il suo fratello tempo.
Chiusi in casa, il tempo è dilatato e soverchiante. Potrebbe aiutare, certo, la congerie di intrattenimento e, mi scusi, di insulsaggini provenienti dalle nuove telecomunicaioni, ma non basta. Il tempo, prima così pieno di superfluo così vuoto adesso, costringe, volenti o no, a un rendiconto, latente o palese, a un lavorio con se stessi, al quale non siamo tutti abituati e al quale non tutti siamo preparati. Siamo diventati pesci che cercano di respirare fuori dell'acqua.
Le insipenze, le approssimazioni e spesso le debolezze rischiamo di vederle galleggiare sulle nostre mezzore e cambiare i nostri pensieri. Se non si ha una vita interiore, una costruzione interiore, un abbozzo di costruzione, un piccolo principio superiore, questa nuova situazione può trasformarsi in una miccia di implosione e far germogliare comportamenti anche più rischiosi, interpersonali o addirittura sociali.
Le condizioni reali, abitative, in cui tutto ciò avviene non sono quelle ideali. Pensi alla grande maggioranza degli appartamenti: di ridotte dimensioni, adatti a passarci la notte non le 24 ore su 24 e una settimana sopra l'altra, non adatti a sentire la pressione continua degli umori di altre due o tre persone, costruiti con risparmi sui materiali (non è difficile ascoltare la lite coniugale di 4 piani più su), sulle ammpiezze degli svincoli, sulla luce, spesso senza neanche i balconi. Pensi ai bambini che i genitori non sono più abituati a tenere in maniera così continuativa, pensi alle situazione familiari, coniugali, già critiche o latentemente critiche che ora, costricte, vengono allo scoperto. I movimenti, la strada, i luoghi e le mura diverse, prima ci alleggerivano, ora i corpi si fanno più pesanti, se le tensioni si allungavano ora si addensano.

Concludo e scrivo il mio suggerimento, scusandomi per la lungaggine e insieme per la frettolosità, ma di questi tempi non si sa più come scrivere.
Questo è il momento in cui le famiglie italiane, gli individui, vanno accompagnati, assistiti, e, oso dire, rieducati. Le istituzioni non possono farlo, la politica non ce la fa, è freneticamente occupata in altro e temo abbia anche perso, da tempo, quello spirito educativo che aveva dato fatto buone prove nel secolo scorso. Perciò penso tocchi ai grandi mezzi di comunicazione di massa, alla televisione, suo strumento principe, un modo diverso di parlare, di trasmettere, di organizzare i propri programmi. Se la situazione nazionale ha i caratteri della straordinarietà, perchè non dovrebbe essere straordinaria di conseguenza la programmazione televisiva? La straordinarietà non sta solo nei contenuti, nei temi delle notizie, che sono di fatto ora cambiati, nel racconto del virus, sta soprattutto nella velocità di risposta alla richiesta, che mi creda c'è, di vicinanza della società e delle famiglie. Vicinanza, non il "tu" importuno che la pubblicità rivolge ossessivamente a chiunque, ma il "voi" ragionato, comprensivo, ausiliativo. Immagini come in quelle città e cittadine, investite dal dramma delle morti, possano venir accolti i messaggi, melensi e ipocriti, della pubblicità. Noto una certa assenza di sensibilità verso questa condizione, che non ha precedenti in fatto di isolamento dei nuclei familiari e degli individui.
Concludo davvero. Penso che i palinsesti, modellati su ritmi, audience, spazi giornalieri di certe fette di società, andrebbero qualitativamente rimodellati su tutta la novità ora occorsa. Come? Questo non lo so, ma chi dirige la RAI invece sì, ha nelle sue possibilità le conoscenze e competenze, le capacità decisionali tali da individuare diversità di nodi, questioni, tracce, e architettare, qui ed ora, un disegno nuovo di comunicazione e chissà che non possa servire anche per dopo.
Ecco, ho detto a lei quello che pensavo, non sapendo proprio a chi rivolgere queste parole, le ripeto: faccia qualcosa se può. Grazie dell'attenzione.

P. S. Le scrivo in forma anonima, e me ne scuso, perchè con il nome e l'indirizzo e-mail avrei poi la posta elettronica invasa dalla pubblicità. Cestini pure se preferisce.

Da: Anonimo

Sabato 21 marzo 2020 13:29:27 Per: Lilli Gruber

Gent. Sig. ra Gruber,

guardo ogni sera 8 e mezzo e per prima cosa voglio esprimerLe i miei complimenti: Lei conduce la sua trasmissione in modo intelligente, efficace e anche molto piacevole. Dando anche insieme a Paolo Pagliaro molte informazioni.
Qualora le sia possibile - cortesemente - vorrei esortarla a NON invitare + nel suo studio elementi come Sgarbi, Feltri e Sallusti: non hanno niente da spartire nè con il suo acume, nè con la sua preparazione..

Sebbene oggi il virus sia un argomento fondamentale vorrei dire: 1) bene tutto sommato sta facendo il Governo in un momento devastante; 2) sono gli Imprenditori e i Gruppi a non far perdere il posto di lavoro alle persone (vedi assurdo di Confindustria Lombarda al no stop degli impianti;), sono o no le persone con tante possibilità economiche a pensare a quelle che non le hanno e sono preoccupate per i posti di lavoro ?. .. licenziare ? pazzesco. 3) sei un Gruppo industriale: dopo magari tempi di vacche anche grasse non hai messo da parte riserve per i tempi difficili in modo che nessuno resti a casa ?. .. no: allora non siete Imprenditori; 4) il Governo pensa già a tante cose (partite Iva, artigiani, bar... altre cose; 5) ed in + servono le polemiche di Salvini, della Meloni o dell'indecente "statista" di Arcore che dona si 10 Ml, ma continua a richiamare gli amici degli amici facendo polemiche ?: infrastrutture ? ? ma sarà adesso ben + importante la vita delle persone; 5) ma non è una fortuna che per l'epidemia nessuno chieda a Salvini della Pedemontana Lombarda o a Zaia di quella veneta ?

Ringrazio dell'attenzione,
cordiali saluti
dr. Roberto Linari - Trieste

Da: Roberto Linari

Sabato 21 marzo 2020 13:28:59 Per: Luca Zaia

Buongiorno. Troppa gente usa il supermercato come scusa per uscire e compra un panino alla volta.
Si potrebbe imporre un importo minimo di spesa ad esempio 50 euro, controllando gli scontrini.

Da: Facchinetti Roberto

Sabato 21 marzo 2020 13:27:56 Per: Myrta Merlino

Andrebbe sollecitata la distribuzione di mascherine alla popolazione. non si trovano e x fare la spesa in molti supermercati di bg è obbligatorio. Potrebbero essere messe nelle cassette della posta dalla protezione civile grazie

Da: Giancarla Campidell

Sabato 21 marzo 2020 13:24:58 Per: Giuseppe Conte

Buongiorno, non so se mai potrà prendere in considerazione la lettura di questo messaggio. Stiamo attraversando un momento molto difficile, gente che purtroppo non riesce a sopravvivere, gente che si ammala per curare chi è già ammalato. Chi come me ha perso il lavoro perché l azienda decide di non rinnovare il contratto di lavoro e mi ritrovo ad essere senza lavoro, e a cercare di mantenere una bambina, io dico di non arrendersi perché ho ancora la speranza di un futuro per me e per la mia bambina!!! Con il cuore pieno di speranza la ringrazio.
Marica Muni.

Da: Marica Muni