Guido Gozzano
Biografia
Guido Gustavo Gozzano nasce a Torino il 19 dicembre 1883. La famiglia, benestante, borghese e di buon livello culturale, è originaria di Agliè, paese nei pressi di Torino. Il padre Fausto muore a causa di una polmonite quando lui è ancora un ragazzino. Dopo le scuole superiori si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza, ma non si laurea perché i suoi interessi letterari prendono in lui il sopravvento. In particolare, Guido Gozzano preferisce frequentare i corsi di letteratura, soprattutto quelli tenuti dallo scrittore e letterato Arturo Graf.
Guido Gozzano: le frequentazioni culturali ed il primo amore
Durante gli anni dell’Università Guido Gozzano conosce alcuni esponenti del Crepuscolarismo (che in quel periodo è la corrente letteraria più diffusa anche in Italia) e comincia a collaborare ad alcune riviste di letteratura e giornali torinesi. Nel contempo partecipa attivamente alla dinamica vita culturale del capoluogo piemontese. Nello specifico, lo scrittore è tra i più assidui frequentatori della “Società di Cultura”, un circolo fondato nel 1898 da alcuni intellettuali del periodo.
Nel 1907, ancora giovanissimo, si ammala di tubercolosi; per curarsi trascorre lunghi periodi lontano dalla città, in località montane o marittime.
Durante gli anni giovanili Guido Gozzano si innamora (corrisposto) di una poetessa, Amalia Guglielminetti, con la quale ha una breve relazione; di essa c’è traccia in un epistolario intitolato “Lettere d’amore”. Pare che i due si siano conosciuti proprio durante la frequentazione del circolo culturale torinese. Si tratta di un rapporto intenso ma tormentato: la Guglielminetti è una donna assai sofisticata, una musa perfetta per le sue poesie.
Una vita breve ma intensa
A partire dal 1912 il poeta comincia a girare il mondo, visitando alcuni Paesi orientali come l’India e l’isola di Ceylon, insieme all’amico Giacomo Garrone. Il libro “Verso la cuna del mondo” è il resoconto di questi viaggi durati alcuni mesi, pubblicato anche sul quotidiano torinese “La Stampa”.
La vita di Guido Gozzano è breve ma intensa.
La tubercolosi se lo porta via a soli 33 anni, il 9 agosto 1916. Muore nella sua Torino.
Le opere e la poesia di Guido Gozzano
Gozzano è un intellettuale incapace di vivere nel suo tempo, è un ribelle che si rifugia in un passato fatto di cose semplici, rifiutando quell’ambiente borghese e provinciale che caratterizza la società dell’epoca. Il taglio del linguaggio letterario è diretto, immediato, piuttosto vicino al parlato. Questa caratteristica rende le liriche di Gozzano più simili a “novelle in versi”: infatti, dal punto di vista della metrica, la scelta del poeta ricade soprattutto sulla forma chiusa della sestina.
Il tono delle poesie di Guido Gozzano è piuttosto distaccato, ironico; è tipico di chi si diverte a cogliere e mettere in evidenza la meschinità di un ambiente chiuso e provinciale.
Le prime poesie vengono raccolte nel volume “La via del rifugio”. In seguito viene elaborata una seconda raccolta di componimenti, intitolata “I colloqui” - considerato il capolavoro del poeta torinese. Quest’ultima opera, particolarmente apprezzata dal pubblico e dai critici, è strutturata in tre parti:
- Il giovenile errore
- Alle soglie
- Il reduce
Le influenze letterarie
Mentre il primo periodo di produzione poetica e letteraria di Gozzano si caratterizza per l’emulazione di Gabriele D’Annunzio, ed in particolare del mito del “dandy”, successivamente il poeta si avvicina ai versi di Giovanni Pascoli, che sente sicuramente più affine al proprio modo di essere e di intendere la vita.
Sempre a Gozzano viene attribuita la novella dal titolo “I tre talismani” ed il poemetto incompiuto “Le farfalle”.
Il poeta e scrittore torinese è anche autore di un copione cinematografico, dal titolo “San Francesco”.
Negli ultimi anni di vita dimostra interesse per la sceneggiatura e l’arte cinematografica, ma purtroppo nessuna delle sue opere riesce a diventare una pellicola.
Nel 1917, un anno dopo la sua morte, la madre pubblica una raccolta di fiabe per bambini scritta da Gozzano ed intitolata “La principessa si sposa”.
In alcuni versi, ed in particolare nel poemetto “Le farfalle” ci sono echi poetici che ricordano Giacomo Leopardi, nell’ultimo periodo della sua produzione poetica.
Di lui Eugenio Montale scrisse:
Colto, intrinsecamente colto se anche di non eccezionali letture, ottimo conoscitore dei suoi limiti, naturalmente dannunziano, ancor più naturalmente disgustato del dannunzianesimo, egli fu il primo dei poeti del Novecento che riuscisse (com'era necessario e come probabilmente lo fu anche dopo di lui) ad «attraversare D'Annunzio» per approdare a un territorio suo, così come, su scala maggiore, Baudelaire aveva attraversato Hugo per gettare le basi di una nuova poesia. Il risultato di Gozzano fu certo più modesto: un album di vecchie stampe che resterà, nel primo Novecento, come 'Gaspard de la Nuit' di Aloysius Bertrand resterà nel primo Ottocento francese. (E. Montale, Saggio introduttivo a Le Poesie, I Garzanti)
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