Lacordaire
Biografia
Jean Baptiste Henri Lacordaire nasce il 12 maggio 1802 a Recey-sur-Ource, figlio di un dottore della marina francese. Cresciuto a Digione ed educato al cattolicesimo, si allontana dalla religione durante gli anni del liceo. Studia Giurisprudenza con l'intenzione di diventare avvocato, e nel frattempo frequenta un circolo letterario e politico, la Société d'études, che raccoglie la gioventù monarchica locale.
Nel 1822 si reca a Parigi per svolgere il tirocinio come avvocato, ed entra nell'ufficio del procuratore generale Mourre. La vita nella capitale francese, tuttavia, non lo soddisfa: nel 1824, dopo un periodo di crisi esistenziale, si converte e sceglie di diventare sacerdote. Entrato nel seminario Saint-Sulpice di Issy-les-Moulineaux grazie all'intervento dell'arcivescovo di Parigi monsignor de Quélen, stringe un rapporto stretto con il Duca di Rohan-Chabot, che gli suggerisce di aderire alla Compagnia di Gesù.
Il 22 settembre 1827 Lacordaire viene ordinato prete e riceve l'incarico di cappellano di un convento di Visitandine. Dopo essere stato secondo cappellano in un liceo (esperienza grazie alla quale ha la possibilità di notare la scristianizzazione delle nuove generazioni a causa dell'insegnamento pubblico), viene invitato da Félicité de Lamennais nella sua tenuta: insieme con lui e Charles de Montalemberg si unisce alla rivoluzione di luglio, e sostiene le contemporanee rivoluzioni in Italia e Belgio.
Contribuisce alla fondazione del giornale "L'Avenir", che difende la sovranità assoluta del Papa in ambito religioso e promuove l'allargamento del suffragio universale e la libertà di stampa. Poco dopo Lacordaire fonda l'Agenzia generale per la difesa della libertà religiosa. Nel 1831 una scuola da lui fondata con Montalembert viene chiusa dalla polizia; in seguito a questi avvenimenti, "L'Avenir" interrompe le pubblicazioni, e Lacordaire si reca a Roma per presentare una Memoria a Papa Gregorio XVI. L'accoglienza che gli viene riservata, tuttavia, è molto fredda, al punto che il pontefice arriva a condannare le sue idee (e in particolar modo le istanze relative alla libertà di stampa e alla libertà di coscienza) nell'enciclica "Mirari Vos".
Dopo avere pubblicato una lettera di sottomissione a Gregorio XVI, Lacordaire incontra la letterata russa Madame Swetchine, convertita al cattolicesimo, con la quale intraprende una relazione di amicizia molto stretta. Più tardi tiene alcune conferenze presso il College Stanislas su suggerimento di Frédéric Ozanam: gli appuntamenti vengono tuttavia sospesi a causa della presenza - nei suoi discorsi - del tema ricorrente della libertà, ritenuto pericoloso e in grado di pervertire i più giovani. Nel 1839 egli prende l'abito domenicano con il nome di Domenico nella basilica di Santa Maria sopra Minerva di Roma; quindi, svolge un anno di noviziato nel Lazio, scrivendo una "Vita di San Domenico" prima di fare ritorno in Francia.
Sostenitore della Rivoluzione del 1848, aderisce alla Seconda Repubblica Francese e, dopo aver fondato con Ozanam il giornale "L'ére nouvelle", viene eletto per il collegio di Marsiglia all'Assemblea Costituente, dalla quale si dimette nel giro di breve tempo. Rimasto disilluso dal regime repubblicano, lascia la direzione del giornale lanciato poco prima; in seguito, condanna il colpo di Stato andato in scena a dicembre del 1851. Nel 1852 accetta la direzione di un collegio di Oullins, mentre due anni più tardi si sposta in una scuola di Sorèze. Eletto membro dell'Académie francaise nel 1860 al posto di Alexis de Tocqueville, Lacordaire muore il 21 novembre 1861 a Sorèze.
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