Luigi Amato

Luigi Amato

Luigi Amato

Biografia Avvinti e turbati

Luigi Amato nasce a Spezzano Albanese, in provincia di Cosenza, il giorno 1 gennaio 1898 da Francesco e Sofia Arabia. I primi anni sono contraddistinti dagli innumerevoli eventi che si susseguono nella famiglia. Resta orfano di madre all'età di cinque anni e solo il profondo amore del padre lo aiuta a superare questa tremenda separazione. Gli Amato sono una famiglia di costruttori e Luigi cresce affianco al padre seguendolo nei vari cantieri. È qui che Francesco, da buon disegnatore egli stesso, intuisce le doti del figlio osservandolo disegnare con tratto deciso i volti dei muratori e delle cose che lo circondano, esprimendo nel disegno tutte le sue giovanili emozioni. Ed è così che inizia il cammino artistico di questo straordinario pittore che apprende dal padre i primi elementi di disegno e geometria.

Fissare su cartoncino un volto segnato dal tempo e dalla fatica, disegnare una mamma che allatta il suo bambino circondata da altri figli desiderosi anche loro di affetto e di cibo, sono soltanto alcuni aspetti di quel mondo contadino della natia Calabria.

È la vita che viene fissata per essere ricordata nella sua tragicità, nella sua quotidianità. Luigi Amato sa cogliere l'attimo fuggente mettendo in risalto la fiera malinconia della sua terra. Sa rendere vive le espressioni dei volti, la profondità degli sguardi: i suoi disegni sono severi perché severa ed orgogliosa è la sua gente. Tutti rimangono estasiati nel vedersi ritratti, tutti si sentono importanti, tutti lo incitano a proseguire intuendone doti non comuni ed ammirando la sua serietà.

A soli quattordici anni vince una borsa di studio della Regione Calabria per i più promettenti giovani artisti calabresi, con la quale va a studiare a Roma presso il Regio Istituto di Belle Arti in Via di Ripetta. Sotto la guida di illustri maestri dell'epoca, tra i quali Umberto Coronaldi e Duilio Cambellotti, si dedica allo studio della figura. Nel 1916 viene chiamato alle armi e, dopo varie vicissitudini in guerra, nel 1918 può rientrare a Roma per continuare gli studi interrotti ed intraprendere la carriera d'artista.

Nel novembre del 1920, sotto i buoni auspici di Ferdinando e Gennaro Cassiani che in lui credono e confidano apprezzandone il talento artistico, allestisce una mostra personale al Circolo Formazione e Cultura di Spezzano Albanese, suo paese di nascita, ottenendo un riconoscimento unanime per la precisione e correttezza di linee, per il gusto squisito, per caratteristici e vigorosi effetti di luci ed ombre. A Roma il nome di Luigi Amato comincia a farsi notare, negli ambienti "bene" della capitale, come ritrattista sempre più apprezzato.

Spinto dal suo amico Trilussa, nel gennaio 1925 organizza una mostra personale nelle sale dell'Associazione Italo-Americana a Palazzo Salviati: tutta la stampa quotidiana e la critica più severa si interessano di lui, il pubblico si stringe intorno al giovane artista decretandone il successo. Poco tempo dopo un suo pastello esposto alla Biennale, viene premiato ed ancora elogiato dalla critica.

Affermatosi sempre di più come interprete sensibile e di gusto sicuro e raffinato, Luigi Amato viene invitato nel 1938 in Inghilterra per eseguire dei ritratti tra le persone dell'alta società inglese e scozzese. Un grande successo, superiore ad ogni più rosea previsione, prolunga il suo soggiorno a Londra facendolo lavorare sempre ininterrottamente. Stimolato dagli eventi decisamente favorevoli, organizza una mostra personale alla "Arlington Gallery" in Bond Street ed in quella occasione gli inglesi gli accordano il loro consenso nominandolo unanimemente membro del "Pastel Society".

Quasi contemporaneamente un suo pastello, la "Piccola Calabrese" esposto al Salon des Artistes Francais, su segnalazione del critico d'arte Henry Maistre ottiene una "Mention Honorable", ambito riconoscimento anche questo delle sue alte capacità nella difficile tecnica del pastello.

Quando il conflitto bellico della seconda guerra mondiale oppone l'Italia all'Inghilterra, vuole rientrare nel suo paese per essere a Roma accanto alla moglie Marcella ed al figlio Francesco. Nonostante l'orrore della guerra che si abbatte sulla Capitale, il suo lavoro non diminuisce. Sempre più stimato, gli vengono ordinati ritratti dai più illustri personaggi del tempo: Mussolini, Teruzzi, Federzoni, De Bono, Lessona, Igliori, Bianchi, Grazioli... e ritratti delle Signore dell'alta borghesia romana, ma l'onore più grande gli viene attribuito dal Circolo delle Forze Armate di Palazzo Barberini quando gli commissionano i ritratti del Re e della Regina d'Italia. Tale è il successo di questi due ritratti (dei quali purtroppo resta solo un ricordo fotografico) che la stessa Regina Elena chiede a Luigi Amato di eseguirne una copia per poterla esporre nelle sue camere private.

Il 28 ottobre 1939, su proposta del Ministro per l'Africa Orientale, viene nominato Cavaliere nell'Ordine della Corona d'Italia, con decreto riportato sulla Gazzetta Ufficiale del 3 febbraio 1940.

Durante tutto il secondo conflitto mondiale, Luigi Amato continua la sua opera d'artista con la forza interiore che lo sostiene e, non volendo sottostare ai dettami del regime, affrontando un viaggio avventuroso, raggiunge con tutta la famiglia la casa paterna, nella sua Spezzano lontano dagli orrori quotidiani delle città ormai divenute invivibili. Qui nascono le opere più belle, e certamente le più significative, che immortalano la fierezza della gente di Calabria, il calore del focolare domestico, la rassegnazione degli anziani, la malinconica speranza nei volti dei bimbi.

Ed è qui che Luigi Amato prepara una mostra personale che viene inaugurata a Roma il 28 aprile 1943 alla Galleria San Marco in Via del Babbuino; tale mostra rimane famosa perché in sole 24 ore vengono vendute tutte le sessanta opere esposte, oli e pastelli: un record forse mai raggiunto da nessuno e di cui la stampa parla diffusamente.

Il Re Vittorio Emanuele, accompagnato dal Primo Aiutante di campo Generale Puntoni, onora l'artista con una visita alla mostra stessa e si congratula con l'Amato che ben conosce ed appone la Sua firma nell'albo dei visitatori.

Negli anni che seguono la fine del conflitto, non sentendosi più a suo agio nella Roma disordinata e caotica del dopoguerra, decide nel 1948 di trasferirsi nell'Isola di Capri, dove apre un suo studio e dove esegue innumerevoli ritratti a personalità italiane e straniere che vengono a trovarlo da ogni dove. A Capri, in comunione con la stupenda natura che lo circonda, Luigi Amato si sente quale veramente vuole essere: libero da ogni legame mondano e pronto ad assecondare appieno il proprio io creativo. Gli isolani gli forniscono il tema della sua ispirazione che dà vita alle più belle opere: figure di bambini, vecchi e fanciulle che incontra per le stradine di Capri e di Anacapri. È certamente l'interprete della bellezza femminile del nostro tempo, sentita da un artista che sa coglierne i caratteri essenziali, spogliandola da ogni caducità. Nei volti di vecchi, di bimbi, di donne è sempre e soprattutto l'anima che si manifesta con tanta naturale forza da lasciare l'osservatore avvinto e turbato.

Conquistato il mercato internazionale, invia i suoi quadri all'estero selezionando i galleristi che gliene fanno richiesta: New York, Chicago, Parigi, Londra, Lucerna, Vienna, Stoccolma, Johannesburg. I suoi quadri di figura, battuti da Case d'Asta tra le più note al mondo, ne costituiscono oggi un raro documento. È proprio a Capri che rinsalda l'antica amicizia che lo lega ad Ezelino Briante, pittore estroso e ricco di talento ineguagliabile, ospitandolo presso il suo studio e dividendo con lui la passione per l'arte e per l'Isola stessa. E i pittori "capresi" come Felice Giordano, Mario Laboccetta, Guido Odierna, Ugo e Tullia Matania, Raffaele Castello, Giancarlo Tagliaferri, gli si stringono intorno con sincera amicizia apprezzando nella sua arte la capacità di cogliere la vera essenza delle cose, nel saper penetrare nell'animo delle persone e di saperlo esprimere nelle sue tele.

Esegue i suoi quadri nell'ordine più assoluto e nella quieta solitudine della sua casa caprese, "Villa Bel Sorriso". È di carattere amabile e socievole e gli piace conversare in buona compagnia, sempre pronto ad occuparsi di chi ha bisogno di aiuto e consiglio. Amante della conversazione, il suo studio viene frequentato da scrittori e giornalisti, da personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e della musica, da uomini politici e da gente famosa. Generoso d'animo, non lesina il suo aiuto alla gente comune che gliene fa richiesta diventando un punto di riferimento per chiunque ne abbia bisogno.

Incita ed aiuta il "postino pittore" Torelli; dà i primi pennelli e colori alla pittrice naif "Carmelina di Capri".

Luigi Amato è un grande lavoratore. Spende tutta la sua vita per l'Arte: le ore più felici sono quelle che trascorre nel suo studio tra i personaggi plasmati dalla sua fantasia. Non dà molto credito alla voce dei critici, perché non crede ai giudizi di taluni che di solito sanno assai poco del difficile mestiere del dipingere; non ama la grossa pubblicità che trova poco confacente alla serietà dell'arte ed alla dignità dell'Artista.

Una breve e crudele malattia lo coglie nel migliore momento del suo genio artistico e delle sue capacità lavorative. Luigi Amato non ama le folle, ma ironia della sorte, muore a Roma il 2 novembre 1961.

3 fotografie

Foto e immagini di Luigi Amato

Commenti

Domenica 17 luglio 2011 20:01:25

Sono interessata alla vita di questo pittore. Sono andata su altri siti e ho scoperto meravigliosi quadri. Grazie per averlo segnalato.

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