Ultimi commenti alle biografie - pagina 2002

Martedì 10 novembre 2020 23:20:18 Per: Sigfrido Ranucci

Gentilissimo signor Ranucci,
La ringrazio per il servizio andato in onda ieri, 9 novembre, sulle gravi conseguenze nella diffusione del Covid-19 derivanti dalla scelta sconsiderata della Giunta della Regione Sardegna di consentire l'apertura delle discoteche a ridosso e per ferragosto.
Ora qualcuno capirà che ogni atto politico porta sempre con sé una grande responsabilità nei confronti della collettività, grande o piccola che sia.
Ma il servizio non dice tutto o forse lo fa in maniera quasi impercettibile.
Sino all'inizio di agosto, nella gran parte dell'Isola, la diffusione del virus era estremamente contenuta e questo perché tutti i Sardi di buon senso (e, mi creda, siamo tanti) hanno adottato a partire dal 18 maggio e per tutta l'estate comportamenti rispettosi nei confronti del prossimo.
Purtroppo così non è stato da parte dei molti, troppi, turisti, quasi tutti del resto d'Italia, che sono arrivati pensando di liberarsi del grigiore della "primavera Covid" con comportamenti veramente al limite dell'incoscienza. Sicuramente i giovani, ma anche gli adulti che ancora si reputano tali, che hanno transitato dalla Spagna verso la Sardegna (e in particolare verso la Costa Smeralda, perché fa cool), frequentando i luoghi di grande assembramento, discoteche e non solo, hanno portato con sé una grande concentrazione virale senza adottare quasi nessuna protezione e, ovviamente, senza rispettare le regole di distanziamento fisico. Ma anche le famiglie hanno fatto la loro parte. Nelle spiagge, in tanti non sono abituati a tenere le distanze, nonostante la disponibilità di spazio in molte spiagge libere della Sardegna (ma questo anche nell’era pre covid), per cui era frequente vedere diversi gruppi familiari (facilmente identificabili come “continentali” per via del loro accento) che formavano un unico grande gruppo incastrandosi negli spazi lasciati appositamente liberi da altri villeggianti, locali e non, più attenti e rispettosi.
In sostanza, a causa delle scelte politiche sbagliate e dei comportamenti dei singoli individui non adeguati alla delicata situazione sanitaria, il virus ha sicuramente trovato un habitat ideale negli ambienti della Costa Smeralda e di qualche altro luogo rinomato della Sardegna, per poi diffondersi nella stessa isola e nelle altre regioni italiane con il rientro dei lavoratori stagionali e dei turisti, ma bisogna essere onesti e corretti sino in fondo precisando che gli stessi turisti hanno fatto, prima, da “veicolo” del virus e, poi, hanno contribuito in maniera importante alla sua diffusione.
Per cui ognuno, anche il semplice turista arrivato in Sardegna per divertirsi e rilassarsi, si metta la mano sulla coscienza e si prenda la propria parte di responsabilità.
Cordiali saluti
Alessandra Bazzoni

Da: Alessandra Bazzoni

Martedì 10 novembre 2020 23:19:06 Per: Bianca Berlinguer

Buonasera Sig. ra Berlinguer, Le domando cortesemente se considera corretto, pur comprendendo i tempi televisivi, che sia adeguato terminare i pensieri altrui con proprie considerazioni terminali. Le è mai sorto il dubbio che potessero terminare in maniera differente? Ringrazio per la cortese risposta e saluto cordialmente. Antonio Giudici (Viadana) 347-------

Da: Antonio Giudici

Martedì 10 novembre 2020 23:09:42 Per: Bianca Berlinguer

Buona sera, riguardo alla trasmissione del 10 novembre, vorrei porre il problema della mancanza di mascherine in moltissima gente inquadrata a passeggiare sul lungomare, e quello non mi sembra un problema del governo, bisognerebbe intervenire con multe e personalmente troverei giusto fare firmare a queste persone una dichiarazione che in caso di infezione da covid le spese delle cure devono essere sostenute privatamente da loro. Questo naturalmente anche nelle altre città italiane, perché tutto ciò avrà un costo in termini di sanità ed economico. Grazie scusi il mio sfogo ma penso che ognuno debba iniziare a prendersi le proprie responsabilità.

Da: Bruna Cerri

Martedì 10 novembre 2020 23:03:39 Per: Luigi De Magistris

Ho una proposta... di chiudere per 15 giorni tutto tutti tutte e tutta l'Italia ma tutta... polizia rai mediaset supermercati compresi... se vogliono veramente curare la salute dei cittadini... ma cosi come stanno facendo ho un gran dubio... chiusura solo per i poveracci... povera italiani nelle mani dei turchi. E il governo sbarca la responsabilità a voi... dovrete farsi sentire piu forte... ma tanto forte..

Da: Adelina

Martedì 10 novembre 2020 22:38:32 Per: Mario Giordano

Buongiorno Egr. Io Sig. Giordano,
solo poche parole sperando di attrarre la Sua curiosità ma anche quella di numerosi telespettatori e/o Italiani sulle strutture adibite alla cura Covid.
Io scrivo dalla prov. Di Sondrio, da Tirano.
Ci stanno derubando di una struttura ospedaliera come l'ospedale Morelli di Sondalo, vogliono chiuderlo per potenziare il nosocomio di Sondrio.
Ora il Morelli è adibito quasi esclusivamente a covid con più di 150 degenti ed in continua richiesta...
Solo per far vedere ai politici cosa è il Morelli, non possono chiuderlo...
Spero ci possa aiutare magari con un suo servizio.
Poche parole ma spero che le possano essere recapitate.
Grazie
Ivan

Da: Ivan

Martedì 10 novembre 2020 22:33:11 Per: Giuseppe Conte

Oggetto: Richiesta di un operatore socio sanitario che lavora in terapia intensiva al reparto Covid-19 di Pisa edificio 21 Santa Chiara.
Egregio ministro Conte
Mi chiamo Ilenia Draicchio e sono un operatore socio sanitario in questo momento assunta in urgenza per questa pandemia che spero presto abbia termine..
Da pochi giorni a mio padre le è diagnosticato il covid-19 ed è stato ricoverato in urgenza a Pontedera all' ospedale Lotti dove da poco è stato aperto il reparto covid-19.
Fino a che questa vicenda non ti tocca personalmente non si può capire quale sia la disperazione vissuta dei familiari i quali non possono vedere e neanche spesso sentire i propri cari e che solo una volta al giorno riescono a parlare con un medico per sapere la diagnosi del proprio familiare.
Ma quando ti accade e la vivi,
tutto improvvisamente cambia forma.
Ho fatto una richiesta in reparto dove è ricoverato mio padre e vorrei farla conoscere anche a lei perché credo che se si potesse accoglierla a livello Internazionale sarebbe un nuovo dcpm
In aiuto anche al personale sanitario che si trova a dover lavorare senza il sostegno di nessuno e spesso in modo caotico per i tanti ricoveri.
Come operatore socio sanitario e tutto il personale sanitario che lavora nei reparti covid-19 abbiamo la conoscenza e competenza di quali sono le procedure per entrare in bolla covid e operare su questi pazienti siamo stati formati sulla vestizione e svestizione ed allora mi chiedo:
perché non permettere per lo meno a noi del personale sanitario di poter visitare il nostro familiare all interno dell' ospedale dove è ricoverato ? Aiutiamo i familiari di molte persone e perché non poter dare un supporto al nostro familiare?
Non pensa che per noi che siamo in prima linea ogni giorno per gli altri sia giusto esserlo anche per il nostro più caro familiare e per di più di primo grado?
Io le faccio i miei complimenti per il lavoro da voi svolto in questo momento e spero veramente che questa richiesta sia presa in considerazione, sarebbe di aiuto al personale all interno del reparto avere un familiare che si prende cura di un paziente e di aiuto e sostegno morale al paziente
Cordiali saluti
E che questa pandemia abbia per tutti noi un termine molto presto
Ilenia Draicchio

Da: Ilenia Draicchio

Martedì 10 novembre 2020 22:24:36 Per: Luca Zaia

Salve Presidente Zaia. Nonostante non sia del suo partito l'ho votata perché in questo periodo difficile e nuovo per tutti lei si è comportato in modo assolutamente corretto. Io sono una dipendente artigiana a Murano. Sono mamma di un bimbo di 11 anni e sola. Nonostante sia stato bravo ad organizzare tutti i settori lavorativi anche in quarantena il nostro ambiente è sempre tenuto un po' in disparte. Volevo informarla, perché secondo me non lo sa, che noi siamo stati in cassa integrazione fino ad agosto (non tutti i giorni del mese ovviamente). Ma gli accordi con ebav, perché essendo artigiani siamo sotto l'ebav e non l'inps, erano fino ad agosto. Ad oggi 10 novembre noi dobbiamo ancora percepire la cassa integrazione di luglio. Non sono tanti soldi per carità però servono. Ho ancora libri di scuola della prima media fermi li perché non riesco ad acquistarli. La risposta dell'ebav e del signor Scattolin è che non arrivano i fondi da Roma o che non hanno, ad oggi, alcuna disposizione per pagare la cassa integrazione dopo giugno. Sinceramente so che siamo pochi e non facciamo numero però esistiamo e ci siamo. Pagati meno di tutti, perche la confartigianato paga agli operai artigiani una paga misera dopo anni di lavoro, però ci siamo. Trovo vergognoso aspettare una cassa integrazione di 340 euro di luglio a novembre senza risposta certa. Non saranno tanti per voi. Ma per una come me vogliono dire un libro e 2 settimane di cibo per mio figlio. Ringraziandola porgo distinti saluti. E complimenti con il cuore per il suo operato. Credo che poche persone non pronte ad una pandemia arrivata all'improvviso si siano comportate diligentemente come lei. Selena Gabbanoto

Da: Selena

Martedì 10 novembre 2020 22:24:05 Per: Bianca Berlinguer

Buonasera nella puntata di giorno 10 novembre 2020 sono state dette delle inesattezze sui compiti dei medici di famiglia. Non è vero che il territorio è abbandonato NOI medici di base abbiamo e stiamo lavorando anche più di 10 ore al giorno. Sarebbe corretto interrogare il medico di base e non sempre e solo i medici ospedalieri.

Da: Piliego dott Mimma

Martedì 10 novembre 2020 22:20:21 Per: Bianca Berlinguer

Buonasera dr. ssa Berlinguer in questo grave momento per la sanità pubblica vorrei che venisse considerato anche il grande sforzo che le farmacie italiane con tutti i suoi operatori stanno facendo per dare sostegno ai pazienti che si trovano abbandonati dal SSN. Purtroppo o per fortuna siamo rimasti l'unico presidio sanitario diffuso sul territorio facilmente raggiungibile, che ancora ci "mette la faccia" potendoci
parlare di persona, rispondendo alle molteplici telefonate, anche solo per dare conforto. Aiutiamo gli anziani, che non conoscono email e whatsapp, a recuperare le prescrizioni, piani terapeutici ed esenzioni. Tutto ciò nel più assoluto silenzio.
Non esistono solo i pazienti covid, gli altri malati ci sono ancora e non devono essere lasciati soli.
Tanto rispetto e ammirazione per gli operatori ospedalieri e per tutti quelli che sul territorio si danno da fare, ma una revisione della medicina di base e della burocrazia ad essa legata mi pare quanto mai urgente. Tutti noi temiamo per la nostra salute, ma non possiamo rintanarci nei nostri ambulatori o nei nostri uffici. Noi farmacisti, seppur volenterosi, non abbiamo gli strumenti normativi per farci carico dei compiti abbandonati da altri.
Spero che questo argomento possa essere da stimolo per una discussione costruttiva.
Ringraziandola per la sua attenzione, porgo cordiali saluti e le auguro buon lavoro.
Dr. ssa Gloria Sambenati

Da: Gloria Sambenati

Martedì 10 novembre 2020 22:15:52 Per: Giovanni Floris

Chiedete per favore se vi sono protocolli terapeutici preventivi per pazienti più a rischio in quarantena domiciliare. per esempio eparina, cortisone per evitare che si arrivi tardi a curarli quando le trombosi sono già in atto... o si aspetta la cosiddetta polmonite per ricoverare.. troppo tardi.

Da: Giancarlo Aquilone