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Sabato 22 agosto 2020 14:28:58 Per: Corrado Augias

LETTERA DI UN GIOVANE NAPOLETANO A CORRADO AUGIAS DOPO LA TRISTE AFFERMAZIONE A "QUANTE STORIE"

Gentile dott. Augias,
mi chiamo Emilio Caserta e sono un giovane napoletano orgoglioso delle sue radici e del glorioso passato della sua gente, quel passato che non dimenticherò facilmente.
Ho avuto modo di conoscerla qualche anno fa al mio caro e vecchio liceo Antonio Genovesi in occasione della riapertura al pubblico della biblioteca scolastica chiusa per anni e tenuta in stato di abbandono. Con alcuni dei miei compagni di classe e di scuola lavorammo per mesi alla riapertura di questo luogo così importante per tutti coloro che hanno sete di sapere e di “memoria”, ritrovammo testi antichissimi, molti dei quali furono presentati anche il giorno dell’innaugurazione in sua presenza e nell’atrio della scuola (non so oggi) sono presenti delle foto di quando le mostrammo anche i registri dei voti di un altro personaggio (ex studente del liceo) che dovrebbe tornare sui tavoli di discussione storica: Benedetto Croce.
Fu un bell’evento e ricordo molto bene le sue parole sull’importanza della memoria, della storia, dei documenti e delle tracce storiche. In quel periodo conobbi l’importanza degli archivi più che delle biblioteche, infatti il mio intervento fu incentrato particolarmente sulla loro efficiacia e sul ritrovamento di quei documenti passati che ci aiutano a raccontare la storia per come veramente è andata. Grazie a quell’esperienza ho avuto nel corso degli anni la fortuna di incontrare parecchi archivisti, storici esperti che mi hanno insegnato a conoscere la storia partendo dai documenti e da tutto ciò che di storico mi circonda (tra strade e palazzi e fortunatamente a Napoli ed al Sud c’è tanta storia da raccontare), quelli che tocchiamo con mano, quelli che ci fanno capire il passato veramente come è andato, piuttosto che prendere per oro colato solo quello che leggiamo sui libri.
Devo confessarle, però, che ho ascoltato con molto dispiacere le sue parole nel programma che ha condotto per molto tempo “Quante storie”, riproposto e andato in onda il 19 agosto scorso: “in Italia abbiamo una secolare questione meridionale rinfocolata da una risorgente pubblicistica Neoborbonica, secondo la quale il Piemonte ha compiuto un'invasione e lo sfruttamento del Sud. Non voglio entrare nel merito ma dico solo che siccome questa questione non è stata mai risolta neanche dal punto di vista concettuale fino ad oggi, forse sarebbe bene che venisse accantonata come memoria per guardare solo all'avvenire. L'elogio della memoria va bene ma in qualche caso va bene anche l'elogio dell'oblio".
In quanto esponente delle nuove generazioni, devo sottolineare che quelle parole mi hanno lasciato molto perplesso, ed ascoltando successivamente quelle a supporto della sua tesi, precisamente da parte del filosofo Cimatti e dallo storico Alessandro Barbero, mi sento ancora più spaesato ed evidentemente anche contento nell’aver cambiato ormai già da tempo i miei punti di riferimento per la storia, per la filosofia ma anche per l’informazione.
Come può dire di non voler entrare nel merito, se per anni ha condotto trasmissioni del genere?
Come possono un filosofo (ossia studioso della storia della filosofia in primis) ed uno storico accademico supportare l’elogio dell’oblio “in certi casi”? Il loro mestiere, il loro lavoro, la loro missione di una vita, raccontare la storia per non dimenticarla e per imparare da essa. Conoscevo bene il pensiero del professor Barbero, che in più occasioni ha sminuito, evidentemente senza rendersene conto, il suo stesso lavoro di ricercatore storico e di divulgatore, "accantonando" infatti la storia stessa. Il prof afferma: “Dimenticare è possibile ed è sacrosanto nel senso che diceva Cimatti - e quindi Augias (supportato dallo stesso filosofo) - la memoria non è la storia, bisogna salvare la storia ma non la memoria”. Come può uno storico dividere la storia dalla memoria? In questo caso la mia ingenua ed inesperta età non riesce proprio ad arrivare al motivo di tale affermazione: io penso che tutto sia memoria e che la storia non esiste senza memoria, come qualsiasi disciplina a livello mondiale, tutto è memoria, e quella memoria va tramandata, altrimenti ci ritroveremmo ancora all’età della pietra e forse prima.
Come può una persona che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca della storia ed alla sua divulgazione dire in poche parole che la storia (quella direttamente interconnessa col presente) deve rimanere tale, deve morire e non va ricordata, andando contro quello che per un medico può essere il giuramento di Ippocrate, ossia la tesi di Cicerone "Historia magistra vitae?
Non dovrei essere io a dirle che, avendo 25 anni di vita, questi 25 anni sono la mia storia, le mie esperienze, la mia crescita, i miei errori e le mie vittorie, e sono figlio, nipote e pronipote di quelli che prima di me hanno fatto la storia della mia famiglia, e tra di loro la storia dei nostri popoli.
Se io sono senza un braccio devo sapere se è stato per un incidente o per una malformazione congenita: come posso non domandarmi il motivo per cui sono senza un braccio facendo finta di nulla? E chiaro che quell’incidente o quella malformazione sono la mia storia, il mio passato, causa spesso del mio presente.
Come posso non domandarmi il motivo “dell’arretratezza meridionale”? Quando è iniziata, come e quali sono le cause?
Non c’è malattia più brutta dell’Alzheimer, quell’orrendo male che ti fa perdere la memoria, e quindi la tua identità. Come si può dire ad un popolo di dimenticare il suo passato solo perché non riesce a risolvere i suoi problemi o che se dimentico il mio passato, risolvo i miei problemi attuali?
Non dimentichiamoci che la questione meridionale esiste ancora, ed altro che tesi dei neoborbonici, è sempre più presente (almeno a parole) nelle agende politiche, giornalistiche, con le discriminazioni nei diritti, tra Nord e Sud. Da giornalista con esperienza, dovrebbe informare lei me sulla pubblicazione degli ultimi dati Eurispes in cui si parla di quei famosi 840 miliardi di euro che dal 2000 al 2017 sono stati sottratti al Sud e distribuiti al Centro- Nord (non 160 anni fa, ma oggi). Sfido chiunque a parlare di questione meridionale se non viene dato a Cesare quel che è di Cesare. Non sono io a doverle dire che negli ultimi 160 anni sono emigrati oltre 20 milioni di meridionali (mentre prima non partiva nessuno) e negli ultimi 20 oltre 2 milioni, giovani in testa. Altro che dimenticare la questione meridionale che è quanto mai presente e sempre più preoccupante! Come posso pensare di curare un cancro, se voglio curare solo le metastasi senza andare alla radice ed eventualmente anche alle cause? La questione meridionale ormai non è più solo meridionale, perché è interconnessa al rallentamento della crescita del Nord, questo non secondo Emilio Caserta, ma secondo il governo, Svimez, Istat etc. etc.
Ci terrei però a supportare la tesi di Cimatti, ossia che “l’Italia è un Paese fintamente costruito sulla memoria”, come posso non dare ragione al professore, considerando che in un Paese con una salda memoria mai avremmo udito in Tv tali espressioni, un tale “elogio dell’oblio” sul proprio passato? Come si può solo pensare che l’Italia, che tanto acclamiamo, festeggiamo, debba dimenticare come sia nata? Ecco perché l'Italia non è un popolo unito, perché non ha una sua vera memoria. Allora secondo la sua tesi, non dobbiamo più festeggiare "la nascita" del Paese il 17 marzo? Allora dobbiamo rimuovere i nomi e le statue di quegli “eroi” che tanto acclamiamo nelle strade e nelle piazze di tutta Italia? Se dobbiamo dimenticare quella parte di storia, dobbiamo farlo con ogni singolo pezzo di quel lontano 1861, gli anni del brigantaggio, gli anni di quelle centinaia di migliaia di meridionali che hanno versato il proprio sangue per difendere la propria terra dall’invasore straniero che voleva "fare l’Italia". Magari nei libri di storia dagli anni che vanno dal risorgimento alla fine del brigantaggio, mettiamo un bel divieto con su scritto "elogio dell'oblio", o il suo invito era rivolto solo ai neoborbonici? Se sono passati 160 anni e la questione meridionale ancora non l’abbiamo risolta, forse è arrivato il momento di risolverla e finalmente di fare l’Italia, o magari ufficializzare la divisione delle "due Italie".
Altro che "tesi neoborboniche", mi sembra che proprio lei abbia intervistato svariati mesi fa il procuratore antimafia Nicola Gratteri (che non è un neoborbonico) quando parlò di mafie (dramma ancora attuale e non ancora risolto) e di questione meridionale, partendo dalla favola di Garibaldi e costringendola a dire: “quello che sta dicendo sono cose terribili, lei con quello che ha detto, contrasta quello che ingenuamente e retoricamente abbiamo appreso a scuola e raccontiamo, ne prendiamo atto e cambiamo argomento”. Lo stesso procuratore ha poi affermato: “la storia viene scritta dai vincitori”. Questa frase so che non è molto simpatica al professor Barbero (mi piacerebbe un confronto tra i due). Non solo Gratteri ha accettato questa tesi ma anche studiosi come il filosofo Fusaro, Daniele, Malanima, Fenoaltea, Ciccarelli, Collet, John Davis.
Per anni è stata raccontata quella parte della storia che offendeva il Sud e che tanto faceva comodo a certi sistemi “per garantire l’unità del paese almeno sui libri”, e oggi che sempre più persone ed accademici stanno scoprendo le vere cause della questione meridionale, sarebbe meglio “dimenticare”? Sarebbe troppo comodo. E quindi dovremmo cancellare anche dagli archivi Rai quelle ore immense, passate anche per le sue trasmissioni, in cui si parlava di come è nata la questione meridionale (anche se con altre vedute), dell’unità d’Italia, sminuendo a questo punto anche il suo stesso lavoro? L'elogio dell'oblio è anche questo.
Su Wikipedia ho letto che sua madre era ebrea: come si sentirebbe un ebreo se preferissimo dimenticare il dramma del popolo ebraico?
Concludo dicendo che fin quando non si partirà da pari diritti, opportunità, strutture, infrastrutture, fondi tra Nord e Sud e finchè non recupereremo gli ultimi 160 anni di disuguaglianze tra una parte e l’altra del Paese, finchè il Sud non avrà la stessa potenza mediatica, bancaria, politica, giornalistica, imprenditoriale del Nord, per me l’Italia non sarà mai stata veramente unificata e per quanto mi riguarda continuerò a difendere la mia storia, i miei simboli e la mia gente da tutte queste disuguaglianze, e lo farò con i neoborbonici, con i “non” borbonici, con i meridionalisti, con gli italianisti, e con tutti coloro che vorranno un’Italia più equa anche sui libri di storia e questa questione prima o poi andrà risolta, che ci piaccia o no.
Se non sai da dove vieni, non puoi sapere dove vai, ed al momento la conferma della potenza della rivoluzione culturale neoborbonica e meridionale, sta nel fatto che siete costretti ancora a parlarne e che siete costretti a dire “meglio dimenticare”.
Tutto qui. Ricordandole che le sue parole hanno un enorme peso mediatico soprattutto per i nostri giovani, le mando i miei più distinti saluti.

Emilio Caserta, un giovane napoletano orgoglioso di esserlo.

Da: Emilio Caserta

Sabato 22 agosto 2020 13:37:16 Per: Maria Elena Boschi

A nome dei tanti che avrebbero dovuto farlo e non l'hanno fatto (giornalisti e politici), la chiedo scusa per l'indegna gogna alla quale è stata sottoposta in relazione alla vicenda giudiziaria di suo padre.

Da: Giovanni Balsamo

Sabato 22 agosto 2020 13:36:25 Per: Alberto Gilardino

Ciao Alberto ho trovato un anello contenente una pennina USB con foto personali che credo appartengano a te o alla tua famiglia

Da: Domenico

Sabato 22 agosto 2020 13:27:18 Per: Silvio Berlusconi

Ciao silvio sono un ragazzo di quasi 30 anni e nella mia vita ho dovuto affrontare tante sfide, all’età di 7 anni mio padre se n’è andato da casa e ha rimasto me mia madre e altri due fratelli, i quali già lavoravano e aiutavano mia mamma ad andare avanti, poi man mano che loro sono cresciuti hanno dovuto pensare a conservare i soldi per loro per poter sposarsi, e quindi siamo andati a scendere sempre di più. Poi alla mia età di 14 anni io ho avuto un incidente e mi sono spezzato il ginocchio, mia mamma aveva qualcosa conservato e ha pensato a tutto lei pure perché mai nessun famigliare ci ha pensato, dopo 8 mesi di letto tra operazioni e fisioterapie mi rialzo e vado anche io a lavorare così cercando di andare avanti con meno problemi ma comunque c’erano. Dopo 1 anno ho avuto un altro incidente è quello è stato il peggior guaio che mi potesse capitare, sono stato 3 anni nel letto mi sono distrutto la caviglia sinistra, ora dopo operazioni e camera iperbarica non la muovo più. Dopo 12 anni mi sono arrivati 100 mila euro ed io subito ho pensato di investire su un lavoro senza mai comprarmi nemmeno una pizza, ho aperto un negozio di detersivi ma essendo solo e nuovo in questo campo dopo 9 mesi non è andata a buon fine e ho dovuto chiudere l’attività, sensazioni arrendermi ho investito dimuovo in un altro negozio in piazza già avviato, solo che man mano il commercio è andato a cadere, ed avendo solo questo negozio ho richiesto finanziamento per non ricadere per non ricadere, ma ora mi ritrovo dopo 6 anni di attività fatta sempre col cuore e con piacere, a pagare 3 finanziamenti è attualmente attualmente non ho più niente, il negozio purtroppo non mi rende per andare avanti ed io non so più come fare ho solo una mamma martellata dalla vita è da mio padre che la picchiava tutti i giorni, e mi ritrovo una compagna che ha affrontato tante difficoltà insieme a me ma non riesco a guardarla nemmeno in faccia, mi sento nulla chiedo solo una mano per favore so che sei una persona di grande cuore. 😘 😘

Da: Francesco

Sabato 22 agosto 2020 13:18:30 Per: Nicola Zingaretti

Cara Anna, non manipolare le cose, il popolo democratico sa benissimo chi sono i mostri e non ha bisogno dei tuoi giochetti.

Da: Roberto

Sabato 22 agosto 2020 13:11:55 Per: Roberto Speranza

Egregio, mi vergogno come Italiano di avere un ministro come lei. Si faccia almeno la barba, che, oltre che decoro, e' anche pulizia e buona educazione.

Da: Paoĺo Angioni

Sabato 22 agosto 2020 10:50:21 Per: Javier Zanetti

Carissimo Javier, ti ho sempre ammirato, del resto come tutti (avversari compresi) sia come giocatore che comeuomo. Sin da bambino (oggi ho 71 anni) sono tifoso dell'Inter e mi permetto fare una amara considerazione che non è frutto di fantasia. Rifletti. Dall'epoca di Moggi e dal rigore non concesso a Ronaldo, i rapporti con la Juve sono avvelenati andando ben oltre alla rivalità sportiva. Quanti hanno avuto un passato nella Juve, sono venuti all'Inter per distruggerla e non per costruire un progetto: Lippi, Tardelli ed ora Conti che ha certamente alterato i rapporti dello spogliatoio mettendo da parte giocatori come ad esempio Skriniar che dava sicurezza alla difesa e che per il suo malcontento vedrai che finirà proprio alla Juve (questo il progetto di Conti su input della dirigenza juventina). Prendiamo un altro allenatore e compriamo un regista offensivo e di fantasia, ciò che manca all'Inter: Brozovic rallenta le azioni dell'Inter. Ciò detto, ti rinnovo la mia stima ed il mio sincero affetto. Francesco da Messina.

Da: Francesco

Sabato 22 agosto 2020 10:33:50 Per: Matteo Salvini

Ciao matteo noi stiamo aspettando un ragazzo albanese che ci deve dare dei campioni ci ha fatto entrare con la nostra azienda in una azienda grande albanese vusto che la mia è in cassa integrazione lui è ancora turista lo inserisco nella mia azienda ma adesso deve passare come turista x avere quei campioni perché i turisti albanesi se fanno il tampone a loro spese non possono passare ti prego aiutami

Da: Cecilia

Sabato 22 agosto 2020 09:46:56 Per: Javier Zanetti

O capitano, nostro capitano... prendete il cuchu come allenatore per il 2020-2021!!! Voi due condottieri, come nel 2010, ci riportereste ai vertici!!!
Con affetto da un interista da sempre e per sempre!

Da: Stefano

Sabato 22 agosto 2020 09:46:19 Per: Emma Watson

Dear Emma Watson i am 10 years old i love Harry Potter. I live in Italia, in Puglia, in Conversano. If i came to Puglia in Conversano it would be a honor for me. 😀😁 😻😻😜😚😙 😘😘😘

Da: Mattia Amabile