Ultimi commenti alle biografie - pagina 2850
Sabato 25 aprile 2020 21:01:09
Per: Mario Giordano
Piacere di conoscerti
Sono Francesco Figlia
Consulente Finanziario Area Manager Sicilia di una delle primarie Società Italiane la WEUNIT Spa
Desidererei parlarti se fosse possibile
Di problematiche che in atto riscontro sulle possibilità Finanziarie ed accesso al credito. Sono Presidente e Direttore Generale del consiglio di amministrazione della UnionSÌ S. R. L società di consulenza Finanziaria Imprese a parte Area Manager come ti dicevo prima. Sono stato intervistato diverse volte. Mi fai molta simpatia ed apprezzo moltissimo quello che fai per noi e ciò che stai facendo
Mi farebbe piacere scambiare due chiacchiere e perché no anche essere intervistato da te se lo ritenessi opportuno e di tuo interesse.
Indipendentemente dalla tua risposta ti ringrazio a priori
Spero a presto
Da: Francesco Figlia
Sabato 25 aprile 2020 20:58:11
Per: Enrico Mentana
Pregiatissimo Direttore, spero che Lei non sia solito incorrere nell' errore che era presente in un servizio incluso nel TG: sia la commentatrice, sia nella tabella comparsa nello stesso servizio la mia regione è diventata Friuli. È un errore che si verifica spesso da parte dei media, ma che indispettisce noi GIULIANI. Amministrativamente il nome corretto sarebbe Friuli-VENEZIA GIULIA, nata a seguito del furto perpetrato ai danni dei giuliani da parte dell' allora JUGOSLAVIA, che ci ha privati del nostro naturale retroterra: Istria e parte della Dalmazia.. Aggiungo che non c' è niente che accomuna GIULIANI e Friulani, etnie diverse sia per parlata, sia per storia, sia per usanze. Mi scuso per rubare dello spazio in un momento in cui si debbono affrontare problemi ben più seri, ma son stufo di vederci denominati indebitamente friulani. Ringraziando per l' attenzione Le rinnovo la mia grande stima e Le porgo cordiali saluti. Michele Leone
Da: Michele
Sabato 25 aprile 2020 20:55:04
Per: Luca Zaia
Gentile Presidente qualche giorno fa sono venuta a conoscenza dell' esistenza della "quarantena attiva". Da qualche giorno alcuni Operatori Socio Sanitari, impiegati in un reparto COVID dell' ospedale di Mirano dove sono ricoverati i pazienti sospetti, sono venuti direttamente a contatto con un paziente risultato in seguito positivo, di conseguenza sono stati messi in quarantena attiva. Questo significa che non sono stati isolati, ma devono continuare a prestare il loro servizio nel reparto. Io mi chiedo dove sia la logica di questo tipo di precauzione. Non sapere se degli operatori hanno contratto il virus, metterli in quarantena e lasciare che vengano a diretto contatto con persone ospedalizzate. L' Operatore Socio Sanitario svolge mansioni direttamente legate alla pulizia della persona e alla sua nutrizione quindi i pazienti devono essere lavati, girati, imboccati e chiaramente non è possibile fare tutto questo mantenendo la distanza di sicurezza. Forse il COVID non è così contagioso? E allora perché gli stessi Operatori Socio Sanitari non possono andare a fare la spesa e in famiglia devono tenere mascherina, guanti e due metri di distanza dai parenti?
In attesa di una sua gentile risposta porgo cordiali saluti Giovanna Giorgiutti
Da: Giovanna Giorgiutti
Sabato 25 aprile 2020 20:51:28
Per: Massimo Gramellini
Buon giorno. Solo per dire che gassman e suo figlio sono un po molto presenti. Nepotismo... anzi direi nipotismo ai tempi del covid 19... basta
Da: Andrea Grelloni
Sabato 25 aprile 2020 20:40:22
Per: Luca Zaia
Buon pomeriggio Presidente. Le forze dell'ordine, Carabinieri in questo caso, interpretano in modo differente le leggi e disposizioni. La sostituzione degli pneumatici invernali, obbligatorie per legge da metà aprile al 15 maggio con codice inferiore di velocità rispetto alla carta di circolazione altrimenti sanzionabile per sicurezza stradale, effettuata il 21 apribile con appuntamento e in sicurezza ha comportato un verbale con pagamento di sanzione ridotta a 373 euro da parte di luogotenente di Col San Martino. Secondo iuna pattuglia del comando di Pieve, essendo auto utilizzata per andare al lavoro, poteva effettuare questa operazione. La procura non risponde al telefono, quindi devo pagare o posso fare ricorso con la speranza di vincere? Anche i gommisti vorrebbero risposte certe al riguardo. Riteto:auto usata per recarmi al lavoro, cambio effettuato con appuntamento e in sicurezza. Grazie per eventuale risposta.
Da: Venezian Renato Angelo
Sabato 25 aprile 2020 20:39:45
Per: Luca Zaia
Buona sera, non capisco perché ci sia tutta questa ansia per i trasporti nella fase 2. Io che lavoro a Padova e non ho mai smesso di lavorare, perché lavoro in un negozio di igiene persona, prendo l'autobus sostitutivo del tram tutti i giorni e le posso assicurare che tante volte non c'è neppure il metro di distanza. Grazie
Da: Lara Pistore
Sabato 25 aprile 2020 20:35:59
Per: Giuseppe Conte
Egregio Conte sino ad oggi non ho mai usato frasi offensive anche perché non è nel mio stile, ma se ancora si parla di autocertificazione per muoversi all'interno della propria regione, mi arrabbio veramente. Ci trattate come delinquenti. Scarcerate mafiosi e altri e tenete noi onesti ai domiciliari e dobbiamo anche dirvi come e perché ci spostiamo. Gli Italiani, a parte qualche testa calda, hanno dato prova di serietà in tutto. Ora questa prova la dovete fare voi. Basta prenderci in giro ulteriormente e basta sentire la task force (?) che la fanno da padrone. Basta essere braccati dalle forze dell'ordine che in alcuni casi hanno ecceduto Lei è al Governo e Lei deve decidere. Se non se la sente, si dimetta altrimenti dimostri cosa vale. Mi raccomando che le uscite siano per tutti senza distinzione di età. L'anziano sa cosa fare perché più responsabile di certi giovani.
Da: Roby 1
Sabato 25 aprile 2020 20:23:38
Per: Vittorio Feltri
Caro, si fa per dire, direttore (con quale coraggio.)
In altri tempi non avrei perso 5 minuti del mio tempo per commentare le parole che lei ha proferito riguardo al sud, ma avendone in questo periodo in abbondanza mi limiterò a dirle una sola cosa: lei non ha offeso nessuno, perché davanti a tanta inutilità e follia nessuno potrebbe ritenersi offeso. Ci si offende al massimo per il giudizio di qualcuno che conti o che ragioni. Ritengo che lei vada aiutato perché è evidente che ne abbia un gran bisogno. Cordiali saluti.
Da: Liberata
Sabato 25 aprile 2020 20:18:13
Per: Enrico Mentana
Caro Enrico,
spero non ti dispiaccia se ti chiamo per nome, in fondo ogni sera puntuale alle 20 entri in casa mia attraverso lo schermo.
Possiamo darci del tu?
Mi presento: mi chiamo Elisa e sono la direttrice di una RSA della provincia di Torino. Si, proprio di una di quelle RSA di cui tanto si parla in questo momento così buio, pensare che fino a poco tempo fa pochi sapevano cos’era una RSA, qualcuno li chiama ancora ospizi, case di riposo, termini oramai desueti per gli addetti ai lavori.
Oggi non si parla di altro.
Sai Enrico, sono arrabbiata con te, perché penso che un giornalista del tuo calibro non dovrebbe mai scendere di livello. Cavoli Enrico, tu sei quello delle maratone non sei un Vittorio Feltri qualsiasi! Però giovedì sera, con quella lettera dell’anziano in RSA che scrive delle “sue prigioni” hai gettato benzina sul fuoco in un momento dove ne abbiamo già abbastanza di quello che si dice e da te proprio non me lo aspettavo.
Ero seduta a tavola dopo una delle tante lunghissime giornate che stiamo vivendo nelle nostre RSA, quando hai mandato in sovra impressione la lettera con quella voce fuori campo. Che momento strappa lacrime Enrico! Pensavo che queste modalità fossero una prerogativa della D’Urso e invece eri tu, quel simpaticone che tutte le sere alle 20 entra in casa mia.
Sai, quella notte non ho chiuso occhio, come credo molti dei miei colleghi direttori in questo momento.
Sai perché?
No Enrico, credo che tu non lo sappia e allora ho deciso di spiegartelo.
Inutile forse raccontarti che nelle RSA vivono anziani non autosufficienti che la nostra società considera malati, questo tu lo sai. Entrano da noi un bel giorno di punto in bianco: quando va bene sono accompagnati da figli sfiniti che non riescono più ad occuparsi di loro, quando va male arrivano su un’autoambulanza, soli, con un sacchetto di nylon contenente qualche capo per vestirsi e nulla di più.
Quelli fortunati hanno figli che si sono dedicati a loro per come potevano, strizzati tra il lavoro i figli da portare a scuola e il mutuo da pagare. Hanno provato con le badanti, almeno due o tre, perché sai Enrico, se hai un papà con l’Alzheimer è facile che la badante si licenzi perché lui la accusa di rubargli le cose, ma non è colpa sua ma di quella maledetta demenza. Poi ne arriva un’altra e poi un’altra ancora. Di notte accade che i carabinieri chiamino i figli, alle due o alle tre, per dir loro che hanno trovato il padre in pigiama girare per la città. Così si alzano dal letto e vanno a recuperare il loro papà che spaventato li guarda dicendo, con gli occhi spalancati “ cercavo la mamma…”e a loro non resta altro che dargli una carezza, ringraziare i carabinieri, riaccompagnarlo a casa e fermarsi con lui, avvertendo la famiglia che non possono più lasciarlo da solo la notte.
Vedi Enrico, è per queste persone che esistono le RSA, per dare un servizio ad una società che ha disinvestito e dimenticato le persone più importanti: gli anziani e i bambini.
Ogni giorno “noi delle RSA” ci prendiamo cura di questi anziani fragili ed insieme aiutiamo i loro figli a superare il senso di colpa per non essere riusciti a tenerli in casa.
Ci prendiamo cura anche di quegli anziani che arrivano solo con un sacchetto di nylon perché non hanno figli o perché i figli che ci sono non riescono a superare vecchi rancori e dissapori, ma questo non ci riguarda. Noi ci prendiamo cura di loro senza giudicarli cercando di offrirgli un buon tempo nelle nostre comunità così numerose, ma che mai e poi mai li considerano dei numeri. Offriamo loro sorrisi e carezze, ci prendiamo cura di loro 24 ore su 24, ma non possiamo sostituire l’amore di quei figli e quei nipoti che spesso, troppo spesso si dimenticano di loro.
Non metto in dubbio che ci siano RSA “maltrattanti”, le cronache talvolta sono molto crude, ma non è giusto fare di tutta l’erba un fascio. Esistiamo anche noi, esistono anche delle RSA che lavorano con cura e dedizione nonostante una sistema sanitario risicato che con le sue DGR ci costringe a standard assistenziali insufficienti, ma questo Enrico è un altro capitolo e se vuoi te ne parlerò la prossima volta.
Gli anziani delle RSA in questo momento stanno morendo da soli per lo stesso motivo per cui stanno morendo da sole le persone in ospedale, perché non lo dici questo Enrico! Ti risulta che in questo momento in ospedale si possa entrare? Ti risulta che in ospedale una figlia possa tenere la mano al proprio padre morente?
E allora perché siamo diventati tutti carnefici nelle RSA? Nessuno di voi, tanto avvezzi ai numeri e alle statistiche, ha mai pensato che le RSA sono abitate da persone anziane e che questo maledetto Covid-19 sta sterminando prevalentemente persone anziane? Quindi Enrico, vorrei capire come nelle Rsa, avremmo potuto salvare gli anziani che non sono sopravvissuti neppure alle cure specializzate dei medici rianimatori? Nessuno ha mai pensato che in una RSA di 100 anziani non possono che morire anziani?
E allora Enrico, ti chiedo di ritornare a pensare al “fattore umano”, quello che hai citato prima di mandare in sovra impressione quella lettera: questo periodo ci sta togliendo un pezzo del nostro patrimonio, della nostra storia. Ci sta togliendo quegli anziani che ci hanno permesso oggi di festeggiare la Liberazione.
Non mi aspetto che tu non parli dei problemi delle RSA, ma pretendo da un giornalista del tuo calibro, che venga data una speranza a tutti quei figli che hanno i genitori in una RSA e che la sera a tavola davanti al tuo telegiornale si disperano pensando che i loro genitori sono nelle mani dei boia delle RSA.
Non è così Enrico. Esistiamo anche noi, quelli delle RSA che si prendono davvero cura. Non meritiamo l’invisibilità. Non meritiamo di essere sviliti ogni giorno. Meritiamo rispetto e vicinanza. Gli stessi infermieri e oss eroi negli ospedali, sono eroici anche nelle rsa e lavorano con dedizione con stipendi da fame.
E giusto che le persone che hanno familiari in RSA abbiano una speranza, più che mai in questo momento dove gli anziani sono trincerati dietro i vetri e noi direttori non possiamo fare entrare nessuno. Voi giornalisti avete la responsabilità di dare speranza in un periodo così tremendo.
Ti lascio le parole di una meravigliosa canzone di Renato Zero:
“ sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere, esili, fragili non negargli un po’ del tuo amore…
Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte, non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo
Dimentica, c’è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica…”
Ti saluto Enrico e spero che questo mio scritto possa farti vedere che esiste sempre un’altra faccia della medaglia, un’altra speranza…
P. s per il momento sono ancora arrabbiata e sono passata al Tg1. Mi passerà.
Elisa
Da: Elisa Perrone
Lilli Gruber
Giornalista e conduttrice tv italiana
Da: Margherita