Ultimi commenti alle biografie - pagina 3858
Giovedì 30 gennaio 2020 17:52:26
Per: Giuseppe Conte
Buongiorno signor presidente, vorrei un aiuto da lei perché mi hanno sbattuto fuori di posto di lavoro perché ho avuto un tumore nel naso e sono diventato sordo ero al lavoro da Carlo Pignatelli come sarto 26 anni fa e adesso che sono diventato sordo mi hanno mandato via con tre figli: 11 anni 7 anni 4 anni poi la moglie non lavora ora cosa faccio senza lavoro con tre figli? Hanno fatto passare gli altri colleghi da Pignatelli Carlo ditta a Carlo Pignatelli SPA. a me hanno sbattuto fuori. Vorrei un aiuto da signor preside. Grazie mille e cordiali saluti
Da: El Mikali El Mati
Giovedì 30 gennaio 2020 17:33:12
Per: Giuseppe Conte
Buonasera,
come mai non si chiudono i confini e gli accessi dei cinesi in Italia, come sta facendo la Russia e non si evitano gli sbarchi di migranti fino a quando non cessa l'emergenza del coronavirus? Lei non ha paura per se', la sua famiglia e il paese che governa?. Ogni tanto un passo avanti non guasterebbe, visto che le farmacie cominciano già a non avere neanche le mascherine a disposizione e la maggior parte non ha la possibilità di muoversi verso paesi dove il virus non è ancora presente, come magari farà lei, in caso di aggravamento. Vero?
Da: Tiziana Di Bonaventura
Giovedì 30 gennaio 2020 16:51:09
Per: Mahatma Gandhi
Im italian you indian ok? good bay gli scrivo in italian ripondimi presto!!!
Da: Alice
Giovedì 30 gennaio 2020 16:17:36
Per: Mario Giordano
Sono un insegnante, sono stato messo d'ufficio in pensione dalla scuola dove ero titolare, i preposti alla procedura, sono stati del tutto incuranti che lavorando fino ai 70 anni avrei potuto avere la minima pensione. Mi hanno lasciato senza pensione e lavoro con una figlia disabile. Anche i sindacati sono stati assenti e nessuno a cominciare dal dirigente del provveditorato di Avellino si è voluto fare carico di verificare il mio caso. Vorrei approfondire con lei questo tipo di problema mettendo in risalto la negligenza e l'indifferenza di tutte le istituzioni coinvolte e mi hanno lasciato senza alcun introito.
Da: Abele De Renzi
Giovedì 30 gennaio 2020 16:01:49
Per: Gianluigi Paragone
In forma spicciola, resi individuali i problemi dell'Italia si può parlare di quelli di molti, troppi italiani, me compreso. E' inutile immaginare come potrebbe essere uno Stato quando non funziona la giustizia, la politica non rappresenta i cittadini, chi fa impresa non ha alcuna tutela, la banche la fanno da padroni ed i nostri giovani sono costretti ad emigrare per realizzarsi. Allora bisogna lottare ed in questa ipotesi sono al tuo fianco. Ho 70 anni e sono un imprenditore rovinato prima da una riconosciuta ma impunita truffa milionaria e poi dalle banche presso le quali la stessa mi ha lasciato garante. Ti avevo già contattato in occasione del sacrificio dell'Ing, Riccardo Morpurgo, emblematico caso che riassume le mie precedenti considerazioni, ma in quell'occasione non ho avuto riscontri. Se bisogna esporsi io ci sono. Ho scritto un libro sul mio caso che non riesco a pubblicare perché non ho i soldi che l'editore mi chiede e, per lo stesso motivo finanziario, non riesco a capitalizzare il risarcimento materiale e morale che la sentenza ha stabilito a favore della mia famiglia. Ho fiducia in te, sono a disposizione e ti chiedo di dare a me ed a molti altri in situazioni analoghe, una mano per affermare storie, istruttive di come vanno le cose, visto che per fortuna dimostri di avere a cuore le sorti di tutti noi?
Grazie per la risposta ed un cordiale saluto.
Giuseppe Fogliato 348 -------
Da: Giuseppe Fogliato
Giovedì 30 gennaio 2020 15:56:52
Per: Massimo Giannini
Buonasera Giannini, mi permetta un piccolo sfogo. Mi rivolgo a lei perché insieme a pochi altri è un giornalista intellettualmente onesto. Seguo la politica dal 1967, quand'ero un neo studente universitario, di lì a poco aderiì alla Quarta Internazionale, e da allora mi sembra che ogni giorno di più la storia e le attuali vicende dimostrino la validità del marxismo rivoluzionario. Ma non è con questo che voglio annoiarla. Purtroppo, noi di sinistra siamo tenuti ben lontani dall'accesso ai media, al contrario dei giornali e dei politici dell'estrema destra. Quello che volevo condividere con lei è la grande mistificazione politica che paradossalmente nasce da quella lessicale. MoltissimI elettori hanno abbandonato la sinistra perché giustamente si sono sentiti traditi: i vari governi di centro sinistra hanno attaccato i diritti dei lavoratori con varie leggi sulla precarizzazione del lavoro e con il complesso delle micidiali politiche di austerità della cosiddetta Troika. La legge Fornero è stata condivisa e votata. Salvini ha avuto gioco facile nel criticare quel provvedimento sciagurato e le politiche dell'Unione Europea, col risultato che grande parte della classe operaia ha votato a destra, anche quella più reazionaria. Perché ha identificato il PD in particolare con la sinistra, senza considerare la natura sociale di quel partito, nato 99 anni fa come partito rivoluzionario, divenuto poi stalinista, successivamente socialdemocratico e infine liberale. Per l'esattezza, il più importante partito della borghesia industriale e finanziaria del nostro Paese, prendendo il posto che fu della DC nella prima Repubblica. Ma quale sinistra! L'attuale Governo "progressista " non ha intenzione di toccare minimamente i decreti sicurezza di Salvini, né ripristinare l'art. 18, riconferma il patto criminale con la Libia sui migranti, ribadisce la totale subalternità agli USA, ecc ecc. Come si fa a definire di sinistra questo Governo? Eppure tutti i giornali, tutti i media, in tutti i talk show il PD È la sinistra. Sen non avessi una solida formazione marxista, magari ci avrei creduto anch'io! Si parla di Governo giallo-rosso, altra mistificazione lessicale. Oggi nessuno si preoccupa di analizzare la natura sociale dei partiti, quali interessi di classe rappresentano, perché fa comodo far credere ciò che non è. D'altronde, come dicevo, intellettuali e politici marxisti non hanno la possibilità di accedere ai media, così si perpetua una comoda menzogna.
Grazie infinite per la pazienza e l'ospitalità.
Con stima e simpatia, le invio i migliori saluti
Fabrizio Bencini
Da: Fabrizio Bencini
Giovedì 30 gennaio 2020 15:54:04
Per: Giampiero Mughini
Egr. o Dott. Mughini,
sono un catanese proprio come lei, dottorando del politecnico di Torino e sto cercando di contattarla in merito ad una importante Iniziativa in cui volevo coinvolgerla. Il suo contributo sarebbe vitale poiché darebbe una insostituibile vivacità culturale all'incontro.
Può dirmi come posso contattarla? Ho coinvolto nell'evento il rettore Guido Saracco, il prof. Giuseppe Andrea Ferro, Direttore di Dipartimento DISEG del politecnico di Torino, Giuseppe Marano vice-direttore del Politecnico di Torino, Prof. Biancone ordinario di economia e l'artista Arturo Brachetti. Credo possa essere, per lei, uno stimolo e una sfida personale soprattutto per il topic dell'evento.
Da: Raffaele Cucuzza
Giovedì 30 gennaio 2020 15:38:38
Per: Roberto Gualtieri
Spettabile redazione di "radio mattino",
l'età a cui andare in pensione in Italia è stata innalzata con la motivazione che la speranza di vita si è allungata. Perciò ai diabetici di tipo I (quindi completamente insulinodipendenti) che, secondo l'unica statistica ad oggi esistente, vivono in media tra gli 11 e i 12 anni in meno delle persone sane, la soglia dell'età per andare in pensione dovrebbe essere abbassata di 11 o 12 anni. Il problema è che la gestione del diabete di tipo 1 è molto più difficile quando si deve lavorare a tempo pieno per più di 40 anni; infatti dopo 20 anni di diabete il 90% dei malati ha sviluppato retinopatia, che è la maggiore causa di cecità in età lavorativa. L'articolo 32 della nostra Costituzione dice che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Che senso ha far lavorare per tanti lustri persone con il diabete di tipo 1 - malattia non dovuta né legata ad un errato stile di vita - fino a quando diventino invalidi gravi, con tutto il carico di spese collettive e di tragica sofferenza individuale che ciò comporta?
Personalmente insegno da 36 anni nella scuola superiore e da 20 col diabete T1 e a causa delle diurne e notturne oscillazioni glicemiche sono veramente agli estremi del logoramento e alla soglia della disperazione, perché non mi posso permettere di cessare di lavorare poiché non posso vivere di rendita e percepirei una pensione misera solo tra 8 anni e forse più, viste le ipotesi ultimamente in circolazione.
Pertanto chiedo che per i malati di DT1, così come si fa per i lavoratori sani, l'età del pensionamento venga rapportata all'effettiva durata media della vita, aggiornata di anno in anno. Perciò sarebbe urgente che il Consiglio superiore di Sanità - conformemente allo statuto delle sue finalità - effettuasse annualmente e rendesse di pubblico dominio il rilevamento dell'età media dei decessi dei diabetici di T1, in base alla quale calcolare la soglia per andare in pensione (N. B. con regime contributivo) ; in alternativa si potrebbe considerare ai fini del computo di tale soglia d'età ogni anno lavorato con il carico della malattia come valente per due anni lavorati dalle persone sane.
So che chi conosce un ultracinquantenne da decenni affetto da DT1 capisce perfettamente la necessità e l'urgenza di chiedere al governo in carica di effettuare un intervento legislativo in materia.
Tutto mi aspetto da chi riveste ruoli sanitari, politici e sindacali tranne che un comodo, facile, cinico ed indifferente silenzio, che concretamente significherebbe la inesorabile (ed evitabile) lenta rovina della vita di tanti cittadini italiani nei prossimi 5-10 anni.
Attualmente anche chi, come me, ha una invalidità civile riconosciuta al 60% non ha nessun diritto a una qualche pensione anticipata. Quello che vorrei ricordarle è che fino a una ventina di anni fa circa la soglia pensionistica minima per gli uomini era di 35 anni di lavoro, oggi di 42 e 10 mesi (che dovrebbero peraltro gradualmente aumentare...). Pertanto se io fossi nato una ventina di anni prima del mio effettivo anno di nascita avrei già potuto essere in pensione (ho già alle spalle 36 anni di lavoro), senza dover chiedere un'uscita anticipata dal lavoro in quanto affetto da diabete T1.
Insomma, nel momento in cui la soglia del pensionamento è stata tanto innalzata rispetto a quella di cui hanno goduto le generazioni precedenti, penso che si dovrebbe affrontare il problema nelle sedi istituzionali opportune e introdurre rapidi correttivi, perché se si attende si obbligano i malati di DT1 a compromettere per sempre la propria già difficile salute ed esistenza.
Chiedo almeno che i lavoratori nelle mie condizioni di salute non siano costretti a lavorare un numero di anni superiore a quello di chi può accedere, pur se in perfetta salute, alla "pensione di vecchiaia" con soli 20 anni di contributi. E' assurdo che chi lavora da decenni nelle mie condizioni, e quindi è esposto col trascorrere del tempo al rischio di gravi irreversibili complicanze, debba lavorare 43-45 anni, cioè più del doppio di persone in perfetta salute.
Leonardo Zappa
lavoratore con invalidità civile al 60% e portatore 24 ore su 24 di sensore elettronico con cannula sottocutanea per monitoraggio continuo della glicemia.
In quanto affetto da DT1 obbligato a sottoporsi a esame triennale per rinnovo patente, ma quanto a soglia pensionistica considerato perfettamente in salute...
Da: Leonardo Zappa
Giovedì 30 gennaio 2020 15:25:31
Per: Maria De Filippi
Gentile signora De Filippi da tempo mi domando, e come me moltissime persone normalmente educate, quando riuscirete a cacciare dalla trasmissione o quantomeno ad arginare Tina Cipollari, donna estremamente sgradevole, maleducata ed esagerata in ogni sua espressione verbale e comportamentale. É un esempio di cattiveria, odio, cattivo gusto e parzialità totalmente diseducativo.
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Grazie per l'attenzione e complimenti a lei per la consueta signorilità.
Mari
Da: Mary
Malika Ayane
Cantante italiana
Da: Benedetta