Salvatore Damaggio
Biografia
Salvatore Damaggio nasce a Terranova di Sicilia (oggi Gela) il 20 marzo 1892. È un giovane esuberante che cresce prendendo a modello le avventure di Emilio Salgari e gli scritti di Giuseppe Mazzini. Poi, la delusione di essere stato respinto dalla scuola sottufficiali dei Bersaglieri lo motiva a iscriversi alla facoltà di medicina. I suoi studi vengono drasticamente interrotti nel 1915 a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia.
La Leggenda del Pasubio
Le sue azioni in battaglia si distinguono sempre. La prima vittoria sul Monte San Michele è segnata nell'ottobre del 1915 con una medaglia d'argento e la seconda viene conferita per il successo riportato il 2 luglio del 1916.
Quel giorno l'esercito nemico, ormai certo di aver cancellato la difesa italiana e di aver liberato la zona da ogni ostacolo, si prepara a mettere in atto il proposito di impadronirsi di un passo che è di importanza strategica sia gli italiani sia per gli austro-ungarici. Qui, invece, incontra la resistenza di Salvatore Damaggio, comandante la 4ª Sezione Mitragliatrici del IV Battaglione dell'86° Reggimento Fanteria Brigata Verona. Egli, alla guida dei sette commilitoni, superstiti come lui dalla precedente tregenda della battaglia, con due sole mitragliatrici respinge l'avanzata, costringendo il nemico alla fuga.
"Comandante di una Sezione Mitragliatrici, durante un intenso bombardamento nemico che sconvolse gli appostamenti della Sezione, seppe, con mirabile fermezza, fare subitamente rimettere in efficienza le armi. Fu pronto ad aprire il fuoco ed a ben dirigerlo contro gli avversari che muovevano all'attacco, tanto che, per le gravi perdite subite, furono costretti a fermarsi e quindi a retrocedere". Monte Pasubio 2 luglio 1916
Si ricerca il tenente Salvatore Damaggio
Finita la Prima Guerra Mondiale il rientro nella vita civile non è facile ma solo gli studi universitari ridanno la carica giusta e una volta laureato si specializza in malattie polmonari.
Negli anni, per opera di alcuni nostalgici che intendevano ritrovare Salvatore Damaggio e fargli ottenere un equo riconoscimento istituzionale, si erano messi in movimento amici e associazioni pubblicando accorati appelli sui maggiori giornali nazionali. L'operazione però era stata lungamente preceduta da numerosi incontri e scambi epistolari con personalità politiche e militari di alto rango ed erano stati raccolti copiosi carteggi.
A parer loro, l'azione compiuta dal Damaggio non andava considerata alla stregua di un comunissimo episodio di guerra, ma doveva essere valutato nella sua interezza. E la conclusione dell'azione ormai era nota a tutti. Difatti il 3 luglio le posizioni italiane si erano rafforzate e il nemico non si era più mosso.
Se non ci fosse stato quel mitragliere sulla selletta, la città di Schio sarebbe stata la prima a essere invasa. Per questa ragione Schio reclamava il suo Eroe.
Ritorno al Pasubio
Il 9 settembre 1933 si reca a Schio per ricevere dal Podestà la medaglia d'oro e la cittadinanza onoraria. Presentato agli intervenuti come il "loro" artefice glorioso della salvezza, il Comune di Valli del Pasubio, pone un cippo con una scritta riferita all'eroica azione che salvò il Pasubio e la sottostante pianura dall'invasione nemica. In questa occasione il "Passo" da lui difeso prende il nome di "Selletta Damaggio".
Direttore di un importante Sanatorio ad Ascoli Piceno, Salvatore Damaggio, svolgerà la sua attività di medico e ricercatore sino alla morte, avvenuta per malattia nel 1944.
Le gesta del leggendario Eroe del Pasubio sono state ricostruite nel libro "Piume baciatemi la guancia ardente" di Vera Ambra, dal quale è stato a sua volta tratta la Graphic Novel "Ritorno al Pasubio", sceneggiato da Alfredo Sorbello e disegnato da Gaetano Testa, in arte GAT.
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