Antonin Artaud

Antonin Artaud

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Biografia

Antoine Marie Joseph (detto Antonin) Artaud nasce il 4 settembre del 1896 a Marsiglia da una famiglia borghese: sua madre, Euphrasie Nalpas, ha origini turche (Smirne), mentre suo padre Antoine è capitano di lungo corso. L'infanzia del piccolo Antonin viene turbata, a quattro anni, dalla malattia: il bambino viene colpito, infatti, da una forma di meningite piuttosto grave, ritenuta la causa dei problemi neurologici che si presenteranno in seguito (balbuzie, nevralgia e episodi di grave depressione). Negli anni dell'adolescenza Artaud viene sottoposto a diversi ricoveri in sanatorio, anche se tra il giugno e il luglio del 1916 riesce comunque ad arruolarsi nell'esercito: viene tuttavia scartato a causa di auto-indotti episodi di sonnambulismo. Nel corso dei ricoveri, passa il tempo leggendo: tra i suoi autori preferiti ci sono Poe, Baudelaire e Rimbaud. Nel maggio del 1919 inizia, suo malgrado, a diventare dipendente dagli oppiacei, a causa della prescrizione del laudano compiuta dal direttore del sanatorio.

Circa un anno dopo si trasferisce a Parigi, dove, interessandosi di teatro, si avvicina ai surrealisti. Ha modo di incontrare, tra l'altro, il direttore del Theatre de l'Oeuvre Lugné-Poe, colui che ha messo in scena autori come Henrik Ibsen, Oscar Wilde, Alfred Jarry e Maurice Maeterlinck, in contrapposizione a un teatro ritenuto sclerotizzato sul repertorio di antiche tragedie e commedie borghesi del Secondo Impero. Antonin Artaud viene assunto da Lugné-Poe, e immediatamente si rivela un artista eclettico e un attore talentuoso: crea, tra l'altro, i costumi e le scene per "La vita è sogno" di Calderòn de la Barca. Poco dopo ha l'occasione di lavorare, su consiglio di Max Jacob, con Charles Dullin, fondatore del Theatre de l'Atelier. In questo modo incontra l'attrice Génica Athanasiou, che diventerà la sua amante, interprete di Antigone nella tragedia omonima, la cui scenografia, nella messa in scena di quel periodo, è disegnata addirittura da Picasso.

Lasciato Dullin, nel 1923 Antonin Artaud passa nella compagnia di Georges e Ludmilla Pitoeff: in quell'anno, per altro, il direttore della "Nouvelle Revue Francaise" Jacques Rivière rifiuta la sua prima raccolta di scritti. Tra i due, in ogni caso, comincia una corrispondenza nella quale il marsigliese esprime la propria concezione di scrittura, intesa come una lotta tra l'introspezione e l'incompletezza formale. Lo scambio epistolare è motivato soprattutto dall'esigenza di Artaud di sentirsi apprezzato dal punto di vista letterario: la corrispondenza viene pubblicata sulla rivista. Antonin, frattanto, rimane sempre più deluso dal teatro, che gli propone unicamente ruoli poco importanti, e di conseguenza rivolge la propria attenzione al cinema, desideroso di vedere riconosciute le proprie capacità. Si avvantaggia, dunque, del fatto che suo cugino Louis Nalpas sia il direttore artistico della Société des Cinéromans: è a lui che si rivolge per ottenere aiuto. Nalpas gli permette di ottenere una parte nel film di Luitz-Morat "Surcouf, le roi des corsaire", e una nel cortometraggio di Claude Autant-Lara "Fait divers", le cui riprese avvengono nel marzo del 1924.

Artaud diventa, in seguito, direttore dell'Ufficio delle Ricerche Surrealiste, e si occupa della realizzazione di poemi in prosa e sceneggiature cinematografiche. Alcuni suoi testi vengono pubblicati sull'organo ufficiale del gruppo surrealista chiamato "La Révolution surréaliste". Negli ultimi mesi del 1926 Antonin si oppone all'idea, sorta nel gruppo, di aderire al partito comunista francese: viene, per questa ragione, escluso dal movimento, che in ogni caso non si era mai mostrato favorevole alla concezione di teatro rivoluzionario che egli proponeva. Tramite Nalpas, Artaud riesce comunque a trovare nuovi sbocchi creativi, entrando in contatto con Abel Gance, il quale gli propone di interpretare Marat nel film "Napoléon". Dopo aver provato a ottenere il ruolo di Roderick Usher nel film di Jean Epstein "La chute de la maison Usher" (tentativo rivelatosi, però, infruttuoso), nel 1930 è costretto a chiudere il Theatre Alfred Jarry, che aveva fondato pochi anni prima con Robert Aron e Roger Vitrac: l'esperienza fallisce a causa della mancanza di risorse economiche, nonostante la messa in scena di diverse opere tra cui una scritta dallo stesso Artaud.

Nel 1931 entra in contatto con il teatro balinese, rimanendone fortemente impressionato: prova a ripeterne l'esperienza, con le modifiche opportune, nel dramma "I cenci", in scena al Theatre des Folies-Wagram, dove cerca di mettere in pratica molte delle teorie esposte sul "Teatro della Crudeltà". Nel 1936 salpa dal Belgio intenzionato a sbarcare in Messico, interessato a scoprire la cultura indigena precortesiana. Una volta giunto nel continente americano, Antonin Artaud sperimenta il peyote, e tiene tre conferenze a Città del Messico, intitolate "Surrealismo e rivoluzione", "L'uomo contro il suo destino" e "Il teatro e gli dei". Fa pubblicare da Jean Paulhan "Il teatro e il suo doppio", e, al ritorno dal Messico (dopo essere passato dall'Irlanda) viene arrestato e imprigionato in una camicia di forza, prima di venire internato in diverse cliniche francesi.

Nei successivi nove anni viene sottoposto a elettroshock molto frequentemente, al punto da cadere in coma oltre cinquanta volte. Nel 1943 viene portato nella clinica Rodez, dove inizia a disegnare e scrivere su piccoli quadernetti; nella primavera del 1946, invece, viene spostato in una clinica di Ivry, dove gli viene concessa la possibilità di muoversi. In questo modo, può recarsi a Parigi, per incontrare i suoi vecchi amici, tra i quali Pierre Loeb, che gli consiglia di scrivere qualcosa a proposito di Van Gogh. Artaud, dunque, scrive "Van Gogh il suicidato della società", in cui denuncia la coscienza malata della società causa della mancanza di senno dell'artista. Nel gennaio del 1948 ad Artaud viene diagnosticato un cancro colon-rettale. Muore nel giro di poco tempo, il 4 marzo di quell'anno, da solo, in una clinica psichiatrica, probabilmente dopo avere ingerito una dose mortale di acido cloridrico.

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