Henry de Montherlant

Henry de Montherlant

Henry de Montherlant

Biografia

Henry Marie Joseph Frédéric Expedite Millon de Montherlant - indicato più semplicemente come Henry de Montherlant - è ritenuto dagli studiosi uno degli ultimi esponenti del Decadentismo. Scrittore, drammaturgo e poeta francese, nacque il 21 aprile 1896 a Parigi.

I primi anni di vita

Pur appartenendo ad una famiglia di nobili origini bretoni e catalane, lo scrittore volle partire come volontario sul fronte durante la Prima guerra mondiale. Forse si trattò di una reazione alla sua infanzia “dorata”, trascorsa in famiglia; il suo era un ambiente famigliare attaccato alle tradizioni: visse in un’atmosfera che sapeva di passato, oggetti d’arte, collezioni preziose, cavalli da corsa, belle donne e tutto ciò che si poteva desiderare.

Henry de Montherlant

Henry de Montherlant

Henry de Montherlant e la tauromachia

Dopo aver terminato la scuola secondaria con il conseguimento della maturità, nel 1909 Henry de Montherlant assistette ad una corrida e ne rimase molto colpito. Da allora volle esercitarsi e perfezionarsi nella “tauromachia”: a soli 15 anni si vantava già di avere ucciso un toro.

Nel 1925, sempre durante una corrida, fu ferito gravemente da un toro, che gli perforò il polmone.

Le influenze culturali

Dal punto di vista culturale, Henry de Montherlant si ispirò ai modelli letterari dell’epoca, come il filosofo Nietzsche e Gabriele D’Annunzio.

Questi influenzarono anche il suo modo di concepire la vita, che oscillava tra culto dell’uomo d’azione e sfrenato individualismo, fino a raggiungere picchi di anti-sentimentalismo. Nella produzione letteraria di questo autore si notano anche cenni di estetismo e chiari riferimenti al cattolicesimo.

Henry de Montherlant cominciò a scrivere molto presto, a circa vent’anni, quando a sue spese pubblicò un omaggio ai soldati che avevano partecipato alla Grande Guerra. L’autore aveva una grande attrazione per la guerra, tanto è vero che - dopo essersi arruolato come volontario, rischiando la vita colpito da sette schegge di granata - con alcuni amici costituì “l’Ordre”, una specie di società segreta.

I membri di tale società si ispiravano ai principi che animavano i cavalieri e i samurai, che tra l’altro erano (come loro) accaniti detrattori della società borghese. Nell’Ordre non erano ammesse le donne ed anche il Cattolicesimo era tenuto lontano. L’esperienza di tale società segreta ebbe però vita breve, perché durò soltanto dieci mesi.

La produzione letteraria di Henry de Montherlant

I primi testi pubblicati dallo scrittore francese arrivarono nel 1922 (“Le Songe”), e nel 1923 (“Les Olympiques”). Ma il successo e l’approvazione del pubblico giunsero qualche tempo dopo, con “Les jeunes filles” una tetralogia composta rispettivamente da queste quattro opere:

In particolare, nella tetralogia Henry de Montherlant si fece portavoce dell’anticonformismo femminile, da opporre al rigido conformismo della società dell’epoca. L’opera però non fu compresa, ed anzi alcuni vi trovarono tracce di misoginia da parte dell’autore. Simone de Beauvoir la definì addirittura una “cafoneria”.

Nel 1934 scrisse e pubblicò “Les celibataires”.

Henry de Montherlant

Successivamente, negli anni tra il 1932 e il 1940, lo scrittore Henry de Montherlant assunse posizioni scomode nei confronti di fazioni e partiti politici e collaborò a riviste e periodici appartenenti a diversi schieramenti politici e ideologici. Inoltre si scagliò contro il pacifismo e la democrazia francese, mettendo a confronto senza mezzi termini le misure di governo adottate in Germania con i regimi economico-sociali in voga in Francia.

Nel 1935, invece, Henry de Montherlant firmò un manifesto in cui criticava aspramente il colonialismo e in particolare la politica coloniale condotta dall’Italia in Etiopia (si veda l'approfondimento: Guerra di Etiopia).

Altra pubblicazione contro il pacifismo francese fu “L'Equinoxe de septembre” del 1938.

Soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale lo scrittore pubblicò parecchie opere teatrali: La reine morte (1934), Pasiphaë (1949), Malatesta (1950).

Un’altra opera di Montherlant fu la trilogia dei “drammi sacri”, nello specifico:

  • Le Maître de Santiago (1947)
  • La ville dont le prince est un enfant (1951)
  • Port-Royal (1954)

Montherlant e la Seconda Guerra Mondiale

Il culto per l’eroismo è il tema dominante nella maggior parte delle opere di Henry de Montherlant. I personaggi protagonisti dei suoi romanzi sono quasi tutti eroici e integerrimi dal punto di vista morale.

Nell’opera intitolata “Il solstizio di giugno” (1941) lo scrittore riprese vari argomenti, sottolineando la personale convinzione che la guerra non può essere eliminata dalla vita umana, in quanto profondamente connaturata ad essa. Nella medesima opera esprimeva inoltre una forte ammirazione nei confronti dell’esercito tedesco.

I nazisti vietarono la circolazione del volume per tre settimane in Francia. In Belgio e Olanda il libro restò bandito fino alla fine della guerra.

Nel dopoguerra Montherlant fu accusato di collaborazionismo e fu inserito nelle liste di proscrizione. Cosicché gli fu proibito di pubblicare opere per un altro anno. A tali accuse egli rispose che la libertà di espressione concessa alla stampa gli permetteva di esprimere anche idee opposte al regime.

Gli anni '60

Nel 1963 pubblicò “Il caos e la notte”, un’opera in cui si avverte una critica sia del consumismo che della società americana.

Due anni più tardi, nel 1965, fu rappresentata a teatro l’opera “La Guerre Civile”, che narrava la battaglia conclusiva tra Cesare e Pompeo.

“Le Treizième César” è invece una raccolta di saggi realizzati tra 1955 e il 1970 e che hanno come tema la Roma antica.

Gli ultimi anni di vita

L’ultimo romanzo di Henry de Montherlant è stato “Un assassin est mon maître”, pubblicato nel 1971.

A Parigi, l’anno dopo, quando ormai era diventato quasi del tutto cieco, Henry de Montherlant si tolse la vita: era il 21 settembre 1972, e aveva 76 anni.

Circa la vita privata dell’autore, si sa poco o nulla perché è stato sempre molto riservato. Non scrisse mai nulla sulla sua vita sentimentale o sessuale; in alcune sue opere si riscontrano affermazioni a favore dell’omosessualità, ritenuta una pratica del tutto naturale (contrariamente a quanto affermano le religioni).

«Desidero espressamente che il mio cadavere non sia esposto al pubblico e che nessuno possa vederlo, salvo quelle persone che vi sono obbligate per dovere del loro ufficio. Il mio corpo dovrà essere condotto, senza alcuna cerimonia né civile né religiosa, direttamente dal luogo del mio decesso ad un cimitero dove possa essere cremato. Non mi importa di ciò che avverrà delle mie spoglie. Questa disposizione sottintende non c'è bisogno di dirlo che non dovranno esserci né fiori, né corone, né evidentemente discorsi.»

Queste le parole che scrisse nel suo ultimo testo, prima di togliersi la vita: Henry de Montherlant prima ingoiò una pasticca di cianuro e poi si sparò un colpo di pistola in bocca.

Nei Carnets, scritti e pubblicati nel 1971, già aleggiava la tragica decisione dello scrittore:

«I miei occhi prima di chiudersi per sempre, si posino su qualche pagina di Plutarco, poi di Petronio, poi di Seneca. Petronio ci insegna a vivere per noi stessi. Plutarco ci insegna a vivere per gli altri. Seneca ci insegna a cessare di vivere.»

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