Charlotte Brontë
Biografia • I rifugi della scrittura
Charlotte Brontë nasce il 21 aprile 1816 a Thornton nello Yorkshire (Inghilterra), terza figlia del Reverendo Patrick Brontë e di Maria Branwell. Il padre era di umili origini, figlio di fittavoli, era però riuscito, grazie alla forza di volontà, a studiare a Cambridge e a prendere gli ordini sacerdotali. Per questo durante la piccola ascesa sociale aveva cambiato alcune volte il suo cognome per nascondere la vera origine: da Brunty a Brontë, passando per Branty. Era un uomo di grandi capacità intellettuali, di animo integro e appassionato, purtroppo anche fortemente egoista. La madre, appartenente a una famiglia agiata metodista, era orfana di entrambi i genitori; aveva un carattere forte e risoluto che aveva mitigato per amore del marito.
A pochi anni dalla nascita, la famiglia si trasferì a Haworth, un remoto villaggio nella stessa contea. L'abitazione si trovava presso la canonica della
chiesa dove il padre prestava servizio: un edificio che si trovava nell'aperta brughiera distante dal paese e da qualsiasi altra casa, confinante con il cimitero e costantemente battuto dalle raffiche gelide del vento del Nord. Il fascino della natura aspra e selvaggia della vegetazione influenzò tutti i componenti giovani della famiglia, instaurando in loro un rapporto di amore-odio e di dipendenza talmente forte che, anche se Charlotte e i suoi fratelli avevano il desiderio di conoscere il mondo e le sue innumerevoli bellezze, non riuscirono mai a distaccarsi dal loro luogo di origine per più di qualche mese.
La madre morì a pochi anni dal trasferimento, dopo un lungo periodo di sofferenza causata dal cancro. Poiché il padre non riuscì a convolare a nuove nozze, la cognata Elisabeth, che non si era mai sposata, si trasferì presso la famiglia della sorella per accudire i nipoti: il carattere della zia non era molto espansivo e non era in grado di dare ai piccoli l'affetto di cui avevano bisogno.
La figura materna venne allora sostituita da Tabby, la governante, che si prese cura di loro come fossero suoi figli, non adulandoli mai, ma cercando in ogni modo di favorirli. Furono proprio i suoi racconti, favole e leggende i primi semi della feconda vena artistica dei piccoli Brontë.
Charlotte era piccola di statura, con folti capelli che le incorniciavano il viso, il naso pronunciato e la bocca mal disegnata, in compenso i suoi occhi scuri erano talmente penetranti che catturavano l'attenzione. Il suo aspetto fisico fu sempre per lei un grave problema che non riuscì a superare mai
completamente: le sembrava che tutti la guardassero e la giudicassero brutta per la non perfetta armonia del volto e questo le causava un forte disagio
soprattutto quando doveva conoscere gente nuova.
Le basi della sua educazione furono poste dal padre che faceva da maestro a tutti i suoi figli, assegnando loro lezioni e facendogliele ripetere, privilegiando l'unico figlio maschio Branwell. Nel tempo questo metodo si rivelò inadeguato; così nel 1824 il reverendo, pensando di fare il loro bene, affidò le figlie al collegio femminile del Reverendo Wilson. La disciplina era assai severa e rigorosa per inculcare nelle menti delle giovani una ferrea austerità interiore, il regime oltremodo frugale: le due sorelle più famose, Charlotte ed Emily, per opporsi alle restrizioni patite, svilupparono una personalità autonoma e ribelle.
Le condizioni climatiche e igienico-sanitarie non erano delle migliori: si pativano molti stenti, Elisabeth e Maria si ammalarono gravemente e, di ritorno a casa, morirono nel giro di poco tempo. Charlotte ed Emily ritornarono comunque a scuola, la sorella maggiore capì, allora, l'importanza di quell'istruzione sia per il suo talento sia per la vita futura.
Tornate a Haworth dopo l'ennesima epidemia che afflisse le alunne della scuola, la loro istruzione proseguì per un certo periodo a casa: furono istruite
dalla zia per i lavori prettamente femminili e dal padre per l'aspetto culturale-politico: il reverendo discuteva con loro delle notizie che giungevano dai giornali locali, in maniera vigorosa e precisa esponeva le sue idee tanto da influenzare i primi componimenti dei figli. La biblioteca paterna era ricca di opere considerate classiche e contemporanee: Scott, Coleridge, Wordsworth e Byron. Crescendo i giovani sfruttarono anche la biblioteca circolante di Keighley, la biblioteca privata della famiglia Heaton, che conoscevano bene, e i libri della scuola serale per artieri del paese.
Ben presto Charlotte si rese conto del grave carico che avrebbe dovuto portare sulle sue sole spalle: sorella maggiore di orfani di madre, doveva
consigliare e confortare tutti i fratelli più piccoli. Successivamente Charlotte studiò presso la scuola di Miss Wooler a Roe Head dove ritornò più tardi in qualità d'insegnante grazie, probabilmente, all'intervento economico della signorina Firth, amica di famiglia che possedeva una certa agiatezza. Tale
scuola era il luogo più adatto a lei, dato l'esiguo numero di studentesse che permetteva l'insegnamento individualizzato, per appropriarsi di quegli strumenti atti a renderla un'istitutrice.
Iniziò poi una serie di problemi legati soprattutto alla instabilità economica, da cui i fratelli Brontë cercarono una valida fuga tuffandosi nella loro passione letteraria, dedicandosi a scrivere diari, poesie e racconti; trascendendo spazio e tempo, trovavano nell'isolamento un rifugio sicuro dove esercitare la loro immaginazione. Charlotte, anche se amava poco l'insegnamento poiché dava poche soddisfazioni, decise di lavorare presso varie famiglie in qualità di governante e istitutrice. Questi erano gli unici lavori ammessi e rispettabili per una donna che aveva bisogno di mantenersi. Ben presto Charlotte ed Emily, stanche della loro situazione, pensarono di mettersi in proprio: volevano aprire una scuola per fanciulle, con pensionato annesso, di modo che tutte e tre insieme, Charlotte, Emily e Anne, non entusiaste dei loro rispettivi lavori, potessero tornare a casa e restarci mantenendosi.
Dopo aver saputo che Mary Tailor, amica di Charlotte, aveva frequentato una scuola di perfezionamento a Bruxelles con la sorella, rimanendo entusiasta sia dell'insegnamento sia delle esperienze vissute, per avere una opportunità in più, decisero di recarvisi anche Charlotte e Emily, alloggiando presso il pensionato Heger, meno costoso, per cercare di migliorare la loro educazione, cultura, soprattutto la conoscenza del francese e del tedesco, e Charlotte anche dell'italiano. Charlotte vi rimase anche un periodo come insegnante di inglese, ottenendo un diploma che certificava la sua idoneità a insegnare il francese e arricchendo notevolmente le sue capacità letterarie. Infatti, l'esperienza belga fu fondamentale per lo sviluppo artistico dell'autrice: l'esperienza di quegli anni la rese capace di scrivere i successivi romanzi, maturando "i germi letterari espressi fino ad allora in forme inadeguate e puerili".
Il progetto sfumò per la mancanza di denaro, per i problemi di salute del padre che richiedeva continua assistenza e soprattutto per la mancanza di alunne. Infatti, Charlotte aveva deciso che prima di affrontare qualunque spesa sarebbe stato opportuno rendere noti i programmi della scuola e attendere delle risposte, che purtroppo non arrivarono mai.
Nel 1844 Charlotte fu costretta a tornare a Haworth sia per la crescente cecità del padre, sia per il disagio del fratello maggiore che, non essendo riuscito a far carriera sprofondava sempre più nel tunnel dell'alcol e dell'oppio, diventando un incubo per tutta la famiglia. Tra il 1846 e il 1853 scrisse e pubblicò i suoi romanzi più famosi e alcune poesie. Negli stessi anni morirono in poco tempo Branwell, il fratello maggiore, Emily e Anne per consunzione. Per scappare dal dolore provocato dai numerosi lutti Charlotte si recò da allora spesso a Londra dove, grazie al suo carattere socievole, strinse numerose amicizie, tra cui quella con Thackeray, famosissimo scrittore noto per "Vanity Fair", ed Elisabeth Gaskell, scrittrice e sua futura biografa.
Ormai autrice famosa, la sua vita cambiò, il mondo letterario londinese l'avrebbe accolta a braccia aperte, ma la sua entrata nei circoli letterari produsse solo sgomento: ci si aspettava una donna spregiudicata e mascolina non certo una timida, goffa provinciale intransigente. Infatti, il carattere riservato, causandole forti emicranie e nausee, non le permetteva di godere appieno di questi nuovi stimoli.
Nonostante la scarsa avvenenza fisica e il costante senso di inadeguatezza, a Londra molti uomini di una certa cultura furono attratti da lei, tra cui anche James Taylor, socio della ditta Smith e Elder, editori di Charlotte, che venne però rifiutato per una certa volgarità di alcuni suoi atteggiamenti.
Benché Londra potesse offrirle molto, Charlotte preferì di gran lunga la sua solitaria dimora da lei considerata il suo rifugio. Ora la sua esistenza correva come su due binari paralleli: la vita di Currer Bell, pseudonimo maschile usato dalla scrittrice, e quella di donna. Fosse stata un uomo avrebbe potuto dedicarsi esclusivamente all'attività letteraria ma in quanto donna non poteva fare ciò. Sebbene ormai sola, Charlotte rifiutò per l'ennesima volta un possibile matrimonio. Era il turno del Reverendo Arthur Bell Nicholl, coadiutore del padre da diversi anni; ella intrattenne con lui, in seguito, una fitta corrispondenza grazie a cui, finalmente, Nicholl riuscì a conquistare il suo affetto e la sua stima.
Dopo aver nascosto la loro relazione e lottato più di un anno contro il padre, che aveva un'opinione amara e scoraggiante del matrimonio, nel 1854 si
sposarono. Trascorsero la luna di miele in Irlanda, dove Charlotte conobbe i parenti del marito e di lui scoprì nuove qualità che la resero ancora più felice e sicura del passo che aveva fatto, anche perché Nicholl voleva che lei partecipasse a tutto ciò che era il suo lavoro in parrocchia.
La grande scrittrice morì l'anno successivo, il 31 marzo 1855, a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth.
Terminava così il suo desiderio di vita normale appena intrapreso, legato alla famiglia e ai figli, senza più alcuna velleità artistica.
Opere di Charlotte Brontë:
- "Jane Eyre" (1847)
- "Shirley" (1849)
- "Villette" (1853)
- "The Professor" (scritto prima di "Jane Eyre" ma rifiutato da molti editori; pubblicato postumo nel 1857)
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