Edgar Morin
Biografia • Multidisciplina del pensiero
Edgar Nahoum, noto come Edgar Morin, nasce l'8 luglio del 1921 a Parigi in una famiglia ebrea sefardita con origini toscane, nel Livornese: il padre è un commerciante di Salonicco laico, mentre la madre muore quando Edgar ha solo dieci anni. Sin da ragazzo si appassiona alla lettura (oltre che al ciclismo, all'aviazione e al cinema): intraprende studi legati alla filosofia, con una trattazione dei diversi generi di illustrazione del Seicento, e ben presto si lega al socialismo.
Gli anni della guerra
Nel 1940, con l'invasione nazista della Francia, decide di scappare a Tolosa, dove - mentre approfondisce gli studi sul marxismo - contribuisce ad aiutare gli esuli. Due anni più tardi, dopo avere aderito al Partito Comunista Francese, ottiene una licenza di diritto, prima di entrare nella Resistenza come tenente delle forze combattenti: in questa occasione conosce François Mitterrand e sceglie il nome di battaglia Morin, che poi userà come cognome d'arte.
Nell'estate del 1944 partecipa alla liberazione di Parigi; l'anno successivo si sposa con Violette Chapellaubeau, con la quale si trasferisce a Landau: qui egli viene nominato capo dell'ufficio propaganda del governo militare francese, dopo essere stato addetto allo stato maggiore della prima armata francese in Germania.
Dopo il conflitto mondiale
In seguito alla Liberazione, si dedica alla scrittura di "L'an zéro de l'Allemagne", nel quale illustra la situazione del popolo tedesco: quest'opera suscita l'interesse del Ministro della Funzione Pubblica Maurice Thorez, che è anche segretario generale del partito comunista transalpino e che gli suggerisce di scrivere sulla rivista "Lettres Françaises".
Lasciata la carriera militare nel 1946, Morin decide di fare ritorno a Parigi, dove continua a essere attivo nel partito comunista: il rapporto con il resto del movimento, tuttavia, comincia a mostrare le prime crepe a partire dal 1949, a causa delle posizioni anti staliniste mostrate da Edgar, il quale viene definitivamente espulso due anni dopo, complice la pubblicazione di un articolo su "France-observateur".
Nel frattempo, Edgar Morin è entrato nel Cnrs, il Centre National de Recherche Scientifique (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica) come studioso di antropologia sociale, grazie anche all'invito e al sostegno di Pierre Georges, di Maurice Merleau-Ponty, di Georges Friedmann e di Vladimir Jankélévitch.
Gli anni '50 e '60
Nel 1954 Morin fonda la rivista "Argumentos" (di cui diventa il direttore), che si ispira direttamente all'italiana "Argomenti", vista anche la condivisione delle idee di Franco Fortini. Mentre aderisce al surrealismo, dà vita a un comitato che si schiera contro la Guerra d'Algeria nel 1955, e quattro anni più tardi pubblica il libro "Autocritique".
All'inizio degli anni Sessanta intraprende un viaggio nell'America Latina, che lo porta a visitare il Brasile, la Bolivia, il Perù, il Cile e il Messico: nel corso di questa esperienza rimane notevolmente colpito dalla cultura indigena brasiliana; una volta tornato in Francia, scrive e dà alle stampe "L'Esprit du Temps".
Mentre la rivista "Argumentos" chiude nel 1962, dal 1965 Edgar Morin viene coinvolto in un progetto multidisciplinare di vaste dimensioni che si avvale del finanziamento della Dgrst, la Délégation Générale à la Recherche Scientifique et Technologique, relativo a una Comune di Plozevet, in Bretagna: per un anno intero si dedica alle ricerche e agli studi compiuti a Poulhan, dove vive insieme con i suoi collaboratori, dalle quali verrà estratta la pubblicazione "La Métamorphose de Plozevet", edita nel 1967, uno dei primi saggi in ambito etnologico che riguardano la Francia contemporanea.
Dalla Francia al resto del mondo
Le conseguenze, tuttavia, non sono quelle sperate: ben presto Morin viene additato come un eretico della Délégation; anche per questo si allontanerà sempre di più dall'ambiente accademico di Parigi e deciderà di lavorare quasi sempre lontano dalla capitale.
Nel 1968, anno in cui prende il posto di Henri Lefébvre lavorando all'Università di Nanterre, rimane coinvolto nelle rivolte studentesche che agitano il Paese: in primavera è autore di una serie di articoli pubblicati su "Le Monde" in cui prova ad esaminare la cosiddetta "Comune studentesca", che ha seguito da vicino. Dopo un'altra serie di articoli dal titolo "La rivoluzione senza volto", scrive insieme con Cornelius Castoriadis e Claude Le Fort "Mai 68: la breche" (in italiano: "Maggio 1968: la violazione").
L'anno successivo si trasferisce in California, dove collabora con il Salk Institute di La Jolla ed entra in contatto con gli studi genetici rivoluzionati dalla scoperta del Dna: il tutto influenza in maniera notevole la sua visione del mondo e della vita, che combina teoria dei sistemi, teoria dell'informazione e cibernetica.
Gli anni '80
Nel 1981 pubblica il volume "Pour sortir du XXe siècle", cui fanno seguito nel 1982 "Science avec conscience" e nel 1983 "De la nature de l'URSS", nel quale viene proposta una approfondita analisi del comunismo sovietico. Dopo avere portato a termine nel 1984 "Sociologie", nella seconda metà degli anni Ottanta, Morin si occupa della stesura di "Penser l'Europe".
Gli anni '90
Nel 1990 vede la luce "Introduction à la pensée complexe", mentre tra il 1993 e il 1994 vengono pubblicati "Terre-patrie", "Mes démons" e "La complexité humaine". Nonostante l'avanzare dell'età, lo studioso francese si rivela sempre prolifico: nella seconda metà degli anni Novanta escono "Comprendre la complexité dans les organisations de soins", "L'intelligence de la complexité", "Relier les connaissances" e "La tete bien faite".
Gli anni 2000
L'inizio del nuovo millennio coincide con la pubblicazione di "Les sept savoirs nécessaires à l'éducation du futur" e "Dialogue sur la nature humaine". Tra il 2001 e il 2002 Morin scrive "Journal de Plozévet, Bretagne", "Dialogue sur la connaissance. Entretiens avec des lycéens" e "Pour une politique de civilisation".
Nel dicembre del 2008 lo studioso transalpino riceve dall'Università degli Studi S. Orsola Benincasa di Napoli la laurea honoris causa in Scienze dell'Educazione, per poi tenere una lectio doctoralis ispirata ai sette saperi per un'educazione al futuro, trattati in una delle sue opere.
Nel novembre del 2011 riceve un'altra laurea honoris causa da un ateneo italiano: questa volta è l'Università degli Studi di Macerata a pregiarlo del riconoscimento, cui fa seguito una lectio doctoralis sulle sfide della conoscenza per un umanesimo planetario. Nel 2012 Morin dà alle stampe il volume "La France est une et multiculturelle" e riceve il Premio Scanno per la sociologia; due anni più tardi scrive "Enseigner à vivre. Manifeste pur changer l'éducation".
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