Maria Yudina
Biografia • Una forza tenuta nascosta
La pianista sovietica Maria Veniaminovna Yudina nasce il 9 settembre 1899 a Nevel, una cittadina della Russia occidentale, situata a breve distanza dalla frontiera con la Bielorussia, in una famiglia di origini ebraiche. Studia presso il Conservatorio di San Pietroburgo sotto la guida del maestro Leonid Nikolaev. Tra gli studenti suoi compagni di classe del periodo si ricordano Dmitrij Shostakovich e Vladimir Sofronickij.
Nel 1917 assiste agli avvenimenti che portano alla caduta dello zar, vive il periodo, da febbraio ad ottobre, del governo provvisorio di Kerenskij che si conclude con il colpo di mano bolscevico. Nel 1919 Marija Judina si converte al cristianesimo ed entra nella Chiesa ortodossa russa proprio nel momento in cui divampa la persecuzione dei cristiani.
È nota storicamente per essere la pianista preferita di Stalin. La leggenda narra che durante una notte Stalin ascoltava la radio mentre passava il concerto per pianoforte in La maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, eseguito proprio da Maria Yudina; rimasto molto colpito dalla bellezza e dall'esecuzione ne aveva subito chiesta una copia. L'esecuzione alla radio era però dal vivo, pertanto i sottoposti di Stalin si sarebbero adoperati per raggiungere la pianista, sebbene ci si trovasse nel cuore della notte, e portarla in uno studio di registrazione; qui era stata nel frattempo improvvisata una piccola orchestra.
Durante la notte sono stati cambiati ben tre direttori poiché i primi due avevano paura che la registrazione non soddisfacesse Stalin e che questi si accorgesse che non era il concerto che aveva ascoltato alla radio. Solo il terzo direttore riusci a realizzare la registrazione: si narra altresì che Stalin sarebbe scoppiato in lacrime, commosso, fin dalle prime note dell'ascolto dell'esecuzione.
Tale leggenda nasce nel momento in cui, alla morte di Stalin, il disco è ancora presente sul suo giradischi. Di certo sappiamo che dopo aver ricevuto il disco, Stalin dispone che Maria Yudina venga ricompensata con una significativa somma di denaro.
La pianista per ringraziarlo gli invia una lettera in cui scrive: "La ringrazio, ho perà dato i soldi alla mia chiesa e pregherò per Lei perché il buon Dio La perdoni per tutte le atrocità che ha commesso verso il popolo". Se si considera che al tempo la chiesa era un'istituzione fuorilegge e che si stava rivolgendo direttamente alla massima autorità sovietica, appare straordinario, inspiegabile - e in qualche modo miracoloso - che la Yudina non abbia avuto conseguenze negative per la sua persona.
Anche se musicalmente Maria Yudina è conosciuta soprattutto per le sue interpretazioni di Johann Sebastian Bach e Ludwig van Beethoven, la sua figura in campo musicale è quella di appassionata promotrice della musica contemporanea, tra cui quella di Shostakovich. Il suo stile è caratterizzato da uno spregiudicato virtuosismo, marcata spiritualità e una spiccata forza che la rende quasi mascolina; importante nella musicista è anche il rigore intellettuale.
Il regime sovietico aveva paura della fede senza riserve, del suo temperamento indomito e della sua indipendenza di vedute: così, culturalmente emarginata in patria, è rimasta pressoché sconosciuta in tutta Europa, dove però chi la conosceva la considerava un prodigio di perfezione musicale e tecnica.
Il compositore russo Alfred Schnittke a distanza di anni avrebbe avuto modo di definire così Maria Yudina: "Esistono maestri diversi. Gli uni guidano ogni passo del discepolo, gli insegnano a camminare. Altri spalancano davanti al discepolo la porta che dà sul mondo, gli insegnano a vedere. Ma vi sono anche altri maestri, che si avventurano sull'unica via che si apre davanti a loro, quasi senza accorgersi di chi li segue e senza aver bisogno di chi li accompagni. Il loro fine è così remoto da non poter mai essere raggiunto, ma c'è sempre chi li segue, perché essi indicano l'essenziale: dove andare".
Tra i suoi tanti amici intellettuali c'era anche Boris Pasternak, il quale nel febbraio 1947 avrebbe compiuto la prima lettura del suo (poi divenuto celebre) romanzo "Il dottor Zivago", proprio nell'appartamento di Maria Yudina.
Le lettere e gli scritti della pianista sono stati pubblicati tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 grazie agli sforzi degli amici in Russia, in particolare Anatoly Kuznetsov. Ci sono stati vari tentativi di completare la serie di registrazioni di Maria Yudina. La maggior parte delle sue registrazioni su LP pubblicate in Russia sono ancora oggi molto difficili da ottenere.
In letteratura la sua figura è stata vittima di una calunnia, dipinta come persona deviata, cinica e promiscua: l'ambito è quello di un romanzo autobiografico del filosofo russo Aleksei Losev. La sola colpa della donna è stata quella di aver rifiutato le avances dello scrittore.
Maria Yudina è morta a Mosca il 19 novembre 1970 all'età di 71 anni.
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