Ultimi commenti alle biografie - pagina 3296
Lunedì 30 marzo 2020 11:05:37
Per: Giuseppe Conte
Buongiorno egreggio ministro mi scuso per il fastidio che le reco grazie per tutto quello che sta facendo per noi italiani avrei una richiesta da fare io sono un operatore socio sanitario nella provincia di salerno come posso fare per poter lavorare presso la nostra asl hai me non riesco nell intento e visto che voi avete emanato un decreto mi dia la possibilita di lavorare confido in voi tel 324 -------
Da: Lucia Grimaldi
Lunedì 30 marzo 2020 11:04:10
Per: Massimo Giannini
Illustre Sig. Giannini,
Mi rivolgo a Lei allo scopo di esporLe il mio pensiero circa la sola iniziativa che a mio avviso può salvare il nostro Paese dalla bancarotta finanziaria e dal crollo del nostro sistema produttivo. Con la conseguenza, inevitabile, di trascinare con sé altri Paesi europei e alla fine del progetto europeo.
Si tratta, per essere il più chiaro possibile, di far eleggere Draghi alla Presidenza della Repubblica il più presto possibile. A maggio-giugno, non appena le camere potranno tornare a funzionare regolarmente. Alla data inizialmente ipotizzata per questa operazione, il 2023, ci sarà solo un cumulo di rovine.
Il mio ragionamento si basa su 6 considerazioni di fatto:
1) l’Italia non può salvarsi senza l’Europa.
2) l’Europa non può salvarsi senza un incremento considerevole della capacità di spesa della Commissione.
3) Ciò non può avvenire senza la creazione di un meccanismo istituzionale di carattere federale, che richiede la piena codecisione tra Consiglio e Parlamento.
4) Questo meccanismo, che richiede una riforma dei trattati esistenti, non può essere creato senza il pieno sostegno da parte di Francia e Germania (oltre al nostro Paese, si intende, e possibilmente di altri Stati come la Spagna e il Belgio).
5) Il solo personaggio pubblico italiano di cui i tedeschi si fidino è Mario Draghi. Prodi e Monti non esistono più.
6) Solo Draghi è quindi in grado di garantire, dal punto di vista dei tedeschi, un’operazione politica di ampia portata, la sola in grado di salvare l’Italia e l’Europa dal baratro, che di fatto crea la federazione europea, o per lo meno un nucleo federale all’interno dell’Unione, qualora non tutti i suoi stati membri siano disposti a prenderne parte immediatamente.
Draghi è oggi un pensionato. Di lusso, autorevole, in grado di influire indirettamente sulle scelte politiche, ma sostanzialmente esterno al perimetro in cui si esercita il potere. E’ una situazione che non possiamo permetterci, perché si tratta dell’unico italiano di spicco di cui i tedeschi si fidino. E senza i tedeschi non si fa l’Europa. La storia del processo di unificazione europea è la storia della progressiva integrazione di questo popolo con il resto dell’Europa. La Germania è stata il vero nodo della tragedia europea del 900, nel male e nel bene.
Stimo molto Mattarella e penso che in occasione di questa crisi abbia dato il meglio di sé, ma è del tutto evidente come non sia in grado di supplire all’evidente e imbarazzante inadeguatezza di Conte a gestire una crisi economica, politica e psicologica senza precedenti storici, se non quelli relativi a eventi bellici di grande portata. Il problema è che non è possibile sostituire Conte con Draghi. Conte rappresenta la linea del Piave dei 5 stelle. L’unica loro speranza di non scomparire per sempre dalla scena politica alle prossime elezioni. Non potrebbero pertanto votare la fiducia a un eventuale esecutivo Draghi, senza vedere ulteriormente erosa la loro rappresentanza parlamentare. Un eventuale esecutivo Draghi avrebbe dunque bisogno dell’appoggio di Berlusconi e Salvini. Ciò significherebbe consegnare a Berlusconi e Salvini le chiavi di Palazzo Chigi, vale a dire la scelta della data delle prossime elezioni politiche. Un suicidio politico per noi e una tragedia per il Paese.
La sola possibilità di portare Draghi, il più presto possibile (e lo sottolineo! !) a una posizione di responsabilità politica è dunque di farlo eleggere al Colle. Sono certo che Mattarella, un vero servitore dello Stato, non esiterebbe a lasciare e che Draghi otterrebbe, in questa situazione di assoluta emergenza, il pieno dei voti.
Questa operazione ci consentirebbe di far fronte all’emergenza e probabilmente di uscirne, ma al prezzo di incrementare il nostro debito pubblico che diventerebbe nel medio periodo insostenibile, perché le esportazioni, con le quali paghiamo il debito esistente, inevitabilmente subiranno un crollo. La crisi sarà globale, la recessione potrebbe trasformarsi in depressione di lunga durata. La cura si potrebbe dunque rivelare peggiore del male. Certo, abbiamo bisogno di liquidità da iniettare artificialmente nel sistema (che risulterà di fatto ‘drogato’, o ‘dopato’ se preferisci) e la BCE non sarà in grado di mettere in campo una potenza di fuoco illimitata (come invece può fare la FED). Non saremmo neppure in grado di trovare sul mercato la liquidità di cui abbiamo bisogno per salvare il processo produttivo dall’implosione. Questo perchè tutti i Paesi si troveranno più o meno nella nostra stessa situazione. Con una differenza sostanziale tra di loro: come in natura, i più forti ce la faranno e i più deboli soccomberanno. Temo che il risultato finale di questo processo di ‘selezione naturale’ possa vedere come veri vincitori, i grandi sconfitti della storia: Russia, Cina e Turchia. Le tre maggiori autocrazie oggi esistenti.
L’incremento del debito nazionale, pur consentendoci di uscire, pur con le ossa rotte, dall’emergenza, avrebbe tuttavia la conseguenza diretta della fine dell’euro. La BCE non è però la FED, perché in Europa non esiste oggi un governo federale. La BCE non è in grado di far fronte da sola a una crisi che si preannuncia essere sistemica e che è destinata a colpire più duramente gli anelli più deboli del sistema, dai quali dipende la sua stessa tenuta. Se salta l’anello più debole, è infatti inevitabile che salti l’intera catena. L’apertura di una linea di credito (anche illimitata e a zero interessi) agli stati che risulteranno più colpiti dalla crisi produttiva conseguente alla chiusura delle attività, non farebbe infatti che peggiorare la loro situazione debitoria nel suo complesso, rendendola di fatto insostenibile anche nel medio periodo. Qualora tra essi ci fosse uno stato di proporzioni maggiori e già fortemente indebitato, come l’Italia, il crollo del sistema nel suo complesso sarebbe inevitabile.
Per capire quello di cui gli stati membri dell’Unione Europea avrebbero oggi bisogno per fronteggiare una crisi produttiva e finanziaria senza precedenti storici basta volgere lo sguardo oltre Atlantico, e notare come vani, o poco efficaci a frenare il crollo di Wall Street, siano stati gli annunci della FED a iniettare nel mercato una dose massiccia di liquidità e a garantire alle imprese linee di credito a tasso zero. E’ stato necessario un accordo parlamentare bipartisan per mettere in campo un primo intervento d’emergenza dell’esecutivo senza precedenti storici, volto a iniettare direttamente liquidità a fondo perduto, nelle imprese e nella popolazione. Appare del tutto evidente poi che si tratti solo del primo intervento e che altri seguiranno, a seconda della capacità di recupero del sistema produttivo. I 2. 200 miliardi di dollari stanziati dall’esecutivo federale non verranno iniettati in egual misura nel sistema produttivo, ma a seconda di priorità strategiche definite dall’amministrazione e ratificate dai due rami del Parlamento. Sin tratterà dunque di scelte politiche, frutto certamente di negoziati da parte delle forze in campo, ma alla fine condivise. Sarà inevitabile dunque che il flusso di liquidità andrà a beneficiare alcuni settori produttivi (quelli più strategici) rispetto ad altri, e alcuni stati (quelli più colpiti dalla crisi, gli anelli più deboli della catena) rispetto ad altri.
La dimensione della sproporzione degli strumenti oggi in possesso dall’esecutivo americano rispetto a quello europeo è di 20 a 1. Appare del tutto evidente come l’Unione Europea potrà fronteggiare questa crisi epocale solo con un aumento significativo della capacità di spesa, proporzionato alla dimensione della crisi produttiva che si andrà progressivamente definendo. Gli interventi della BCE, anche mediante l’emissione di eurobond, potranno certo avere effetti benefici immediati, consentendo probabilmente di superare la fase acuta della crisi, ma alla fine si potrebbero rivelare fatali per la tenuta del sistema finanziario europeo nel suo complesso, venendo ad accentuare il debito degli stati membri più colpiti dalla crisi, che di fatto sono anche oggi quelli più deboli economicamente. Si verrebbe così a invertire il processo di convergenza finanziaria che sta alla base del processo di unione monetaria europea, portando di fatto alcuni stati fuori dall’eurozona. Il crollo della costruzione europea seguirebbe inevitabilmente, dal momento che è stata fondata sul dogma funzionalista, che prevede la progressiva fusione di competenze governative su base tecnocratica, con assai limitate capacità redistributive del reddito degli stati membri. La cura si potrebbe dunque rivelare più dannosa del male, dal momento che il risultato finale potrebbe essere il fallimento finanziario degli stati estromessi dal sistema, nel contesto di una recessione mondiale che può trasformarsi in depressione. Vale la pena qui ricordare che gli Stati Uniti ne uscirono, recuperando il 45% della capacità produttiva persa nel triennio 1929-32, solo nel corso della Seconda Guerra mondiale, grazie proprio al volano dell’economia bellica!
La scelta che sta di fronte agli stati membri è dunque se seguire l’esempio della Gran Bretagna, che pur venendo penalizzata, nel breve e medio periodo, dall’uscita dal mercato interno, è in grado oggi di far fronte da sola alla crisi utilizzando i tradizionali strumenti fiscali e monetari, o aumentare in modo significativo la capacità di spesa da pare della Commissione. Il problema è che ciò non sia possibile senza la creazione di un vero e proprio bilancio federale, a disposizione di un esecutivo responsabile di fronte a due rami del Parlamento con eguali poteri. Il nodo fondamentale da sciogliere, dal quale dipende l’ingresso del processo di unificazione nella sua fase conclusiva o il suo fallimento, e dunque quello del raggiungimento della piena codecisione tra il Consiglio e il Parlamento. Il momento tanto temuto è dunque arrivato: ‘federarsi o perire’.
In questa fase pre-rivoluzionaria solo un uomo è in grado di far compiere all’Europa la scelta rivoluzionaria e si chiama Mario Draghi. Nello stesso modo come in Gran Bretagna, nel maggio del 1940, un solo uomo fu in grado di guidare un Paese sull’orlo del crollo, alla resistenza ad ogni costo, e si chiamava Winston Churchill. Fu un deputato conservatore, Leo Amery, ad alzarsi in Parlamento e intimare all’allora Primo Ministro e Presidente del suo stesso partito, Chamberlain: ‘In nome di Dio, vattene’. In questo momento terribile della nostra storia spetta a un manipolo di coraggiosi del PD chiedere a Mattarella di farsi da parte e lasciare a Mario Draghi le redini del Paese.
Le chiedo, come vero erede di Scalfari, di usare tutto il prestigio di cui gode, per garantire il necessario sostegno della pubblica opinione per garantire il successo a questa operazione politica. L’unica che ci consentirà di fronteggiare lo tsunami che verrà con qualche strumento in più per respingerlo.
Colgo l’occasione per porgerLe i miei più cordiali saluti.
Andrea Bosco
Jean Monnet Chair, History and Theory of European unification, Firenze.
Direttore, The Lothian Foundation, Londra.
Da: Andrea Bosco
Lunedì 30 marzo 2020 10:58:40
Per: Mario Tozzi
Ciao, Mario.
Spero ti arrivi questo messaggio.
Un grazie speciale
da parte degli animali,
da parte degli ecosistemi,
da parte della Terra
e da parte di una vecchia compagna di facoltà
per le 4 crocette a noi assegnate in antropologia, salute, ambiente, etica.
Grazie, Sapiens!!!
Un abbraccio.
Da sempre, vegana, Rosalba
Da: Rosalba Rizzuto
Lunedì 30 marzo 2020 10:56:52
Per: Lucia Annunziata
Ill. ma dott. ssa lucia Annunziata, sono certo che attraverso la persona Vostra si possa dare voce alle piccole società, semplicemente facendo presente al governo la problematica di chiudere la mia "come tante altre"senza dover pagare nessuna spesa notarile e fiscale, visto l'attuale triste situazione che ha decapitato ormai ogni forma di commercio.
La saluto distintamente, con osservanza
Umberto Fera amm. soc. turistica Mediterranean Events srl
Da: Umberto Fera
Lunedì 30 marzo 2020 10:43:34
Per: Giuseppe Conte
In riferimento agli aiuti, sostegno alle famiglie, che il Governo ha emanato e si appresta ad emanare si invita a tenere conto anche della revoca delle contravvenzioni stradali, elevate dalle Forze dell’ Ordine a cavallo di ben quattro diverse autocertificazioni, almeno in favore e soltanto a coloro che non presentano/presentavano sintomi e/o portatori di Coronavirus al momento delle contestazioni irrogate dagli zelanti accertatori.
Si fa presente che non tutti gli utenti della strada, in questo momento particolare e di confusione totale a vario titolo, hanno potuto attenzionare alle predette autocertificazioni e specie per coloro che hanno difficoltà economiche e che hanno inteso spostarsi per bisogno, con la propria autovettura, nei Comuni viciniori per esigenze indifferibili e improcrastinabili e soprattutto di privacy e non per divertimenti vari, potrà essere condonata la contravvenzione minima di circa €. 400, 00.
Cordialmente.
ll Dirigente Sindacale e R. L. S.
Coordinamento Nazionale CISAL FPC- GIUSTIZIA – DOG
Componente Regionale CISAL FPC- GIUSTIZIA
Rag. Salvatore Trunfio
Da: Trunfio Rag. Salvatore
Lunedì 30 marzo 2020 10:41:30
Per: Giuseppe Conte
Buongiorno egr. Presidente del Consiglio, volevo piu' spiegazioni in merito al decreto cura Italia riguardo al pagamento affitti perche' ho provato a far posticipare Aprile e Maggio ma mi e' stato risposto in data odierna che non e' possibile tenendo conto che ho l'addebito direttamente dal conto corrente e che occupo un appartamento dell'Aler di Milano. Siamo 2 persone e in questo momento lavoro solo io in un supermercato mentre il mio compagno non lavora essendo libero professionista non percepisce stipendio e le spese sono tutte a mio carico resto in attesa di una sua risposta. DISTINTI SALUTI.
Da: Lina
Lunedì 30 marzo 2020 10:40:32
Per: Fabio Fazio
Gentilissimo sig. Fazio, inutile dirle che sono una sua appassionata da quando è in onda sulla Rai con il programma "Che Tempo... "La situazione che stiamo vivendo è dolorosa e anche stressante. Ho pensato la prima domenica "questa sera ci distraiamo un poco" - Ma così non è stato. Chiusi in casa mi sono detta: è perchè è appena cominciato. Poi di settimana in settimana la trasmissione ha continuato ad essere una ripetizione dei telegiornali e di tutte le trasmissioni basate nella spettacolarizzazione della pandemia. Non le nascondo la mi delusione per come la trasmissione viene proposta perchè non credo che gli italiani abbiano bisogno di ascoltare ulteriori bollettini di guerra, ma di un aiuto psicologico a credere nel futuro che già si prospetta impegnativo. Non mi preoccupo di essere fuori dal coro e penso di non essere la sola a desiderare dei segnali positivi in questo momento. Cordiali saluti. Daniela
Da: Daniela Fei
Lunedì 30 marzo 2020 10:36:17
Per: Luca Zaia
Buongiorno, apprezzo l'impegno dimostrato, propongo per venire incontro a quanti non percepiscono più uno stipendio di contribuire al loro sostentamento attraverso la RIDUZIONE dello stipendio di un 10/15 % a tutti coloro che lo recepiscono regolarmente, a partire dalla classe politica veneta, come grande segnale di solidarietà...
Un abbraccio Stefano
Da: Stefano Lunard
Lunedì 30 marzo 2020 10:35:55
Per: Fabio Fazio
Buongiorno signor Fazio,
in tema di contagio da COVID 19 come affronteremo l'arrivo ormai prossimo delle zanzare? Può essere contagiosa la puntura di tale insetto da una persona positiva all'altra?
Grazie.
Da Imola Gabriella Spoglianti
Da: Gabriella Spoglianti
Giuseppe Conte
Professore, giurista e politico...
Da: Giovanni Alesi