Ultimi commenti alle biografie - pagina 4250
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:54:04
Per: Corrado Augias
TORNO DOPO
Ho iniziato a provare orrore per la vecchiaia nelle ripetute visite che mia madre faceva agli "ospiti" del nido per adulti, l'ospizio delle suore orsoline. Quest'ultime le immaginavo impellicciate, erette sulle zampe posteriori, ruglianti con le zanne in bella mostra. L'unico scarto tra l'immaginazione e la realtà, di quelle che conobbi nel tempo, era la pelliccia. Al nido per adulti andavamo a trovare la signora "L".
Non ho la più pallida idea del genere di legame che le unisse e neppure lo intesi dai dialoghi che intercorrevano tra le due. Più che di dialoghi si trattava di monologhi. Più che di monologhi di domande banali e vezzeggiativi ai quali "L" rispondeva con un rivolo di bava schiumosa trasparente al lato sinistro della bocca senza aver dato alcun segnale di aver compreso le prime è apprezzato i secondi. Un corpo sfitto anticipazione del poi.
Nei film mettevano in salvo prima le donne, i bambini e i vecchi. Le donne andavano a protestare in piazza, i bambini in colonia e i vecchi al nido.
Mia madre pensava fosse pedagogico portarmici.
Lo pensava anche dei defunti freschi imbavagliati, degli ospedali, del cimitero. Dove c'era lo strazio c'era mia madre ed io con lei.
Dove c'ero io c'era mia madre e dove c'era mia madre c'era l'amore.
Il tour al campo santo si snodava in tappe, tempi e racconti sempre identici ma sempre, per certi versi, affascinanti. Ogni racconto iniziava con il nome dell'occupante preceduto da "il povero" o "la povera" come se avessero investito tutti i risparmi di una vita per acquistare cosa???
Così c'era la povera "G" morta con i barbiturici. Non si sa se per incidente o per scelta deliberata. Fotografia bianco e nero mezzo busto contorni sfumati. Indugiavi con lo sguardo nello sguardo, luminoso, sorridente. Grossi margini d'immaginazione.
I poveri "M" e "L"; incidente stradale durante il viaggio di nozze. Niente figli come si usava ai tempi. Eventuali "settimini" non pervenuti. Fotografia del giorno delle nozze. Triste come tutte quelle contenute negli album. Scarsa immaginazione.
Il povero "A"; quattro anni, compagno della scuola materna morto annegato l'anno prima. Mi sfuggiva la connessione esistente tra il giocarci all'asilo, il giorno del funerale e l'angelo di gesso posato su un mini lotto di prato per ricordarlo. Nessuna fotografia. Spazi vuoti da colmare. Grossi margini di immaginazione.
Il povero "R"; cirrosi. Beveva, gridava, cantava, infastidiva vagando ad minchiam per il paese insultando la
gente, picchiava la moglie, umiliava i figli, sperperava denaro nel gioco d'azzardo. Fotografia a colori per un uomo stinto. Zero margini di immaginazione. La vedova la trovavi sempre li, neropiangente con la tanica del Vernel in una mano e il rosario nell'altra. Sui motivi del pianto e sui contenuti delle preghiere grossi margini d'immaginazione.
Il povero figlio della signora "Z". La signora "Z" che sferruzzava maglioni per i nipoti lontani e che provava su di me, aveva perso un figlio durante la resistenza antifascista. Partigiano, lo avevano torturato, squartato e posizionato gli scarponi al posto dello stomaco. Niente foto ma un picco di granito grigio con una scultura in bronzo che lo rappresentava giovane, in sosta, seduto con lo zaino sulle spalle, un piede appoggiato alla roccia l'altro ciondolante nel vuoto. Scalzo. Amplissimi margini di immaginazione. Cos'era la resistenza? Cos'era la giovinezza? Cos'era il dolore di una madre che perde un figlio nei giochi idioti degli adulti? Cos'era un eroe? Avrebbe indossato anche lui la camicia awaiana per fare le vasche sul lungolago come vedevo fare ad altri diciassettenni ?
Le povere suore e i poveri preti li riconoscevo per l'omogeneità della sepoltura povera ed economica. Erano posizionati un po' a se come anonimi abitanti delle periferie metropolitane. Zero interesse. I branchi non hanno storie individuali.
Zero interesse anche per le tombe di famiglia. Le più vecchie sembravano occupate da statue polverose e quelle recenti sembravano lontane dietro le cancellate o le porte di alluminio e vetro. La famiglia "B", "R", "F", "Z" non erano "poveri", in vita, solo un po' più stronzi degli altri. Erano quelli che si guadagnavano il paradiso lasciando generose donazioni alla chiesa.
I loculi mi facevano orrore. Li spezzettavano per metterli dentro? Dubbi atroci. Su alcuni c'erano più fotografie. Evaporate, ingiallite. Polverosi fiori di stoffa o plastica lasciati da disinteressate progenie, erano l'unica nota di debole colore. I più sfigati erano quelli nei piani più alti. I pochi visitatori non avevano la forza di trascinare la scala mobile di ferro figuriamoci salirla.
Era pedagogico portarmici ed imparai cose.
Imparai che la morte abitava nelle cabine elettriche e si spostava come un fulmine attraverso i pali della luce. Si spostava con la luce e quindi parassita simbionte di Dio. Fotografia triangolare nera su sfondo giallo. Un teschio e due tibie incrociate.
Imparai che la morte è più pop e trasversale di Dio.
Imparai a memoria la memoria.
Imparai che la memoria non è neutrale. Migliora o peggiora gli eventi.
Imparai che la memoria, racconto e fotografia freddano il tempo.
Imparai che l'immaginazione è vita.
Imparai che la vita è un racconto. A volte senza immaginazione.
Imparai che si muore di dolore.
Imparai che si muore di dolore anche in vita.
Imparai che si muore per un brutto male ma che non ne esiste uno bello.
Imparai che i morti viaggiano come gli uccelli,
che riposano come i bambini nel pomeriggio,
che si spengono come candele,
che si consumano come matite,
che si cremano come gelati.
Imparai la vedovanza.
Imparai che Dio vive solo in chiesa.
Imparai che Dio non ha fotografie.
Imparai che Dio è la storia di un rito.
Imparai che Dio...
Grossi margini di immaginazione.
GA
Da: Guido Azzalin
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:50:38
Per: Corrado Augias
LE CRISALIDI NON DORMONO
Sicuramente era un'ottima insegnante benestante.
Abitavo in una casa con la ringhiera sgangherata, i gradini di pietra consumati dalla stanchezza dei passi sabbiosi che si alzano quel tanto che basta negli anni e nel tempo che viene dopo, una cucina/sala con pareti irregolari dipinte di blu cobalto spesso e lucido nella parte inferiore e un bianco base in quella superiore, un giardino per giocare, un orto separato per mangiare le fragole, a grande richiesta un pollaio frutto del cambio di destinazione d'uso dello spazio dedicato ai poveri cani da caccia di mio padre, un vecchio alloro, un muro di confine con un buco casualmente alla mia altezza visiva che prima non c'era.
Il resto erano stanze: un bagno con doccia, la camera da letto dei miei genitori che dovevi attraversare per arrivare in un'altra camera da letto, quella mia e di mio fratello.
Riguardo all'arredamento posso dire solo due cose, la prima é che sapevo dov'era lo spalmabile per metà cioccolato bianco e per metà cacao, la seconda é mio padre. Inteso come "soggetto", posso dire numericamente altrettante cose: gran lavoratore e che lavoratore fa una rima forzata con amore.
Dall'insegnante benestante sono stato in due case diverse. Della prima ricordo solo gli stucchi esterni, della seconda il cancello, la fontana, il parco, la serpentina transitabile di sassolini che spartiva prati, alberi secolari, camelie, azalee, la terrazza, l'immenso ingresso e l'altrettanto ampio salone, il pianoforte, le cornici d'argento, le foto seppiate di gente dell'ottocento, i quadri ad olio, le tende altissime, i fiocchetti nelle chiavi che aprivano librerie, scrittoi, credenze, due figli (uno per genere), un marito mai visto e quindi niente padri.
Non che non esistesse, ma oltre che marito e padre era un gran lavoratore e la cosa mi puzzava.
Pensavo che non mangiassero mai.
L'insegnante benestante lavorava per diletto. Le piaceva.
Le piaceva forse perché poteva staccare la spina quando lo avesse deciso lei e non l'INPS; le piaceva perché la missionaria che era in lei alimentava i suoi entusiasmi, le piaceva perché anche a lei piacevano le ricreazioni occasioni imperdibili di comunicazione con le altre insegnanti dove primeggiava la sua verve soprattutto su quella con il grembiule nero originale anni 20 (faccia piatta stagionata, un rossetto troppo rosso, troppo sbavato sulle labbra sottili per non sembrare sangue di un pasto di corpi appena consumato) e su quella che lo aveva dismesso da poco, timida.
le piaceva per gli stessi motivi per i quali a me piacevano i suoi.
Eppure... chissà chi lo sa... ma... era magra e si sa che la felicità ingrassa. Anche mia madre era magra di costituzione ma era rosa e vaniglia non giallo girasole. Sembrava portare un piercing a spillo da guancia a guancia muggendo agli anelli che portava e che non "sembravano", erano ed erano veri.
Mai incrociata al supermercato, mai vista con un sacchetto della spesa. E la cucina? era la parte più piccola della casa, perfino della mia che era anche sala. Sicuramente mangiavano. Il pane lo compravo io per lei.
C'era un buco nella rete dietro casa che prima non c'era.
All'insegnante benestante non piacevano i miei disegni, lo capii quando mi chiese perché mai avessi disegnato dei cazzi sul bordo del tema. Erano teste di mucca. Sintetiche, molto sintetiche, comunque teste di mucca. Cazzi io?
Andavo a messa nelle ore della messa, andavo a religione nelle ore dedicate alla religione, leggevo gli articoli di Famiglia Cristiana nelle ore dedicate alla lettura dei giornali di casa, andavo a catechismo nelle ore dedicate al catechismo, a catechismo da mia madre catechista. Eppure ci vide i germi di un Punk. Travisò anche il mio senso del ritmo nelle ore di ginnastica scambiandolo per un disturbo della coordinazione.
Devo ammettere che mi era un po' "scesa" in quel periodo.
Il corso di musica tenuto dal padre sessantottino e divorziato affinché la figlia potesse avere due case anziché una fu un'altra sua idea sull'uso consapevole dello sfruttamento delle capacità acquisite dai genitori degli alunni per coprire le ore dei "lavoretti" del sabato mattina. Imparammo a compilare vaglia postali, ma che a compilarlo era meglio che fosse quello che lo inviava a te. Imparammo che il wwf difende gli animali sulla soglia dell'estinzione malgrado fossero i più belli ed in salute della loro specie nelle rappresentazioni dei volantini e che avresti ammazzato per averne uno. Venne fino mai il parroco ad insegnarci come leggere i messaggi subliminali delle immagini: se sono su una cima che bevo un caffè non è perché ho freddo, ma perché sono arrivato al top. Ok. Ma é un bene o un male? Devo aspettare qualcuno e condividerlo? Devo passarlo in basso a catena che ne arriva un altro? Berlo nel silenzio senza nascondermi? Nascondendomi? Cazzi io?
Mangiava con altri preti e la quota rosa della combriccola cucinava. C'era un piercing nel suo cuore buono e pensavo che resuscitasse la madre come Gesù aveva fatto con Lazzaro. Invece, o non lo fece, o non vi riuscì perché aveva troppi impegni ed era un gran lavoratore. Piansi molto anche se non la conoscevo. Le madri muoiono e se muoiono anche le madri dei preti nessuno era al sicuro.
L'insegnante benestante ci raccontò un sacco di leggende metropolitane inconsapevole della loro falsità. Al Gottolengo di Torino c'era un uomo che nel momento in cui gli scivolò di dosso la coperta rivelò il suo corpo di ragno; al bar era entrato un motociclista che per riprendersi dallo shock dell'incidente ordinò dell'acqua. Togliendosi il casco dalla testa, la testa gli si aprì in due. C'era un bambino che non sentiva il dolore. Poteva tirare scalzo calci ai muri e non sentire dolore. Calci ai muri e non sentire dolore. Non sentire dolore e forse fare buchi. Nel cortile della scuola c'era un buco nel muro che dava nel cortile del museo locale, la proprietà confinante.
Feci un altro disegno (che vinse il concorso indetto dalla polizia stradale che ci dava lezioni di educazione stradale nelle ore di educazione stradale), ma nelle ore di disegno. Soggetto: Un mondo che fa il bagno nelle stelle bilanciato da un codice stradale con la didascalia AIUTA IL MONDO CON IL CODICE STRADALE. Me ne vergognai subito e lo regalai alla più bella della classe che vinse il concorso.
Avevano rapito Aldo Moro.
Ci sono case dove non compare un buco che prima non c'era.
Ci sono troppi gran lavoratori.
Ci sono bambini con la sclerosi multipla che non sono leggenda
AG
Da: Guido Azzalin
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:42:44
Per: Corrado Augias
L'ACRONIMO SM non sta per Sclerosi Multipla (Santa Maria)
Gesù nacque predestinato ad avere numerosi followers. Attualmente circa 2, 5 miliardi (distribuiti tra le varie confessioni) nonostante l'assenza di post da duemila anni.
Era atteso come i sequel di Harry Potter.
Ricevette in dote oro, incenso e mirra da tre extracomunitari che grazie all'assenza di inquinamento luminoso, furono in grado di seguire una stella errante.
Patrimonio dilapidato senza ulteriori specifiche sulle modalità, forse una crisi finanziaria dell'anno "0" preceduta e seguita da agitazioni di folla.
Una madre che continuò ad essere Vergine e preoccupata per tutta la durata della vita del figlio e che per altro morì giovane ma non voglio spoilerarvi il finale.
Un padre/nonno che uscì presto dal copione insieme al bue e all'asino.
Una croce sulle spalle da portare.
Dei super poteri.
Bambino abbastanza tranquillo e socievole crebbe tra conferenze, viaggi di lavoro nella regione e qualche occasionale partita di pallone, quest'ultimo realizzato in economia avvolgendo intorno ad un sasso, raccolto da una lapidazione non andata a buon fine, le bende di lino recuperate da un amico morto e resuscitato al quale non servivano più e che donò volentieri a patto che lo mettessero a giocare nel ruolo di attaccante.
I discorsi si fecero sempre più caustici e questo iniziò a procurargli qualche problema perché era chiaro come un'aureola che sovvertire lo status quo era "nelle sue corde" d'arpa.
Non giovarono alla sua reputazione la frequentazione di poveri diavoli posti ai margini della società preferibilmente nei deserti, usurai, romani chiassosi e parcheggiatori di carretti in tripla fila, meretrici dai bei capelli e qualche fatale traditore.
Faceva la spesa per tutti. Pani e pesci li mettevano i volontari della sua associazione ma frutta e verdura le prendeva al mercato e quanto si arrabbiava se trovava le arance rincarate del cinquanta per cento.
Ribaltava tutto.
Iniziarono a piovere, complotti, delazioni, avvertimenti.
Ad un party ed un campeggio entrambi non autorizzati e con distribuzione di bevande alcoliche, seguì l'arresto.
Certo, ci fu qualche orecchio tagliato di troppo da parte dei vulcanici amici svegliatisi con il piede sbagliato ma nulla che due gocce di Attack non potessero sistemare... insomma... le torture e la condanna a morte... che esagerazione.
Tant'è che la folla consultata dal potere costituito, in un impeto esibizionistico di democrazia, decise così. E così fu.
Siccome il mal capitato non aveva più manco gli occhi per piangere, non avendo una tomba propria, ne ricevette una in comodato d'uso. Per il donatore fu una fortuna. Venne occupata solamente per tre giorni ed il lotto vide un'impennata del prezzo di mercato al metro quadro.
La Madre fondò, in memoria del figlio, un'organizzazione che ha avuto fortune e sfortune alterne nel suo predicare. Da qui il detto "predica bene ma razzola male".
Se oggi vi chiedono l'otto per mille sappiate che potrebbero essere loro.
Di questo racconto Zeffirelli ne fece una miniserie televisiva in 5 puntate nel 1977 e ritrasmessa più volte nei periodi pasquali successivi.
Speravo ogni volta in un finale diverso e le mie aspettative venivano ineluttabilmente frustrate.
Alla fine delle finite rimaneva l'equivalenza buono=+followers=morte tragica=madre dolorosa.
Per ironia della sorte mia madre si chiama Maria ma non è Santa, solo dolorosa e dolorante. Attualmente.
Il finale?
Non lo voglio Spoilerare ma è prevedibile che sia la ripetizione dello stesso film.
GA
Da: Guido Azzalin
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:39:02
Per: Corrado Augias
COME FAR PAGARE LE TASSE A TUTTI
E' sempre stato il grosso problema dell'Italia onesta e della Agenzia delle Entrate che con l'ex braccio armato 'Equitalia' vessava fino all'esasperazione (ipoteca sugli immobili, fermi amministrativi etc.) i più deboli e dava seguito alle pratiche più facili da espletare mentre tralasciava di perseguire i veri grandi evasori, quelli totali ed i furbi che nel sistema fiscale italiano hanno avuto gioco facile per le grosse falle che presenta e che attualmente presenta ancora, mentre il sistema per scovare i disonesti c'è ma comporta molta fermezza.
Da cittadino pensionato ex bancario sono disgustato dai comportamenti di professionisti, commercianti, gestori di ristoranti, alberghi etc. (ho constatato che la maggior parte dei ristoranti dopo aver pagato al cameriere rilasciano la ricevuta provvisoria, per quella fiscale passare alla cassa, ma la deve già consegnare al momento del pagamento!) che creano enorme ricchezza che non viene fiscalizzata, tra l'altro, questo grande flusso di denaro andrebbe ad arricchire il PIL se fosse ufficializzato ma è a nero e crea solo ricchezza ai singoli evasori ma non va ad implementare la ricchezza del paese ufficialmente.
Il vero problema è che gli evasori, anche se colti in flagrante, se la cavano con una multa su quanto al momento quantificato e si ignora quasi sempre tutto il grosso pregresso, la sanzione per questi ladri si esaurisce con una multa.
Disonesti avvocati, dentisti, falsi dentisti, medici, architetti etc. fanno il loro comodo, si arricchiscono ai danni della comunità e continuano a farlo anche dopo aver subito sanzioni, qualcosa non funziona.
Dovremmo seguire l'esempio dei paesi più civili ed evoluti, per motivi familiari sono spesso in Inghilterra dove tutto ciò che è pubblico ed anche privato funziona perfettamente, non perché la gente è più corretta e più civile ma perché è costretta ad essere osservante delle regole altrimenti è soggetta a pesanti sanzioni certe, un esempio su tutti: ho chiamato un taxi per condurre la mia famiglia all'aeroporto, l'autista verifica il numero dei passeggeri: 6 + 1 neonato in braccio alla mamma, l'autista dice che c'è una persona in più, il neonato in braccio e così rischia il ritiro della licenza; abbiamo dovuto prendere 2 taxi. Se fermato dalla polizia per un controllo (e ce ne sono molti lungo il percorso) perde la licenza e dovrà cambiare mestiere.
Così, un dentista, un medico, un meccanico etc. che non rilasciano fatture e non si attengono alle tariffe perdono l'autorizzazione a svolgere il loro lavoro, un rischio enorme non giustificato da un comportamento scorretto, non ne vale la pena, tanto comunque guadagnano lo stesso molto, infatti, tutti rilasciano fatture e tutti si comportano onestamente o meglio, sono costretti da regole ferree a comportarsi correttamente.
Se anche da noi, europei come loro, ci fosse altrettanto rigore tutti rilascerebbero fatture e scontrini e non evaderebbero più, il loro guadagno comunque è assicurato.
Meccanici, carrozzieri, medici, ristoratori etc. lavorerebbero più onestamente e ci aiuterebbero a pagare realmente meno tasse, visto che le pagherebbero tutti.
Personalmente ho avuto a che fare recentemente con professionisti disonesti nel campo medico: nello studio ortopedico di un famoso medico: pagata la visita 200 senza fattura e, se l'avessi voluta la visita costava 400; sono stato il 20° ad essere visitato, guadagno di 4. 000 esentasse in poche ore di lavoro pomeridiano. Lo stesso è capitato col fisioterapista: 25 senza e 35 con fattura; per non parlare di muratori, idraulici ed altri.
Perché non facciamo anche noi come i tedeschi, inglesi, francesi, americani che non hanno i ns. gravi problemi fiscali perché da loro non conviene essere evasori.
Risolleveremmo il debito pubblico, aumenteremmo il PIL e pagheremmo tutti meno tasse creando un virtuoso circuito finanziario ed economico dove circolerebbe tanto più denaro creando più benessere facendola finalmente pagare anche a chi evade il fisco inpunito.
Da: Crescenzo Parrella
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:36:19
Per: Matteo Salvini
Bg. Inoltre, sempre inerente al voto .....16....
Ma x votare sono buoni, ma x i reati sono minorenni, e sa benissimo ha cosa mi riferisco
Allora li spiazzi tutti.....proponga la patente di guida anche hai 16.
Cone in altri stati.
Cordiali saluti
Da: Giuseppe
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:32:37
Per: Corrado Augias
PAGINE D'INVERNO.
IL GIORNALINO DEI PICCOLI
Non essendo sufficiente nel passato l'analfabetismo di andata, esiste oggi quello di ritorno che é peggio del primo. Se in quello di andata si avvertiva il riconoscimento della propria ignoranza e lo si percepiva come limite da superare per aumentare la propria qualità della vita ed/o anche per non essere semplicemente gabbati dalla vita stessa, quello di ritorno è avulso da queste nobili intenzioni per essere fintamente democratico laddove la democrazia viene confusa con l'olocrazia, letteralmente "governo della massa", la sua forma degenerata dove domina non più la volontà del popolo ma gli istinti di una massa variamente istigata da demagoghi e/o reazioni emotive (come la definisce Polibio).
Una massa che forte dei propri numeri impone un gioco al ribasso nella società contemporanea.
Una massa formata da singoli presuntuosi ed arroganti che credono di dire senza dire nulla e che questo dire abbia la stessa rilevanza e necessità di trasmissione di chi, invece, del proprio non sapere ne ha fatto uno sprone per capire e per capirsi ed esprimersi con consapevolezza ed autorevolezza.
Una massa che sproloquia come un cesso intasato.
Politici ed informazione si esprimono nelle stesse modalità.
Parlano "alla pancia". In sintesi ed in successione: stomaco, intestino, colon, retto, water. Tra l'ultimo ed il penultimo dell'elenco, gli auguro emorroidi doloranti.
La solitudine dovuta al non essere capiti nasce dal non essere sia ascoltati che compresi perché si utilizzano vocabolari personali e alla moda, vocabolari di termini dei quali si ignorano significato ed accezioni.
Per inciso mia nonna, di "umili" origini, ha imparato a leggere e a scrivere da sola per amore. Nelle sue lettere includeva cinquecento lire sia quando valevano qualcosa sia quando non valevano niente, per amore e sempre per amore non gridava le sue parole.
GA
Da: Guido
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:32:14
Per: Giuseppe Conte
A Giuseppe conte sei malvoluto sei un voltafaccia tu e di maio vergogna allearsi von il pd avevamo impiegato 60anni x mandarlo
A casa vi siete accordati senza interpellare il popolo piano piano ti sei ficcato nel c... del pd pur di governare Quella poltrona ti piace troppo eh conte dimmi sai cosa significa avere e lottare x un ideale che nn sia la poltrona la pensione e d'oro e il vitalizio sei il nulla come tutti vattene
Da: Giulia
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:14:17
Per: Luigi Di Maio
Rispondo a Luigia recalcati
Come fai a dire che Salvini si è intascato dei soldi eri per caso insieme a lui?
C'è un detto che dice"il silenzio è d'oro meno si dice è meno si sbaglia"
Perché difendi così tanto DI MAIO? forse perché usufruisci del reddito di cittadinanza senza averne diritto?
Se si abolisse parte dei miliardi di euro ci sarebbero già NON CREDI?
Da: Mary
Mercoledì 2 ottobre 2019 08:04:23
Per: Matteo Salvini
Incredibile.. pazzesco... negare l evidenza con quella faccia di bronzo... e incolpare gli altri... caro Salvini colpevole di ogni cosa... aumenta l iva? No (la rimodulano come se fosse diverso) colpa di Salvini... aumentano gli sbarchi ? (No non sono mai diminuiti, la matematica è diventata opinione).. colpa di Salvini... l Europa ci ha chiuso le porte ? (fossero mai state aperte).. colpa di Salvini.
Ci trattano alla stregua di un gregge di pecore (purtroppo un po' lo siamo). .. e il sig Bersani (da dove lo hanno ripescato?. .. se non ricordo male quando era al governo doveva sistemare tutto... non c era una categoria che non ha protestato) pontifica, manco fosse il messia con arroganza e maleducazione... il popolo si può anche esprimere ma poco importa... alla faccia della democrazia... E così torno pecora, ancora credo di poter scegliere da chi essere governata.. invece rimango un povero burattino.
Da: Maria
Bianca Berlinguer
Giornalista e conduttrice tv italiana
Da: Gianlorenzo