Frédéric Mistral
Biografia • La magìa della Provenza
Il 21 maggio del 1854, in una sala del castello di Font-Ségugne, in Provenza, sette giovani poeti - fra cui Paul Giéra, notaio e proprietario del maniero - si incontrano per dare vita ad un sodalizio il cui scopo è riportare in auge l'antica e nobile lingua provenzale che, otto secoli prima, tanto aveva dato alla letteratura francese ed europea.
Ispiratori dell'iniziativa sono Joseph Romanille ed il suo discepolo Frédéric Mistral; completano il "gruppo dei sette" Anselme Mathieu, Jean Brunet, Théodore Aubanel e Alphonse Tavan. Ma, fra tutti, quello che darà la maggiore spinta al movimento letterario dei "Felibres", come egli stesso ha battezzato il gruppo, e che toccherà le vette più alte della notorietà e della gloria artistica, è Frédéric Mistral.
Nato in Occitania, a Maillane, Bocche del Rodano, l'8 settembre 1830 da una famiglia di piccoli agricoltori, studia ad Avignone, poi a Nimes fino al conseguimento della laurea in giurisprudenza ad Aix, nel 1951. Affascinato sin da piccolo dal mondo provenzale, ne penetra la storia, la cultura, la tradizione, la stessa natura, assimilandone appieno il prezioso spirito romantico e, appena conclusi gli studi, si getta anima e corpo nella stesura del suo primo romanzo, "Mirella" ("Mirèio"), poema epico e pastorale in lingua provenzale i cui personaggi divengono un tramite per narrare quotidianità e storia della stessa Provenza.
Pubblicata nel 1859, l'opera riscuote subito grandissimo successo: Frédéric Mistral ha soltanto 29 anni, ed ha già scritto il suo capolavoro. Negli anni che seguono continua a pubblicare opere ispirate alla sua terra e sempre in vernacolo, come "Natale" ("Calendau"), altro grande successo, del 1867; "Mirtilla" ("Nerto"), nel 1884; "Il poema del Rodano" ("Lou pouèmo dou Rose"), nel 1897; "La regina Giovanna" ("La rèino Jano"), dramma del 1890.
Intanto, fra il 1878 ed il 1886, riordina la lingua provenzale nel ponderoso dizionario "Il Tesoro del Felibrige". Lungi però da aspirazioni isolazioniste, il sogno di Mistral è di riavvicinare tutti i popoli latini sotto il segno di Roma e del cattolicesimo: questo è il senso dell'ode "La raco latino", del 1879. Nel 1896 fonda il Museo di Arles (Museon Arlaten), preziosa raccolta di testimonianze sulla vita dei provenzali nell'800.
Nel 1904, insieme allo scrittore spagnolo Echegaray, riceve il tributo del premio Nobel della Letteratura "in riconoscimento della chiara originalità e della vera ispirazione della sua produzione poetica, che splendidamente riflette gli scenari naturali e lo spirito nativo del suo popolo, e, in aggiunta, al suo importante lavoro come filologo provenzale".
Pubblica ancora, nel 1906, "Ricordi e racconti" e, nel 1912, "La raccolta delle Olive". Ormai ottantatreenne, quando il mondo si sta avventurando nella follia della guerra, Frédéric Mistral si spegne, nel suo paesino natio, il 25 marzo 1914.
Fra le altre opere di Mistral, ricordiamo "Le isole d'oro" (1867) e "Prose d'almanach", pubblicata postuma fra il 1926 ed il 1930. La scuola letteraria dei Felibres, alla quale Mistral volle dare forma di società con tanto di statuto ed organizzazione interna, riscosse subito successo raccogliendo molte adesioni. Il suo spirito romantico e patriottico fu molto ben espresso dallo stesso Mistral: "Noi siamo amici e fratelli perché siamo tutti uniti nel proposito di cantare il nostro paese; e amiamo il provenzale perché, in questo dolce idioma, ciò che si pensa viene più naturalmente sulle labbra".
Negli anni '70 dell'Ottocento il movimento venne esteso dal solo provenzale all'intera lingua d'oc. Ancora oggi i Felibres sono attivi e non di rado, in Provenza, capita di incontrare qualcuno che porta appuntata una spilla a forma di cicala; sin dal primo momento, infatti, l'insetto è stato il distintivo del movimento. Felix Gras, che ne assunse la guida sul finire del secolo, così ne parlò: "Noi Cicale! Graziose bestiole del Buon Dio che, dal loro piccolo corpo e dalla spensieratezza poetica della loro corta vita, riesumiamo il carattere della nostra stirpe meridionale! E come potrebbe essere altrimenti poiché quelle son fatte d'un pizzico della nostra terra e d'un raggio del nostro sole?".
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