Juan Perón

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Biografia

Juan Domingo Perón nasce l'8 ottobre del 1895 a Lobos, in Argentina. All'età di sedici anni entra nella scuola militare; dopodiché, ottenuto il diploma, fa carriera. Nel 1929 si sposa con Aurelia Tizón, che però muore nove anni più tardi. Alla fine degli anni Trenta egli presta servizio come allievo ufficiale a Chieti in Italia, dove è anche osservatore militare.

Dopo aver frequentato la Scuola centrale militare di alpinismo di Aosta, è affascinato dalla figura di Benito Mussolini, pur considerando la dittatura una semplice transizione verso la socialdemocrazia. Nel 1943, quando è colonnello, Perón ha un ruolo fondamentale nel golpe militare che il Grupo de Oficiales Unidos compie nei confronti del governo civile di Ramòn S. Castillo.

Dopo essere stato sottosegretario alla guerra, viene nominato ministro del lavoro e dello stato sociale, per poi diventare segretario alla guerra con l'ascesa al potere del generale Edelmiro Juliàn Farrell.

L'incontro con Evita

Successivamente Juan Domingo Perón viene promosso sottosegretario al Departamento Nacional del Trabajo. Con l'obiettivo di raccogliere denaro destinato a sostenere la ricostruzione dell'Argentina organizza un festival affidato ad artisti, tra cui anche Eva Duarte: è in questa occasione che i due si incontrano. Nel giro di breve tempo la coppia decide di andare a vivere insieme.

I due si sposano il 2 ottobre del 1945: in pochissimo tempo la coppia diventa celebre in tutto il mondo, anche per il sostegno garantito da Eva - detta Evita - al marito anche in ambito politico e propagandistico.

Juan Perón con Evita Duarte

Juan Perón con Evita Duarte

L'arresto di Juan Domingo Perón e la successiva liberazione

Intanto, il 9 ottobre del 1945 Perón è obbligato a dimettersi dai suoi oppositori, che contrastano la sua azione nelle forze armate: arrestato, viene fatto internare presso l'ospedale militare di Buenos Aires. Poco dopo i descamisados pretendono la sua liberazione radunandosi in Plaza de Mayo: a quel punto i generali che avevano imposto il suo arresto si vedono obbligati a richiamarlo a governare.

Perón presidente dell'Argentina

Più tardi si dedica alla campagna elettorale per le presidenziali, supportato da Evita in una tournée nota come El Descamisado. Nel 1947 egli dà vita al Partito unico della rivoluzione, che in un primo momento prende il nome di Partito Peronista.

Penso che i paesi latinoamericani si stiano avviando verso la loro liberazione. Beninteso, questa liberazione sarà lunga e difficile, perché interessa la totalità dei paesi sudamericani. Infatti non è pensabile che vi sia un uomo libero in un paese schiavo, né un paese libero in un continente schiavo. In Argentina, in dieci anni di governo giustizialista, siamo vissuti liberi in una nazione sovrana. Nessuno poteva intromettersi nelle nostre faccende interne senza fare i conti non noi. Ma in dieci anni la sinarchia internazionale, ossia l'insieme delle forze imperialiste che dominano attualmente il mondo, ha avuto ragione di noi.

Una volta eletto (è il 28° Presidente dell'Argentina), delega alla moglie molti compiti, per esempio relativi ai diritti dei lavoratori: ella, inoltre, fonda il Partito Peronista Femminile, finalizzato al riconoscimento dell'uguaglianza tra donne e uomini dal punto di vista dei diritti civili e dei diritti politici.

La politica sociale e il rilancio del Paese

La politica sociale di Perón è finalizzata all'incremento del potere da parte della classe operaia: in questo periodo la quantità di lavoratori che sono iscritti al sindacato aumenta in modo significativo, e anche la Confederazione Generale del Lavoro si rafforza.

Juan Perón

Juan Perón

Anche l'industrializzazione argentina viene esaltata, grazie a un piano quinquennale a sostegno delle industrie nazionalizzate. Le abbondanti riserve di valuta straniera e oro contribuiscono al successo del governo peronista, contrassegnato da un mercato interno in espansione e un saldo commerciale positivo, da cui deriva una notevole redistribuzione della ricchezza.

Gli anni '50: il declino

L'11 novembre del 1951, quindi, Perón vince ancora le elezioni presidenziali, anche se in breve l'Argentina va incontro a un forte declino, non solo perché il Paese viene escluso dagli incentivi previsti dal piano Marshall, ma anche per il mancato sostegno della Chiesa.

La morte di Evita, nel 1952, accentua la perdita del consenso popolare. Pur essendosi attribuito il titolo di Libertador de la Repùblica, Juan Domingo Perón deve fare i conti con un tentativo di golpe compiuto da un settore delle forze armate nel giugno del 1955, nato con l'obiettivo di ucciderlo.

La vera democrazia è quella in cui il governo compie la volontà del popolo e difende un solo interesse: quello del popolo.

L'esilio

Le truppe dell'esercito, fedeli al presidente, contrastano i golpisti, ma sulle strade rimane il sangue di centinaia di morti civili. Con un Paese sull'orlo della guerra civile, Perón sceglie di andare in esilio in Paraguay: poco dopo il movimento peronista in Argentina viene dichiarato illegale, mentre l'ex presidente si trasferisce dall'America Latina all'Europa, trovando asilo politico nella Spagna di Francisco Franco.

Qui si sposa con una ballerina di night club, Isabel Martìnez Cartas, mentre sul fronte politico sostiene - sempre dal suo esilio - i peronisti di sinistra che negli anni successivi si ripresentano sulla scena.

Gli anni '70: il ritorno in Argentina

Il 17 novembre del 1972 egli torna in patria, rimanendo in Argentina per un mese e diffondendo un messaggio di pace tra le forze politiche. Tuttavia, gli viene impedito di concorrere alle elezioni generali del marzo del 1973: il suo partito, in ogni caso, esce vincitore con quasi il 50% delle preferenze.

Héctor Hosé Càmpora, il suo candidato, si dimette subito dopo essere entrato in carica, in modo tale da favorire nuove consultazioni a cui possa prendere parte lo stesso Perón. Egli vince le elezioni del settembre del 1973, diventando presidente per la terza volta nella sua vita.

Ormai anziano e di salute cagionevole, delega sempre di più i propri compiti politici alla moglie: quasi tutti i poteri decisionali finiscono nelle mani di Isabel Martínez de Perón. Il 1° luglio del 1974 Juan Domingo Perón muore alla periferia di Buenos Aires, nella sua villa di Quinto de Olivos, a causa di un infarto miocardico acuto causato da una cardiopatia ischemica conica con insufficienza cardiaca. Aveva 78 anni. Ai suoi funerali, celebrati a Buenos Aires, prende parte una folla immensa.

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