Katherine Mansfield
Biografia • Una rivoluzione delicata e silenziosa
Aveva un immenso talento, una lucidità straordinaria e una forte personalità. Aveva un temperamento appassionato, voleva vivere e non essere solo una scrittrice. A vent'anni abbandonò per sempre la Nuova Zelanda dov'era nata, pur adorando la madre e il fratello Leslie, per raggiungere Londra, il cuore dell'impero britannico. Ebbe alcuni amori e molti furono una grande delusione e scrisse finché la tubercolosi non le tolse ogni energia, come al russo Anton Cechov, il suo scrittore prediletto.
Kathleen Mansfield Beauchamp, in arte Katherine Mansfield, nata il 14 ottobre 1888 a Wellington (Nuova Zelanda), morì a Fontainbleu vicino Parigi il 9 gennaio 1923, a soli 34 anni. Il padre era un facoltoso uomo d'affari, la madre "un essere squisito e perfetto al massimo grado: qualcosa fra una stella e un fiore", come ebbe a scrivere lei stessa in una lettera (e forse la ritrasse anche nell'evanescente Linda Burnell del racconto "Preludio").
Trasferitasi in Inghilterra nel 1903 terminò gli studi al Queen's College di Londra e trascorse lunghi periodi in Francia e Germania. Dopo un primo sfortunato matrimonio (nel 1909 con un certo Bowdeen, un tenore con cui si divise lo stesso giorno delle nozze), sposò nel 1918 il critico John Middleton Murry che aveva conosciuto sette anni prima. A lui si deve la pubblicazione post-mortem dei "Diari" e delle "Lettere" della scrittrice, fondamentale e straordinaria testimonianza della personalità dell'artista, veri capolavori letterari che si collocano oltre la mera curiosità biografica.
Nel 1915 un tragedia tocca la sensibile artista: perde il fratello in guerra ed il conseguente tracollo emotivo preoccupa non poco amici e familiari. L'anno dopo sembra riprendersi: entra nel mondo dell'intellettualità più raffinata e conosce Virginia Woolf, il filosofo Bertrand Russell e l'immenso scrittore D.H. Lawrence (quello de "L'amante di Lady Chatterley"). La Woolf riconoscerà nei suoi diari una certa gelosia nei confronti dell'amica e una sotterranea invidia, sebbene temperata e mai dominata dall'astio, verso il talento di Katherine Mansfield; nondimeno farà di tutto per aiutarla pubblicando numerose opere presso la sua prestigiosa casa editrice, la celebre Hogarth Press.
Grazie alla Woolf vedono la luce molti dei racconti a cui la Mansfield deve la fama (non essendosi mai cimentata col romanzo). Katherine dal canto suo subì fortemente il fascino per questa strana creatura delle lettere.
Nel 1917 le viene diagnosticata la tubercolosi: inizia così a girare per i vari sanatori europei, tra medici e tentativi di nuove terapie. Nell'ottobre del 1922 la scrittrice tent1 l'ultima cura presso "L'Istituto per lo sviluppo armonioso dell'uomo", fondato dal russo George Gurdeijeff, secondo alcuni una vera guida spirituale, secondo altri un ciarlatano.
Una nobildonna francese aveva donato al russo un castello nello splendido bosco di Fontainbleu, un tempo luogo di caccia e di svaghi musicali del "Re Sole" Luigi XIV. Gurdeijeff l'aveva arredato con splendidi tappeti persiani, tuttavia vi trascorreva una vita spartana. La cura mirava a far riscoprire il vero "io" dei malati attraverso il contatto con la natura, la musica, la danza ed altro.
Non ci fu niente da fare e Katherine Mansfield morì meno di tre mesi dopo.
Nel 1945 uscì l'edizione completa dei racconti, che la critica non si stanca mai di lodare. Insieme a Virginia Woolf e a James Joyce questa sensibile ragazza neozelandese rivoluzionò la letteratura inglese (e non solo), scrivendo racconti spesso ambientati in un brevissimo lasso di tempo e in luoghi chiusi, utilizzando frequentemente anche flashback di gusto cinematografico; racconti in cui una sola frase o un piccolo gesto sono pieni di un grande, profondo significato.
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