Carlo Felice di Savoia
Biografia • Alla fine di un'eredità
Carlo Felice nasce a Torino il 6 aprile 1765, undicesimo figlio (nonché quinto maschio) di Vittorio Emanuele III, duca d'Aosta e re del Regno di Sardegna, e Maria Antonietta Ferdinanda di Borbone, figlia di Filippo V di Spagna.
Nel 1807 sposa, a Palermo, Maria Cristina di Sicilia, figlia del Borbone Ferdinando I e di Maria Carolina d'Austria. Con le abdicazioni dei fratelli Vittorio Emanuele I e Carlo Emanuele IV, nel 1821 Carlo Felice di Savoia è chiamato al trono del regno, dopo aver dimostrato la propria abilità nel governo della Sardegna in qualità di viceré dal 1799 al 1802 ed ancora dal 1814 al 1817.
Quando riceve la corona dal fratello si trova a Modena, ragione per la quale il re uscente nomina reggente Carlo Albero di Savoia. Quest'ultimo, un po' per debolezza e in parte per convinzione, concede al popolo la costituzione: Carlo Felice si infuria e, entrato a Torino il 17 ottobre 1821, nel mentre revoca il provvedimento, gli disconosce il diritto di erede al trono.
L'ex reggente sarà riabilitato solo dopo aver abiurato alle proprie tendenze liberali dandone dimostrazione nella repressione dei moti spagnoli.
L'avvento al trono di Carlo Felice trova un regno in preda alla rivoluzione liberale ed egli, con le sue idee assolutistiche e le sue convinzioni sull'inviolabilità e la sacralità del diritto dei sovrani, avvia una ferma repressione dei movimenti costituzionali. Un legittimismo oltranzista, il suo, che gli aliena definitivamente ogni possibilità di collaborazione con gli esponenti di punta del partito moderato: uomini, cioè, come Massimo d'Azeglio, Italo Balbo, Vincenzo Gioberti e lo stesso Camillo Benso, conte di Cavour, alcuni dei quali avranno, negli anni a venire, ruoli politici di altissimo livello.
Per la durezza e spietatezza della sua repressione, da cui scaturisce, tra le altre, la condanna a morte in contumacia di Santorre di Santarosa, è soprannominato "Carlo Feroce". Attratto, tuttavia, più dalla cultura che dalla politica, attua la riforma giudiziaria, realizza importanti opere di pubblica utilità, vara norme che incoraggiano la ricerca e, soprattutto, si tiene ben lontano dalle guerre.
Ma il "capolavoro" di Carlo Felice è quello della creazione del Regio Museo delle Antichità Egizie di Torino, nel 1824: se i suoi avi Carlo Emanuele I di Savoia nel 1630, Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1724 e Carlo Emanuele III di Savoia nel 1757 hanno il merito di averne avviato l'opera con modesti contributi, per un totale di alcune decine di reperti custoditi presso la Regia Università torinese, Carlo Felice riesce abilmente a farne giungere nella capitale del regno ben 5.268, tra sarcofagi, mummie, statue, papiri ed oggetti vari.
Da quel momento il museo torinese assurge ad una notorietà internazionale sempre più vasta.
Carlo Felice di Savoia si spegne a Torino il 27 aprile 1831, all'età di 66 anni, mentre l'Italia centrale è scossa dai moti liberali nati a Parigi nel 1830. Carlo Felice è l'ultimo rappresentante del ramo principale dei Savoia: il suo successore Carlo Alberto, infatti, appartiene al ramo cadetto dei Savoia-Carignano che proseguirà la dinastia.
Aforismi di Carlo Felice di Savoia
Foto e immagini di Carlo Felice di Savoia
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