Ultimi commenti alle biografie - pagina 2579

Sabato 13 giugno 2020 22:44:02 Per: Maurizio Landini

Occorrono pensioni flessibili quota 100 non e poi cosi male sta aiutando molto un iscritto cgil

Da: Marco. Tumiati

Sabato 13 giugno 2020 22:11:28 Per: Paolo Mieli

Gentile Dott. PAOLO MIELI posso mandarLe sinossi di un saggio per eventuale prefazione. Mi dica dove inviarlo. Grazie

Da: Diego Celi

Sabato 13 giugno 2020 21:58:32 Per: Lilli Gruber

Io non faccio l'avvocato di nessuno, sopratutto di chi non ne ha bisogno. E' chiaro che con il suo cervello ottenebrato non poteva cogliere l'ironia di non voler parlarle direttamente, e nemmeno si rende conto di quante offese sputa in ogni suo messaggio. E' evidente che abbiamo a che fare con un personaggio indecifrabile, per usare un termine non OFFENSIVO, di cui non credo sentiremo la mancanza. Più che l'italiano impari a misurare le parole a cui ognuno, liberamente, darà il peso, ovvero il nulla che meritano.
Buona notte e sogni d'oro Nicola.

Da: Giorgio Legnani

Sabato 13 giugno 2020 21:32:15 Per: Luca Zaia

Egr. presidente Zaia le scrivo per sapere come intendete comportarvi rispetto alla scandalosa siuazione dell' punto nascite presso l' AOI di verona dove dal 11 aprile 2019 e'stato riscontata e non sanata la presenza del Citrobacter che a gia' causato la morte della piccola Nina. fini ad ora sono state infettati 12 piccoli neonati. Nonostante tutto questo fino a Giovedi il Proff. Valentino Bergamini non prendeva in considerazione almeno il fatto di avvisare le partorienti della presenza di questo batterio pericoloso.
Lei presidente, usa spesso la frase "bisogna usare il metodo del buon padre di famiglia". Tutto questo e'sicuramente mancato, colpa anche di direttori che solo a fronte, di procedimenti attivate da procure, si sentono il dovere di avvisare i cittadini. Gradirei una risposta nella consueta conferenza stampa con l'indicazioni dei punti nascita aperti anche convenzionati, a verona Grazie

Da: Marco

Sabato 13 giugno 2020 21:18:13 Per: Myrta Merlino

Salve. A proposito di cassa integrazione non ancora erogate, voglio trasferire la mia esperienza risalente al 2012. Quattro mesi di CIG in deroga mai erogati poiché l'INPS ha respinto la determina della regione con la dicitura " lavoratore con età inferiore a 14 anni". Cara Myrta ne avevo ben 46 di anni. Non mi dilungo ma ho tutta la storia documentata, se questa storia può interessare non esitate a contattarmi. Grazie e complimenti per la trasmissione.

Da: Roberto

Sabato 13 giugno 2020 20:11:48 Per: Flavio Insinna

Ciao Flavio io sono Giovanni un bambino di 12 anni,
abito un po’ lontano dai miei nonni e ogni volta stiamo insieme noto che ti guardano con amore e gioia e vorrei tanto che salutassi la mia nonna Michela e mio nonno Antonio che ha fatto l’onomastico ieri.

Da: Giovanni

Sabato 13 giugno 2020 20:07:05 Per: Barbara Palombelli

Salve una famiglia che seguiva con interesse STASERA ITALIA da lei condotta. Abbiamo abbandonato la visione del programma a causa della sostituzione della conduzione con una giornalista che non ha ne la sua professionalità e tanto meno il suo stile pacato ed elegante
cordiali saluti Laura e famiglia

Da: Laura Ascanelli

Sabato 13 giugno 2020 19:50:59 Per: Giuseppe Conte

Sig. Presidente, che ne dice della possibilita, visto il momento di poco lavoro causa domanda scarsa a liv. naz., di ptedisporre x spostare le merci a lungo e medio raggio da gomma a rotaie. e un vecchio discorso, pero riproponendolo con l intento di spostarle piu velocem. di adesso, rifacendo dove serve nuovi tratti ferr., nuovi centri smist. merci, e sopr. coinvolgendo gli autotrasportatori in un nuova soc. apposita, dove loro diventano soci e predisp. il trasp. con gomma dai centro ferr. al richidente la merce. certo ci vogliano degli invest., e ci vorra'qualche anno. Alla fine pero, sara un cambiamento epocale, cosi come un po l alta velocita col trasporto persone. scusi se ho fatto perdere del tempo. Buon lavoro e sempre con umilta', siamo persone possiamo far bene e possiamo sbagliare. L importante e farlo con l intento di fare del bene al proprio popolo, sopratutto ai piu deboli.

Da: Brighi Marino Forli

Sabato 13 giugno 2020 19:46:20 Per: Luca Zaia

Gentile presidente Le scrivo riguardo ad un evento scandaloso a cui abbiamo assistito oggi che va contro qualsiasi prevenzione e protocollo sicurezza da lei tanto raccomandato. Eravamo sul pontile del Lido di Venezia in attesa di prendere il motoscafo per piazzale Roma dove più di 100 persone erano assemblate, uno attaccato all’altro in attesa del battello anche per 40 minuti. Se questo non è rischio Covid e ricaduta... la preghiamo di poter intervenire al più presto per i dovuti controlli! Grazie mille per tutto quello che ha fatto per tutti noi!
Cordiali saluti.
Giusi e Vera
Giusi e Vera

Da: Giusi

Sabato 13 giugno 2020 18:48:43 Per: Massimo Giletti

LA FISIOANALISI®

Aristotele: Perché un corpo si muove?
Cartesio: Perché i corpi si fermano?
Perché moriamo?
I corpi interagiscono fra di loro mediante azioni, chiamate forze, che costituiscono le cause del moto.
La Fisioanalisi (FA) è quella parte della medicina che si occupa di studiare la relazione tra le forze e gli effetti che esse causano sul corpo.

Le leggi di Newton
La dinamica è quella parte della meccanica che si occupa di studiare la relazione tra le forze e gli effetti che esse causano su un corpo.
Il principio di inerzia o primo principio della dinamica:
Se su un corpo non agiscono forze o agisce un sistema di forze in equilibrio, il corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme.
Per “sistema di forze in equilibrio” si intende un insieme di forze, grandezze vettoriali, la cui somma vettoriale sia nulla.
La legge fondamentale della dinamica o secondo principio della dinamica:
Se su un corpo agisce una forza o un sistema di forze, la forza risultante applicata al corpo possiede direzione e verso della sua accelerazione e, in modulo, è direttamente proporzionale al modulo la sua accelerazione. La costante di proporzionalità tra queste due grandezze è la massa (detta appunto inerziale), grandezza specifica di ciascun corpo. Questa legge può essere enunciata mediante l’equazione F=ma
Il principio di azione-reazione o terzo principio della dinamica:
Se due corpi interagiscono tra loro, si sviluppano due forze, dette comunemente azione e reazione: come grandezze vettoriali sono uguali in modulo e direzione, ma opposte.
La prima legge serve a definire una classe di osservatori: i cosiddetti osservatori inerziali. L’unità di misura della forza è il newton: una forza di 1 N corrisponde alla forza necessaria per imprimere ad un corpo di massa 1 kg un’accelerazione pari a 1 m/s2.
Nessuna scienza può prescindere da questi principi.
Quindi anche la medicina “scientifica” non può prescindere da questi principi.

La Fisioanalisi considera che anche il corpo umano è costituito da materia, e quindi è costituito da fermioni che ne determinano la massa come qualsiasi altro materiale, e ne indirizza la cura secondo i principi della dinamica di Newton:
dal principio d’inerzia… a quello di azione… e quindi a quello di reazione.
Da qui l’efficienza e la durata della macchina umana.
Nella terapia di FA sono fondamentali, e non potrebbe essere altrimenti se consideriamo il corpo umano una cosa naturale, anche i principi illustratici da Keplero, che ci suggeriscono i rapporti tra ellissi, spazio e tempo (aree uguali in tempi uguali). Questi, essendo molto più complessi, saranno illustrati soltanto quando sarà normale curarsi secondo la fisica.
Inoltre citiamo soltanto la disputa della meccanica quantistica:
“tutto ciò che ha massa ed occupa spazio stabilmente nel tempo deve essere definito come materia”, contro ”la materia è costituita da elettroni e da aggregati di quark stabili nel tempo”.
Per l’illustrazione attuale della FA, considereremo soltanto il “principio di esclusione di Pauli” per cui due fermioni, o, secondo altre opinioni due masse, non possono occupare lo stesso spazio quantistico.
Vorrei ricordare che Cartesio affermava che i medici sono meccanici e non devono essere alchimisti.
Morì a 50 anni di polmonite (probabilmente avvelenato) e 40 anni prima Giordano aveva fatto una gran brutta fine.

La Fisioanalisi (FA) studia gli effetti che le forze causano nel corpo umano
Quindi studia l’origine della patologia umana secondo le regole della meccanica.
Con la FA possiamo distendere la muscolatura antigravitazionale, sia quella dedicata che quella accessoria, che passa da una condizione isometrica (rigida) ad una condizione isotonica (dinamica).
SEMPRE.
La muscolatura è la forza (F) che determina il movimento, (la vita), quindi diminuendo il conflitto tra la muscolatura agonista (F+) e quella antagonista (F-) avremo una maggiore capacità di agire, e quindi migliori capacità dell’individuo sia di camminare che di muovere le mani, peculiarità dell’umano, ma anche di digerire, di respirare e di muovere il sangue e ogni altro fluido.
Per essere più espliciti possiamo curare la rigidità (staticità) del corpo, che oltre a limitare le capacità umane, e la sua evoluzione, è determinante per tutta la patologia funzionale dell’apparato muscoloscheletrico, digestivo, respiratorio e circolatorio, ed è prodromica alla patologia organica degenerativa che limita la durata della vita.
Gli attriti sono forze dissipative che limitano l’azione, quindi l’efficienza e le capacità di qualsiasi macchina, anche del corpo umano, ed usurano più velocemente la materia, qualsiasi sia la materia: ferro, acciaio, legno, muscolo, endotelio, cartilagine, tendine, causandone la rottura (malattia).
Dall’usura nasce la patologia che definiamo degenerativa, e maggiori sono gli attriti maggiore è l’usura, per cui l’organo si rompe prima.
L’esame principe a dimostrazione del risultato della Fisioanalisi è la spirometria che documenta l’aumentata mobilità del muscolo diaframma, vera pompa per il movimento dei fluidi nella cavità toracica e nella cavità addominale.

IN VERDE I VALORI MIGLIORATI DOPO TERAPIA DI FA DI UNA SQUADRA DELLA SERIE A DI CALCIO
La terapia si basa su una scoperta scientifica originale ed esclusiva:
STIMOLANDO GRAVITAZIONALMENTE CON IL PESO DEL CORPO IL RIFLESSO PLANTARE SI OTTIENE LA DISTENSIONE ISOTONICA PERMANENTE DELLA MUSCOLATURA ANTIGRAVITAZIONALE, E QUINDI LA RIDUZIONE DEFINITIVA DELLE FORZE DI ATTRITO CHE LIMITANO IL MOVIMENTO DEGLI ARTI E DEI FLUIDI, DETERMINANDO L’USURA DEGLI ORGANI.

Nella pratica:
risolvendo analiticamente, secondo la FA, le condizioni che impediscono al paziente di far cadere spontaneamente, secondo la forza di gravità, il peso del corpo sulla parte anteriore del piede avremo il pieno utilizzo sia dell’azione di leva del piede stesso, che del riflesso plantare, posto proprio nella parte più distale di detta leva, e quindi saranno necessarie molte meno energie, sia muscolari che neurologiche, per ottenere la stazione eretta bipede.
La muscolatura antigravitazionale, meno contratta per vincere la forza di gravità, schiaccerà meno lo scheletro, soprattutto la colonna vertebrale (più ricca di articolazioni), che così si potrà distendere nello spazio, risolvendo cifosi dorsali, lordosi lombari e verticalizzazioni cervicali, e riducendo gli attriti che, appunto, limitano il movimento degli arti e consumano muscoli, tendini ed articolazioni;
questi muscoli meno contratti schiacceranno meno anche tutti i tubi di cui siamo costituiti, (vie arteriose e venose, vie digerenti, respiratorie, urinarie, linfatiche ecc.) e in cui si muovono i fluidi del corpo, e da cui dipende la maggior parte della patologia degenerativa che ci porta a malattia, e poi a morte.

QUESTA TECNICA E’ IL MEZZO PER RIDURRE LA PATOLOGIA DELL’UOMO IN GENERALE, E PROLUNGARE GLI ANNI DELLA SUA VITA IN MANIERA NON ANCORA QUANTIFICABILE, MA SICURAMENTE MOLTO SIGNIFICATIVA.
La muscolatura si distende in maniera isotonica e cresce di lunghezza, e quindi di efficienza, (gli antagonisti si rilasciano per favorire il movimento degli agonisti).
Lo scheletro, i vasi e tutti gli altri condotti non sono più schiacciati, e riacquistano la loro funzionalità.
E’ una vera crescita verso l’alto, vincendo la forza di gravità che invece, schiaccia e comprime il fisico, e la psiche, verso la terra.

Il CORPO, nella sua interezza, ne trae beneficio migliorando le proprie capacità funzionali, usurandosi, quindi ammalandosi, di meno.

Possiamo definire la “vita” come la capacità di vincere la forza di gravitazione, (infatti morire è cadere).
Applicando i principi della dinamica alla macchina “corpo umano” possiamo affermare che essere vivi significa passare da una condizione inerziale, di staticità rispetto alla classe degli osservatori inerziali, ad una condizione dinamica in cui, applicando alla massa corporea una forza contraria alla forza di gravità (F=MA), lo solleviamo eretto.
In particolare l’umano è quella macchina che ottiene questa posizione eretta, di grandissimo sforzo fisico e di difficilissimo equilibrio, con due soli arti, dedicando gli altri due arti alla manipolazione, peculiarità che nessun altro essere vivente sa fare.
Quindi l’umano non è l’essere vivente più intelligente, ma soltanto il più abile perché dotato della capacità di toccare e modificare, negata a tutte la altre forme di vita.
Si chiama Evoluzione.
Per riuscire a fare questo entrano in gioco una miriade, un numero enorme, per noi inimmaginabile, di vettori, che un piccolissimo computer, quale il sistema nervoso cosciente umano, non potrebbe mai gestire.
Più sta eretto facilmente, soltanto con le gambe, più è libero di utilizzare le mani, cioè di essere u-mano (abile).
La cifosi dorsale (che infatti ci fa riavvicinare non soltanto nell’aspetto ai nostri progenitori) è la massima espressione di questa difficoltà in quanto non è altro che l’aiuto che chiediamo ai vecchi arti anteriori nella lotta contro la gravità, perdendo così proporzionalmente la capacità di muovere la mani, di fare. Siamo ancora un po’ quadrupedi. Gli arti anteriori-superiori hanno ancora come prima funzione quella di sollevarci contro la forza di gravità, e soltanto quando questa funzione è stata soddisfatta possono dedicarsi alla più umana manipolazione.
Ma per ottenere questo equilibrio così complesso e faticoso tutti i vari segmenti ossei (lo scheletro dovrebbe essere la struttura portante di questa macchina) devono essere allineati ortogonalmente per sfruttare il terzo principio della dinamica, perché le forze vettoriali siano il più possibile uguali in modulo e direzione, ma opposte.
Un esempio è lo “stone balance” che ammiriamo sempre più frequentemente sulle spiagge.
A questo punto sarà semplice per tutti comprendere che quanto meno rispetteremo l’ortogonalità tanto più scomporremo la forza gravitazionale in diversi vettori, e quindi sarà minore il sostegno che viene proprio dal terzo principio della dinamica, per cui nella formula F=MA aumentando il valore del vettore A, a parità del valore della massa, aumenterà il valore del vettore F, cioè la forza che dovremo applicare alla massa corporea per contrastare la gravità.
Per essere più espliciti: a Roma c’è un palazzo, il Colosseo, che essendo stato costruito rispettando il principio del filo a piombo, con pietre bel levigate ed allineate, sta in piedi da duemila anni senza forze (apparenti) applicate. Questo succede perché il peso M di quegli enormi blocchi di pietra, così levigata e allineata, viene sostenuto dalla forza uguale e contraria sviluppata dalla pietra sottostante. E stiamo parlando di semplice pietra, la cui resistenza, cioè la capacità di soddisfare il terzo principio, è veramente relativa.
Oggi costruiamo ponti molto arditi, con campate enormi possibili soltanto grazie al materiale di enorme resistenza di cui disponiamo, (ferro, acciaio, cemento armato).
Ma proprio perché aumentiamo il valore del vettore A già sappiamo che, nonostante la qualità migliore del materiale impiegato, avrà bisogno di un monitoraggio e di una manutenzione continua e comunque durerà molto meno del Colosseo.
Questo è la Fisioanalisi:
Ridurre il valore del vettore A perché la vita sia vissuta con un vettore F minore.
Permettere ai vari segmenti ossei di allinearsi ortogonalmente, attraverso l’allungamento spontaneo e permanente della muscolatura antigravitazionale, perché lo scheletro stia eretto senza applicare forze apparenti (stone balance), vivendo come il Colosseo in maniera inerziale, ed applicando una forza soltanto quando ci si vuol spostare nello spazio e per muovere i fluidi corporei.
Se potessimo vivere in maniera strettamente inerziale le nostre strutture ci permetterebbero di vivere millenni, sicuramente più di una pianta,
ma abbiamo la necessità di contrarre la muscolatura, non tanto per costruire o fare cose in generale, ma per spingere i fluidi corporei (aria, sangue, cibo, linfa, urine, bile) che permettono la vita biologica, e questo ci costringe a vivere confrontandoci continuamente con la forza di gravità.
Trovare un equilibrio ortogonale dello scheletro sia delle fasi inerziali che di quelle dinamiche ci permette di ridurre in maniera proporzionale le forze applicate al corpo e di allungare così in maniera significativa gli anni della vita umana per la minore usura dei materiali biologici di cui siamo costituiti, cioè perché si riducono quelle che chiamiamo malattie degenerative e che non sono altro che guasti da usura.

La FA cura la difficoltà dell’umano di stare in piedi, e di agire in questa posizione, diminuendo la forza necessaria e quindi l’usura che ne deriva.
Non esiste la “postura corretta”, ma soltanto quella valida per ogni situazione si stia vivendo.
Quindi lo scopo di questa terapia è quello di permettere al paziente di recuperare l’elasticità e l’adattabilità del suo corpo, per assumere la postura che gli permette di raggiungere più facilmente l’obiettivo che in quel momento sta perseguendo.
Tanti obiettivi, tante posture differenti, anzi posture differenti anche per lo stesso obiettivo se in tempi differenti, in definitiva dobbiamo essere capaci di non avere mai la stessa postura.
Mai la stessa posizione in tutto l’arco della vita.
Questo significa che la postura corretta scientificamente esiste soltanto per quella azione in quel momento
Le numerose forme morbose che traggono origine da questa difficoltà di modificare continuamente la propria disposizione nello spazio (postura) ne traggono beneficio.
Quindi possiamo risolvere la patologia:
dello scheletro e dei muscoli, dalla lordosi lombare alla cifosi dorsale e alla verticalizzazione cervicale; tutta la patologia degenerativa che ne deriva come ernie e protrusioni discali, tendiniti, stress muscolare, gonalgie, coxalgie, pubalgie, periartriti scapolomerali, epicondiliti, cefalee tensive e vasomotorie e comunque tutto quanto determinato da forze muscolari opposte e quindi in conflitto
tutta la patologia delle vie digerenti (gastriti, esofagiti da reflusso, coliti, stipsi), delle vie respiratorie (riduzione della capacità respiratoria) e delle vie arterovenose, fino a quando è patologia funzionale.
Possiamo prevenire efficacemente la patologia organica degenerativa.
Con questa tecnica possiamo curare anche quei pazienti che oggi non riescono a risolvere la loro malattia.
Nell’ambito della patologia dei muscoli e delle ossa gli scarsi risultati ottenuti con le varie tecniche posturali, di stretching, ginnastiche posturali, fisioterapie, farmaci, interventi operatori, ricoveri e quant'altro oggi comunemente usato per raggiungere questo scopo, sono imputabili al fatto che non risolvono la causa del deficit di postura: la lotta contro la forza di gravità.
Con queste tecniche ci si costringe a posizioni che non fanno parte del nostro equilibrio (modo di essere) e quindi si perdono con facilità perché, per difesa, inconsciamente, tendiamo a tornare nella vecchia posizione, e a continuare a traumatizzare il corpo (e la psiche).
Con la FA, invece, si ricerca la rigidità articolare causa della postura antalgica e la si risolve con la stessa prontezza e con gli stessi mezzi neurologici con cui si ritrae una mano da una fiamma, e come dopo la scottatura non si toccheranno più per tutta la vita oggetti che ustionano, perché ormai si comprende il significato della parola “scottatura”, prima dell’esperienza incomprensibile, così si cambierà per sempre il tono del muscolo responsabile del deficit posturale, perché inconsciamente si comprende la limitazione che impone alla propria vita.
Abbiamo fatto un’esperienza e quindi appreso un comportamento.
Nelle situazioni più favorevoli, che sono poi la maggior parte, bastano otto terapie per ottenere il completo riposizionamento del corpo nello spazio, ma anche una sola seduta di FA permette di alleviare in maniera definitiva i dolori muscolari e articolari più frequenti.
In ogni visita il paziente viene aiutato, attraverso un cilindro di legno posto sotto il piede per stimolare il riflesso plantare, a trovare analiticamente il dolore che impedisce il libero utilizzo ortogonale dell'articolazione in esame.
Si analizza il corpo del paziente alla ricerca della rigidità che lo costringe alla postura antalgica utilizzando il riflesso specifico per la stazione eretta, qual’è appunto il riflesso plantare.
Subito dopo la terapia la muscolatura si rilascia ed il Paziente, in un tempo molto variabile, di solito intorno ai trenta giorni, si riappropria completamente del movimento involontario dell'articolazione analizzata; in questo tempo tutto il corpo si ridispiega spontaneamente nello spazio perché non è più condizionato dalla situazione di dolore inconscio ormai conosciuta e risolta. Perde la postura rigida perché era soltanto antalgica.
Nel primo incontro si mette il Paziente nella condizione di percepire le contratture muscolari, e quindi il dolore, che limitano il movimento inconscio delle sue caviglie ottenendo l’immediata risoluzione della rigidità al movimento di flesso/estensione del piede.
All’inizio il Paziente tenderà a rimanere nella vecchia posizione perché per tanti anni è vissuto condizionato da quella rigidità e le esperienze che ha fatto lo portano a temere ancora la perdita di quello che lui considera l’unico equilibrio possibile, ma nei trenta giorni successivi, vivrà il conflitto tra la vecchia posizione -(certezza anche se con le sue difficoltà) - e libertà di movimento, e prima timidamente, poi, man mano che farà esperienze, sempre più liberamente, ma tutto sempre e soltanto inconsciamente, si affrancherà da questa condizione di rigidità e sposterà l’equilibrio, e quindi il peso, del suo corpo sull’intero piede.
L’evoluzione umana dipende totalmente dalla peculiarità del piede umano che ha permesso la stazione eretta bipede affrancando gli arti anteriori dalla funzione antigravitazionale.
Ma se la caviglia è rigida e si utilizza soltanto una parte del piede si torna alla postura animale con la contrazione statica dei muscoli per utilizzare ancora gli arti anteriori in aiuto agli arti posteriori.
Appunto: cifosi dorsale, verticalizzazione cervicale, lordosi lombare come viene indicato nella scala evolutiva.

Invece il paziente dopo la prima visita avrà ritrovato ed ampliato la base d’appoggio del suo piede e quindi ora potrà cominciare a lasciar distendere i muscoli della parte superiore del corpo perché meno necessari, ritrovando una maggiore libertà di movimento.
Le contratture dei muscoli non sono casuali ma finalizzate alla stazione eretta;
non possiamo risolvere le contratture cervicali se non rimettiamo il paziente con i piedi per terra; quelle contratture cervicali, in carenza di un valido sostegno delle strutture sottostanti, servono per stare eretti.
Già soltanto con questa prima manovra abbiamo risolto, in pochi minuti e in maniera definitiva la patologia della caviglia,
ed abbiamo ridotto una quota rilevante della patologia dello scheletro.
Dopo trenta giorni il Paziente ha risolto il suo conflitto ed ormai staziona sui piedi inconsciamente e stabilmente, ha una base di appoggio su cui costruire il suo equilibrio dinamico, e quindi può tornare per continuare il cammino terapeutico.
Nella seconda terapia si mette il Paziente nella condizione di percepire le contratture muscolari che limitano il movimento inconscio delle articolazioni delle anche, ed otteniamo l’immediata risoluzione della rigidità che impedisce il movimento inconscio di flesso/estensione dell’articolazione coxofemorale e la ridislocazione del bacino sui piedi, che così si riappropria della funzione di baricentro del corpo.
Inoltre la ridistribuzione dello sforzo articolare su tutta la superficie della testa del femore e dell’acetabolo determina la riduzione dell’usura e la prevenzione dell’artrosi dell’anca che tanto ci costa in termini di salute.
Quindi:
con la prima terapia abbiamo fatto in modo che il Paziente recuperasse le fondamenta per il suo equilibrio, abbiamo ridato al corpo un’ampia base d’appoggio, il pieno utilizzo dei piedi (che sono differenti da quelli animali per permettere la stazione eretta su due soli arti)
con la seconda terapia abbiamo messo il baricentro su questa base.

E tutti sappiamo, dalle nozioni di fisica scolastica, che se il baricentro di un corpo, di qualsiasi corpo, cade gravitazionalmente sulla base di appoggio, quel corpo non può cadere.
Questa certezza, avvertita dal paziente attraverso le sensazioni propriocettive, statocettive ed enterocettive determinerà un rilasciamento muscolare del Paziente; i suoi muscoli antigravitazionali si allungheranno ancora riducendo lo schiacciamento delle ossa e l’opposizione ai muscoli del movimento; i dolori saranno sempre più rari.
A questo punto la muscolatura della colonna vertebrale può rilasciarsi perché il suo aiuto alla lotta contro la forza di gravità non è più necessario; può tornare alle funzioni per cui è stata progettata e che aveva ridotto per il suo impegno in aiuto alle gambe, e nelle successive tre volte, sempre ogni trenta giorni, potremo risolvere le contratture del tratto lombare, dorsale e cervicale.
Il Paziente affrancato dalla paura di cadere, che si esprime attraverso il dolore, avrà davanti a se una vita più tranquilla.
Avremo una persona che non soltanto non ha più dolori e quindi si ammala di meno, ma che la mattina non teme di alzarsi, perché lo fa con facilità, utilizzando i mezzi più opportuni per questo grande sforzo –(non bisogna dimenticare che l’umano è l’unico animale che ci è riuscito) - e affrancato dal timore e dal dolore della perdita dell’equilibrio, si dedica più efficacemente agli impegni della vita cosciente.

Da: Giuseppe Mastrodicasa