Ultimi commenti alle biografie - pagina 3007

Giovedì 16 aprile 2020 13:20:53 Per: Mario Giordano

L'effetto boomerang del pericolo covid19

Buongiorno Dr. Giordano.. Mentre continuano i dibattiti, le polemiche e soprattutto le liti circa la riapertura progressiva, nelle nostre città, delle attività commerciali, nessuno parla dello stato d'animo dei cittadini di fronte all'ancor ventilata - ed attesa, ma rinviata - misura.. Sociologi, psichiatri, virologi ed esperti continuano a dire - ammesso e non ancora concesso che supereremo l'emergenza in tempi che nessuno sa quantificare, la nostra vita non sarà COMUNQUE mai più come prima, che da quest'esperienza usciremo cambiati. Mah... conoscendo le caratteristiche anche comportamentali dei miei connazionali, suppongo che, limitatamente ad un breve periodo di tempo e di accortezze, torneremo alle abitudini di prima, e lo conferma il noto proverbio: "passata la festa, gabbato lo santo". Come a dire: santi del Paradiso, fateci superare l'emergenza e poi saremo tutti virtuosi", ma... tanto i santi chissà se ci vedono?. .. le misure cautelative? con sto' sole??? ma che vadano a quel paese.. ecc. ecc.. Ecco, la mia non è una certezza, ma solo una supposizione. Posso soltanto, questo sì con certezza, descrivere il mio stato d'animo che tuttavia ritengo, se non a tutti, comune a molte persone. Ho atteso tanto il momento per uscire dagli "arresti domiciliari", pensato a cosa farò dopo, cosa programmerò dopo, come vivrò dopo, ma stranamente, avvicinandosi il momento, la gioiosa aspettativa lascia il posto alla PAURA. lo confesso: questo momento ho cercato di viverlo con quella rassegnazione che spesso ha ceduto il posto al panico, all'ansia, al terrore di contrarre il virus e morire in ospedale senza poter neppure rivedere i miei familiari, così come è accaduto a tanti poveri sventurati. Ho passato le ore a leggere, immedesimandomi più che mai in vite che neppure lontanamente ricalcano la mia, ho pensato disperata a quanti giorni, per me che non sono più giovane, erano stati sottratti alla mia esistenza, ho anelato al sole, alla luce, al mare e soprattutto alla riconquistata libertà personale. Eppure, adesso che si comincia a ragionare in termini di "riapertura" delle attività, ho il terrore di tornare alla vita, come fossi stata in un profondo coma e mi risvegliassi senza sapere come il mondo è cambiato. Ho paura di tutto: le librerie? da sempre luogo prediletto per il mio passatempo, prendono forma, nella mia ansia, di luoghi pericolosi ancora da evitare, dove le persone potrebbero contagiarmi, dove i libri stessi potrebbero essere infetti. I negozi di abbigliamento? Io dispongo di una pensione modesta e devo privilegiare, prima dell'abbigliamento, i pagamenti dei consumi di casa e del vitto per sfamarmi, ma un vestito nuovo, specie ora che si avvicina l'estate, mi piacerebbe, Eppure, l'anelato acquisto mi mette in dubbio: e se viene dalla Cina? e se il virus si annidasse anche negli abiti? No, meglio non acquistare. Le vacanze? e chi può dire se riusciremo a farle? Ma... e se i mezzi di trasporto (treni, aerei, navi, ecc.) fossero altri ricettacoli del virus che finora, almeno lo spero, non mi ha contagiata? I ristoranti??? Mi piacerebbe andare al ristorante, sono una buona forchetta, ma... anche a tavoli distanziati o all'aperto, il virus potrebbe "sostare" nell'aria e comunque finora nessuno, anche coloro i quali hanno fissato approssimativamente le date di riapertura degli stessi, ci hanno ancora spiegato come andare al ristorante senza doverci ovviamente togliere la mascherina se non altro per portare il cibo alla bocca. Come fare? sollevare la mascherina, inghiottire una forchettata di spaghetti all'amatriciana e poi subito giù la mascherina? in più, al ristorante si va, in genere, in compagnia: come rispettare in tal caso la distanza sociale dai miei amici? Comunicare con loro a gesti? no, no, meglio rinunciare al ristorante, ne va di mezzo la vita, chi me lo fa fare? la pasta, me la preparo piuttosto da sola. E il bar? Che bello, fare colazione ogni tanto al bar... servita, riverita da chi mi conosce. Ma... siamo sicuri che le tazze del cappuccino siano ben lavate? E se non lo fossero? No, meglio evitare il bar, la colazione, anche se il caffè non viene buono allo stesso modo, la faccio a casa. Il cinema??? Ah, che tasto dolente. Cinema e teatro mi appassionano oltre ogni dire, ma... anche a poltrone distanziate, siamo sempre un gruppo di persone raccolte nello stesso ambiente, E se il sieropositivo è tra noi? Meglio non andarci. Il dentista? Dovrei fare la pulizia dei denti, ma su questo, almeno, gli studi odontoiatrici sono esaurienti e mi sollevano da ulteriori e dolorose decisioni da prendere: si occupano solo delle emergenze. E così, rimando anche la pulizia dei denti. La spesa? sì, quella la faccio, ma... La farmacia? sì, anche lì ci vado... la spazzatura? la porto giù ogni mattina... e poi? e poi, programmo la mia giornata, come ci hanno detto gli esperti: lavo spesso le mani anche se stanno diventando ruvide a causa di disinfettanti e sapone, pulisco i pavimenti con acqua e ammoniaca o varechina anche se puzza, rinfresco le stanze e spruzzo lo spray antivirus ed antibatteri, telefono ad amici e parenti che però spesso sono di malumore pure loro e non hanno voglia di parlare, pago regolarmente le tasse e le bollette, sì, chiamo i numeri verdi di banca, elettricità, gas, telefono per fatture che non tornano o per disservizi, ma... Che vita è, la mia? Ho 65 anni e, per non morire, ho praticamente dovuto rinunciare a vivere.

Da: Roberta

Giovedì 16 aprile 2020 13:18:32 Per: Maurizio Landini

Landini Buongiorno, sono un dipendente di una ditta di pulizie.
Sì siamo quelli delle pulizie, quelli che in realtà sono sottopagati, quelli che comunque devono svolgere delle mansioni umili ma che vengono non vengono mai considerati né tutelati!!!
Le scrivo per questa ragione: Stiamo parlando di dispositivi individuali di protezione per i dipendenti che dovrebbero essere forniti dalle aziende Attualmente la nostra azienda come soluzione ha indicato il distanziamento sociale.
Peccato che questo non sempre sia una cosa possibile, considerando che si lavora in un ambiente di fabbrica dove ci sono persone che già stanno operando nelle macchine e negli uffici.
Vorremmo solo capire a questo proposito cosa può fare un semplice "quello delle pulizie" in una situazione del genere dove troviamo difficoltà e non c'è alcuna tutela... L'azienda dopo molte insistenze ha fornito una mascherina chirurgica, e ne consegnerà 2 alla settimana, inoltre non vengono forniti guanti monouso... Immagino sia a conoscenza che in alcune zone (bagni per esempio,) il rischio di contaminazione biologica e molto alto.
Anche "Quelli delle pulizie" hanno il sacrosanto diritto di tutelare la propria salute!
Lieto di corrispondere con lei ed in attesa di una sua cortese e gradita risposta e le invio cordiali saluti Carlo

Da: Carlo

Giovedì 16 aprile 2020 13:16:52 Per: Luca Zaia

Buongiorno presidente.

Le scrivo a nome della mia compagna, Parrucchiera.
Lei, tramite la sorella, sua datrice di lavoro, si è rivolta all' EBAV per la cassa integrazione.
Ok, meno male che ci sono queste forme di aiuto per chi si trova in difficoltà, soprattutto per il settore Parrucchieri ed Estetisti... Ma come è possibile che si debba attendere oltre 2 mesi per avere i soldi?

In attesa di una sua risposta, e ringraziando per tutto quello che sta facendo, porgo cordiali saluti.

Da: Francesco Modolo

Giovedì 16 aprile 2020 13:15:48 Per: Paolo Del Debbio

Buon giorno dottore
Sono una commercialista di Prato, e come commercialista vorrei poter dire tutto il malessere e tutta paura del nostro distretto.
Distretto laborioso fatto di piccole imprese che esportano in tutto il mondo e che hanno bisogno di sentire vicino un stato SINCERO che non fa proclami ma che aiuta a sopportare e superare il momento attuale.
Siamo abituati a fare, "aiutati che Dio ti aiuta".
Quello che le aziende ed i cittadini chiedono è NO BUROCRAZIA ma, veramente.
Disposizioni fatte di poche parole chiare per tutti,
Elisabetta Cherubini

Da: Elisabetta Cherubini

Giovedì 16 aprile 2020 13:14:07 Per: Luca Zaia

Buongiorno,
Volevo far presente, l'importanza di poter lavorare un proprio podere, sia che sia nel paese di residenza che nei paesi limitrofi. Ovviamente con le precauzioni che servono per garantire la sicurezza degli altri che la propria. Grazie

Da: Emilio

Giovedì 16 aprile 2020 13:11:58 Per: Luca Zaia

Buon giorno Presidente
e complimenti per la grande dimostrata capacità nella gestione della pandemia.
Lei. Presidente, parla spesso di buon senso nelle conferenze stampa.
Forse un suggerimento di buon senso potrebbe essere di rimettere la guardia media nuovamente all'ospedale dei Colli, anziché mandare le persone del quartiere ovest di Padova a Maserà!

Grazie per tutto e

Cordialità
Alfons Lorenz
Via ------- 19
35136 Padova

Da: Alfons Lorenz

Giovedì 16 aprile 2020 13:09:58 Per: Mario Giordano

Caro dott. Giordana io sono un tatuatore e vedo che nessuno parla di questa categoria... Sento parlare di riapertura con i vari protocolli pensando che questi "modus operandi" siano operazioni difficili... Per noi tatuatori è la normalità!!! Ma non sento nessuno rassicurarci sulla nostra riapertura... Anzi sembra che noi saremo gli ultimi... Non ho mai scritto a nessun giornale e tanto meno a nessuna redazione televisiva... Scrivo a lei... Forse perché vedo il suo viso pulito e semplice... Sperando in un suo interessamento le porgo i miei più amichevoli saluti. Andrea Nardicchia.

Da: Nardicchia Andrea

Giovedì 16 aprile 2020 13:05:00 Per: Luca Zaia

Buongiorno governatore,
prima di tutto la ringrazio per il suo impegno, più da padre di famiglia che da politico e mia opinione uomo con grandi attributi.
Vorrei pero porre una domanda magari scontata o già fatta, ovvero da cittadino elogio le donazioni soprattutto quelle di piccole entità perché fatte sacrificando del denaro destinato alla quotidianità, ma mi chiedo e le chiedo: possibile che in un paese con una tassazione importante noi cittadini abbiamo bisogno di donazioni (le nostre) per per acquistare macchinari per curarci e far fronte a questa emergenza?
La ringrazio nuovamente per il suo impegno.

Luca Rossato

Da: Luca Rossato

Giovedì 16 aprile 2020 12:59:57 Per: Luca Zaia

Egregio,
perchè non si usa ovunque l'ozono terapia contro il covid19, visto che i risultati che si ottengono da questa cura sono pressochè ottimi?
PS: quando ha affermato che il lockdown in Veneto non esiste beh, mi ha fatto arrabbiare. Faccio parte della filiera del mobile (operaio autista che trasporta e consegna mobili all'estero), sono e siamo, fermi, da un mese e non v'è alba di quando si potrà riprendere. Altro che non esiste di fatto, il lockdown!
Cordiali saluti.

Da: Fabrizio Piras

Giovedì 16 aprile 2020 12:35:59 Per: Luca Zaia

Buongiorno, in vista di riaperture di attività si parla di disinfezioni degli ambienti, e, in questo momento, la materia è molto buia: vengono fatte proposte da varie aziende, le più disparate, gente che prima faceva tutt'altro, ora si improvvisa, quando va bene sono ditte di pulizie che di sanitario hanno ben poco...
Esiste un protocollo, una raccomandazione da parte del ministero della salute, o qualcosa che ci possa aiutare nella scelta di come agire?
La raccomandazione dell'istituto sup. di sanità recita: I disinfettanti chimici che possono uccidere
il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sulle superfici includono disinfettanti a base di candeggina / cloro, solventi, etanolo al 75%, acido peracetico e cloroformio. E l'ozono? Non è efficace oppure è solo una dimenticanza? Ce ne parlano come uno dei sistemi migliori, proprio perchè non rilascia residui chimici, ma è vero?
Quindi chiedo un aiuto a chiarire questa problematica, oltre a tutti gli altri problemi che avremo, almeno avere della chiarezza ufficiale in questo campo ci potrebbe dare un piccolo aiuto.
Grazie

Da: Donata Murari