Ultimi commenti alle biografie - pagina 3281
Giovedì 2 aprile 2020 14:05:55
Per: Massimo Giletti
Ho seguito la tua trasmissione sperando che avresti approfondito con il prof. Martelli il perchè non venga riaperto il Forlanini. Ma voglio segnalarti un altro scempio della sanità romana. Nel 2008 ero il Direttore Amministrativo dell'Ospedale San Giacomo (tra piazza del popolo e via di Ripetta). Su ordine della Giunta Regionale Lazio con Presidente Marrazzo furono impegnati e spesi una valanga di soldi (se la mente non mi tradisce circa 18 milioni di euro) per rifare completamente nuovo il reparto di Rianimazione e di Terapia intensiva, diretto dal prof Salvatori., attrezzandolo con letti e strumentazioni di ultimo grido. Non si fa in tempo a finirlo che il Presidente Marrazzo, nominato commissario straordinario per la sanità laziale, con provvedimento dell'agosto 2008 decide la immediata chiusura dell'intero ospedale San Giacomo. Ad oggi la magistratura non è stata in grado (!!!) di stabilire. il perchè di detta chiusuira mentre tutti sanno il vero motivo e nessuno ha mai chiesto il conto a Marrazzo dell'enorme spreco di denaro pubblico. Oggi quel reparto di Anestesia e rianimazione potrebbe essere immediatamente riaperto, ma Zingaretti preferisce la Columbus per farsi amici quelli della Cattolica. Sono a tua disposizipone e se vuoi maggiori delucidazioni puoi consultare un sito www. themisemetis. com. Continuerò a seguirti. Sulla sanità potrei dirti tante cose.
Da: Francesco Frillici
Giovedì 2 aprile 2020 13:50:33
Per: Lilli Gruber
Risposta per lucia crivellari.
le sue ricette per emergenza coronavirus sarebbero idonee se vi fosse tale emergenza ma i dati non riscontrano questo.
su una popolazione di circa 60000000 di abitanti si hanno circa seicentomila contagiati che e esattamente 1% popolazione.. tenga conto che ogni anno per complicanze influenzali decedono circa 7000-8000 persone.. fermare una nazione intera e assurdo logicamente e non risolve interamente nulla poiche un virus aereo non e contenibile e restera e convivera con noi sperando che si trovi un idoneo farmaco. inoltre consideri che le strutture di terapia intensiva non hanno personale idoneo a sufficienza poiche ci vorrebbero 4 persone istruite a tale compito per ogni paziente.. in una situazione cosi difficile l utilizzo dei miracolosi strumenti digitali non ripara nessuno dall eventuale contagio.
concludo che e regolare evitare le masse, lavarsi bene le mani, coloro che hanno situazioni patologiche non escano da casa ma gli altri possono uscire poiche il rischio e 1%. e la nostra liberta non ha prezzo.
potra liberamente decidere se leggere o meno la mia umile risposta.
cordiali saluti.
capitan coviello il ribelle.
Da: Capitan Coviello Il Ribelle
Giovedì 2 aprile 2020 13:45:29
Per: Antonino Cannavacciuolo
Buon giorno Chef... mio marito è un suo grande fans e ama molto cucinare ed è molto bravo ma vorrebbe ampliare le tecniche culinarie... il giorno 13 agosto è il suo compleanno... non avendo tante possibilità economiche per fargli grandi sorprese vorrei chiederle se può registrare un videomessaggio per fargli gli auguri per i suoi 35anni... è un padre e marito meraviglioso... fa tanti sacrifici per noi e vorrei regargli questa emozione... spero che riesca a trovare il tempo... si chiama Valentino e siamo della provincia dell'Aquila.. grazie... buona giornata il suo numero e 377 -------.
Da: Irene Cavallo
Giovedì 2 aprile 2020 13:41:56
Per: Vittorio Feltri
Gentile dott Feltri, da elettore pentito del PD; le invio la lettera che alcuni giorni or sono ho mandato a Massimo Giletti di non è l'arena senza pero' ricevere risposta. Se la ritenesse interessante e volesse commentarla le sarei molto grato. In caso di chiarimenti puo' contattarmi anche telefonicamente. Grazie
Giovanni PASCUCCI <------->
dom 29 mar, 22:00 (4 giorni fa)
a nonelarena
Gentile Massimo Giletti, sono ormai piu' di 10 giorni che vado scrivendo e mail a vari giornali, alla Regione Marche, a qualche esponente politico (Zingaretti) senza ricevere ascolto. le uniche risposte le ho avute dallo staff di Zingaretti e dalla direzione sanitaria della mia regione. Le allego il mio numero di telefono (333 -------) se eventualmente volesse contattarmi per sapere quello che mi e' stato risposto e altro se lo riterrà opportuno una volta letta questa mia lettera.
L'emergenza COVID è una lotta che dovrebbe essere affrontata con ogni arma a nostra disposizione, convenzionale o no poco importa, dobbiamo mettere in campo tutto il possibile. I dati purtroppo sono pessimi, nonostante si propagandi il metodo italiano come uno dei migliori. La percentuale dei morti è superiore al 10%, ben piu' alta di ogni altro paese e le Istituzioni che presiedono alla tutela della salute nazionale vanno barcamenandosi ogni giorno trovando ora un pretesto ora un altro per dirci che comunque si fa il massimo (è colpa dell'età della popolazione, delle patologie connesse come sic l'ipertensione o il diabete ecc.. come se fossimo degli idioti. Un iperteso o un diabetico camperebbero benissimo se non contraessero il virus.). Ci sarà qualcosa di sbagliato nella strategia fin qui attuata? Ma quando mai rispondono. E invece si che c'è!
Fino ad ora si è agito soprattutto a livello ospedaliero. Certo, l'ospedale è un caposaldo insostituibile e essenziale come lo sono tutti quelli che eroicamente ci lavorano in questo momento buio. Non sarebbe pero' opportuno spostare di piu' l'attenzione sul territorio cercando di fare una diagnosi precoce ai soggetti con infezione e trattarli con le stesse molecole usate in ospedale per i ricoverati? Molto meglio dare quei farmaci all'inizio dei sintomi piuttosto che dopo il ricovero ospedaliero quando la malattia è già progredita forse in maniera troppo avanzata. Ottima secondo me la scelta della Regione Veneto che inizierà il trattamento domiciliare con i farmaci ora usati solo in ospedale, purché il tampone venga effettuato nelle 24 ore dalla segnalazione e proporrei addirittura di iniziare la terapia immediatamente salvo sospensione dopo la risposta del tampone se negativo. Un po' di clorochina o qualche pasticca di antivirale non ammazzano nessuno. Ci sono persone che assumono per anni tali farmaci (HIV positivi e soggetti con patologie autoimmuni). Non ci sono ancora le EVIDENZE ci dicono, ma chi se ne frega, se le aspettiamo rischiamo l'ecatombe. Se si possono usare per i ricoverati non vedo perché non si possano usare a casa. Zingaretti ha detto che a casa prendeva gli antivirali video di almeno 15 gg or sono). In quel caso le EVIDENZE si erano palesate? chi lo ha consigliato e rifornito di suddetti farmaci ne ha messo repentaglio la vita? Se glielo hanno consigliato sarà meglio che niente. Che ne pensa?
La saluto cordialmente Giovanni Pascucci medico internista ospedaliero in pensione
Da: Giovanni Pascucci
Giovedì 2 aprile 2020 13:25:05
Per: Enrico Mentana
Gent. mo dottor Mentana.
alcuni giorni fa ho inviato il seguente messaggio alla redazione di Tagada' ma il tutto non ha avuto seguito.
Mi permetto di inviarLa la mail e, qualora lo ritenga opportuno, di darne diffusione attraverso i suoi interventi su la7.
Complimenti per le sue trasmissioni ed auguri di buon lavoro
Lucio Previtera
Il mio nome è Lucio Previtera e sono un professore universitario di Chimica Organica ora in pensione.
La casa editrice Piccin ha permesso a tutti gli iscritti nella mailing list della Federico II l’acceso gratuito ad un testo scritto dal Prof. Wang Zhou, coadiuvato da un comitato di esperti cinesi sul coronavirus.
Fra l’altro si riporta l’estrema sensibilità del virus alle radiazioni ultraviolette. L’effetto biocida delle radiazioni UV è descritto anche in altre fonti e viene ipotizzato che le riduzioni delle diffusioni virali nei mesi estivi e più dovuta alla maggiore radiazione solare che agli aumenti di temperatura.
Uno dei problemi più seri che si riscontra è il contagio degli operatori sanitari che sono a stretto contatto con i ricoverati positivi.
Le dotazioni personali in uso non sono del tutto efficaci nel proteggere tale personale anche perché sulle dotazioni protettive può depositarsi una forte carica virale e nelle operazioni dello svestirsi da tali dotazioni il virus potrebbe attaccare gli operatori.
E’ possibile verificare se un trattamento dell’operatore con radiazioni UV all’uscita dai luoghi di lavoro prima dello svestimento (per quanto tempo e con lampade di quale intensità?) può essere valido nella protezione del personale sanitario?
E’ possibile inoltre il riutilizzo di alcune delle dotazioni personali con una sterilizzazione con radiazioni UV?
Lucio Previtera
Da: Lucio Previtera
Giovedì 2 aprile 2020 13:20:39
Per: Paolo Del Debbio
Le scrivo due righe per chiederLe di sottoporre una mia domanda ai tantissimi economisti o addirittura al Presidente del consiglio. Io sono titolare di una piccola gelateria a Martina Franca in provincia di Taranto, essendo un artigiano ho un contratto di locazione con una tipologia di locale C3. Il decreto cura Italia prevede un 60% di credito d’imposta sul canone di locazione solo per esercizi commerciali tipologia C1! ! Allora vorrei chiedere che differenza c’è in questo momento di chiusura totale tra una gelateria artigianale e un bar, una pizzeria d’asporto è una pizzeria con somministrazione ? ? ABBIAMO CHIUSO TUTTI E SIAMO TUTTI PARTITA IVA!!! Spero che questo venga da Lei letto e preso in considerazione e soprattutto ai grandi economisti del governo!!!
Le auguro una buona giornata!!!
Piero Gallone 328 -------
Da: Piero Gallone
Giovedì 2 aprile 2020 13:14:35
Per: Milena Gabanelli
Gentilissima Dottoressa Gabbanelli,
Sono un suo grande fan e le scrivo perché non so a chi altro scrivere la mia preoccupazione e una possibile soluzione ad essa.
Il pensiero in questa email nasce da uno dei suoi dataroom sui metodi di controllo digitale per la popolazione italiana e internazionale. Sono il primo disposto a dare via parte della mia privacy per il bene dei miei concittadini, ma io non capisco proprio perché questo debba passare attraverso analisi di big data ottenuti sinlenziosamente dalla "porta sul retro" dei nostri dispositivi smart. Anche se tali dati (registrati, ma non presi in forma anonima) verranno un giorno cancellati, che fine fará l'allenamento delle reti neurali che verrá fatto su e per mezzo di quegli stessi dati che verranno analizzati? Questi software sono su server sul territorio nazionale? Sono posseduti/utilizzati da tecnici, operatori e managers italiani? Il problema é quel training di reti neurali garantirá a chi possiede quell' IA un'arma economica e politica enorme e cioé: la previsione del dato comportamentale dei cittadini di una nazione in tempo di crisi. Son giá sicuro che molti ingegneri di big data in qualche ufficio di FB, Google, amazon, microsoft ecc stiano festeggiando perché in questo periodo, in cui tutto il mondo vive uno sconvolgimento comune stando attaccato ferocemente a contenuti digitali, l'analisi della previsione dei comportamenti umani puó essere testata (e ad ogni test corrisponde un miglioramento della risposta, per questo si chiama training) nei confronti di comportamenti fuori dagli schemi canonici...
Magari il libro della Professoressa Zuboff mi ha troppo suggestionato, ma a me sembra che si parli di controllo occulto con troppa leggerezza. Da qui la mia proposta...
Perché non si prova a sviluppare un'app italiana (spero di non suonar troppo nazionalista) per le persone sul territorio nazionale che serva da portale del cittadino per comunicare in anticipo una richiesta per uscire. Un'app grazie alla quale un cittadino possa CHIEDERE il permesso per andare per esempio a fare un giro con i figli (argomento topico in questi giorni) e l'app, sapendo chi é in giro in quel momento e gestendo le varie richieste con le dovute prioritá, potrebbe essere in grado di dare un via libera all'utente richiedente. Una specie di semaforo verde o rosso ad uscire rispetto alla densitá di persone nei nostri dintorni e che, se rosso, ci possa mettere in una lista d'attesa all' uscita. Insomma invece di farci spiare anonimamente a tappeto (con software esteri) perché non proviamo a creare un collegamento diretto tra cittadini e chi li deve controllare facendo si che i controllori sappiano a priori chi dovrebbe o no esser in giro. Questo modo non differirebbe troppo a livello giuridico dal sistema delle autocertificazioni, ma invece di essere a posteriori, richiedendo un piccolo interrogatorio da parte delle forze dell' ordine per capire la buona fede del singolo cittadino, permetterbbe una rapida identificazione dei furbetti dal sempplice controllo dell' ottenuto via libera da parte del sistema informatico. Come se fosse una carta d'identitá digitale che diventa verde o rossa se siamo o no permessi a stare in giro. Non mi metto qui a scrivere tutte le possibilitá che un tale sistema aprirebbe perché quest' email é giá troppo lunga e immagino che la sua casella sará inondata di messaggi, ma se per puro caso ne fosse interessata, saró felicissimo di scriverle ancora.
Dall' isolamento in quel della Perfida Albione stranamente baciata dal sole le invio i miei piú cordiali e sinceri saluti.
In fede,
Francescogiuseppe Morabito
Da: Francescogiuseppe Morabito
Giovedì 2 aprile 2020 13:05:14
Per: Fabio Fazio
La restanza obbligata
Nel numero di novembre 2019 della Voce del Campo ponevo l’attenzione su due concetti quello di esodanza e quello di restanza.
Il primo, di mia invenzione, connota la tendenza consumistica al viaggio motivato dalla ricerca del piacere individuale, dalla ricerca dell’esotico, in parte alimentato dai mass media e dall’industria turistica del low cost.
La restanza invece appartiene di più alla sfera valoriale umana: la condizione, il sacrificio di chi vuole rimanere legato alle radici. Di chi sta dov’è. Il desiderio di ciò che è vicino.
Indubbiamente si tratta di tendenze che hanno implicazioni diverse sulle persone, sulla comunità, sul territorio soprattutto in termini ambientali, non ultimo il rischio del cosiddetto urbanicidio (v. articolo di novembre).
Sembra incredibile ma solo pochi mesi fa ognuno di noi era “libero” di scegliere di andare o restare a proprio piacimento, una scelta che trovava limiti solo nel tempo/denaro a disposizione. Chi restava forse aveva capito che ci si può muovere anche nell’immobilità.
E’ stato proprio il superamento del limite della natura una delle cause della diffusione della pandemia che ora cerchiamo di controllare restando a casa.
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
(…)
(Mariangela Gualtieri Nove marzo 2020)
Ce lo dicono i versi di Mariangela Gualitieri, ce lo dice Luca Parmitano dallo spazio quando parla della estrema fragilità della terra. Ce lo dicevano gli sguardi persi delle persone in strada dentro le loro gabbie con le ruote. Ce lo dice da tempo la natura quando scatena i suoi elementi..
“ L’alveare felice” teorizzato da Bernard de Mandeville più di tre secoli fa il cui paradigma ideologico si fonda sull’ingiustizia, l’ingordigia e la prevaricazione rappresenta bene il nostro sistema socio-economico.
Mandeville preconizza anche la fine dell’alveare “Parecchie migliaia di queste valorose api perirono. Il resto dello sciame, che si era indurito nella fatica e nel lavoro, credette che l’agio e il riposo, che mettono a sí dura prova la temperanza, fossero un vizio. Volendo dunque garantirsi una volta per sempre da ogni ricaduta, tutte queste api si rifugiarono nel cupo cavo di un albero, dove a loro non resta altro, della loro antica felicità, che la contentatura dell’onestà”
Il nostro alveare è stato pesantemente attaccato da un virus letale che ha disperso le api. Tutto si è magicamente fermato.
Siena nella sua altera bellezza sembra un castello incantato, le poche persone che si incontrano per le strade quasi si scusano per profanare tale incanto. Le auto impolverate abbandonate nei vicoli e nelle piazze danno la dimensione della loro relativa utilità.
Sembra di essere tornati al medioevo alla descrizione che fa Agnolo di Tura del Grasso in Cronaca senese della peste nera che imperversò a Siena tra aprile e ottobre del 1348 quando morirono migliaia di persone e tra loro i fratelli Lorenzetti:
“La città di Siena pareva quasi disabitata, ché non si trovava quasi persona per la citta”
Oggi la bellezza della città, non diversa dai tempi di Agnolo, a malapena riesce a lenire le preoccupazioni, le paure di molti che temono per la loro salute anche economica.
Non solo, lo svuotamento progressivo della città verso la periferia di attività economiche e di famiglie accentua il senso di vuoto sociale che si respirava già prima dell’epidemia. Fortunatamente restano aperte alcune botteghe di vicinato che riescono a rendere più umano lo sforzo di sussistenza.
C’è da chiedersi che sarà del tessuto socio economico della città una volta finita questa emergenza? Un tessuto fortemente provato dalle vicende accorse negli ultimi anni.
Che sarà del “sottobosco virtuoso” della città fatto delle poche attività marginali rimaste (botteghe artigianali negozi storici) che denotano il carattere unico e personale della città e sono un baluardo contro l’urbanicidio?
In generale sarà sufficiente questa dura lezione per rallentare la corsa e per rivedere il sistema dell’economia globale che ci fa correre come api impazzite?.
Questo dipende dai comportamenti che individualmente e come comunità metteremo in atto, dalla lungimiranza delle politica, dalla volontà collettiva di un radicale cambiamento delle nostre abitudini.
L’importante in questo momento di restanza obbligata è nutrire il seme dello “stare dentro le cose” che tale evento ha posto dentro di noi senza rifugiarsi in nessun albero cavo a leccarsi le ferite.
Luciano Fiordoni
2 Aprle 2020
Da: Luciano Fiordoni
Giovedì 2 aprile 2020 13:01:04
Per: Massimo Giletti
Dott. Ginetti, mi adeguo a come la stanno chiamandò tutti, spero non sia un medicola non la seguo nel suo programma perché non sopporto il tipo di approccio quindi evito ma la ho appena vista dalla Mirta Merlino e vista la sua sicurezza il suo punto (questo è il punto come ha detto) io le darei in mano le chiavi del paese... purtrompo guardando il suo profilo neanche la sua famiglia gliele ha date. Forse il NOSTRO PAESE non ha bisogno di lei. Ah! Mi rimane una domanda quanto ha ricevuto per la comaparsata di oggi 2/4 all'Aria ct o è tutto compreso nel compenso di Carlo? P era favore abbia più rispetto della situazione che stiamo vivendo tutti. Grazie Giuseppe Zanella (libraio)
Da: Giuseppe Zanella
Maria De Filippi
Autrice e conduttrice tv italiana
Da: Anna Pagani