Ultimi commenti alle biografie - pagina 3933
Mercoledì 15 gennaio 2020 14:37:51
Per: Rita Pavone
Buon giorno. Ho 61 anni e sono di Milano. Io e la mia compagna, amiamo molto Rita. L'ho vista 2 volte dal vivo, qui a Milano, una volta da solo e l'ultima, quella che in teoria doveva essere un addio al palcoscenico, che per fortuna poi non c'è stato, almeno definitivo, insieme alla mia attuale compagna. Beh…. già dalla prima volta ho potuto constatare piacevolmente, che era favolosa, grande interprete, con un fisico molto atletico e la voce…. ah... la voce…. da brividi…. e cantava insieme ad un'altra donna di colore. La seconda volta era insieme a suo marito, anche lui grande voce…. con vista di filmati girati in Italia e, soprattutto, in America, Stati Uniti e, devo dire, che era molto apprezzata anche da loro. Che dire….. una ennesima "prelibatezza" tutta italiana. BRAVA! Al periodico……. (cioè all'infinito). Ciao Rita e grazie per tutte le belle emozioni che mi hai regalato. Sei GRANDE! Baci. Franco.
Da: Franco
Mercoledì 15 gennaio 2020 14:06:02
Per: Mario Giordano
In riferimento alla sua puntata di Fuori del Coro del 14 gennaio, ospite Giorgia Meloni.
Sono italiana, ho 68 anni, vivo da 25 anni in GB e sentire la signora Meloni affermare con tanta sicumera che qui in GB si lavora solo se gli inglesi non sanno fare meglio di te, e` una boiata pazzesca, un tentativo di fare disinformazione per far passare gli inglesi da razzisti, cosa che NON sono assolutamente. Ma chi gliel'ha detto alla signora " piu` influente" del mondo... qui in GB CHIUNQUE puo` lavorare: qui al contrario dell'Italia dove vige la raccomandazione, il mercato del lavoro si basa sulla MERITOCRAZIA e se un inglese sa fare meglio di un africano assumono l'inglese, se un africano sa fare meglio di un inglese assumono l'africano. La signora non sa che anche qui, come gli italiani in Italia, gli inglesi non vogliono piu` fare certi mestieri e non perche` sono piu` o meno bravi degli stranieri, oppure perche` a parita` di merito vengono preferiti loro agli stranieri, ma che diavolo di scempiaggini dice ? Io ho due figli che lavorano da anni in GB (Londra) in compagnie inglesi, anche loro italiani, ma MAI e poi MAI abbiamo riscontrato discriminazioni nel settore lavorativo fra loro e gli inglesi, e questo vale anche per tutte le altre culture di cui la GB " razzista" e`piena strapiena. Seguo da tempo i talk show italiani, compreso il suo, e sono arcistufa di sentir parlare male degli inglesi, soprattutto da parte degli italiani che vivono in un paese che e` quello che e`, che lei Giordano conosce benissimo visto la sua trasmissione dedicata al malaffare italiano. Se la Meloni non conosce la realta` di questo paese perche` non ci ha mai vissuto, evitasse almeno di parlare di cose che non conosce, che conoscono solo gli emigrati che vivono qui da anni. E un'altra cosa, visto che lei, giustamente, inorridisce di quei 16 centesimi di aumento ai pensionati, perche` non ha chiesto alla signora perche` a suo tempo voto` la legge Fornero... siamo informati anche qui all'estero, sa Giordano ? Adesso fa la santarellina, si fa uscire la lacrimuccia per gli indigenti ma quando votava la legge Fornero, proprio contro i pensionati che a lei Giordano stanno molto a cuore, la lacrimuccia non le e` uscita. Scusi Giordano ma a me ribolle il sangue quando sento parlare questa gente, di un'ipocrisia infinita.
Mi scusi lo sfogo ma quando e` troppo e` troppo, la finissero di prendere in giro gli italiani, di criticare gli altri paesi e cominciassero a fare le persone serie, coerenti e meno gli sbruffoni, quelli dei pugni sul tavolo anche con l'Europa e poi quando vanno al governo si calano le braghe come hanno fatto i grillini.
La saluto cordialmente da Londra
Da: Paola Mancini
Mercoledì 15 gennaio 2020 12:29:17
Per: Massimo Giletti
Ma vai a lavorare alla tua azienda! Giletti spa, azienda leader nel mondo della produzione di filati nasce nel cuore del biellese nel 1884. Infatti, più di un secolo fa, ad opera di Anselmo Giletti, nella verde vallata attraversata dal torrente Ponzone, prende avvio quella che diventerà l'attuale azienda: una struttura che negli anni si è sviluppata fino a raggiungere gli attuali 36000 mq di superficie.
Da: Rita
Mercoledì 15 gennaio 2020 12:21:52
Per: Nadia Comaneci
Buon giorno. Ho letto per caso, su internet, la storia di Nadia e devo dire sinceramente, che ne sono rimasto stupito ed affascinato... è stata e lo è, probabilmente ancora, una GRANDE. Non solo per le sue doti artistiche di ginnasta, ma per la sua caparbietà, la sua umiltà, semplicità, la sua lealtà ed il suo amore per la propria Patria, per il proprio Paese. Ha sempre vissuto ed affrontato le sue traversie a testa alta. Io ho 61 anni, di Milano e mi ricordo vagamente di lei e delle sue straordinarie, a dir poco, imprese. Sento dentro me una profonda ammirazione e rispetto per lei. Non penso che questo mio messaggio arriverà a lei, ma a chi per lei vorrei dirgli che sono estremamente contento che ora viva la sua vita in meritata pace e tranquillità e che abbia trasferito la sua arte ed il suo pensiero di vita, ad altre giovani persone. Sono rimasto veramente tanto colpito dalla sua storia. Donne, persone come lei, beh…. penso ne nascano una ogni cent'anni (forse). Ciao, cara Nadia. Il tuo sconosciuto, nuovo fan, Franco, da Milano.
Da: Franco
Mercoledì 15 gennaio 2020 12:00:08
Per: Mario Giordano
Buongiorno e complimenti per la trasmissione.
Vorrei segnalare come i buoni pasto siano uno strumento anacronistico, scomodo e sconveniente per tutte le parti coinvolte (eccetto che per le società che li emettono) e proporre l'inserimento della quota relativa ai buoni pasto in busta paga detassata.
Le società che emettono i buoni pasto infatti si interpongono tra lavoratore, datore di lavoro ed esercente traendo profitto e facendo da intermediario con una "moneta parallela" spendibile solo a condizioni ben precise che svantaggiano lavoratore ed esercente, in particolare:
- i buoni pasto non sono accettati da tutti i locali (molto spesso sono accettati solo dai ristoranti e dalle catene di supermercati più costosi) e al di fuori delle grandi città è quasi impossibile utilizzarli
- nel caso si spenda meno di un buono pasto gli esercenti non danno resto e si perde dunque una parte del benefit
- gli esercenti sono costretti a pagare commissioni particolarmente elevate, di conseguenza aumentano i prezzi e ciò comporta una distorsione del mercato concorrenziale
Insomma se si mettessero in busta paga sia il lavoratore che l'esercente ne sarebbero avvantaggiati, ma anche il datore di lavoro in quanto ridurrebbe gli oneri per la gestione e il controllo dei buoni pasto (es. gestione della distribuzione delle tessere, gestione della ricarica della tessera,.. .)
Vorrei un ministro del lavoro o dell'economia che abbia il coraggio di contrastare queste lobby che guadagnano sul nulla.
Da: Samuele
Mercoledì 15 gennaio 2020 11:27:18
Per: Massimo Giletti
Il peccato originale.
Quando una proposta di legge viene presentata arriva alle commissioni competenti che la esaminano in tutti gli aspetti la rivoltano, correggono, tagliano e cuciono prima di mandarla in Parlamento dove subisce ancora modifiche variazioni, estensioni o tagli dopo di che passa al Senato dove viene ridiscussa modificata e variata per tornare alla Camera per la definitiva approvazione suggellata dalla firma del Presidente della Repubblica.
Quindi si presume che il testo sia il migliore per essere applicato, ma non è così perché qualunque Giudice Italiano può interpretarla a seconda della sua coscienza. Di fatto la legge non esiste più perché le migliaia di Giudici ne fanno migliaia di scontro con la legge del codice.
Aiutooo
Da: Pietro Pagani
Mercoledì 15 gennaio 2020 11:18:27
Per: Mario Giordano
Buongiorno, la contatto per porre alla sua attenzione una grossa problematica che affligge noi veterinari. Apprezzo molto la sua trasmissione e credo che sia il mezzo migliore per arrivare magari ad una soluzione.
Parlo a nome di tutti i colleghi che come me si trovano in questa situazione, purtroppo siamo liberi professionisti e come tali viviamo " alla giornata", quasi nessuno di noi ha uno stipendio fisso, e chi ce l' ha riceve uno stupendo che va dai 3 ai 10 euro l'ora. Anni di studio, investimenti di tempo e denaro per ritrovarci in mano una laurea che non ci permette di vivere e a tutto ciò si somma la nostra cassa di previdenza veterinaria: l' ENPAV (ente nazionale di previdenza e assistenza veterinari).
L' ente che dovrebbe tutelarci e assisterci, ci obbliga a pagare un contributo minimo di 2. 938 euro, indipendentemente dal fatto che tu stia lavorando o meno, e anche se hai uno stipendio da fame.
Nel mio caso, sono madre di due figli, separata. Guadagno 800 euro al mese e con questi 800 euro devo pagare le tasse, la spesa, la benzina per andare a lavoro, le bollette, i beni di prima necessità per me e i miei figli, la scuola e tutto ciò che ne deriva... e tanto altro.
Per cui sono due anni che non riesco a pagare le rate dell' enpav, ed ora mi ritrovo a pagare più di 6000 euro di contribuiti per due anni che sono rimasta indietro con i pagamenti. L' alternativa è la rateizzazione, con rate mensili di circa 300 euro, mi rimarrebbero così per vivere 500 euro al mese. Mi chiedo come sia possibile una cosa del genere, che i contributi non vengano calcolati in base al reddito di ciascuno di noi. Non sono l' unica purtroppo in questa situazione, siamo tantissimi veterinari indebitati con l' ENPAV. Le saremmo molto grati se si interessasse alla nostra tragica situazione e ci aiutasse a sopravvivere continuando a fare lavoro per la quale abbiamo studiato e sacrificato tempo e soldi.
Cordiali saluti
Daniela
Da: Daniela
Mercoledì 15 gennaio 2020 10:59:23
Per: Mario Giordano
Gentile dottore vorrei parlarle di un problema molto penoso le pensioni degli avvocati. Sono avvocato dal 1986 ho pagato sempre i contributi fissi e no con sommo stupore ho avuto notizia dalla cassa Forense che andro' in pensione nel 2022 con circa 600 euro e e il mio reddito sara' sotto 30000 euro allora la Cassa interverra' ed arriverò a 800 -900 euro le pare possibile dopo una vita di pagamenti dei contributi ? Se non ci aiuta lei a parlarne le dico francamente che a nessuno gliene frega niente!!!
cordialita'
Avv. Gloria Martini (foro di Roma)
Da: Gloria Martini
Mercoledì 15 gennaio 2020 10:41:17
Per: Mario Giordano
Si parla molto del caso Gregoretti. Ieri, in Stasera Italia, un noto esponente del PD sosteneva che Salvini ha violato le leggi internazionali in materia e che si è trattato veramente di sequestro di persona perché sulla Gregoretti non c'erano servizi igienici (???) e perché i migranti a bordo erano in pericolo di vita. Ora, posto che chi stava sulla Gregoretti non era affatto in pericolo di vita, il "difetto" di tutti i ragionamenti contro Salvini sta nel manico: la Convenzione Onu di Montego Bay fa obbligo alla nave che, percorrendo la propria rotta, trova dei naufraghi (e non gente che va per mare in attesa di essere presa a bordo da una nave Ong, magari su appuntamento, senza rischio di naufragio; tanto che, dopo il trasbordo, l'imbarcazione su cui viaggiavano se ne torna tranquillamente indietro), di soccorrerli, e di sbarcarli nel "porto sicuro" più vicino. Molto si discute sul concetto di porto sicuro: dal punto di vista del diritto della navigazione, credo che si debba trattare di un porto in cui la nave possa attraccare con sicurezza e senza far correre rischi alle persone che vi sbarcano. Circa il "più vicino", credo che si faccia riferimento alla necessità di non far deviare troppo la nave salvatrice dalla propria rotta, Ma che dire se la nave va a zonzo?
Tornando alla Convenzione, non mi sembra che stabilisca obblighi particolari di "accoglienza"; men che meno se chi vuole sbarcare nel porto a lui più gradito non è affatto un naufrago.
Mi piacerebbe avere il Suo parere in merito: le mie convinzioni sono fondate, o no? E perché Salvini non contrattacca dicendo che la Convenzione Onu non riguarda chi non è effettivamente vittima di un naufragio?
Grazie e cordiali saluti,
Pier Paolo Falcone
Da: Pier Paolo Falcone
Francesco Gabbani
Cantante italiano
Da: Franco