George Cukor
Biografia • Regista delle donne
Apostrofato a ragione il "regista delle donne", George Cukor ha rappresentato meglio di chiunque altro sullo schermo l'immagine femminile, conferendogli una grazia, uno stile ed un ironia mai visti prima d'allora sullo schermo. È stato uno dei grandi maestri della "sophisticated comedy", in cui si è distinto per uno stile vivace ed elegante, e per una disinvolta direzione degli attori (in particolare delle attrici), ma ha eccelso anche in altri generi, come il dramma e il musical.
George Dewey Cukor nasce a New York il 7 luglio 1899. Debutta nel mondo dello spettacolo come sceneggiatore e regista teatrale, lavorando con star del calibro di Ethel Barrymore e Jeanne Eagels. Nel 1929 viene chiamato ad Hollywood come sceneggiatore dei primi film sonori della Paramount, tra cui ricordiamo il celebre film di guerra "Niente di nuovo sul fronte occidentale" (All Quiet on the Western Front, 1930) diretto da Lewis Milestone e tratto dal capolavoro di Remarque.
In breve tempo si fa notare per uno stile ed un'intelligenza che lo condurranno immediatamente alla regia, in cui lo vediamo impegnato per la prima volta nella commedia "Il marito ricco" (Tarnished Lady, 1931), con la grande Tallulah Bankhead. Il film purtroppo passa quasi inosservato. Ma poco dopo gli viene affidata la sceneggiatura di una commedia, curata dal grande Ernst Lubitsch, che per un altro impegno non avrebbe potuto girarla. Il film in questione è il delizioso "Un'ora d'amore" (One Hour With You, 1932), in cui Cukor, nonostante segua alcune dritte suggerite da Lubitsch, dimostra già un proprio stile registico, dal ritmo serrato, elegante e irriverente. Quando però Lubitsch insiste nel prendersi tutto il merito del successo del film, Cukor contrariato lascia la Paramount per la RKO, dove lavorerà diversi anni prima di passare definitivamente alla MGM (dai primi anni '50 lavorerà come regista indipendente).
In questo periodo comincia il sodalizio del regista con la grande Katharine Hepburn, con la quale diverrà sin da subito intimo amico. Egli ne sottolinea il carattere ribelle e solare, e il fare dolce e sofisticato, in numerose argute commedie, dopo averla fatta esordire in un toccante film drammatico, dal titolo "Febbre di vivere" (A Bill of Divorcement, 1932). Successivamente la dirigerà in grandi film come "Incantesimo" (Holiday, 1938) e "Scandalo a Filadelfia" (The Philadelphia Story, 1940), entrambi commedie romanticamente ironiche che prendono in giro l'alta società americana, e nei migliori che vedono l'attrice in coppia con Spencer Tracy, come "La costola d'Adamo" (Adam's Rib) e "Lui e lei" (Pat and Mike, 1952), in cui le schermaglie amorose dei due protagonisti infiammano lo schermo.
George Cukor ha più volte usato il cinema come descrizione delle ipocrisie e delle frivolezze dell'alta borghesia americana, ne è un chiaro esempio la sua amara commedia "Pranzo alle otto" (Dinner at Eight, 1933), con John Barrymore e Jean Harlow; o più generalmente per descrivere vizi e virtù del gentil sesso, che egli amava spesso rappresentare con l'eleganza del suo stile visivo e narrativo, e il massimo esempio in questo caso è il gustoso film satirico "Donne" (The Women, 1939), con la sardonica sceneggiatura di Anita Loos, e le grandi interpretazioni di un cast tutto al femminile, con attrici del calibro di Norma Shearer, Joan Crawford e Rosalind Russell.
Meno a suo agio nei film in costume ("Giulietta e Romeo", Romeo and Juliet, 1936), Cukor ha però fornito grandi risultati nel letterario "Davide Copperfield" (David Copperfield, 1933), tratto dal celebre racconto di Dickens, e nel sontuoso "Margherita Gauthier" (Camille, 1936), in cui riesce a far risplendere come nessuno aveva mai fatto la divina Greta Garbo, nel ruolo della tragica eroina del romanzo di Dumas.
Nemmeno il mondo di Hollywood è stato risparmiato dalla sua vena satirica ma sempre sofisticata: dapprima colpisce il fatuo star-system hollywoodiano nel gustoso "A che prezzo Hollywood?" (What Price Hollywood?, 1932), per poi "distruggerlo" nel suo più riuscito remake, il grande musical "È nata una stella" (A Star is Born, 1954), in cui riesce ad ottenere da Judy Garland la più magistrale e sofferta interpretazione della sua carriera. Sarà inoltre il padrino cinematografico di Judy Holliday, rendendola una star in una pregevole serie di film, soprattutto commedie brillanti - tra cui ricordiamo la celeberrima "Nata ieri" (Born Yesterday, 1950) -, in cui la fantastica attrice impersona con candida ingenuità una bionda un po' svanita, ma che in realtà è molto più sveglia di quanto lasci credere.
Da ricordare infine la sua incursione nel grande genere americano del musical, che George Cukor affronta con grandi risultati diverse volte, ma sarà solo quando nel 1964 porta sullo schermo la celebre commedia musicale "My Fair Lady", con la splendida Audrey Hepburn - ispirata al "Pigmalione" di George B. Shaw -, che egli riesce finalmente a ricevere un premio Oscar per il suo magnifico lavoro.
Negli ultimi anni lavora soprattutto per la televisione, e si accomiata dal cinema proprio con un altro film di donne, "Ricche e famose" (Rich and Famous, 1981), con Jacqueline Bisset e Candice Bergen, dimostrando un'ultima volta come si possa realizzare un film con ironia ed eleganza.
George Cukor si spegne a Los Angeles (California), il 24 gennaio 1983, qualche mese dopo aver ritirato il Leone d'oro alla Carriera conferitogli dal Festival del Cinema di Venezia.
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