William Ewart Gladstone
Biografia • Venti che soffiano verso l'Irlanda
William Ewart Gladstone nasce a Liverpool (Inghilterra), il 29 dicembre 1809. Giovane universitario di Oxford e fervente anglicano, aderisce al partito dei tories che sostiene la Chiesa d'Inghilterra.
Nel 1833 entra in Parlamento aderendo alla linea conservatrice di Robert Peel il quale, l'anno successivo, lo chiama nel suo governo come "junior lord" del Tesoro e, nel 1835, gli affida l'incarico di sottosegretario alle colonie del regno.
Una sua breve permanenza a Napoli, tra la fine del 1850 ed primi mesi del 1851, è occasione per inviare le due celebri quanto controverse missive a lord Aberdeen, le "Lettere sulle persecuzioni del Governo borbonico": i due scritti sono una feroce condanna dei sistemi adottati nel Regno delle Due Sicilie, descritto come antiquato, immorale, ingiusto e profano, tanto da farglielo definire "negazione di Dio".
Va detto che in quel momento il regno è retto da Ferdinando II, che ha abolito la costituzione e reintrodotto l'assolutismo. Tuttavia Gladstone ritratterà parzialmente, in seguito, tale pesantissimo giudizio, e da varie parti si dirà che si è trattato di un attacco politico di matrice liberale. Sono noti, del resto, i suoi ottimi rapporti con Cavour e la sua condivisione dei progetti di unificazione nazionale del conte piemontese. Ottengono però l'effetto di sollevare un dibattito di livello europeo sulla necessità dell'unità e indipendenza dell'Italia, incrementando il processo di isolamento internazionale di Ferdinando II.
Nel 1852 Gladstone è nominato Cancelliere dello Scacchiere, incarico che detiene per quindici anni nel corso dei quali conferisce grande prestigio ed un notevole potere al dicastero economico. Ottiene, fra l'altro, una riforma che alleggerisce il gravame del fisco ed un'altra che modernizza il sistema elettorale.
Nel 1867 prende le redini del partito liberale succedendo a John Russell. L'anno seguente diviene primo ministro proseguendo la sua politica di riforme, ma l'avversione nei suoi confronti della regina Vittoria, condizionata in questo senso dal whigh Disraeli, lo induce a dimettersi, nel 1874, tanto dal governo quanto dalla guida del partito.
Disraeli diviene capo del nuovo governo ed è proprio lui che, indirettamente, gli fornisce nuove motivazioni per un ritorno all'attivismo politico, dopo le sconfitte in Afghanistan e le controverse questioni dei Boeri in Sudafrica.
Gladstone riprende in mano il partito e, nel 1880, torna a formare un nuovo governo caratterizzato dalle irrequietezze irlandesi che spesso sfociano in violenza: tentato in un primo momento di reprimere con polso fermo le proteste, va gradualmente persuadendosi che l'isola abbia il diritto di rendersi autonoma. Quando lascia il governo, nel 1885, è ancora impegnato nel sostegno al movimento per la "Home Rule", l'indipendenza dell'Irlanda.
Ritorna alla sua terza esperienza di primo ministro nel febbraio 1886 che dura però soltanto sei mesi: il suo impegno per l'Irlanda, che comincia ad apparire ai più eccessivo, e la scissione del suo partito ne determinano la caduta. Ma non demorde. Nel 1892, grazie anche ai voti degli irlandesi presso i quali gode di grandissima popolarità, Gladstone forma il suo quarto gabinetto. Riprende dunque quella che è ormai divenuta la sua battaglia prioritaria e presenta in Parlamento il progetto della "Home Rule", per l'istituzione di un Parlamento irlandese. La Camera dei Comuni lo approva, ma quella dei Lords gli fa mancare il sostegno. Deluso ed amareggiato si dimette, nel 1894, ritirandosi a vita privata.
William Ewart Gladstone si spegne sette anni dopo, il 19 maggio 1898, a Hawarden, alla veneranda età di 88 anni.
Fra le riforme più importanti da lui varate vanno ricordate la "Separazione tra la Chiesa e lo Stato in Irlanda", la "Riforma dell'insegnamento primario", l'"Abolizione delle vendite dei gradi militari" e la "Riforma agraria". In campo politico-economico è considerato fra i principali artefici dello "splendido isolamento" britannico. Ha lasciato vari scritti politici e, da studioso dell'età classica, un insieme di "Studi su Omero e sull'età omerica".
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