John Keats

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John Keats

Biografia Della bellezza terrena

Nato a Londra il 31 ottobore 1795, John Keats è considerato una figura di primo piano del movimento romantico, grazie soprattutto alla forza della sua poesia, stilisticamente perfetta e dal grande potere evocativo. I suoi testi, con la potenza della loro sensualità riescono a dare valore trascendente alla bellezza terrena.

Cresciuto nella tenuta di Finsbury, che il padre amministrava per conto del suocero John Jennings, John Keats è il primo di cinque figli. Dell'infanzia del poeta si sa ben poco. Amici e conoscenti ricordano il piccolo John come un tipo emotivo e rissoso, geloso della madre e protettivo verso il fratellino Tom. Si dice che avesse ereditato dalla madre il bel viso, e dal padre la bassa statura, gli occhi castani e l'onestà.

Nel 1803 John si iscrive, insieme al fratello George, alla scuola del reverendo Clarke, a Enfield. Sarà proprio il figlio di Clarke, Charles, il primo "maestro" di Keats nella scoperta della letteratura.

Dopo la morte del padre i fratelli Keats furono mandati a vivere dai nonni materni, John e Alice Jennings ma, dopo la morte del nonno, Alice nominò tutore dei bambini Richard Abbey, che amministrerà in modo disonestoil loro patrimonio, affossando le finanze dei fratelli. Il primo a pagarne le conseguenze fu ovviamente John, costretto a vivere in ristrettezze economiche fino alla fine dei suoi giorni (l'intera eredità fu restituita ai supersiti fratelli George e Fanny dopo che tutti gli altri, e soprattutto Abbey, furono morti).

Nel 1811 John Keats inizia i suoi studi come apprendista medico e farmacista, per poi entrare nel 1815 come studente in medicina al Guy's Hospital, nella periferia di Londra. È il solito Richard Abbey ad avviare John a questa carriera, che voleva vedere i fratelli Keats affermati e in grado di produrre denaro attraverso professioni stabili.

Ma è proprio nel periodo degli studi al Guy's Hospital che John, già lettore abituale dell'"Examiner" (il periodico politico letterario di Leigh Hunt) comincia a scrivere i suoi primi versi. John affronta gli studi con successo e sembra avviato ad una buona carriera (il 25 Luglio 1817 supera un esame di medicina, e può far pratica come farmacista, chirurgo e medico), ma la letteratura prende sempre più piede nella sua vita.

Il 5 Maggio 1816 sull'"Examiner" compare la sua prima poesia pubblicata, il sonetto "O Solitude". In ottobre John Keats scrive "On First Looking into Chapman's Homer", ed entra in amicizia col pittore Benjamin Haydon, con John Hamilton Reynolds e con Leigh Hunt, che lo cita come una promessa in un articolo sui "Giovani Poeti" pubblicato sull'"Examiner".

Agli inizi del 1817, John si reca con Haydon a vedere i marmi del Partenone (gli Elgin Marbles) esposti al British Museum. La vista di queste opere di classica perfezione desta grande impressione in lui, tanto che queste saranno protagoniste della sua poesia (un esempio è l'"Ode su un'Urna Greca").

Il 3 Marzo esce la prima raccolta poetica di Keats, "Poems", edita da C. & G. Ollier. È ormai definitivo: Keats si dedicherà interamente alla poesia.

Alla fine di marzo si trasferisce con i fratelli a Hampstead, dove l'anno seguente conosce Fanny Brawne, l'amore della sua vita, mentre in aprile parte per una visita all'Isola di Wight, dove inizia a stendere l'"Endimione", altro suo capolavoro. È questo l'anno in cui John Keats conosce alcuni dei suoi amici più cari: Charles Brown, forse il più caro di tutti, l'affettuoso pittore Joseph Severn, e Richard Woodhouse, che raccoglierà con devozione poesie, lettere e aneddoti sul poeta.

In ottobre la rivista letteraria "Blackwood" inizia la sua campagna denigratoria contro la "scuola di Hunt", denominata negativamente "cockney school". Le poesie di John Keats non sono accolte con favore, e critiche ancor più pesanti riceverà l'"Endimione", a lungo stroncato dagli addetti ai lavori.

Ma Keats va dritto per la sua strada; scrive l'"Iperone" e tutte le grandi odi che lo faranno entrare nella storia, fra le quali "To Psyche", "On Melancholy", "To a Nightingale" e "To Autumn". Vive un lungo e fecondo periodo creativo, coronato dal fidanzamento, questa volta ufficiale, con Fanny Brawne.

Nel febbraio 1820 si manifesta il primo serio attacco del male che, ventiseienne, l'avrebbe portato alla morte: la tubercolosi. Gli attacchi sono gravi e prolungati, tanto che in estate il medico gli ordina di trasferirsi in Italia, sicuro che un clima più mite l'avrebbe aiutato. Imbarcatosi con l'amico Joseph Severn il 18 settembre, Keats giunge a Roma il 15 novembre, e prende casa al numero 26 di Piazza di Spagna.

John è conscio del fatto che i suoi giorni sono ormai contati. Nella lettera del 30 novembre all'amico Brown scrive: "Ho la sensazione continua che la mia vita reale sia già passata, e di star quindi conducendo un'esistenza postuma...". Il 23 febbraio 1821 è l'ultimo giorno della vita di John Keats. Le sue ultime parole sono rivolte al devoto amico Severn, che lo assiste fino all'ultimo: "Severn, sollevami perché sto morendo - morirò facilmente - non spaventarti - grazie a Dio è arrivata".

Keats viene sepolto il 26 febbraio nel Cimitero Protestante di Roma: sulla tomba, secondo la volontà del poeta, sono poste margherite.

Frasi di John Keats

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Commenti

Sabato 10 luglio 2010 23:50:39

Non ricordo in quale ordine di scuola e successivi ciorsi di letteratura inglese, lessi e studiai i poeti inglesi e fra i romantici, John Keats. Indimenticabili alcuni suoi versi, in particolare " A thing of beauty is a joy forever", che mi pare una verità assoluta, oggi seppellita da qualche parte. Il mito di Keats è appunto la bellezza come valore e come verità. La verità è bellezza e la bellezza è verità : niente altro dobbiamo sapere.
Sono molti gli aforismi che traggono dalla poetica di Keats una filosofia di vita, essenzialmente una filosofia romantica in assoluto, ideale, astratta, che realizza una rassegnazione, di fatto, ai colpi della sorte, sublimando il dolore in accettazione quasi sacrificale.
Ho letto il libro di Elido Fazi " Bright Star", contenuto, fedele, forse scarno nella reale aderenza alla sobrietà con cui il Poeta viveva e accettava la sorte non fortunata fino dall'inizio.Indigente, debole, dotato ma incompreso e non accettato, persino all'amore seppe rinunciare, come appare chiaramente dalle pagine di diario, che nel libro vengono riportate.
Non rinunciò mai, invece alla coerenza alla propria ispirazione.
Mai si è venduto. Spesso mantenuto, letteralmente, da amici fedeli e affettuosi, non si è piegato alla critica, alle correnti e alle convenienze.
Ma il film di Jane Campion mi ha sconcertata. Un brutto, forse bruttissimo film. Niente a cui appellarsi, per questa esposizione di sofferenze, per il fastidio quasi intollerabile che viene inflitto per più di metà pellicola. Fastidio greve per l'esasperazione dei comportamenti dei protagonisti, perchè anche Charles Brown, l'amico di sempre, è un protagonista, di cui vengono esaltati tutti i peggiori aspetti, fino a farne quasi un deus ex machina al negativo. Povero Brown.
La bella e brava Fanny resterà segnata, temiamo, persino nella salute e nella vita privata, da un così profondo lavoro di cesello per farla patire a più non posso.
Il malissimo scelto John Keats, ignorando ogni somiglianza con i numerosi ritratti del Poeta, appare un manichino di zingarello dalla barba mal fatta e dai capelli unti, tossicchiante per tutto il film fra la nostra costernazione. E che caspita!
Che avesse la tubercolosi l'avevamo capito, non l'avessimo saputo, ma per tutto il tempo abbiamo avuto paura che ce l'attaccasse.
Keats ha fatto ben altro che amoreggiare intensamente anche se a intermittenza, con la sfortunata Fanny, ha scritto, ha viaggiato, ha conosciuto e trattato con i poeti del suo tempo. Infine, la sua è stata una storia tristissima, ma l'uomo era dignitoso, e non quel cadavere ambulante che ci hanno propinato.
I paesaggi in fiore, stupendi, le belle scene campestri, a fare da scenario alla desolazione e alla sofferenza esibita e sbatacchiata, come il continuo mestare con la bocca del povero tisico, che ci dava il voltastomaco, in attesa di scenografiche emottisi o coaguli fuoruscenti.
Pessima Campion, niente può scusarla.Cosa le ha preso?
Che ne è stato del buon libro di Fazi?

Alda Cicognani

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