Ultimi commenti alle biografie - pagina 1280
Domenica 14 marzo 2021 20:32:08
Per: Gianni Morandi
[Saluti e auguri]
Ciao Gianni, sono Massimo, l'ingegnere dello stadio Dall'Ara. Abito a Cesena da alcuni anni e volevo solo farti i migliori auguri, oltre ad offrirti la mia disponibilità per qualsiasi cosa dovesse servirti durante la tua permanenza al Bufalini, che spero sarà il più breve possibile.. Sabato ho sentito al telefono il tuo collaboratore che incontravo sempre allo stadio. Gli ho anche inviato via sms il link di YouTube dove è possibile visionare l'ultima intervista a mio padre, artista bolognese del. '900. Potrebbe essere un diversivo piacevole per trascorrere un quarto d'ora di relax. Non so se è riuscito a recapitartelo, comunque lo riporto qui di seguito, htt ps: //youtu. be/I5Zm VlfTYds
Se avrai bisogno questo è il mio cellulare: 335-------. Ancora in bocca al lupo! !
Un caro saluto.
Massimo
Da: Massimo Vignoli
Domenica 14 marzo 2021 19:55:24
Per: Paolo Bonolis
Ciao volevo solo dire che nella puntata andata in onda del 14/03/2021 sulla domanda della lavastoviglie e lavatrice anche il cesto della lavastoviglie gira. Grazie distinti saluti
Da: Giuseppe Rosmarino
Domenica 14 marzo 2021 19:26:32
Per: Massimo Gramellini
[Segnalazione Titoli]
Salve Gramellini, sono Danilo Nota e sono un 37enne che lavora in casa editrice e studia Filosofia del linguaggio. Ho saputo da mio padre che Lei, nella trasmissione di ieri sera, ha manifestato interesse per le storie di persone che hanno tratto spunto dal COVID per fare cose belle. Io, grazie al COVID, ho iniziato a scrivere e non mi sono più fermato; ad ora ho scritto 7 libri! Avrei piacere di omaggiarLa di 2 dei miei scritti -“CORONAVIRUS. Storie Semiserie di Ordinaria Follia”, 30 riflessioni sul cambiamento che il virus ha portato e “Oggi ti dico”, 30 riflessioni sul rapporto con mia zia... una sorta di lettera aperta Se gradisce, mi fornisca un indirizzo e spedirò tutto al più presto con i corriere. Cari saluti, Danilo Nota.
Da: Danilo Nota
Domenica 14 marzo 2021 19:14:33
Per: Mara Venier
[Sgarbi ed il covid]
Ho visto e sentito il collegamento fatto oggi con Sgarbi e mi meraviglio che una persona intelligente come Lei sia tanto amica di un pirla come Sgarbi, che un anno
fa definiva il covid un virus del "buco del culo", che si e' fatto buttar fuori dalla Camera piu' volte per non voler indossare la mascherina e ha piu' volte aizzato la gente a ribellarsi alle misure adottate dal Governo... non aveva di meglio da invitare per commemorare il fotografo deceduto ?
Dica poi ai dirigenti RAI che il 97,4% dei collegamenti che fa su RAI 1 2 e 3 non funzionan0 vergognosamente MAI, i miei, pur non avendo i mezzi RAI, funzionan0 al 97,4%.
La saluto cordialmente
Da: Felice Moderana
Domenica 14 marzo 2021 18:15:36
Per: Guido Bertolaso
[Vaccinazione covid 19]
Buonasera dott. Bertolaso
Ho appena parlato con una mia carissima amica di Roma
Loro qnd fatto l adesione x vaccinazione covid 19 hanno immediatamente ricevuto data e ora x somministrazione vaccino.. Da noi perche NOooo!!! Sto ancora aspettando SMS di convocazione per mia mamma dopo un mese!!!
Siamo tutti stanchi e sfiduciati!!!
Basta!!! Non ce lo meritiamo
Tiziana mazzetti
Da: Tiziana Mazzetti
Domenica 14 marzo 2021 18:14:10
Per: Pippo Baudo
[Sogno di realizzare un film.]
Sono un architetto di 72 anni, pensionato. Ho scritto un libro dal quale desidero ricavarne un film. Penso sia un bel lavoro, una storia importante che valga la pena di raccontarla ad altri. La storia nasce e si conclude in Val Seriana. La prima parte è ambientata negli anni 70, l'altra metà ai giorni nostri. Il protagonista è un anti eroe, insicuro, buono, un tanto isterico: una via di mezzo tra Mr. Bloom ed il Signor Cupiello. Questo progetto, chiamiamolo così, l'ho dedicato a mia madre, ammalata di sclerosi e per la quale mi sono sacrificato ed a mio padre, che fino a quasi cento anni ha preso con se ed ha vissuto con mio fratello disabile. Nel corso del film si intrecciano tante storie, impossibili, assurde di tanti poveri o allegri o strani eroi. La storia è un rincorrersi di passato-presente, gioie-dolori, sogno-realtà. Si può dire che narro un'Odissea nel quotidiano, una Divina Commedia di ogni giorno. Descrivo una storia milanese, in prevalenza ambientata al Sempione, dove sono nato e per tanti anni ho vissuto.
Le chiedo pertanto, se avesse tempo o lo ritenesse opportuno, di contattarmi.
Le chiedo scusa, la ringrazio ed attendo fiducioso un suo riscontro.
Arch. Massimo De Santi.
Tel. 02/-------.
Cell. 333--------
Da: Massimo De Santi
Domenica 14 marzo 2021 16:36:54
Per: Massimo Gramellini
Ho deciso di portare l’attenzione e divulgare l’esperienza personale che ha coinvolto mio padre e noi famigliari presso l’Ospedale di Rimini, per almeno due motivi: il primo perché il mio dolore si mescola alla rabbia per l’accaduto; il secondo perché come psicologa, sono testimone ormai da mesi di tante storie da parte dei miei clienti che hanno il sapore della stessa mia frustrazione e impotenza.
Che esista una pandemia, ormai penso sia assodato, ma che dopo un anno ci si trinceri dietro questa per nascondere le difficoltà già preesistenti a livello sanitario, questa è un’altra storia..
Rimanere dodici ore fuori da un Pronto Soccorso prima che un Medico ci aggiorni come famigliari di ciò che sta accadendo a mio padre, lasciare i numeri di cellulare senza essere richiamati, sentirsi rispondere da una infermiera che dobbiamo “incrociare le dita” per sperare di essere richiamati dal Dottore, non essere contattati nemmeno per un raccordo anamnestico, ecco, questa è un’altra storia..
In tutta questa disorganizzazione ospedaliera, in cui occorre sperare di incontrare quel sanitario che, per propria caratteristica personale è mosso da una spinta empatica, ti guarda e prova a trovare una strategia, perché capisce la difficoltà che stai vivendo, si aggiunge la più grande crudeltà di questo periodo storico: il non poter restare accanto al proprio famigliare, perché “la procedura è questa”.. e allora mi viene in mente, forse si risentirà qualche sanitario, ma sento che mi capirà quello che non si barrica dietro frasi fatte, la “Banalità del male” col suo male burocratico, o il processo di Norimberga post guerra, in cui candidamente i Generali rispondevano “ abbiamo obbedito agli ordini”.. sembrerà esagerato, ma vi assicuro che non lo è…
Ora, mio padre non ce l’ha fatta, se n’è andato da solo, proprio quello che temeva maggiormente e che gli faceva ripetere spesso di non portarlo in ospedale, perché lì sarebbe rimasto abbandonato.. le “regole”, quelle che superano il buon senso e l’umanità non ci hanno permesso di restare con lui. Quello che a noi premeva di più era stare vicini, almeno negli ultimi suoi istanti di vita.. sarebbe servito a Lui perché avrebbe trovato qualcuno che lo rassicurasse, qualcuno intimo che gli bagnasse le labbra arse dall’ossigeno della mascherina, qualcuno che lo guardasse come solo una figlia o una moglie può fare, qualcuno che gli tenesse la mano, perché noi siamo fatti di sensi e abbiamo bisogno di questo momento anche per elaborare un dolore così grande..
Sarebbe servito a noi famigliari, come anche ai miei clienti, scambiarsi le ultime parole che spesso si trattengono per pudore, sarebbe servito per darci quelle carezze che avrebbero lenito il grande dispiacere.
L’intenzione nello scrivere tutto questo è quello di ripristinare un diritto dell’ammalato ed un atto di umanità nella cura del paziente: occorrono corsi di formazione specifici per i sanitari e supervisioni costanti, perché alcune risposte non sono accettabili e non possono essere relegate al buon senso di alcuni operatori. Occorrono procedure che vadano oltre alcuni gesti sporadici e umani di alcuni infermieri, i quali trasgredendo alle “regole” lasciano il numero del loro cellulare per aggiornare i parenti sulle condizioni cliniche dei pazienti. Occorre una procedura standard che vada oltre il buon senso di una infermiera, la quale si assume una “responsabilità” e ti lascia entrare in una stanzina per vedere 10 minuti tuo padre.. Occorre prevedere uno sportello h 24 gestito da infermieri, in cui in tempo reale vengano comunicate tempestivamente le condizioni cliniche del proprio famigliare. Occorre sapere prevedere spazi e tempo in cui il famigliare possa restare accanto all’ammalato, perché questi momenti fanno parte della cura stessa e sono imprescindibili all’assistenza.
Non occorre essere illuminati per dirci che se il famigliare è reso alleato dal sanitario, oltre al dolore e all’ansia che già deve tollerare, non dovrà provare anche la rabbia nel non essere reso partecipe di ciò che sta accadendo..
Occorre ribadire anche che nella Deontologia del sanitario, il sapere comunicare certe notizie fa parte del Codice stesso, non è un optional.
Allora se il Covid ha solamente evidenziato carenze già esistenti, occorre che la Comunità, il Tribunale Diritti del Malato, gli Ordini stessi, da quello dei Medici a quello degli Psicologi al Collegio degli Infermieri, si attivino cominciando ad attuare un cambiamento, perché ho l’impressione che questa situazione permarrà oltre la pandemia..
La speranza è che si inizi a prestare veramente attenzione a ciò che sta accadendo all’interno degli Ospedali; occorre fornire agli operatori più strumenti e un maggiore controllo, affinchè sappiano gestire situazioni con questa criticità; una formazione specifica per sapere sostenere i famigliari ed i pazienti stessi, per sapere comunicare le notizie in una modalità sana; la sfida è quella di non ritrovare più operatori desensibilizzati ma persone che riescono ancora a soffermare il loro sguardo sui pazienti e i loro famigliari, capendo che paziente e famigliare sono un tutt’uno: prendersi cura dell’ammalato significa farlo anche con il famigliare ed entrambi hanno il diritto di stare vicini, Covid o non Covid.
Da: Claudia Bertozzini
Domenica 14 marzo 2021 16:28:20
Per: Mara Venier
[Montalbano]
Ciao Mara io sono una fan di Montalbano, ho letto tutti i libr, i non ne posso più di sentire parlare del commissario dicendo che ha lasciato Livia, non è vero, basta leggere il libro successivo per rendersi conto che Salvo sta ancora con Livia, con affetto Isa
Da: Isa
Domenica 14 marzo 2021 16:19:51
Per: Guido Bertolaso
[Vaccinazione covid per gli anziani]
Buongiorno Dottor Bertolaso, vorrei che mi spiegasse perché in Lombardia non si seguono le regole ministeriali che dicono di vaccinare per età. Leggo sul giornale di oggi che in Lombardia, nel fine settimana, si stanno vaccinando gli universitari. Ormai siamo diventati lo zimbello d’Italia.
Siamo anziani, abbiamo seguito le regole imposte, restiamo chiusi in casa e usciamo solo per una passeggiatina, Non vediamo i nostri figli e i nostri nipoti, siamo stati privati degli affetti. E forse siamo troppo onerosi e poco produttivi.
Mi auguro che il problema della Lombardia venga risolto al più presto in modo che anche i nonni possano avere ancora un po’ di serenità e godersi i nipoti.
Cordiali saluti
giovanna imoda
Da: Giovanna Imoda
Guido Bertolaso
Medico italiano e funzionario della...
Da: Giuliana Maria Lualdi